Saturday, July 31, 2010

Lista, please

Straker ha detto...

Mi risulta che anche in alcune regioni italiane è vietato raccogliere l'acqua piovana.


Pagliaccio, a quali regioni ti riferisci?

Il Washington Post rivela che la BP ha pompato una miscela di prodotti chimici prima dell'esplosione della piattaforma

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/07/il-washington-post-rivela-che-la-bp-ha.html

Il Washington Post rivela che la BP ha pompato una miscela di prodotti chimici prima dell'esplosione della piattaforma

Dall'articolo Before rig explosion, BP pumped chemical mixture into well, contractor says scritto da Davis S. Hilnzenrath e pubblicato il 20 luglio 2010 sull'edizione on line famoso quotidiano statunitense Washington Post apprendiamo dei particolari a dir poco sorprendenti a riguardo di quanto accaduto ad aprile 2010 nel Golfo del Messico, e che fanno crecere sempre più i sospetti che uno dei peggiori disastri ecologici nella storia del nostro pianeta sia stato causato intenzionalmente.



Prima dell'esplosione della piattaforma la BP ha iniettato una miscela di prodotti chimici nel pozzo, afferma un contractor

Nelle ore precedenti all'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, la BP ha iniettato nel pozzo una quantità straordinariamente grande di una mistura chimica inusuale, ha testimoniato lunedì un contractor che ha lavorato sulla piattaforma.

L'inieizione del denso fluido grigio avrebbe avuto come scopo quello di ripulire il buco dela trivellazione dal fango, secondo la testimonianza rilasciata di fronte ad una commissione investigativa governativa sull'incidente. Ma i più di 400 barili utilizzati erano approssimativamente il doppio della quantità usualmente utilizzata, ha detto Leo Lindner, uno specialista nelle trivellazioni per l'estrazione di fluidi che lavora per la MI-Swaco.

La BP aveva a portata di mano centinaia di barili dei due prodotti chimici ed aveva bisogno di disfarsi del materiale, ha testimoniato Lindner. Iniettandole all'interno del pozzo la compagnia avrebbe potuto avvantaggiarsi di un'esenzione prevista da una legge sulla tutela ambientale che le avrebbe altrimenti proibito la discarica del pericoloso rifiuto nel Golfo del Messico, ha detto Lindner.

Nella procedura sono state mescolate due sostanze. "E' qualcosa che non abbiamo mai fatto prima," ha affermato Lindner.

Uno specialista della BP ha detto che le due sostanze si potevano utilizzare insieme. Ciò non di meno la notte prima che la piattaforma esplodesse, Lindner eraq indaffarato a condurre un improvvisato esperimento di chimica per operare un ulteriore controllo. Egli ha mescolato un gallone di una delle sostanze con un gallone dell'altra ed ha osservato la loro reazione.

Quando è iniziata la fuoriuscita dal pozzo il 20 Aprile, un fluido che corrispondeva alla descrizione generale di quella miscela è piovuto sulla piattaforma.

Stephen Bertone, ingegnere capo sulla piattaforma, ha affermato poco prima nella sua testimonianza fornita nella stessa giornata che parte della piattaforma era coperta da un pollice o più di un materiale che egli ha detto assomigliava a "muco."

Ronnie Penton, avvocato di uno dei lavoratori della piattaforma, ha detto in un'intervista dopo l'audizione che la dose doppia di fluido ripulitore, noto anche come "pillola" ("pill,") ha alterato un cruciale test della pressione nel pozzo appena poche ore prima della fuoriuscita. Basandosi su tale test, la BP ha ritenuto che fosse sicuro continuare a togliere il pesante fango dal pozzo perchùé venisse rimpiazzato dalla molto più leggera acqua marina.

"Quella grossa pillola ha falsato il test," ha detto Penton.

Lo scostamento dalla pratica usuale che è stata riferita si è verificata a dispetto di una serie di complicazioni occorse mentre si tentava di completare il lavoro sul pozzo.

Lo scrittore dello staff Joel Achenbach ha contribuito alla stesura di questo articolo.

Identità

http://zret.blogspot.com/2010/07/identita.html

Identità

L'identità è un terreno sdrucciolevole, poiché installata sulla memoria che, nella sua natura più profonda, è una nebbia in cui i ricordi si sciolgono nell'oblio e da cui, viceversa, affiorano di quando in quando le reminiscenze. Si potrebbe paragonare l'io ad una superficie collosa, colla su cui si attaccano percezioni, sensazioni, intermittenze. Quale sia la vera sostanza dell'identità ci sfugge e non sappiamo neppure se questa ipostasi esista o se sia solo la conseguenza di un'abitudine appercettiva (percezione consapevole).

La memoria come perennità a sé stessi, come costante nell'incostanza, provoca l'identificazione ancora più del corpo, soggetto-oggetto di relazione con il mondo, poiché residuale: per questo motivo, quando il corpo è nel rilassamento e quasi insensibile agli stimoli, i pensieri ancora fluttuano in un oceano informe, prima di spegnersi nel sonno.

L'io assomiglia ad un iceberg, la cui parte visibile coincide con la coscienza, mentre la parte sotto il pelo dell'acqua non solo è di maggiori dimensioni rispetto a quella sub divo, ma anche sottoposta ad incessanti trasformazioni e modellamenti. In questa parte albergano ricordi dimenticati, immagini archetipiche; questa parte è tramata da scure vene: sono aspetti che vengono alla luce, allorquando un'oscillazione lascia emergere una superficie del blocco di ghiaccio. Fuor di metafora, la fluttuazione è un evento traumatico o un cambiamento rilevante.

Interrogarsi sui processi cerebrali legati ai ricordi, individuando quelle aree dell'encefalo che sono preposte ala memoria, può spiegare le conseguenze di traumi e malattie sulle facoltà cognitive, ma non chiarisce in che cosa veramente consista la coscienza che pare avulsa dal substrato cerebrale. Influire sul cervello con strumenti fisici e chimici (impulsi elettromagnetici, farmaci, neurotrasmettitori...) significa pure incidere sulla coscienza? Nell'oblio di sé stessi, l'io continua a sussistere come precipitato insolubile? L'io è un ente o una transitoria emersione dell’essere?

Mi pare discutibile l’attitudine oggi assai diffusa a denigrare la mente: la mente, come testimoniato dall’etimologia, è già memoria, anche se di corto raggio, e quindi presenza a sé stessi, coesione psichica da cui dipende un pur instabile equilibrio. Non è un caso se in latino “amens”, ossia privo di mente, significa “folle”, “insano”.

La memoria pura, in quanto luogo di ricordi solo potenzialmente attingibili dall'io, come riteneva Henri Bergson, è imparentata con la dimenticanza.



Friday, July 30, 2010

Medusa, l'arma telepatica (articolo di Raffaele Mastronardo)

http://www.tankerenemy.com/2010/07/medusa-larma-telepatica-articolo-di.html

Medusa, l'arma telepatica (articolo di Raffaele Mastronardo)

Pubblichiamo un articolo circa un dispositivo basato sull'emissione di microonde e denominato Medusa (nomen omen). Condividiamo tutte le considerazioni espresse da Corrado Penna su tale arma per sedare le sommosse: l'uso delle microonde, collegate, tra l'altro, all'insorgenza di tumori, si inquadra nell'obiettivo non dichiarato, ma perseguito da decenni, del controllo mentale. Si pensi al Progetto MK Ultra. Non si tratta di condizionare i consumatori affinché acquistino specifici prodotti: i veri scopi sono altri e molto più sinistri...

Ecco Medusa, l'arma «telepatica»

I militari statunitensi lavorano ad un raggio a microonde capace di creare un suono fortemente disturbante

Quel suono è insopportabile, così insopportabile che mi paralizza. Peccato che sia l'unico a sentirlo e nessuna delle persone intorno a me sembri patire gli stessi effetti. La ragione di questa situazione anomala è che sono appena stato colpito da Medusa, un'arma non letale per il controllo delle folle a cui da un po' di anni stanno lavorando i militari statunitensi. A rivelarlo è il sito della rivista New Scientist che racconta come di Medusa – che sta per Mob Excess Deterrent Using Silent Audio – si occupi la Sierra Nevada Corporation, azienda sotto contratto della Marina. L'idea, che risale originariamente al 1998, ha cominciato a ricevere finanziamenti militari a partire dal 2003.

ARMA TELEPATICA - Il dispositivo – ribattezzato "telepatico" - sfrutta il cosiddetto "effetto auditivo delle microonde": un raggio di microonde, nell'interazione con la testa degli esseri umani, produce un suono disturbante che può arrivare ad immobilizzarli. Secondo quanto riporta l'edizione telepatica del periodico scientifico, gli impulsi emessi dall'arma causano un rapido surriscaldamento dei tessuti all'interno del cranio, provocando così un violento disturbo avvertito dalle orecchie. Quello percepito dall'individuo colpito dai raggi di Medusa è un forte suono che non eccede però – ci tengono a precisare i responsabili del progetto – i limiti dell'inquinamento acustico. Il suono, come spiega al New Scientist, Lev Sadovnik della Sierra Nevada Corporation, non penetra attraverso i timpani e "l'effetto di fastidio è una combinazione data dal volume e dall'irritazione". Grazie ad un'antenna sviluppata appositamente, il raggio può inoltre essere controllato elettronicamente aumentandone o diminuendone l'ampiezza e puntandolo su uno o più obiettivi simultaneamente. Una prima versione dimostrativa sarà pronta entro diciotto mesi.

RISCHI ED APPLICAZIONI - Ma quali rischi può comportare l'uso di una simile tecnologia? Secondo James Lin dell'Electrical and Computer Engineering Department dell'Università dell'Illinois, le maggior preoccupazioni riguardano eventuali danni cerebrali causati dall'impatto delle microonde con i tessuti. Nel frattempo – come spesso accade per tecnologie sviluppate in ambito militare - si pensa a possibili impieghi non bellici, a cominciare dal commercio. Per esempio, spiega Sadovnik, invece di creare un rumore intollerabile, MEDUSA può essere configurato in modo da produrre un sussurro percepito dagli individui a livello subliminale. Una simile applicazione può influire sul comportamento a fini di marketing. Altrimenti, se questa applicazione in stile Grande Fratello fallisse, si può sempre pensare ad usi più modesti: per esempio, tenere lontani uccelli indesiderati. Pare, infatti, che i volatili siano molto sensibili all'effetto audio provocato dalle microonde.

Raffaele Mastrolonardo

Fonti:

corriere.it

scienzamarcia.blogspot.com



Fanno marcire la società: Italia

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/07/29/fanno-marcire-la-societa-italia/

Fanno marcire la società: Italia

Posted: 29 luglio 2010 by neovitruvian

Ambientalisti e cittadini mobilitati in provincia di Pordenone. Le analisi di Greenpeace hanno confermato che nelle coltivazioni di Fanna è stato piantato il Mon810 della Monsanto: “Un atto irresponsabile e illegale, i pollini ogm stanno già volando nei terreni vicini”.

PORDENONE - E’ uno dei primi casi programmati in Italia di coltivazione di mais geneticamente modificato ed è per questo che sui campi di Fanna, in provincia di Pordenone, si è acceso subito lo scontro. Se c’era qualche dubbio, del resto, sono state le analisi sui campioni prelevati nei giorni scorsi da Greenpeace a confermare i timori degli ambientalisti: l’oggetto delle coltivazioni è il Mon810, un mais geneticamente modificato brevettato e commercializzato dalla multinazionale americana Monsanto.

“Abbiamo scoperto in pochi giorni quello che le autorità avrebbero dovuto dire da tempo, rivelando la fonte della contaminazione transgenica – denuncia Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace – Siamo di fronte a un atto assolutamente irresponsabile e illegale. Il mais è già completamente fiorito e da giorni sta spargendo il proprio polline sui campi vicini e su una vasta area, trasportato dal vento e dagli insetti”.

