Friday, February 27, 2009

Zucchero

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Zucchero

Sappiamo che la crisi attuale è stata pilotata. Ciò significa che sono stati creati i presupposti per costruire un Nuovo ordine globale, il fine ultimo dei sinarchisti. Questo non significa che tale collasso dell'economia sia senza conseguenze per i cittadini meno agiati, per il ceto medio e per le classi già al limite della sopravvivenza. Il circolante scarseggia e, mentre la banche fingono di fallire, i piccoli imprenditori e gli artigiani falliscono veramente. Senza dubbio il sistema economico che si è imposto in quasi tutto il pianeta è iniquo: si basa su una forte sperequazione delle risorse per cui un quarto dell'umanità vive in condizioni di benessere, laddove tre quarti sono afflitti da carestie ed indigenza croniche.

Di questo benessere basato sullo sfruttamento più spietato, sul debito che stritola i paesi del Terzo e Quarto mondo, oggi le nazioni occidentali pagano lo scotto: è stata una condizione privilegiata fondata sulla disponibilità di beni materiali, mentre la cultura e gli ideali sono stati affossati, essendo scomparsi dall'orizzonte delle aspirazioni. Basti considerare la decadenza, pur con qualche eccezione, delle nuove generazioni composte da enfantes gaté, incapaci di comprendere quanto siano fortunati dal momento che possono usufruire di mille comodità, dell'indispensabile come del superfluo e, nonostante ciò, annoiati ed insoddisfatti.

E' questa la generazione dello zucchero, ossia del piacere immediatamente percettibile, dell'edonismo più becero. Come lo zucchero soddisfa il palato dei golosi, quanto più è dolce, così molti adolescenti cercano solo il rapido soddisfacimento di desideri sensoriali. Bevute, eros e "sballi" sono gli ingredienti dei loro sollazzi. Essi non coltivano alcun interesse, fuorché per il calcio e sbandano "a povere mete" tra discoteche, bar, stadi, palestre. Se non sono scapestrati, i giovani appaiono vuoti, fatui: frequentano inutili licei dove non si apprende alcunché, ciondolano fra flirts e "vasche". Il loro unico valore è il cellulare.

Il mio non vuole essere un discorso moralistico, ma una constatazione di uno dei segni di questi tempi finali: è evidente che l'educazione nulla o pochissimo può contro tale deriva esistenziale. Le istituzioni poi sono ancora più inefficaci, anzi sono le stesse istituzioni ad aver provocato l'attuale devastazione. Sono, però, curioso di vedere come reagiranno tutte le persone viziate (non solo giovani!), qualora la crisi economica dovesse privare larghi strati della popolazione occidentale dei beni essenziali (acqua, gas, elettricità, cibo). Abituati a maneggiare denaro con cui possono acquistare tutto, specialmente i prodotti voluttuari, e trascorrere divertenti vacanze alle Maldive o a Cortina, come si comporteranno, quando saranno razionati le risorse idriche ed il pane? E' anche possibile che a rimetterci, come sul Titanic, saranno i passeggeri di terza classe, mentre i viaggiatori di prima riusciranno ad imbarcarsi sulle scialuppe di salvataggio.

Se, invece, dovessero annegare nelle gelide acque dell'Atlantico anche i parvenus, i borghesi ossibuchivori... l'analisi delle loro reazioni di fronte ad un'emergenza reale sarà un interessante caso sociologico.

5 comments:

  1. Primo! Anzi, Brimo, berghè ho il daffeddode.

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  2. non ci sono più le mezze stagioni.

    certo che se coloro che oggi piangono per la crisi non avessero fondato il loro benessere sulla pelle degli "altri", anche nelle realtà più limitate, ora non si troverebbero a questo punto. ma sono discorsi da bar, se affrontati in questo modo.

    quello che è certo è che basterebbe passare meno tempo a scrivere cazzate sui blog e "animare" le folle con teorie strampalate e un po' di più in attività socialmente utili, invece di lamentarsi con il più classico dei "piove, governo ladro".

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  3. "Perchè c'è un diavolo in me.. uh hu!! Accendi un diavolo in me.. uh uh!!"

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  4. Fantastico lo sfogo contro i pischelli che prendono per i fondelli o' professore con le idee balzane perchè si crede il salvatore dell'Universo...
    Da antologia... mi vien voglia di mandare mia figlia alla sua scuola una volta che ne avrà l'età, così imparerà le "vere verità", ma anche no...

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