Quanto alla legalità dell’iniziativa, gli ambientalisti sono certi che non è sufficiente il via libera dato dal Consiglio di Stato a gennaio: la piantumazione del mais Ogm in Friuli, accusa Greenpeace, viola il decreto legislativo 212 del 2001, che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione per la loro semina. Per chi procede in assenza di autorizzazione è previsto l’arresto da sei mesi a tre anni o l’ammenda fino a 51.700 euro. Inoltre, aggiunge Greenpeace, un decreto interministeriale (agricoltura, salute, ambiente) di aprile a tutela delle produzioni tradizionali locali, vieta espressamente la coltivazione di mais Ogm Mon810 in Friuli.


Dalla parte dei contestatori c’è il precedente della Regione Piemonte che pochi giorni fa, d’intesa con la magistratura, ha ordinato la distruzione di coltivazioni “fuorilegge” di mais geneticamente modificato su oltre 300 ettari nella zona di Pinerolo, in provincia di Cuneo, e al confine con la Lombardia. Dice Giorgio Cavallo, presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia: “Al di là della sua pericolosità, ciò che sta avvenendo è paradossale. Il Friuli vorrebbe distinguersi per la tipicità delle sue coltivazioni, mentre con gli Ogm si va proprio in senso opposto, verso un’agricoltura omogeneizzata”. “Vogliamo ribadire il principio di precauzione – aggiunge Roberto Pizzutti, del Wwf friuliano – che non consente il via libera a sostanze o prodotti fino alla dimostrazione della loro assoluta innocuità. Inoltre, la cittadinanza si è più volte espressa contro gli Ogm”.

“Il Procuratore di Pordenone – dice Federica Ferrario – non può più perdere un solo minuto di tempo e deve porre fine a questa incomprensibile dilazione dei tempi. Va incriminato il responsabile di questa violazione e chi l’ha aiutato, e bisogna iniziare la conta dei danni legati a questo atto scellerato, che non devono certo ricadere sugli agricoltori onesti o sugli Enti pubblici”. Greenpeace chiede anche l’intervento immediato dei ministeri interessati, mentre tutte le associazioni ambientaliste, cittadini della zona e rappresentanti di istituzioni parteciperanno domani a una “veglia per la legalità” davanti al municipio di Fanna. Sinistra ecologia e libertà (Sel) chiede invece che il ministro Galan ordini il sequestro dei campi e la distruzione del mais ogm.

Dall’altra parte, a parte gli agricoltori dell’associazione Futuragra che hanno avviato la coltivazione del mais ogm, ci sono anche altre organizzazioni di categoria che si battono per l’introduzione in Italia delle coltivazioni transegiche. Giorgio Fidenato, presidente degli “Agricoltori federati”, ha minacciato di denunciare per procurato allarme l’assessore regionale all’agricoltura, il leghista Claudio Violino, che aveva espresso preoccupazione per l’uso del mais ogm. La polemica è alimentata anche dalle novità provenienti da Bruxelles.

La commissione europea proprio oggi ha infatti dato il via libera definitivo all’importazione in Europa, a fini alimentari e per la produzione di mangimi – e non per la coltura – di sei mais Ogm: si tratta di cinque nuovi mais transgenici e del rinnovo dell’autorizzazione, per altri 10 anni, all’importazione a utilizzazione del mais Bt11. Le nuove autorizzazioni riguardano il mais della Syngenta, il Bt11xGa21; il mais Dow AgroScience 1507×59122; il mais di Pioneer 59122x1507xNk603; e i mais di Monsanto Mon88017xMon810 e Mon89034xNk603. Sulla loro “sicurezza” l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha rilasciato una valutazione positiva.

Ecco che iniziano anche in Italia…Il problema esiste ormai da anni negli Stati Uniti. Le sementi, quasi tutte di proprietà Monsanto, sono geneticamente modificate e non sicure per il consumo umano.Fonte

Per informazioni su questa “piaga” chiamata Monsanto vi invito a visitare i seguenti links:

Fanno marcire la società parte 2: Il mercurio nei cibi e nei vaccini

Fanno marcire la società parte 1:Cibi,bevande e medicinali

Monsanto: La spazzatura dell’industria alimentare

Thursday, July 29, 2010

Storia del Nuovo Ordine Mondiale

http://www.anticorpi.info/2010/07/storia-del-nuovo-ordine-mondiale.html

Storia del Nuovo Ordine Mondiale


di P. Hillard

Con la ratifica del Trattato di Lisbona da parte dei 27 Stati europei, l’elezione di Herman Van Rompuy alla presidenza del Consiglio europeo e di Catherine Ashton ad Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il 19 novembre 2009, si è segnato uno spartiacque nelle ambizioni globali.

L’Unione europea (UE) ha progressivamente assunto un volto politico e un «nuovo numero di telefono», per riprendere le parole di Henry Kissinger. Certamente si renderà necessaria una forma di rodaggio per stabilizzare questa unione regionale. Infatti, la costante rivalità tra il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Commissione europea e la presidenza di turno dei sei mesi infastidisce profondamente la amministrazione Obama [1].

Tuttavia, dotata di personalità giuridica e del primato del diritto sul diritto nazionale, la Unione europea può pretendere di diventare attore principale sulla scena internazionale. Sarebbe sbagliato affermare che questa nuova vocazione si estrinsecherà in completa indipendenza rispetto al resto del mondo. In realtà, le élite europeiste sostenute dalla oligarchia finanziaria procedono in uno spirito comune con tutte le altre forme di unioni regionali in fase di sviluppo sul pianeta.
Infatti, la Unione europea non è che una componente di un programma globale che condurrà alla comparsa di blocchi continentali, ognuno con una moneta, una cittadinanza, un singolo parlamento, ecc. Tutti questi blocchi saranno chiamati a costituire un governo globale.

Siamo in grado di delineare le Unioni regionali in via di formazione:

- La Comunità Economica Eurasiatica (CEEA o Eurasec per Eurasian per la Economic Community) [2]: creata nello ottobre 2000, riunisce i paesi dell’ex blocco sovietico (Russia, Kazakistan, Bielorussia, ...). Essa si prefigge l’obiettivo di creare una unione doganale [3] a partire dal 2010 con l’idea di una moneta regolamentare insieme chiamata "Evraz" [4] o "Euras" o "Eurasia" (il nome della moneta può ancora cambiare) [5].

- La Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) [6]: fondata nel maggio 2008, intende passare da una logica sub-regionale a una identità regionale, vale a dire che dovrebbe riunire tutti gli stati del Sud America (tranne la Guiana francese, inglese e isole Sandwich e Falkland). Lo scopo è quello di creare di un parlamento, una moneta unica [7] e di una cittadinanza comune. L’UNASUR mantiene legami con il suo modello europeo nel quadro di un’assemblea parlamentare euro-latino-americano chiamata EUROLAT [8].

- Il Sistema di integrazione centroamericana (SICA) [9]: fondato nel dicembre 1991, persegue gli stessi obiettivi citati in precedenza, in particolare la creazione di una moneta unica come sancito nel corso del 33° Congresso tenutosi a San Pedro Sula (Honduras) nel dicembre 2008.





- Il lancio della «Organizzazione per la Unità Africana» (OUA) [10] nel 1963 ha cambiato marcia a partire dagli anni 1999-2000 con la creazione della Unione africana (la UA a Durban, nel luglio 2002) e il «Nuovo Partenariato per lo sviluppo dell’Africa» (NEPAD) [11]. Gli obiettivi imitano il modello europeo (commissione, Parlamento panafricano, Corte africana dei diritti dell’uomo, ecc) [12].



- Il Consiglio di cooperazione del Golfo (Golf cooperation council, GCC) [13]: fondato nel 1981, tende ad una unione sempre più stretta tra gli Stati del Golfo (Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Emirati Arabi). Una moneta comune è prevista per il 2010/2011. Il nome suggerito da alcuni è «Khaleeji». Tuttavia, anche se il principio di unità monetaria è certo, il nome di questa moneta non è assicurata [14].




- La Unione asiatica ha preso forma sotto l’egida di tre attori principali: il Giappone (CEAT, Council on East Asian Community), la Cina (NEAT, the Network of East Asian Think Tank) e la Corea del Sud (EAF, the East Asia Forum).

Dal primo gennaio 2010, la Cina e la ASEAN (acronimo inglese per "Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico) hanno lanciato la più grande zona di libero commercio mondiale, al quale si sono aggiunti la Corea, il Giappone, la Australia e la Nuova Zelanda. Essa dovrebbe permettere di «accelerare il processo di regionalizzazione» come ama dire Xu Ningning, il segretario generale del Consiglio economico Cina-ASEAN [15].

- La Unione del Nord America è stata lanciata nel marzo 2005 nel Texas (Waco) dai leader statunitensi, canadesi e messicani, nel quadro del PSP (Partenariato per la prosperità e la sicurezza) [16]. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere - teoricamente nel corso del 2010 - la instaurazione di un perimetro politico, economico e militare tra i tre Stati [17].

Una moneta chiamata «Amero» o «dollaro nord-americano» (la designazione di questa nuova moneta non è assicurata) sostituirà il dollaro statunitense e canadese così come il peso messicano [18]. Questa mutazione comporterà un crollo del dollaro e, per estensione, del sistema finanziario e monetario mondiale. La crisi sistemica globale (politica, finanziaria, monetaria e geopolitica) si è rafforzata all’inizio del 2010 per facilitare la instaurazione di questo Nuovo Ordine Mondiale, come desiderato dagli adulatori del sistema.

- Infine, è prevista per il 2015 la istituzione di un blocco euro-atlantico unificato politico, economico e militare [19]. Siamo in grado di riferire che il 26 marzo 2009 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che tratta lo «stato delle relazioni transatlantiche dopo le elezioni che hanno avuto luogo negli Stati Uniti». Questa risoluzione ha il merito di ricordare tutti gli accordi politici, economici e militari di entrambi i lati della sponda dell’Atlantico per raggiungere ad una unione transatlantica [20].

Questa lista non sarebbe completa senza menzionare un grande evento ignorato dalla stampa francese. Infatti, in occasione del vertice di L’Aquila in Italia (8-10 luglio 2009), i capi di Stato hanno affrontato vari temi (crisi economica, il clima ...). Tuttavia, nel corso di un incontro con i giornalisti, il presidente russo Medvedev è stato lieto di presentare un prototipo una moneta globale, sotto forma di un pezzo prodotto in Belgio, sul quale era inciso in lingua inglese «unità nella diversità» [21].

L'evento ha rappresentato un importante punto di svolta. Per la prima volta un capo di Stato ha presentato una copia di una moneta in grado di essere l’unico riferimento di tutta la umanità [22]. Questo gesto completa le parole di Herman Van Rompuy che, durante il suo discorso di accettazione dopo la sua nomina come presidente dell’Unione europea, non ha esitato a pronunciare queste parole piene di significato: «Il 2009 è anche il primo anno di Governo Globale con l’instaurazione del G20 in piena crisi finanziaria» [23].

Dichiarazione - rilasciata da un sostenitore della governance globale - che dovrebbe indurci a riflettere e porci la seguente domanda: come siamo arrivati fin qui? In effetti, la descrizione delle diverse unioni regionali, più o meno avanzate, nel contesto di una unica autorità - con la frantumazione interna degli stati che lo compongono [24] - non è un caso. In realtà, tale mutazione è il risultato di un lungo lavoro di fondo effettuato dalle oligarchie finanziarie [25] e dei gruppi di élite politici all’interno di think tank e fondazioni.

La oligarchia anglosassone e i suoi principi

L’opinione pubblica francese (e non solo quella - n.d.b.), purtroppo, ignora i veri attori della politica mondiale, i quali esercitano i loro talenti da dietro le quinte del palcoscenico politico. Per comprendere meglio la situazione disastrosa in cui versano i difensori della causa nazionale all’inizio del ventunesimo secolo, è necessario ricordare il ruolo fondamentale ricoperto al riguardo dal potere finanziario e aristocratico anglo-sassone.

Esso è sempre stato uno Stato nello Stato. Possiamo datare la sua ascesa al potere dopo la introduzione della "Magna Carta" del 15 giugno 1215. Dopo la sconfitta del re Giovanni d’Inghilterra, il 27 luglio 1214 a Bouvines contro il re Filippo Augusto, i baroni inglesi strapparono privilegi politici e finanziari.

Fu così che la Corona britannica si ritrovò costretta a collaborare con una classe che univa forza, potere finanziario e ambizioni commerciali. Stava nascendo una corporazione di élite avida, vendicativa e orgogliosa.

Essa è responsabile della nascita dei gruppi di pressione (o lobby) i quali, attraverso svariati canali come finanza, intelligence e media, esercitano pressioni sul potere politico. Questo ultimo dipende in larga misura dal sostegno e denaro contante per il suo potere, è dunque obbligato ad ascoltare i consigli e le indicazioni di questa casta.

I think tank («istituti di ricerca» la traduzione è comunque inadeguata), fondati dai gruppi di élite sono la logica continuazione di uno stato d’animo elitario e commerciale. Questi cenacoli sono diventati il tasto centrale di una minoranza attivista nelle questioni politiche anglo-sassoni e poi, passo dopo passo, dell’intero universo.

Contrariamente alla concezione politica francese, che sottopone qualsiasi attività a quella dello Stato, queste organizzazioni politico-commerciali non dipendono più da una autorità nazionale.

Fin dal Medioevo, compagnie come le London Staplers (Cucitrici di Londra - n.d.t.), le London Mercers Company o la British East India Company (la BEIC nel 17° secolo) rappresentarono la punta di diamante dello imperialismo britannico.

Di generazione in generazione la aristocrazia commerciale si passò la fiaccola della conquista e il controllo della ricchezz. «Ancora di più» per riprendere una espressione di François de Closets.

La sconfitta francese in Nord America che condusse al trattato del 10 febbraio 1763 può essere considerata come la nascita e la crescita della oligarchia britannica. Ciò assicurò alla Corona britannica tutto un intero continente di ricchezze immense e quasi senza abitanti.

La incapacità della monarchia francese a popolare vaste aree e di integrarle nella sfera della civilizzazione greco-romana fece passare tutto questo spazio sotto il controllo anglo-sassone. Illuminate dello spirito messianico, le élite conquistatrici americane, in collaborazione con i loro omologhi britannici, si prepararono ad imporre i loro modelli al mondo.

Dopo le guerre rivoluzionarie e la sconfitta di Napoleone I nel 1815, il potere anglo-sassone non aveva più rivali sui mari. Potenza demografica, colonizzazione di vasti territori in Nord America, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda, controllo dei punti strategici di tutto il mondo (Gibilterra, Hong Kong...), sequestro di terreni in quasi tutti i continenti, tecnologie avanzate e performance bancarie permisero a questi aristocratici commercianti di Londra e New York di coltivare il sogno di dominare il mondo sotto l’egida della City e Wall Street. La figura di questo ideale fu incarnata da un uomo in particolare: Cecil Rhodes.

Cecil Rhodes (1853-1902) [26]

Questo grande difensore dell’Impero britannico emigrò in Sud Africa, dove la sua personalità e le sue smisurate doti intellettuali gli consentirono di fare una fortuna in diamanti. Egli fondò la industria di diamanti De Beers, in collaborazione e con il sostegno di Nathaniel Mayer Rothschild (1840-1915).

La sua fortuna colossale spalancò la strada alla colonia britannica. Cecil Rhodes gettò le basi per lo Stato Sud-Africano (dominio dello impero britannico) che prese forma alcuni anni dopo la sua morte, nel 1910. La sua influenza finanziaria e politica gli permise di controllare vasti territori che battezzò con il proprio nome: Rhodesia. Divisi successivamente in Rhodesia del Nord Rhodesia del Sud, questi Stati sono poi diventati Zambia e Zimbabwe.

Tuttavia, la sua grande idea coloniale era quella di realizzare una immensa linea ferroviaria da Capo fino al Cairo. Nella sua difesa dell’impero britannico, le linee di comunicazione sono una questione cruciale per lo sviluppo della ricchezza di ogni tipo.

Lo sviluppo di canali di comunicazione (in tutte le sue forme [27]) è il passaggio obbligato per il buon funzionamento di qualsiasi impero (chi ha detto TAV? - n.d.b.). Questo precetto è molto rilevante allo inizio del Ventunesimo secolo [28]. Le linee di comunicazione sono le arterie che danno vita all’impero commerciale e politico.

Al di là del buon funzionamento dell’impero britannico, un ideale più alto tormenta Cecil Rhodes. Infatti, convinto della superiorità della «razza» anglo-sassone, progettò una politica volta a perseguire la unione di tutti gli anglo-sassoni, o più precisamente, la introduzione di un blocco composto da impero britannico e Stati Uniti d’America.

L’insieme avrebbe dovuto costituire il fondamento per la nascita di uno Stato mondiale animato dai principi e dalla filosofia della aristocrazia commerciale anglo-sassone. Per raggiungere questo obiettivo, si ritenne necessario reclutare personalità superiori nelle università che, animate dallo stesso ideale, fossero sostenute nella corsa alle posizioni chiave di tutti i settori nevralgici della società, quali la economia, la finanza, l’esercito, la istruzione, la intelligence o il giornalismo.

Proprio come una sorta di esercito, lo scopo di tali differenti personalità, veri gesuiti del mondialismo, fu quello di collaborare per il raggiungimento di un comune obiettivo nei loro rispettivi paesi, sviluppando al contempo le strutture politico-economiche che potessero condurre alla nascita di questo stato di commercio globale. Questa ambizione titanica fu sostenuta anche mediante la creazione, nel 1904, di «borse di studio Cecil Rhodes» (Rhodes Scholarship).

Secondo il sociologo francese Auguste Comte: «i morti governano i vivi». Questa formula può essere ampiamente applicata a Cecil Rhodes. Le sue idee hanno plasmato il mondo del XX secolo e l’inizio del Ventunesimo secolo. Senza citarli tutti, possiamo rivelare i beneficiari di borse di studio Cecil Rhodes: il primo ministro australiano Bob Hawke (1981/1993), James Wolsey, direttore della CIA (1993/1995), Wesley Clarke, capo del NATO durante il decennio dal 1990 e uno dei principali attori nella distruzione della Jugoslavia nel marzo 1999, il presidente Bill Clinton (Promozione 1968) e James William Fulbright (senatore dell’Arkansas e una figura importante nella politica degli Stati Uniti) [29].

La politica di Cecil Rhodes non sarebbe potuta rivelarsi tanto efficace senza il contributo dei suoi collaboratori. Ancora una volta, non è possibile citare l’elenco molto consistente riscontrabile nello Anglo-American Etablishment di Carroll Quigley.

Gli uomini intorno a Cecil Rhodes si caratterizzarono da un fatto importante: occupavano i settori chiave della società britannica della seconda metà del XIX secolo [30]. Essi determinarono il futuro del mondo in maniera inesorabile. In questo lungo elenco, citiamo tre personaggi.

Una delle figure di prua, successore e figlio spirituale di Cecil Rhodes, fu Alfred Milner (1854-1925, noto anche come Lord Milner).

Tra le sue molte attività come direttore della London Joint Stock Bank, fu il capo del gabinetto di guerra del primo ministro Lloyd George durante il conflitto 1914-1918. Durante questa guerra mondiale, un evento determinante per le generazioni future si giocò nel mese di novembre 1917.

In effetti, la «Dichiarazione Balfour» (di Arthur James Balfour, politico inglese) affermò - sotto l’egida del governo britannico - il riconoscimento di una patria per gli ebrei in Palestina.

Questo riconoscimento fu formalizzato con una lettera indirizzata direttamente a Walter Rothschild, che era un intermediario con il movimento sionista in Gran Bretagna. In realtà, il vero autore della Dichiarazione fu Alfred Milner. Come spiega Carroll Quigley, la «Dichiarazione Balfour» in realtà dovrebbe essere chiamata «la dichiarazione di Milner» [31].

Philip Kerr (1882-1940, più tardi Lord Lothian), fu segretario privato di Lloyd George. Inutile dire che fu al centro delle politiche commerciali intorno al primo ministro britannico e all’intero «gruppo di Milner» [32]. Successivamente, fu ambasciatore del Regno Unito a Washington.

Infine, citiamo Lionel Curtis (1872-1955), autore del «Commonwealth of nations» (1916), la cui attuazione è datata 1948.

Spiega Carroll Quigley che il Commonwealth è il risultato di un lavoro il cui scopo era quello di preparare l’Impero britannico al cambiamento politico che conducesse ad una organizzazione globale. [33].

Precisiamo che Lionel Curtis fu determinante nel 1919 nella creazione del think tank britannico, il Royal Institute of International Affairs (RIIA noto anche come Chatham House).

La comprensione del meccanismo mondialista dovrebbe essere studiato come un immenso puzzle. Bisogna esaminare ogni pezzo e poi combinarli insieme per ottenere una visione di insieme. Quindi, passiamo ad occuparci di una altra parte del sistema, ricordando al lettore che si deve tenere conto di questi diversi elementi per poi ricostruire il tutto. Solo allora si può comprendere la «Bestia».

La Fabian Society [34]

La Fabian Society [35] fu fondata a Londra nel 1884 sotto la guida di un politico inglese di nome Sidney Webb (1859-1947) e di sua moglie Beatrice, insieme allo scrittore irlandese George Bernard Shaw (1856-1950).

La avanguardia di questa società si svolse sotto la influenza di un promotore del socialismo come Robert Owen (1771-1858) [36] che trasmise le sue idee a John Ruskin (1819-1900, professore presso l’Università di Oxford [37] il quale a propria volta influenzò Cecil Rhodes) [38].

Altre persone animate da un ideale socialista, come Christian Frederik Derrison Maurice (1805-1872) gettarono le basi durante il XIX secolo per la fondazione della Fabian Society. La scelta del nome «Fabian» sembra si rifaccia al generale romano al tempo delle guerre puniche (C. - 200 aC - dC), Fabius Cunctator (vale a dire il «temporizzatore»). Di fronte al generale cartaginese Annibale, l’esercito romano di Fabius praticava la politica della guerriglia, che consisteva nel non precipitare le cose per raggiungere il proprio obiettivo.

Questo metodo di cambiamento, gentile ma implacabile, è il marchio di fabbrica della Fabian Society. Essa difende il principio di una società senza classi che conduca alla sintesi tra socialismo (stato sociale) e capitalismo (le forze di mercato), tutti culminanti con la formazione di una economia monopolistica in un quadro di Stato Mondiale.

Per raggiungere gli scopi della Society, i suoi leader si affidano ad una azione per «Gradi». La influenza di questa società è immenso, dal momento che molti politici inglesi sono stati i membri della Fabian Society [39].


Tuttavia, l'impronta più netta della Fabian Society discende dal fatto che fu alla base della creazione della London School of Economics (LSE) nel 1895 sotto la guida di Sidney Webb.

Questa prestigiosa scuola di formazione economica si è diversificata e in seguito ha formato uno "spirito Fabian", con cui "formare" generazioni di leader britannici, ma anche di molti studenti da entrambi i lati del pianeta i quali spesso sono diventati attori di primo piano della vita politica ed economica dei loro paesi.

Così, l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, il presidente John Kennedy, la regina Margherita II di Danimarca, Pierre Trudeau (Primo Ministro del Canada); il lobbista e membro di diversi gruppi di think tanks, Richard Perle («il principe delle tenebre»), il finanziere George Soros (fondatore della Open Society Institute), l’ex consigliere di François Mitterrand, Erik Orsenna e il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger (ne ha fatto parte per un anno! [40]), hanno frequentato i banchi di questa scuola. Quest’ultimo grazie alla azione della Fabian Society ha contribuito alla formattazione di molte menti di tutto il mondo.

La influenza di questa società è stata varia, anche attraverso la azione di uno dei suoi membri, lo scrittore Herbert George Wells (1866-1946). Mosso dagli ideali della Fabian, Wells ebbe modo di esprimere le proprie opinioni in molti libri.

Autore di successi come L’uomo invisibile, La macchina del tempo o La guerra dei mondi, lo scrittore inglese descrisse le proprie convinzioni in un libro pubblicato nel 1928, Open Conspiracy («cospirazione aperta») [41], sostenendo uno Stato Mondiale senza classi, che controlli tutti («una nuova comunità umana» secondo le sue stesse parole), ed incoraggiando la drastica riduzione della popolazione mondiale e la pratica della eugenetica.

In realtà, fin dall’inizio, Wells espose le sue teorie in un lavoro sconosciuto il cui titolo era tratto da una celebre formula massonica: Ordo ab Chao: La Distruzione Liberatrice. Pubblicata nel 1914, la opera racconta la storia di una guerra generalizzata, con conseguente creazione di uno Stato mondiale costituito da 10 blocchi («10 circoscrizioni» secondo la formula dello autore [42]).

In questo libro - che ricordo è apparso nel 1914 - si trova la espressione «Nuovo Ordine Mondiale» [43]. Successivamente, H.G. Wells pubblicò un libro nel 1940 dal chiaro titolo: Il Nuovo Ordine Mondiale [44].

Queste élites anglo-sassoni, logica conseguenza delle aristocrazie commerciali del Medioevo, continuarono a fortificarsi attraverso altri club come la Pilgrim Society nel 1902 a Londra e New York [45], ma la velocità massima fu raggiunta nel 1910 con la creazione della Tavola Rotonda.

La Tavola Rotonda e i suoi «figli» [46]

La Tavola Rotonda [47], che in definitiva costituì la eredità degli ultimi secoli di tradizioni mistiche, finanziarie ed elitarie, fu una tappa decisiva nella preparazione ad uno Stato mondiale.

Sotto la guida di Lord Milner e dei suoi collaboratori, questo istituto di alta gamma fu creato in collaborazione con la élite finanziaria statunitense al fine di garantire la preminenza del mondo anglo-sassone.

Altre tavole rotonde furono create in tutti i domini dello impero britannico e negli Stati Uniti. Il rinomato team di Lord Milner, tra cui Alfred Beit (1853-1906), Sir Abe Bailey (1864-1940) e la famiglia Astor. Altri gruppi si sono aggiunti successivamente alla Tavola Rotonda: JP Morgan [48], la banca Lazard o ancora le famiglie Rockefeller e Whitney [49].

Prima di continuare lo studio delle «opere buone» della Tavola Rotonda, è necessaria una puntualizzazione. Queste grandi famiglie del mondialismo, benché animate da uno scopo comune, sono dilaniate da discordie interne. Possiamo rivelarne essenzialmente due. La prima è vecchia come il mondo, ed è chiamata rivalità interna. La ambiziosa ricerca di maggior potenza, influenza e ricchezza per occupare i posti migliori. Fenomeno vecchio come la storia dell’uomo.

Al contrario, la seconda è specifica della Tavola Rotonda. Infatti, sotto la apparente unità di intenti si trovano due distinte scuole di pensiero.

In entrambi i casi queste correnti si prefiggono lo stesso obiettivo: lo Stato mondiale.

Tuttavia la prima corrente propugna il principio della costituzione di un blocco unificato anglo-sassone (Impero Britannico associato agli Stati Uniti), questa base anglo-americana rappresenta la spina dorsale che permette al resto del mondo di aggregarsi.

La seconda invece non ritiene necessario privilegiare la nascita di un Impero anglo-sassone, come punto di ancoraggio di un mondo unificato. Essa sostiene invece l’emergere di un mondo in cui nessun paese sarebbe in grado di imporre la sua legge o la sua filosofia politica. La sfida per i sostenitori della seconda corrente di creare una sorta di “purè” della umanità unificata in un unico, indistinto blocco. Abbiamo qui la la opposizione tra i sostenitori del globalismo anglo-sassone e quelli del globalismo planetario.

La Prima Guerra Mondiale rappresentò un passaggio da un mondo all’altro. Anche se non è possibile discutere in dettaglio il ruolo essenziale delle élite anglo-americane nel conflitto [50], siamo in grado di descrivere la opera determinante dello svedese Olof Aschberg (1877-1960) a capo della Nya Banken a Stoccolma.

Egli fu il grande finanziere di mediazione tra le elite di Wall Street da un lato e i leader bolscevichi dall’altra. Il suo soprannome era il banchiere «della rivoluzione mondiale». Come ricordato da Antony Sutton, la banca Olof Aschberg aveva una filiale a Londra, la Banca Commerciale del Nord, il cui presidente, Earl Gray faceva parte della squadra di Cecil Rhodes e Lord Milner [51].

Quest’ultimo svolse altresì un ruolo cruciale in seno alla oligarchia anglosassone. Infatti, oltre alla attività sopra menzionata, Lord Milner riuscì a convincere il primo ministro Lloyd George a sostenere fortemente la rivoluzione bolscevica.

Questo importante passaggio per il futuro del mondo fu effettuato a seguito di una visita a Londra alla fine del 1917, di William Boyce Thompson (1869-1930), accompagnata da un rappresentante della JP Morgan, Thomas W. Lamont (1870-1948) [52].

Membro del comitato direttivo della Federal Bank USA (la Fed), WB Thompson era un funzionario al servizio della oligarchia nella Croce Rossa americana presente a Pietrogrado nel 1917. Tale copertura gli permise di fornire tra l’altro la somma enorme, all’epoca, di un milione di dollari ai bolscevichi [53]. Sulla via del ritorno a New York sostò a Londra per presentare un memorandum di Lloyd George richiedendo sostegno per la rivoluzione bolscevica. La rivoluzione bolscevica non sarebbe stata possibile senza l’azione decisiva della oligarchia commerciale anglo-americana [54].

La fine della prima guerra mondiale sancì la vittoria delle potenze commerciali anglosassoni a discapito di una Francia devastata umanamente ed economicamente.

Il trattato di Versailles non garantiva la sicurezza della Francia nei confronti di una Germania debole e dipendente in gran parte dai prestiti anglo-sassoni concessi alla sua economia.

La paralisi della Francia di fronte ai grandi finanzieri anglo-sassoni peggiorò quando questi ultimi accordarono prestiti alla Germania attraverso i Piani Dawes (1924) e Young (1928) che, pur ponendo la economia tedesca sotto il controllo delle banche di Londra e New York [55], contribuirono a rafforzare l’industria tedesca.

Infatti, giganteschi complessi per l’acciaio e prodotti chimici (IG Farben e Vereinigte Stahlwerke), essenziali per la guerra, nacquero nel corso degli anni ‘20.

Parallelamente a questa politica, la élite anglo-americana decise di preparare dal 1918-1919 la mutazione della Tavola Rotonda. Infatti, per ragioni di maggiore efficienza, fu deciso di istituire due gruppi di riflessione, su entrambi i lati della sponda atlantica, incaricati di fungere da motori della politica estera dei due paesi.

Dal lato inglese vi fu la creazione nel 1919 - sotto gli auspici di Lionel Curtis e Lord Milner - del Royal Institute of International Affairs (RIIA, nota anche come Chatham House) [57].

Anche Curtis sosteneva un Commonwealth federale che integrasse gradualmente i vari paesi del mondo [58].

Stessi obiettivi difesi negli Stati Uniti da Clarence Streit [59], corrispondente del New York Times alla Società delle Nazioni (borsa di studio Rhodes, classe 1920) e il rappresentante statunitense del “gruppo Milner”, Frank Aydelotte [60].

Da parte americana, fu creato il Council on Foreign Relations (CFR) [61] nel 1921, sotto l’egida del colonnello E. Mandell House (1854-1938).

Stretto consigliere del presidente Wilson [62], questo personaggio fu il tramite tra il Gruppo Milner ed i “big” di Wall Street (JP Morgan, Vanderlip, Rockefeller, Warburg, …).

In questo elenco incompleto, si può incontrare il nome importante di Paul Warburg, a capo della U. S. Federal Reserve (Fed) fin dalla sua nascita nel 1913. Questa banca privata, indipendente dal governo centrale e responsabile della emissione monetaria [63], è uno Stato nello Stato.

Il contributo alla causa mondialista del colonnello House si incarnò inoltre nel capolavoro della mistica mondialista, il libro intitolato Philip Dru, Administrator [64].

Scritto nel 1912, tale romanzo evoca un colpo di stato da parte di un funzionario di West Point (Philip Dru) che impone una dittatura negli Stati Uniti, eliminando la costituzione del paese. Come Lord Milner, il colonnello House non esitò a esporre le proprie convinzioni profonde, sostenendo che il suo personaggio avesse instaurato “il socialismo come l’avrebbe sognato Karl Marx.”
Egli auspica, nel capitolo 52, di unificare tutto il blocco nordamericano.

La rete mondialista fortificò successivamente la sua influenza attraverso la creazione di un istituto che avrebbe ricoperto un ruolo di primo piano nella costruzione europea: Paneuropa.

PanEuropa: trampolino di lancio del globalismo

La creazione di una Pan-Europa si dovette alla azione di un aristocratico austriaco, nato da madre giapponese: Richard Coudenhove-Kalergi (1894-1972).

Lo scopo dichiarato di Coudenhove era quello di impedire che gli orrori della prima guerra mondiale si riproducessero. Intenzione lodevole, ma è l’albero che nasconde la foresta. Coudenhove chiarì la propria posizione con una relazione presentata alla Società delle Nazioni nel 1925.

Il suo obiettivo era quello di unificare la Europa, al fine di integrarla all’interno di una organizzazione mondiale politicamente unificata. Per questo menzionò nella sua relazione la necessità di creare dei “continenti politici”, tutti volti a creare una federazione delle federazioni [65].

Le sue dichiarazioni federaliste concordavano con quelle della Fabian Society. Proseguendo nel suo slancio, Coudenhove organizzò nel 1926 la prima conferenza pan-europea di Vienna, sotto gli auspici del suo presidente onorario, il presidente A. Briand (1862-1932) [66].

Fu durante questo convegno, che riuniva diverse nazionalità [67], che si decise di scegliere l’Inno alla Gioia di Beethoven come inno europeo, [68], in seguito inno della Unione europea. Gli obiettivi di Paneuropa sono esposti in modo chiaro nei “principi fondamentali” in cui è affermato, tra l’altro:
"(…) L’Unione Pan-europea ribadisce il suo impegno al patriottismo europeo, a coronamento della identità nazionale di tutti gli europei. Nel momento della interdipendenza e delle sfide globali, solo una forte Europa unita politicamente è in grado di garantire il futuro dei suoi popoli ed entità etniche. L’Unione Pan-europea riconosce il diritto alla autodeterminazione dei gruppi etnici allo sviluppo (…) culturale, economico e politico" [69].

Durante la Seconda Guerra Mondiale, R. Coudenhove - Kalergi, rifugiato negli Stati Uniti, insegnò in un seminario – ‘La ricerca per una federazione europea del dopoguerra’ – a favore del federalismo europeo, presso la New York University.

Tornò in Europa nel 1946, contribuì notevolmente alla realizzazione della Unione parlamentare europea, che successivamente consentì la creazione nel 1949, del Consiglio d’Europa [70].

Rafforzando la sua influenza ogni paese, la organizzazione europea riunì rappresentanti nazionali incaricati di diffondere gli ideali del fondatore [71] che, dopo aver ricevuto nel 1950 il prestigioso premio europeista Carlo Magno [72], passò le consegne a Otto von Habsburg, nel 1972 e poi a Alain Terrenoire.

Possiamo meglio comprendere l’impatto di Pan-Europa concentrandoci sul nervo della guerra: il denaro.

Il finanziamento di questo istituto spiega la profonda complicità dei suoi vertici con gli altri giocatori del globalismo. Oltre a sponsorizzazioni industriali e finanziarie, R. Coudenhove-Kalergi godette del sostegno del banchiere Max Warburg, che rappresentava la banca tedesca di Amburgo.

Come abbiamo visto sopra, suo fratello Paul (del ramo americano) fu a capo della Fed e del CFR. Si capisce subito che R. Coudenhove-Kalergi ebbe carta bianca nel cooperare con la comunità finanziaria a Wall Street e la sua controparte di Londra. Questa collusione tra il fondatore di Pan-Europa ed altri sostenitori della globalizzazione, fu ancora più importante poiché Max Warburg era membro del consiglio di amministrazione della IG Farben in Germania, mentre suo fratello, Paul Warburg, era membro della filiale statunitense della IG Farben [73].

La ascesa al potere di Adolf Hitler, come ha spiegato Antony Sutton, si spiega con l’ampio sostegno da parte della industria e della finanza anglo-sassone sui loro omologhi tedeschi. In questo caso, il direttore della Reichsbank, Hjalmar Schacht (1877-1970) fu un intermediario di prima mano.

La sua azione fu più profonda come ministro dell’Economia del Terzo Reich, dal 1934-1939. La ripresa economica della Germania, grazie alla sua azione, consentì a Hitler di perseguire una politica che non avrebbe mai potuto esercitare senza raddrizzare il paese.

Tale pregiudizio avrebbe dovuto condurlo alla pena di morte dopo il processo di Norimberga. Non è successo, poiché fu assolto.

In realtà, Hjalmar Schacht era fortemente legato alla aristocrazia commerciale anglo-sassone. Suo padre, lo statunitense William Schacht, aveva lavorato 30 anni alla filiale della Equitable Life Assurance di Berlino [74]. Suo figlio fu così, fin dalla nascita, membro del serraglio del sistema globalista.

Elemento rafforzato dal fatto che Hjalmar Schacht, dal 1918 fu nel consiglio di amministrazione della Nationalbank für Deutschland (Banca Nazionale della Germania), accanto al banchiere Emil Wittenberg, che era anche membro del comitato direttivo della prima banca sovietica, fondata nel 1922, Ruskombank [75], diretta dal banchiere svedese Olof Aschberg … [76] come visto in precedenza.

Per continuare, si può specificare che il direttore del dipartimento esteri della Ruskombank, lo statunitense Max May [77], fu vicepresidente della Guaranty Trust Company, una filiale di una delle colonne di Wall Street, JP Morgan [78]. In questo caso, un alto rappresentante di Wall Street, che lavorò nella elite bancaria sovietica. E per finire, la collaborazione di Hjalmar Schacht con questo ambiente è stata rafforzata dalla sua amicizia con il capo della Banca d’Inghilterra, Montagu Norman. Comprendiamo meglio perché Hjalmar Schacht [79] non subì condanne dopo la seconda guerra mondiale.

Il sostegno dell’aristocrazia commerciale anglo-sassone apolide al comunismo, al nazismo e alla presa del potere di Franklin Delano Roosevelt [80], riportato nella trilogia su Wall Street di Antony Sutton, era come una forma di esperimento da laboratorio attivato sul piano locale (Unione Sovietica, la Germania nazista e gli Stati Uniti [81]).

Antony Sutton conclude che queste ideologie, variamente chiamate “socialismo sovietico”, “socialismo collettivo” (il nazionalsocialismo) e “socialismo del New Deal” furono soltanto una forma di socialismo del monopolio; la organizzazione ideale doveva ancora essere creata: il “Nuovo Ordine Mondiale.”

La guerra del 1939-1945 derivò da tutto questo lavoro occulto che spinse la società verso un altro mondo, la introduzione di due blocchi apparentemente antagonisti, è perfettamente pertinente al principio hegeliano della tesi e antitesi. Due mondi - tuttavia - alimentati dalle stesse fonti finanziarie, con cui fu possibile gettare le basi verso il perseguimento dello Stato Mondiale.

Dopo il 1945, il domani che canta

Nello immediato dopoguerra vi furono tre date importanti: 1946, 1947 e 1948.

Fu il primo ministro britannico Winston Churchill che riprese la idea di unificare l’Europa, in un discorso tenutosi a Zurigo, il 19 settembre 1946. Infatti, non esitò a dire: “Dobbiamo costruire una sorta di Stati Uniti di Europa” [82].

Queste parole riportano a Richard Coudenhove-Kalergi, sostenuto da Churchill. Il fondatore di Paneuropa da parte sua si attivò per rilanciare lo ideale europeo, spiegando la storia del suo lavoro e dei suoi progetti da realizzare in un libro, Ho scelto l’Europa. In questo saggio, Coudenhove godette della prefazione di Winston Churchill.

La seconda data fu la riunione a Montreux, in Svizzera, nell’agosto 1947, che costituì un passo decisivo verso il rafforzamento delle basi dello stato mondiale in corso di preparazione.

In effetti, diversi sostenitori europei [83] e statunitensi [84] dei principi del federalismo mondiale, decisero di fondare due istituti sotto l’egida del giurista svizzero Max Habicht [85]: il Movimento Federalista Mondiale (WFM) e l’Unione dei Federalisti Europei (UEF).

Il WFM presentò la sua Magna Carta in occasione della riunione di Montreux, sostenendo la istituzione dei principi fondamentali per stabilire uno stato mondiale federale. E’ chiaro che, 63 anni dopo le loro formulazioni, i loro desideri sono stati in gran parte soddisfatti.

E’ stato affermato che “Noi, federalisti mondiali, siamo convinti che la creazione della Confederazione Mondiale è il problema centrale del nostro tempo. Fino a quando non sarà risolto, tutte le altre questioni – nazionione con la élite finanziarimarranno senza una risposta valida. Questa non è tra la libertà di impresa e la economia pianificata, il capitalismo e il comunismo, ma si deve scegliere tra l’imperialismo e il federalismo“.

A seguito di tale dichiarazione si proposero, tra l’altro, i seguenti principi: “la limitazione della sovranità nazionale” con “il trasferimento alla Confederazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario”, “creazione di una forza armata sovra-nazionale“, in particolare, l’identificazione di questa è di grande attualità, all’inizio del XXI secolo, che: “una corretta prospettiva federalista dovrebbe integrare gli sforzi a livello regionale e funzionale. La formazione delle unioni regionali – nella misura in cui non sono un fine in sé e non sembrano destinate a cristallizzarsi in blocchi – può e deve contribuire al buon funzionamento della Confederazione Mondiale. Alla fine di questa Dichiarazione, si dice di favorire la creazione di un “Assemblea Costituente Mondiale” [86]

Con la creazione della WFM, nacque a Montreux l’Unione dei federalisti europei (UEF).

Tuttavia, il lavoro di avanguardia aveva già preparato il terreno. Infatti, sotto l’influenza di Paneuropa di R. Coudenhove-Kalergi, fu fondata nel 1934 l’Unione Europa, per difendere l’ideale di una Europa unita basata sul principio federale, sul modello svizzero [87].

Quattro anni dopo, nel novembre 1938, fu creato sotto l’influenza del fabiani Lord Lothian e Lionel Curtis, la Federal Union [88]. Questa ultima è un ramo della UEF, allo stesso modo come lo sono le varie “filiali” francese (la francese UEF), tedesca (Europa-Union Deutschland), italiana (UEF Italia), ecc.

Si noti che, come nel principio delle bambole russe, l’UEF è un ramo del World Federalist Movement (WFM) [89]. Pertanto, abbiamo un istituto europeo di lavoro a favore del federalismo che sposa insieme il lavoro del WFM, ma a livello mondiale.

Perché è così importante discutere della missione della UEF? L’Istituto federale è presieduto dallo inglese Andrew Duff, eurodeputato sotto la etichetta di “democratico liberale” [90]. Vi è anche un membro del Consiglio Europeo per le Relazioni Estere (CEDF – “European Council on Foreign Relations“) [91] creato nel 2007 [92], gemello europeo dello statunitense CFR, fondato nel 1921. Andrew Duff è anche colui che, in stretta collaborazione con la Fondazione Bertelsmann e il deputato austriaco Johannes Voggenhuber, ha permesso il rilancio del progetto di Costituzione europea, dopo la sconfitta dei referendum francesi e olandesi nel 2005 [93].

Il trattato di Lisbona non sarebbe stato possibile – o almeno sarebbe stato più difficile da realizzare – senza il sostegno e la convinzione di Andrew Duff.

Inoltre, è chiaro che la influenza dalla tomba di Cecil Rhodes e Lord Milner, si fece sentire nello sviluppo della Costituzione europea (denominato “Costituzione Giscard“, che prelude al Trattato di Lisbona) nel periodo 2003-2004.

In effetti, il ‘Milner Group’ e i fabiani sono sempre stati favorevoli alla unificazione della Europa, a condizione che fosse fatto sotto la direzione anglo-sassone. Durante le due guerre mondiali i tentativi di unità europea, sotto la guida tedesca, potenza terrestre, non poteva essere accettata da Londra e Washington, poiché la talassocrazia anglo-sassone si sarebbe trovata esclusa dagli affari del vecchio continente.

Richard Coudenhove-Kalergi lo aveva pienamente capito, leggendo i suoi discorsi nel 1950. Pertanto, è utile guardare al segretario generale incaricato delle attività di telecomandare la “Costituzione Giscard”, l’inglese John Kerr.

Il suo curriculum vitae rivela che egli è a capo di una compagnia petrolifera, la Royal Dutch Shell, ed è stato anche ambasciatore negli Stati Uniti della Gran Bretagna. I suoi legami con l’aristocrazia commerciale anglo-sassone rivelano anche che è un membro del comitato direttivo per il reclutamento delle élite nel contesto della “Borsa di studio Cecil Rhodes” [94].

Come potete vedere, il successo della globalizzazione è ormai questione di tempo, ma arriverà.

Il Congresso dell’Aja (7-10 maggio 1948) sotto la presidenza onoraria di Winston Churchill, che coinvolse circa 800 militanti pro-europei [95], pose le basi dell’Europa unita. La figura chiave di questo Congresso fu il Segretario Generale Giuseppe Retinger (1888-1960).

I veri protagonisti della storia sono spesso dietro le scene. E' il caso di Retinger, che lavorò per il CFR e RIIA, ed influenzò in modo determinante lo sviluppo di strutture a livello mondiale [96].

Bilderberg, New Age e Trilaterale

La prima riunione del Bilderberg si tenne nei Paesi Bassi a Oosterbeck nel maggio 1954. Si è convenuto che il nome di questo gruppo d’elite fosse quello dello hotel in cui si svolsero i lavori. Tuttavia, alcuni dubbi rimangono. Ciò non toglie che la sua creazione è dovuta in gran parte al lavoro di Joseph Retinger anche se a ciò bisogna aggiungere "l'olio" della globalizzazione, come l’imprescindibile David Rockefeller (CFR, presidente della Chase Manhattan Bank, ...).

I bilderbergers rappresentano la «crème de la crème» del serraglio politico, economico e finanziario del mondo atlantista. I media occidentali raramente evocano le loro riunioni e ancora meno diffondono le loro relazioni [97].

Le regole di organizzazione e di intervento dei partecipanti imitano direttamente quelle che disciplinano il Royal Institute of International Affairs (RIIA, un principio chiamato «regole di Chatham House»). Ancora una volta, le famiglie Rhodes e Milner hanno lasciato il segno.

In realtà, queste élite in seno al Bilderberg condizionano largamente il corso della politica, economica e finanziaria. Il caso del belga Etienne Davignon è particolarmente evidente. Vice-Presidente della Commissione europea dal 1981 al 1985, egli è il gran pascià di questo gruppo d’elite. Ed è lui che invitò il politico belga Herman Van Rompuy a superare un esame per la carica di presidente del Consiglio europeo facendo appello ai rappresentanti del Bilderberg, il 12 novembre 2009, in particolare all’ex segretario di Stato USA Henry Kissinger a Val Duchesse alla periferia di Bruxelles [98].

Fondamentalmente, voleva sapere se Herman Van Rompuy fosse in grado di essere utile al sistema. L’esame fu superato visto che fu ritenuto... buono per il servizio.

La scelta del primo presidente Bilderberg, il Principe Bernhard (1911-2004), di Joseph Retinger e dei suoi affiliati non dipese dal caso. Infatti, il principe tedesco all’inizio degli anni ’30 fu membro delle SS, più precisamente del Reiterkorp SS (cavalleria) e membro della Farben Bilder, una filiale della IG Farben. Sposato nel 1937 con la erede al trono dei Paesi Bassi, la principessa Juliana, sua figlia la regina Beatrice è un attiva partecipante alle riunioni del Bilderberg.

Visto il passato più che torbido del Principe Bernhard la sua nomina alla direzione del Bilderberg ebbe lo scopo di poterlo tenere sotto controllo. In effetti è più facile teleguidare una persona verso scopi ben definiti dal momento in cui si trascina delle «casseruole». La scelta del principe tedesco naturalizzato olandese è stata sicuramente di grande importanza perché è stata utilizzata in un altro settore. Dobbiamo parlare di qualcosa che sta a cuore ai teorici del globalismo: l’ecologia.

La tutela legittima della fauna e della flora prende una piega sregolata sotto la azione dei sostenitori del Nuovo Ordine Mondiale.

Infatti, la deriva dello spirito porta ad una divinizzazione della natura propria del movimento New Age. Questo è il principio di «Gaia» s’identifica con la «terra madre» [99]. Molti istituti diffondono questa svolta filosofica in particolare, il WWF (World Wild Fund for Nature), l’Istituto che promuove la protezione della natura. La sua creazione nel 1961 è stato il lavoro di personaggi membri del serraglio mondialista.

Infatti, dobbiamo citare i fratelli Julian e Aldous Huxley. Aldous Huxley è lo autore di un libro profetico, Il migliore dei mondi, pubblicato nel 1931 che è un vero programma politico globale politica sotto la finzione di narrativa romantica.

Evocando uno Stato mondiale costituito da una umanità sottomessa e gerarchizzata a seguito di manipolazioni genetiche, l’autore trascorre la sua vita facendo uso delle droghe più diverse per realizzare una «forma di misticismo». Questi deliri caratterizzano questo ambiente toccando anche suo fratello, Julian Huxley, un sostenitore della eugenetica (la parola eugenetica si riferisce allo studio dei metodi volti al perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi - fonte Wikipedia - n.d.b.), che divenne il primo presidente della UNESCO (Educational, Scientific and Cultural Organization) nel 1946.

Questa mentalità propria dei fratelli Huxley derivò dalla influenza del nonno paterno, Thomas Huxley (1825-1895). Questo biologo, feroce difensore dei principi darwiniani [100] trasmisi questi concetti ai suoi giovani figli, che poi li diffusero in tutto il mondo. Aggiungiamo che la rete ed i collegamenti tra la famiglia mondialista sono molto vicini ad uno studente di Thomas Huxley chiamato ... HG Wells [101].

Questo passaggio di generazione in generazione permette di comprendere meglio la permanenza del mondialismo e del suo crescente potere. Possiamo collegare le azioni passate di questi uomini alla fondazione del WWF nel 1961.

In effetti, la sua creazione fu dovuta a Julian Huxley [102].


Il WWF contribuisce a diffondere questo ideale panteista e costituisce una delle succursali di azione del mondialismo. È da sottolinare che il primo presidente del WWF fu un dirigente del Bilderberg, il principe Bernhard [103] (presidente dal 1962-1976).

Altri presidenti si sono succeduti a capo del WWF, come John Loudon, che fu anche - come John Kerr - presidente della compagnia petrolifera Royal Dutch Shell. Questo conglomerato petrolifero anglo-olandese è un vivaio del nuovo ordine mondiale. Precisiamo anche che il Principe Filippo, marito della regina Elizabetta II di Inghilterra, ha diretto il WWF da 1981 al 1996.

Possiamo aggiungere a questo elenco di attori nato da una lunga tradizione politico-commerciale, il ruolo della Trilatériale. Fondata nel 1973 da David Rockefeller e Zbigniew Brzezinski (membri del CFR), ques’ultimo è il mentore del presidente Obama.

Questo Istituto raggruppa tre aree geografiche economicamente sviluppati: Nord America, Europa e Giappone. Ricordando il sostegno di francesi come Simone Veil, Robert Marjolin, Raymond Barre o Hubert Védrine, Brzezinski aggiunge che gli Stati sono «affrontano problemi sempre più divisi - finanziari, economici e strategici - e sono meno in grado di regolare, senza almeno consultare più da vicino nel loro proprio interesse e in quello del resto del mondo».

Per affrontare queste sfide, l’autore fa notare che anche la Trilaterale è stata alla base della creazione del G7 [104]. Le conoscenze della Trilaterale con il mondo industriale dei think tank si sono dimostrate in particolare con la rete politica transatlantica (TPN) [105].

In effetti, il presidente della succursale europea della Trilaterale, Peter Sutherland, è anche il presidente della filiale europea del TPN. Questo Irlandese è stato anche il capo di Goldman Sachs, che governa sottomano la politica economica del presidente Obama, tra gli altri, commissario della concorrenza 1985-1989 sotto la presidenza di Jacques Delors [106]. Piccola ciliegina sulla torta, Peter Sutherland è anche il direttore della scuola Fabian la London School of Economics [107]. La torre delle proprietà sarà completa con la aggiunta di John Kerr, che - come abbiamo visto sopra - è anche un membro della Trilaterale Europa [108].

Come possiamo constatare, élite politiche ed economiche convergono da lungo tempo per costruire un Ordine Mondiale unificato [109]. Tuttavia, la torre non sarebbe completa se non citassimo le dichiarazioni delle autorità della Chiesa cattolica.

Una Chiesa cattolica al servizio del Nuovo Ordine Mondiale

Che si sia un credente o no, lo studio dei principi che animano una chiesa deve essere fatto con obiettività. Bisogna studiare i precetti che essa difende e osservare se le proposte e le azioni siano conformi o meno con il suo corpo di dottrina.

Nel caso della Chiesa cattolica, il concetto difeso da 2000 anni è basato sul primato di Dio sull’uomo. Le Scritture e la Tradizione costituiscono una base intoccabile, il deposito della fede secondo i termini consacrati, definiti dal successore di San Pietro, il papa.

L’uomo segnato dal peccato originale deve conformarsi ad un’autorità superiore, e seguire tutti i precetti sostenuti dalla Chiesa cattolica. Questi principi sono immutabili. Quando uno non è d’accordo con questi principi, lascia la Chiesa cattolica. E' il caso di molte Chiese protestanti.

Tuttavia, un fondamentale cambiamento si è verificato con il Concilio Vaticano II (1962-1965). Questo concilio è il risultato di una lunga serie di riflessioni che anima molti uomini di Chiesa, ma anche al di fuori della Chiesa fin dal XIX secolo. Dopo una lunga lotta tra i difensori della tradizione e i progressisti, questi ultimi sono stati in grado di imporre la loro visione durante la grande riforma del Concilio Vaticano II.

Per questi sostenitori, si deve adattare la chiesa alle innovazioni politiche, tecniche e sociali che segnano la evoluzione del mondo. Per i difensori della tradizione, tutto il contrario. È il mondo che deve adattarsi ai principi della Chiesa.

Questa umanizzazione della Chiesa che passa attraverso la promozione dei diritti umani e la sua cooperazione con gli organismi internazionali sono state chiaramente esposte nel 1963 nell’enciclica di Papa Giovanni XXIII, Pacem in terris [110]. Ricordando il progresso della scienza e della tecnologia che conduce ad «intensificare la cooperazione e a rafforzare la loro unione» in seno al genere umano; si prefigge di rafforzare il «bene comune universale» che gli Stati non possono assicurare, secondo la Enciclica. E per questo, il documento aggiunge con tanta logica che «Ai nostri giorni, il bene comune universale pone dei problemi di dimensioni mondiali. Essi non possono essere risolti da un’autorità pubblica di cui il potere, la costituzione e le modalità di intervento dipendono anche dalla dimensione globale e che possono esercitare le loro azioni su tutta la terra. Così l’ordine morale esige di per sé la creazione di un ente pubblico di giurisdizione universale».

Desiderando che questo «potere sovranazionale o mondiale» non sia stabilito con la forza, la enciclica approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948 al di fuori di alcune obiezioni. E aggiunge che «Noi consideriamo questa affermazione come un passo verso la creazione di un’organizzazione giuridico-politica della comunità mondiale» [111].

Questo cambiamento in direzione della Chiesa cattolica è la caratteristica di tutti i papi dopo il Vaticano II. Nel suo messaggio di Natale nel 2005, Benedetto XVI ha incoraggiato gli uomini a impegnarsi «nella costruzione di un nuovo ordine mondiale» (vedi anche il video: Il Papa sul Nuovo Ordine Mondiale - n.d.b.)[112].

E' quindi del tutto logico che Benedetto XVI abbia chiesto l’istituzione di una «autorità politica mondiale», nella sua enciclica Caritas in veritate [113] di luglio 2009. Ricordando l’interdipendenza mondiale, il papa chiede «una riforma urgente delle Nazioni Unite, come quella dell’architettura economica e finanziaria internazionale, per dare concretezza al concetto di famiglia delle nazioni (...)» [114].

Verso una assemblea parlamentare mondiale

La creazione di grandi unioni politiche regionali disciplinate da leggi comuni che costituiscono le varie componenti del mondo dello Stato dovranno essere rappresentate da una unica assemblea, la «Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite» (APNU) [115].

Questa ambizione è la logica continuazione del sogno di unificare il mondo sostenuto dai teorici della globalizzazione (Fabian e Co.) Nulla è casuale. Gli eventi, i personaggi e le istituzioni del passato producono i loro frutti, conducendo a completare la Torre di Babele.

Pertanto, l’azione di WFM (World Federalist Movement), di cui abbiamo visto la creazione, nel 1947 a Montreux, continua logicamente il lavoro che è suo. Così, il WFM è alla origine, nel 1992, la elaborazione del primo documento importante che richiede la istituzione di una Assemblea parlamentare Mondiale presso le Nazioni Unite: The case for a United Nations Parliamentary Assembly (Il dibattito su una Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite) Canadian Dieter Heinrich [116].

Molti lavori e conciliaboli si sono svolti successivamente al Senato del Canada, al Parlamento europeo, al Forum del Millennio nel 2000 a New York, al 12° Congresso della Internazionale Socialista, ecc, ed infine la creazione in settembre 2003 del «Comitato per un’ ONU democratica». Siamo obbligati a dare la versione tedesca, perché, come vedremo, le autorità politiche tedesche svolgono un ruolo di primo piano: Komitee für eine Demokratische UNO (KDUN) [117].

Il KDUN è la figura principale di un comitato esecutivo [118] che lavora per un Parlamento mondiale. In effetti, il suo lavoro è sostenuto da un altro istituto già menzionato, il WFM. A questo dobbiamo aggiungere la «Associazione dei Popoli Minacciati» (Gesellschaft für bedrohte Völcker), istituto tedesco che lavora per la emancipazione dei gruppi etnici e che lavora fianco a fianco con la UFCE (l’Unione Federale delle Comunità Etniche europee) [119] e una ONG britannica, il 2020 Vision Ltd. [120].

Il KDUN, con sede a Berlino, annuncia fermamente nei suoi statuti la sua volontà di costruire una società cosmopolita e promuovere l’integrazione continentale [121].

Allo interno del consiglio, ci sono rappresentanti del mondo scientifico e politico. E ’interessante notare che tutte le correnti politiche tedesche sono presenti, ad eccezione delle ex-comuniste (Die Linke) [122].

In questa commissione troviamo un personaggio chiave: Armin Laschet.

Questo uomo politico è alla origine della relazione redatta nel 2003, che chiedeva di dare un seggio permanente in seno all’Unione europea [123] dopo l’adozione del «Trattato Giscard» (chiamato poi «Trattato di Lisbona»). La sua influenza è stata decisiva perché lo troviamo anche a capo del comitato direttivo del Premio Carlo Magno [124]. Inoltre, la presenza del deputato tedesco al Parlamento europeo Jo Leinen alla direzione del KDUN è particolarmente significativo perché ha giocato un ruolo nella adozione del Trattato di Lisbona [125].

Nel mese di aprile 2007 la KDUN ha lanciato la sua campagna per un parlamento mondiale sotto la guida del suo presidente, Andreas Bummel. Autore di un libro intitolato International Entwickeln Demokratie ("Sviluppare la democrazia internazionale") [126], è un ex membro del partito liberale, il PLR, il cui presidente Guido Westerwelle è diventato ministro degli Esteri del governo Merkel da settembre 2009. È anche socio della Società per i Popoli Minacciati " diretto da Tilman Zulch (membro del comitato direttivo del KDUN) e del World Federalist Movement (WFM) di New York [127].

Tutti questi attori agiscono per promuovere la nascita di questo nuovo organo mondiale. Come indicato nei documenti ufficiali: «(...) L’ APNU potrebbe inizialmente essere composta da delegati dei parlamenti nazionali e regionali che riflettono la loro composizione politica. Un APNU quindi includerebbe i membri dei partiti di minoranza che non fanno parte del governo. In una fase successiva, l’APNU potrebbe essere eletto direttamente. Un APNU sarebbe un corpo unico e legittimo che rappresenta la voce dei cittadini sulle questioni internazionali. I partecipanti ritengono che la campagna APNU, una volta stabilita, sprigioni da un semplice organo consultivo incaricato da un parlamento mondiale, dei diritti reali di informazione, partecipazione e controllo» (…) [128].

Queste ambizioni, senza complessi del APNU prospereranno ancora di più se si ricorda il sostegno dato da Benedetto XVI sulla creazione di una "autorità politica mondiale". Inutile dire che i leader dell’ APNU hanno accolto con entusiasmo l’enciclica del Papa [129].

Conclusione

Questa breve descrizione della storia dei fautori del mondialismo risalente al Medioevo fino al XXI secolo dimostra che questa tendenza è molto antica. Essa si basa su una avidità senza limiti e il perseguimento di un ideale di controllo completo della ricchezza globale.

Questa tendenza ha solo acquistato slancio man mano che il clero mondialista, successore di Nimrod, è riuscito ad imporre il suo pensiero per il nuovo ordine mondiale. Dopo la caduta del muro di Berlino gli eventi sono precipitati, e con essi la crisi. Il decennio 2010 sarà decisivo per la razza umana data la messianica fretta con cui il globalismo viene inseguito da queste élites.


Articolo in lingua francese, pubblicato sul sito Voci dalla Strada
Link diretto all'articolo:
http://www.vocidallastrada.com/2010/02/storia-del-nuovo-ordine-mondiale.html

Traduzione a cura di Voci dalla Strada

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Fonti

[1] “La mossa degli Stati Uniti semina confusione nella UE“, di Charles Forelle, The Wall Street Journal, 2 febbraio 2010.
[2] Sito ufficiale della Comunità Economica Eurasiatica.
[3] “L’Unione doganale, istituito con la Russia, Kazakistan e Bielorussia” Ria Novosti.
[4] “Eurasia: il presidente del Kazakistan chiede la creazione di una moneta unica, la Evraz” Ria Novosti, 11 marzo 2009.
[5] “CEEA: la creazione di una unica moneta nei colloqui tra la Russia e il Kazakistan” Ria Novosti, 14 marzo 2009.
[6] Sito ufficiale del UNASUR.
[7] Il 26 novembre 2008, durante un incontro a Caracas, alcuni paesi del Sud America hanno deciso di preparare il terreno con la creazione del “Fondo di stabilizzazione e di riserva“, vale a dire una unità conto denominato “Sucre” (sistema di compensazione unità regionale). Questa unità si riferisce anche ad Antonio José de Sucre (1795-1830) che era un tenente al servizio di Simon Bolivar.
[8] Sito ufficiale della Assemblea parlamentare euro-latino-americano.
[9] Sito ufficiale del SICA.
[10] Sito ufficiale dell’Unione africana.
[11] Sito ufficiale del NEPAD.
[12] Descrizione dell’Unione africana sul sito web del ministero francese degli Affari Esteri.
[13] Sito ufficiale del GCC.
[14] “Proposta di denominazione della moneta GCC ‘troppo generica’, Trade Arabia, 16 dicembre 2009.
[15] “La Cina spera di diffondere lo yuan all’interno dell’ASEAN”, Les Echos, 31 dicembre 2009.
[16] Sito ufficiale della PSP.
[17] La marcia irresistibile del nuovo ordine mondiale, di Pierre Hillard (Editions François-Xavier de Guibert, 2007), p. 21.
[18] Ibidem., Pp. 86-87.
[19] La ripartizione delle nazioni europee: Dalla comunità euro-atlantica allo stato mondiale, Pierre Hillard (Editions François-Xavier de Guibert, 2005), p. 137 e la marcia irresistibile del Nuovo Ordine Mondiale, op. cit, p. 79.
[20] “Risoluzione del Parlamento europeo sullo stato delle relazioni transatlantiche dopo le elezioni che hanno avuto luogo negli Stati Uniti” (2008/2199 (INI)), Réseau Voltaire, 23 marzo 2009.
[21] “La Russia e la Cina hanno proposto una moneta comune globale“, Réseau Voltaire, 11 luglio 2009.
[22] The Economist di gennaio 1988 ha annunciato il lancio di una moneta mondiale chiamata “Fenice” per il 2018. Siamo nei tempi previsti.
[23] “Discorso di accettazione“, da Herman von Rompuy, Réseau Voltaire, 19 novembre 2009.
[24] Le rivendicazioni etniche e religiose, come l’opposizione tra regioni ricche e povere accelera la decomposizione degli stati nel mondo. Questo fenomeno si spiega in particolare con il trasferimento dell’autorità suprema alle unioni politiche regionale, a scapito degli stati, che non hanno più alcuna ragion d’essere. La disintegrazione degli stati sarà globale. Già alcuni leader degli Stati federali degli Stati Uniti, Texas e Vermont, vogliono la secessione. Per quanto riguarda l’Europa, il Belgio con le Fiandre o la Spagna con la Catalogna sono in grave rischio. Queste affermazioni regionaliste, che possono frammentare gli stati, sono necessarie per raggiungere la realizzazione del nuovo ordine mondiale.
[25] Fino agli inizi del gennaio 1973, la Francia ha condiviso il diritto di creare denaro con le banche private. Per finanziare la costruzione di alloggi per esempio, lo stato prendeva prestiti dalla banca centrale che creava la moneta. Successivamente, lo stato rimborsava il prestito, mentre la banca distruggeva le banconote, ma, soprattutto, non pagava gli interessi. Ma lo Stato si vietò di prendere in prestito dalla banca centrale, con l’articolo 25 della legge Pompidou-Giscard d’Estaing del 3 gennaio 1973. Privandosi della possibilità di creare moneta, a meno di rivolgersi a soggetti privati, che fanno pagare gli interessi ad un prezzo elevato. Pertanto, questa politica impedisce qualsiasi vera e propria politica sociale che rende gli investimenti pubblici inaccessibili e facendo, allo stesso tempo, aumentare il debito pubblico. Questo principio è sancito nel trattato di Maastricht (1992) all’articolo 104, che è stato inserito nell’articolo 123 del Trattato di Lisbona. Gli Stati membri dell’UE sono totalmente in balia dell’oligarchia finanziaria.
[26] Una gran parte di questo capitolo si basa sul lavoro di storico americano Carroll Quigley (1910-1977), tra gli altri, professore alla Georgetown University: The Anglo-American Etablishment, GSG Associates, 1981. E’ stato soprattutto professore di … Bill Clinton.
[27] Il lancio, nel luglio 2009, di un progetto nel Nord Africa e del Medio Oriente per l’energia solare da distribuire in Europa, il DESERTEC. La filiale tedesca del Club di Roma, il centro aerospaziale tedesco e il principe Hassan bin Talal di Giordania hanno fortemente contribuito al progetto. Indirettamente, questa politica energetica contribuirà ad integrare ulteriormente questi paesi del sud del Mediterraneo con l’Unione europea, e quindi all’area euro-atlantica nel contesto dell’interdipendenza.
[28] Questo è il caso del “Corridoio di Nasco” con l’emergere del blocco nordamericano.
[29] I beneficiari delle borse di studio Cecil Rhodes negli Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Sud Africa, ecc, sono presentati sui siti web di queste scuole diverse.
[30] Dalla seconda metà del XIX secolo, il gruppo di Cecil Rhodes controllava il quotidiano Times of London riservato alle élite politiche ed economiche inglesi, per lo più membri di questa grande aristocrazia commerciale. Questo si chiama lavorare a porte chiuse.
[31] The Anglo-american Establishment, op. cit, p. 169.
[32] Il termine “gruppo Milner” viene utilizzato per riferirsi a figure politiche, economiche, militari e giornalistiche che si rifanno agli ideali di Alfred Milner e del suo mentore, Cecil Rhodes.
[33] Ibidem, pp. 133.
[34] Ci affidiamo al lavoro di Edward R. Pease, The History of the Fabian Society (EP Dutton and Company, 1916), più volte ristampato.
[35] Sito ufficiale della Fabian Society.
[36] Robert Owen si basava sui principi del filosofo Platone, in particolare il suo libro La Repubblica, difendendo l’ideale di una società guidata dall’élite aristocratica, eliminando il matrimonio, mentre favorisce la riproduzione dei migliori. Questa teoria si è propagata. Troviamo questi concetti in Brave New World di Aldous Huxley, 1984 di Orwell o anche in alcune opere di Herbert George Wells, uno dei principali membri della Fabian Society.
[37] L’Università di Oxford, è diventata un centro di reclutamento elitaria tramite la “Borsa di studio Cecil Rhodes” in Gran Bretagna.
[38] Tenete a mente che tutto è collegato.
[39] Ai primi del XXI secolo, 200 parlamentari britannici appartenenti alla Fabian Society, come l’ex primo ministro Tony Blair (promotore della politica economica denominata “3.za via“, principio fabiano per eccellenza) o Gordon Brown.
[40] Non sembra aver trovato soddisfazione.
[41] Libro pubblicato nel 1928, ristampato nel 1931 con il titolo Che cosa dobbiamo fare con le nostre vite?.
[42] The War That Will End War, di HG Wells. Versione francese: La distruzione liberatrice, ristampato da Editions Le passé du futur, Grama, Bruxelles, 1995 214.
[43] Ibidem, pp. 134: “E ’stato in un’atmosfera d’incredulità che iniziò la riunione per introdurre il nuovo ordine mondiale.”
[44] Il Nuovo Ordine Mondiale di HG Wells, ristampato da Filiquarian Publishing, LLC, 2007.
[45] La maggior parte dei leader economici dell’amministrazione Obama proviene dalla Pilgrim Society.
[46] Cfr. The Anglo-American Etablishment, op. cit, p. 82 e le pagine 117 e seguenti.
[47] Sito ufficiale della Tavola Rotonda.
[48] JP Morgan Company, un pilastro della finanza anglo-sassone, è stata fondata da John Pierpont Morgan (1837-1913).
[49] Cfr. le opere di straordinario Antony Sutton (1925-2002), ricercatore alla Hoover Institution e della Stanford University, che descrive il sostegno da Wall Street a tre eventi: Wall Street e la rivoluzione bolscevica, Arlington House, 1974, Wall Street e FDR (ndr: Franklin Delano Roosevelt) e Wall Street e l’ascesa di Hitler. Dobbiamo anche aggiungere questa serie in tre volumi: la tecnologia occidentale e lo sviluppo economico sovietico 1917-1930; tecnologia occidentale e lo sviluppo economico sovietico 1930-1945, e della tecnologia occidentale e lo sviluppo economico sovietico 1945-1965, mostrando da una documentazione di prima mano il sostegno economiche e finanziarie dell’occidente all’Unione Sovietica e ai suoi alleati.
[50] Invitiamo il lettore ad interessarsi a Basil Zaharoff (1850-1936) che ha fatto fortuna vendendo armi alle parti in onflitto nel 1914-1918.
[51] Wall Street e la Rivoluzione bolscevica, op. cit, p. 57.
[52] Ibidem., Pp. 83
[53] Ibidem, pp. 82. E’ interessante notare che Harry Hopkins (1890-1946), che più tardi divenne l’eminenza grigia del presidente Roosevelt, è stato l’intermediario tra gli americani della Croce Rossa guidata da William Boyce Thompson, a Pietrogrado nel 1917 e la sua rappresentanza di Washington in Ibidem, pp. 72.
[54] Ibidem., Pp. 89-100. Il memorandum di William Boyce Thompson ha presentato a Lloyd George può essere letto integralmente a pagina 197 e seguenti, del paragrafo intitolato “Documento 4“.
[55] Petrolio, una guerra di un secolo, di William Engdahl (Editions Jean-Cyrille Godefroy, 2007), p. 94 e seguenti.
[56] Wall Street e l’ascesa di Hitler, op. cit, vedere capitoli da 1 a 5, in particolare a pagina 47.
[57] The Anglo-american Establishment, op. cit, p. 182.
[58] Oltre alla Gran Bretagna e ai suoi domini, Lionel Curtis non ha esitato ad aggiungere: Francia, Scandinavia, Irlanda, Egitto, India, Belgio, Paesi Bassi, Canada e Stati Uniti. Questi progetti sono stati presentati nel suo libro pubblicato in una edizione nel 1938: The Commonwealth of God in The Anglo-American Etablishment, op. cit, pp. 282-283.
[59] Dell’Unione: una proposta di unione federale delle democrazie del Nord Atlantico, da Clarence Streit (Harper & Brothers Publishers, 1939).
[60] The Anglo-american Establishment, op. cit, p. 283.
[61] “Come funziona il Council on Foreign Relations nel determinare la diplomazia degli Stati Uniti“, Réseau Voltaire, 25 giugno 2004.
[62] Il Presidente Wilson lo chiamava il suo “alter ego“.
[63] Wall Street e FDR, op cit, p. 92 e seguenti.
[64] Si veda il nostro libro La marcia irresistibile del nuovo ordine mondiale, op.cit, p. 14, pp. 80-81. 80-81. Philip Dru, amministratore, della Edward Mandell House, ripubblicazione di Robert Welch University Press, 1998.
[65] La Paneurope, Anne-Marie Saint Gille (Presses de l’Université de Paris Sorbonne, 2003), pp. 130-131.
[66] L’impegno di Aristide Briand accanto al Paneuropa, acquisito ai principi regionalista e federalista in un quadro politico unitario globale, permette di capire meglio il discorso del rappresentante francese all’Assemblea Generale della Società delle Nazioni, 5 settembre 1929, che chiedeva un “legame federale” tra gli Stati europei.
[67] Il rappresentante britannico in questa conferenza pan-europea, del 1926, A. Watts, era un membro del Royal Institute of International Affairs dal “gruppo Milner“, in La Paneurope, op.cit. cit, p. 148.
[68] “Richard de Coudenhove-Kalergi (1894 -1972)”, site internet dell’associazione PanEurope-France.
[69] Pan-Europa ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo di tutti i testi per la tutela dei gruppi etnici. vedasi il nostro libro ‘Minorités et régionalismes dans l’Europe Fédérale des Régions’ (Editions François-Xavier de Guibert, 4a edizione, 2004) e in questo libro, il capitolo intitolato “Uniting Charlemagne” p. 75 e seguenti.
[70] “Richard Coudenhove-Kalergi” sul sito web della società europea Coudenhove-Kalergi.
[71] Sito ufficiale della associazione Paneuropa.
[72] Cfr. il suo discorso profetico, di cui all’allegato 11, sulla decomposizione delle nazioni europee, in particolare il passaggio in cui Coudenhove chiede l’istituzione di una “Unione Atlantica“, una federazione “a tre” come diceva lui, “L’Inghilterra è il ponte tra l’Europa e l’America.” Questo è esattamente ciò che è perseguito dalle autorità di Bruxelles e Washington, acceleratosi a partire dal 1990. Vedi l’elenco completo dei beneficiari del Premio Carlo Magno sul sito web del suo Comitato.
[73] Wall Street e l’ascesa di Hitler, op. cit, capitolo 2, “L’impero della IG Farben”, p. 33.
[74] Wall Street e la Rivoluzione bolscevica, op. cit, pp. 125-126.
[75] Ibidem, pp. 126.
[76] Ibidem, pp. 60.
[77] Ibidem., pp. 61-62
[78] Ibidem, pp. 50.
[79] Si dovrebbe inoltre aggiungere che Hjalmar Schacht fu responsabile per l’esistenza della Banca dei regolamenti internazionali (Bank of International Settlements). Antony Sutton riferisce anche della riunione decisiva del 20 febbraio 1933, a casa di Hermann Goering, che ha contribuito, in presenza di Adolf Hitler, a raccogliere fondi per finanziare il partito nazista. I più grandi maestri dell’industria tedesca erano presenti e misero i fondi necessari (Krupp von Bohlen, Albert Voegler von Loewenfeld …) tutto è stato fatto sotto la guida di Hjalmar Schacht, in Wall Street e l’ascesa di Hitler , op. cit, p.108.
[80] Antony Sutton cita, tra gli altri, l’influenza di Gerard Swope (1872-1957), presidente della General Electric Company, che ha consentito la politica socialista del presidente Roosevelt, in Wall Street e FDR, op cit, p. 86. 86.
[81] Carroll Quigley, spiega, tra l’altro l’infiltrazione all’interno dell’apparato politico degli Stati Uniti da parte di JP Morgan in Tragedy and Hope. A History of the World in Our Time (GSG e Associati, 1966), p. 938.
[82] Il primo ministro britannico fece commenti, nel suo discorso a Zurigo, che sono in linea con la globalizzazione, a giudicare questi brani: “(…) L’Unione europea ha fatto molto per raggiungere questo obiettivo e questo movimento deve molto al conte Coudenhove-Kalergi e a quel grande patriota e statista francese qual’era Aristide Briand (…). Noi abbiamo il nostro Commonwealth Britannico. L’organizzazione del mondo non s’indebolisce, ma piuttosto si rafforzate e in cui, in realtà, torva il suo principale sostegno. E perché non vi è un gruppo europeo per dare alla gente, distante l’una dall’altra, un senso di patriottismo e una sorta di cittadinanza comune? E perché un gruppo europeo non dovrebbe occupare il suo posto tra gli altri gruppi, e contribuire a governare la nave dell’umanità? (…).” Chiedendo una riconciliazione franco-tedesca, Churchill ha detto con spirito fabiano: “Bisogna che il nostro obiettivo permanente sia quello di aumentare e rafforzare il potere delle Nazioni Unite. Dobbiamo creare la famiglia europea, dandole una struttura regionale, sotto questo organismo mondiale, e questa famiglia sarà poi definita Stati Uniti d’Europa” (…) in George C. Marshall, Benchmark, Losanna, 1973.
[83] L’influenza federalista si fece sentire attraverso europei come Denis de Rougemont, Brugmans Henri e Alexandre Marc.
[84] Da parte statunitense, dal 1924, Rosika Schwimmer e Lola Lloyd difesero la causa delle donne (diritto di voto, ecc) organizzando la prima assemblea costituente mondiale, ad essere eletto dal popolo, per redigere una costituzione del mondo. Questa iniziativa è stata rilanciata nel 1937, a Chicago, con una campagna per il governo mondiale. Sarebbe molto interessante sapere chi è stato il finanziatore di tali progetti. Successivamente, altri americani hanno prepararono le menti per un mondo unito: Emery Reves, autore di Anatomia della Pace, difendeva l’idea di un governo mondiale (è stato anche l’agente letterario di Winston Churchill); il politico Wendell Wilkie, con il suo libro One World, l’avvocato Grenville Clark, autore di World Peace Through World Law, il giornalista Norman Cousins, il giornalista e senatore democratico Alan Cranston e il filosofo Robert Hutchins.
[85] Presentazione del World Federalist Movement sul suo sito web.
[86] Dichiarazione di Montreux del 23 agosto 1947.
[87] Si veda il nostro libro La Fondazione Bertelsmann e la Global Governance (Editions François-Xavier de Guibert, 2009), pp. 95-96 e “Geschichte der Europa-Union Deutschland” sul sito web della Europa-Union Deutschland.
[88] “La Storia dell’Unione Federale” sul sito web dell’associazione.
[89] “Federalismo regionale” sul sito web del World Federalist Movement.
[90] Sito Web Ufficiale di Andrew Duff.
[91] “ECFR’s Board and Council” sul sito web del Consiglio europeo per le Relazioni Estere.
[92] “Istituzione accelerata del Council on Foreign Relations europeo“, Réseau Voltaire, 3 ottobre 2007.
[93] Bertelsamann Foundation and Global Governance, op. cit, p. 92 e seguenti.
[94] “Trustees” sul sito web della Trust Rhodes.
[95] Tra i molti partecipanti, si possono incontrare Richard Coudenhove-Kalergi, Konrad Adenauer, Denis de Rougemont, Alcide de Gasperi, François Mitterrand, ecc.
[96] “Storia segreta del l’Unione europea“, di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 28 giugno 2004.
[97] Un’eccezione, però, RTL Belgio ha rilasciato durante il suo telegiornale all’esterno della riunione Bilderberg nel giugno 2000 nella sua riunione di Genval Brabant Wallon. Si può vedere Dominique Strauss-Kahn o ancora la regina Beatrice dei Paesi Bassi.
[98] «Top candidate debates EU tax at elite dinner », di Andrew Rettman, EU Observer, 16 novembre 2001.
[99] Il film Avatar di James Cameron uscito nel dicembre 2009 è il prototipo dello stesso spirito "Gaia". Una tribù dotata di molte qualità in relazione agli esseri umani venuti a sfruttare il loro pianeta, prendono forza dalla natura, in particolare da un albero, un vero e proprio Dio che dà tanta energia quanta ne prende.
[100] Thomas Huxley era conosciuto come "il mastino di Darwin".
[101] "HG Wells: discepolo di Darwin e eugenista straordinario", di Jerry Bergman, Journal of Creation, dicembre 2004.
[102] "WWF negli anni 60" sul sito web del World Wild Fund
[103] "Presidenti - passato e presente" sul sito web del World Wild Fund.
[104] Le Figaro, 25 janvier 1999.
[105] p. 137 (capitolo 28).
[106] "Peter Sutherland, direttore generale del GATT e dell’OMC 1993-1995", sul sito del World Trade Organization.
[107] "Peter Sutherland", sul sito web della Commissione Trilaterale.
[108] "Membership" sul sito web della Commissione Trilaterale.
[109] Tra i vari settori coinvolti nella costruzione del nuovo ordine mondiale, possiamo citare il caso del Codex Alimentarius, il cui scopo è quello di apportare modifiche o soppressioni dei prodotti che entrano nella composizione dei prodotti alimentari (vitamine, minerali, ...).
[110] Testo integrale sul sito web della Santa Sede.
[111] Ibid., V. punti 130-145.
[112] "Messaggio Urbi et Orbi di Papa Benedetto XVI", 25 dicembre 2005, Vaticano.
[113] Testo integrale sul sito web della Santa Sede.
[114] Ibid., Punto 67.
[115] Sito ufficiale della Campagna per l’istituzione di un’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite.
[116] Il caso di un parlamentare delle Nazioni Unite, di Heinrich Dieter, World Federalist Movement, ottobre 1992
[117] Sito Ufficiale della Komitee für eine Demokratische UNO.
[118] "Comitato Esecutivo" della Campagna per l’istituzione di un’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite.
[119] L’Istituto tedesco è la fonte dei testi fondamentali a favore dei gruppi etnici in Europa, la Carta delle lingue regionali o minoritarie e la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze. Consulta il nostro libro Minoranze e regionalismo, op. cit. p. 142 e seguenti.
[120] Sito ufficiale del 2020 Vision.
[121] "Satzung für das Komitee für eine Demokratische UNO". Documento scaricabile.
[122] "Associati del KDUN" sul sito web del Komitee für eine Demokratische UNO.
[123] Rapporto sulle relazioni tra l’UE e le Nazioni Unite [2003/2049 (INI)], relatore Armin Laschet, 16 dicembre 2003
[124] Segnaliamo anche la presenza di Hans-Gert Pöttering, al comitato direttivo del Premio Carlo Magno, Presidente della Fondazione Konrad Adenauer, ex Presidente del Parlamento europeo, ma anche l’ex presidente dell’ Europa-Union Deutschland, una filiare dell’Unione dell’Unione federalisti europei (l’UEF creato a Montreux nel 1947), diretto nel 2010 dal deputato inglese al Parlamento europeo Andrew Duff.
[125] Vedere La Fondazione Bertelsmann e la governance globale, op. cit, p. 93 ss.
[126] Internationale Demokratie entwickeln di Andreas Bummel, Horizonte Verlag, 2005.
[127] "Der Andreas Bummel Vorsitzende Komitee für eine Demokratische UNO" di Gerrit Wustmann, 11 febbraio 2008.
[128] "A proposito del progetto APNU" sul sito web della Campagna per l’istituzione di un’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite.
[129] "Studio: la creazione di un Parlamento Mondiale sarebbe" pienamente coerente con la dottrina del papale "," 28 luglio 2009, Campagna per la creazione di un’Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite.