Tuesday, March 31, 2009

I Muse: la scure della censura si abbatte su H.A.A.R.P.

http://www.tankerenemy.com/2009/03/i-muse-la-scure-della-censura-si.html

I Muse: la scure della censura si abbatte su H.A.A.R.P.

I Muse sono un gruppo musicale rock di Teignmouth (Devon, Inghilterra). I testi delle loro canzoni, scaturiti principalmente dal pensiero del solista, Matthew Bellamy, sono imperniati su temi come l'apocalisse, la guerra, la vita, l'universo.

La formazione britannica è composta da Matthew James Bellamy (voce, chitarra elettrica, pianoforte e tastiere), Christopher Anthony Wolstenholme (basso elettrico, seconda voce e chitarra), Dominic James Howard (batteria e percussioni).

Tra le pochissime band veramente engagé della scena musicale contemporanea, i Muse nella loro ultima produzione, risalente a marzo 2009, un DVD con un loro concerto tenuto al Wembley Stadium, denunciano H.A.A.R.P. e scie chimiche. Bellamy ha recentemente dichiarato, a proposito della grandiosa performance londinese: "La scenografia del palco mostra una ricostruzione di H.A.A.R.P., una bizzarra installazione di antenne situate in Alaska che servono per compiere il lavaggio del cervello. Questo apparato spara nell'atmosfera delle microonde che ci rendono docili e che riducono la percezione della realtà in uno stretto raggio".

Sono parole quanto mai appropriate e non sorprende che i recensori italiani del DVD, pur dilungandosi in giudizi di solito elogiativi sulle composizioni dense di pathos dei Muse, non spendano una sola parola per spiegare il significato del titolo H.A.A.R.P. I critici musicali non accennano neppure alla denuncia del trio di Teignmouth contro il potere sinistro che tenta di soggiogare l'umanità. L'accorata voce di Bellamy, che si intreccia ad aspre armonie e ad inquieti contrappunti, si perde nel silenzio dell'indifferenza.

Con incredibile nonchalance i recensori glissano sul mordente dei testi, sulla valenza eversiva del titolo H.A.A.R.P.: ignorandolo, attuano una forma di censura forse non meno deprecabile di altre più dirette e draconiane.

E' comunque eloquente questo imbarazzato silenzio. I censori colpiscono anche fingendo di non aver capito, come se H.A.A.R.P. fosse un suono onomatopeico. L'importante è che abbiamo capito noi.

Leggi qui in inglese l'intera intervista.





posted by Zret

NDE psicosomatiche?

http://wakeupneo.blogspot.com/2009/03/nde-psicosomatiche.html

NDE psicosomatiche?


*NDE = Near Death Experience

31 marzo 2009 - Certo di esser ormai giunto al capolinea della propria vita, un operaio americano di 58 anni ha tentato di alleggerire la propria anima confessando ai poliziotti di aver ucciso un uomo. James Brewer, questo il nome del ravveduto assassino si è però ripreso ed è stato incriminato per omicidio.

Confessa l'omicidio e la sua salute migliora quasi miracolosamente - Stando a quanto raccontato dal portavoce della polizia, Brewer, ricoverato in ospedale e dato per spacciato da tutti i medici, avrebbe chiamato il 911 chiedendo all’agente di turno di mandare una pattuglia presso la struttura ospedaliera. Una volta giunti sul posto ai poliziotti ha raccontato l’esatta dinamica di un delitto compiuto 32 anni prima. La vittima era il suo vicino, sospettato da lui di aver insidiato la moglie con avance indesiderate. “Voleva liberarsi l’anima prima di raggiungere il Creatore”, ha detto il detective Tony Grasso.

E' in attesa di processo, rischia la pena capitale - Sfortuna ha voluto che la salute dell’uomo ritornasse ad essere quella di un tempo, ottima. Vi domanderete il perché utilizziamo la parola “sfortuna”. Avendo rilasciato una testimonianza spontanea, particolarmente ricca di dettagli che non lascerebbero spazio a possibili errori o fraintendimenti, Brewer è stato incriminato per omicidio e verrà presto processato nello stato di Tennessee dove, ironia della sorte, vige la pena capitale.

fonte

Interpretazioni dell'Apocalisse (seconda parte)

http://zret.blogspot.com/2009/03/interpretazioni-dellapocalisse-seconda_3960.html

Interpretazioni dell'Apocalisse (seconda parte)

Interpretazione esoterica

Questa lettura di Apocalisse si deve a Edgar Cayce (1877-1945), il cosiddetto profeta dormiente. Nel modo seguente Mike Plato ricostruisce l'esegesi di Cayce che comprese:"il complesso simbolismo del Libro della Rivelazione, simbolismo che, analogo a quello del Libro del profeta Daniele, dava compimento all'intero testo biblico, in quanto rappresentazione del viaggio dell'anima spirituale verso il Regno di Dio. ... Il Libro sarebbe la storia simbolica del modo in cui l'umanità in generale e l'iniziato in particolare giunga a manifestare il divino. Cayce intuì che le sette chiese ed i sette sigilli che l'agnello mistico infrange sono i sette vortici energetici lungo l'asse cerebro-spinale. Questi centri normalmente bloccati celano tutte le forze psichiche e spirituali e a loro corrispondono sul piano fisico, le sette ghiandole endocrine fondamentali. Chi riesce a spezzare i sigilli arcontici è in grado di divenire uno con la coscienza cristica... Il libro della vita è il codice genetico nel quale il serpente maledetto si è insinuato e si garantisce la sopravvivenza come un parassita, attraverso la procreazione biologica. … Secondo Cayce, il Regno di Dio è l’originario stato di coscienza di Adamo, prima che cadesse. L’Albero della vita è il complesso dei centri di potere. L’Angelo preposto ad ogni Chiesa è la Forza intelligente che governa un dato centro. Satana è l’ego… Il Libro della Vita è la memoria sepolta nell’anima. La Nuova Gerusalemme è la supercoscienza ridestata. La donna coronata di stelle è l’anima redenta e pronta alle nozze mistiche… Il Dragone costituisce le Potenze che sempre tentano questo risveglio e di schiavizzare le anime. .. Il Marchio della Bestia è il segno zodiacale. L’Ira di Dio è la legge del Karma, l’essere sottoposti alla legge degli Arconti. (M. Plato, Edgar Cayce e la Bibbia, 2009)

Interpretazione sciamanica

"Bruce Malina in "On the Genre and Message of Revelation', opera pubblicata nel 1995, afferma che il testo descrive il viaggio celeste, sciamanico del veggente di Patmos.

Ad esempio, nella figura astrale. definita nel latino della Vulgata come 'mulier amicta sole', gli apologisti hanno voluto ravvisare a tutti costi la Vergine Maria e magari...la 'Madonna' di Fatima, mentre il sacro autore intendeva semplicemente la costellazione astrale della Vergine circondata dalle fiamme del Sole alla fine della costellazione del Leone"
(Paolo).

Malina ricorda che per Giovanni "non intercorre separazione tra cosmo e società, tra eventi celesti e storia umana, non esiste distinzione tra soprannaturale e naturale". Nel mondo palestinese alcuni scritti spiegano come eventi (eclissi, comete) del firmamento avessero dirette conseguenze sulla vita quotidiana [...] Le visioni di Giovanni sono viaggi nel cielo: egli interpreta il suo viaggio nei termini della storia di Israele dal Genesi sino agli inizi di una nuova umanità con il Messia Gesù. Il suo scopo non è preannunziare il futuro distante, ma rispondere a domande fondamentali: Dov'è Gesù e che cosa sta facendo ora?

Malina identifica parecchi particolari del testo: per esempio, i quattro esseri viventi sono le quattro costellazioni stagionali ed i capitoli 12-16 ritraggono le condizioni antecedenti il diluvio.[...] Alcune volte pare che il saggio sia concepito per rafforzare la tesi in modo forzato: Malina non fornisce una chiara risposta se Giovanni credesse nell'astrologia o se semplicemente usasse simboli astrologici per trasmettere il suo messaggio."

Il veggente di Patmos dichiara che Gesù è il Cristo cosmico, "l'unico veramente potente e fonte di ogni potere nell'universo".
(M. M. Munger)


Leggi qui la prima parte.




Vibravito in incognito?

Riporto quanto mi è stato comunicato in merito alla spinta e pervasiva disinformazione in atto in realzione alla questione chemtrails.


Ecco la risposta alla domanda trappola che avevo inviato alla segreteria di rai3 a buongiorno regione Veneto.
Il ns esimio ing. dei miei marroni ha risposto in diretta alla domanda che segue la risposta, le parole sono quelle che seguono. Il tenore è sempre il solito tono disinformativo imposto a questo carrozzone che dovrebbe tutelare la ns salute!

Se vuoi pubblica pure, quando ho un attimo posto anche il filmatino.

Ciao


Buongiorno, seguo con piacere il meteo veneto al mattino su Rai 3 ed avevo una domanda da fare.
Ieri era una bellissima giornata di sole e le previsioni erano ottime, poi ad un certo punto ho visto un aereo che emetteva una scia di fumo, la scia restava li senza dissolversi, poi altri aerei passavano e succedeva la stessa cosa. Dopo qualche ora le scie che avevano lasciato si erano dissolte creando dei veri e propri fronti nuvolosi che prima non c'erano. Come si spiega metereologicamente questo fenomeno?

La ringrazio anticipatamente della sua cortese risposta

(Lettera firmata)


Ing. Stefano Veronese
----- Original Message -----
From: xxxxxx xxxxxx
To: dappd@arpa.veneto.it
Sent: Tuesday, March 24, 2009 11:08 AM
Subject: Meteo

Gentile Signor xxxxxx,

nel caso in cui ieri non avesse seguito su "BUONGIORNO REGIONE" la spiegazione alla sua domanda, rispondiamo dicendo che gli aerei in volo generano scie dovute sia ai gas di scarico dei motori che alle turbolenze dell’aria create dal loro movimento. Queste scie possono essere più o meno evidenti in base al tipo di aereo ed alla sua quota di volo ma ovviamente anche in base alle condizioni meteo, specie con riferimento ai valori di temperatura, umidità e vento. Quando sono visibili, le scie appaiono come strisce lunghe e sottili che a volte si dissolvono molto rapidamente ed a volte invece persistono più a lungo, creando anche della vera e propria nuvolosità.

Cordiali saluti.

By Blogger Straker, at 31 marzo, 2009 15:44



Scusa Straker, ma l'Ing. Veronese e' quello che ha fatto la domanda oppure quello che ha dato la risposta? Lo chiedo perche' un ingegnere dovrebbe sapere che si dice meteorologicamente e non meterEOlogicamente, come dice VibraVito. Che sia lui che ha mandato l'email?

Io non voglio vedere (articolo di Corrado Penna)

La stessa fuffa di Penna con qualche foto di Straker.

http://www.tankerenemy.com/2009/03/io-non-voglio-vedere-articolo-di.html

Io non voglio vedere (articolo di Corrado Penna)

Pubblichiamo un acuto articolo del fisico Corrado Penna: è un'analisi delle reazioni dei cittadini (o sudditi?) medi di fronte all'agghiacciante realtà delle scie chimiche che si rivelano, in questo modo, un formidabile strumento di indagine psicologica e sociologica.

Le disquisizioni sui
parametri fisici necessari alla creazione di una scia di condensa, di fronte allo scempio quotidiano dei nostri cieli, ormai non hanno quasi più senso. Forse possono essere utili per chi vive in quelle regioni o in quei paesi in cui l'irrorazione è ancora a bassi livelli, ma adesso qui in Italia (almeno al Centro, al Nord, in Sardegna) la situazione è realmente degenerata, con giorni sempre più frequenti di copertura/schermatura totale del cielo per opera di scie che fuoriescono dagli aerei. Le scie chimiche non sono più un fenomeno al quale si può credere o non credere, ma del quale ci si può avvedere o non avvedere: la distinzione ormai passa solo tra chi le vuole vedere e chi non le vuole vedere, tra chi osserva con costanza il cielo e chi al cielo volge sguardi distratti ed infrequenti.

Se anche qualcuno pensasse che si tratti di normali voli civili, dovrebbe quanto meno insorgere indignato contro il traffico aereo e chiederne una sospensione o un ridimensionamento, visto che non arriva più il sole alle coltivazioni di cui ci dovremmo nutrire. E invece niente: chi non osa parlare di scie chimiche non si indigna nemmeno di fronte ad uno dei furti più orribili che vengono perpetrati all'umanità ed alla biosfera tutta: quello della benefica luce solare.

Per quanto sia utile quindi dimostrare che quelle che vediamo nel cielo (tranne casi rarissimi) sono scie chimiche e non condensa di vapore acqueo, ormai le leggi della fisica ed i dati oggettivi servono a ben poco di fronte alla granitica determinazione della maggior parte della gente a non guardare in faccia la triste realtà. Basta osservare il cielo (che sempre più di frequente passa dall'azzurro al bianco, in seguito all'incrocio di decine e decine di scie) per accorgersi con orrore che ci hanno sottratto la luce del sole; basta contare il numero degli aerei che incrociano davanti alla nostra finestra per scoprire che, in certi giorni, l'assenza di ogni tipo di volo (tranne quei tre o quattro tre voli civili che per davvero passano sopra di noi decollando o atterrando all'aeroporto più vicino) riporta il cielo al colore azzurro di un tempo (o quasi).

Per rendersi conto delle scie chimiche, basta osservare il cielo e contare fino a cento, verificando l'irregolarità assoluta delle frequenze di voli tra un giorno e l'altro nonché l'assurda impennata dei voli notturni, la cui quota ridicolmente bassa è dimostrata dal potente rombo che giunge alle nostre orecchie. Per non parlare dei veri e propri "raid" compiuti da formazioni di aerei con scia al seguito (avete mai preso un aereo che volasse affiancato ad uno a due altri velivoli?)

È quindi impossibile trovare qualcuno che in seguito ad una discussione e ad una osservazione del cielo, non si renda conto dell’esistenza delle scie chimiche, anche se ho incontrato diverse persone che preferiscono non vederle, fare finta di niente, dimenticarle o fare voli pindarici con la fantasia per inventarsi un’operazione segreta a fin di bene.

In effetti, una delle prime persone a cui ho spiegato quello che stava avvenendo in cielo non ha potuto negare il fenomeno, ma, dopo avere letto il materiale che gli avevo fornito, guardato i video ed osservato il cielo, ci ha riflettuto su ed ha deciso che un “buon motivo per farlo ci deve pur essere: non potranno mica farlo solo per avvelenarci”. E così si è tolto un peso dalla coscienza, ha potuto continuare a ridere e scherzare, seguire le partite di calcio e pensare al suo tran-tran quotidiano, fatto di famiglia e lavoro, come se niente fosse. Quello che aveva intravisto era troppo orribile perché ci potesse credere: era qualcosa che poteva minare tutte le sue convinzioni personali, distruggere la visione del mondo che aveva fatta propria. Inoltre la presa di coscienza lo avrebbe dovuto portare a combattere, ad ingaggiare una lotta contro un potere spaventoso.

E' molto più semplice fabbricarsi da soli una menzogna a dir poco ridicola (avete mai visto un governo che fa qualcosa per il bene del popolo e lo nasconde persino? non stiamo parlando qui delle piccole bugie che i genitori a volte raccontano ai propri bambini a fin di bene!) che rischiare di intraprendere un cammino di presa di coscienza psicologicamente doloroso, salvo poi ritrovarsi nel giro di qualche anno a sperimentare un dolore ancora più atroce, dovuto a qualche terribile malattia o ad un'altra sciagura che potrebbe abbattersi sulla propria famiglia.

Insegna, infatti, il sociologo della scienza D. Bloor, autore dell’ottimo libro La dimensione sociale della conoscenza (Raffaello Cortina editore, 1994), che gli uomini, di fronte alla scoperta di dati che contraddicono la propria visione del mondo, sono pronti ad inventarsi le più assurde ed illogiche giustificazioni affinché i nuovi dati rientrino all’interno dei loro schemi mentali. Se poi si tratta di schemi socialmente condivisi, il conformismo del singolo arriva a livelli di fideismo religioso, e la “realtà” che egli vede è poco più che il riflesso di un insieme di pregiudizi condivisi ( Si legga anche il lavoro dei due sociologi della scienza P.L. Berger e T. Luckman La realtà come costruzione sociale, Il mulino, Bologna, 1969).

Ritornando alle scie chimiche, non potrò mai scordare il comportamento di quella persona che quando le ho detto “guarda questo video” si è rifiutato di guardarlo e, quando le ho detto “guarda questo cielo”, si è rifiutato di affacciarsi alla finestra, per poi sentenziare (all'interno di una stanza, lontano dalla finestra) che “le scie chimiche non esistono, perché non potrebbero avvelenarci con un’azione così evidente agli occhi di tutti”. Insomma, secondo costui, un dato dell’esperienza (che preferisce in ogni caso non acquisire) si potrebbe cancellare con uno pseudo-ragionamento che, se fosse corretto, porterebbe a cancellare persino delle evidenze storiche.

Molte alte persone informate da me si sono rese conto del fenomeno: hanno capito che non si tratta assolutamente di scie di condensa di vapore acqueo, si sono informate, hanno compreso che vengono rilasciati prodotti velenosi, ma … ,dopo un po' di tempo, non ne hanno più voluto parlare, preferendo discutere di musica, di sport o della falsa contrapposizione politica tra un centro-destra ed un centro-sinistra che, da diversi anni, portano avanti di comune accordo l'irrorazione chimico-biologica contro la popolazione civile.

In questo caso, il blocco psicologico ha funzionato ad un livello leggermente più alto, ma ha funzionato lo stesso. Non potendo negare l’evidenza dei fatti, queste persone hanno preferito non pensarci troppo, non impegnarsi a rivedere i propri schemi di interpretazione della realtà, non impegnarsi in una lotta in prima persona contro questa terribile violenza.

Molti, non potendo negare le scie chimiche, piuttosto che impegnarsi nella denuncia e nella divulgazione del fenomeno, preferiscono rifugiarsi nella meditazione o nella preghiera: non hanno il coraggio nemmeno di parlarne coi propri colleghi di lavoro. A una di queste persone, ho cercato di spiegare che la presenza delle scie chimiche comporta l’esistenza di una rete cospirativa globale a monte di esse e quindi l’esistenza di una struttura organicamente malvagia; il risultato è stato che quella persona, invece che affrontare serenamente la discussione, si è arrabbiata. Insomma, ammettere l’esistenza delle scie chimiche va bene (in fondo inquinano tutte le produzioni industriali e tutti i mezzi di trasporto), ma ammettere che il governo sia schierato apertamente contro il cittadino arreca un fastidio psicologico così grande che quasi nessuno è disposto a sopportarlo.

Ma la maggior parte dei cittadini che ho informato sulle scie chimiche hanno preferito evitare la discussione o, meglio, hanno iniziato a discutere cercando di accampare scuse patetiche (“non ho visto niente di strano nel cielo”), poi quando ho fatto loro sbattere gli occhi contro la realtà (portandoli accanto ad un finestra) e ho fornito loro alcuni documenti da leggere, si sono rifugiati nel silenzio: hanno evitato l’argomento, sperando forse che il velenoso problema scomparisse miracolosamente, non appena avessero smesso di preoccuparsene.

Qualcuno è stato più sincero, dicendomi apertamente prima di una riunione sindacale: “non ci parlerai ancora di quelle cose terribili delle scie”? Almeno è stato sincero, ammettendo che l’incapacità di difendere sé stessi e le proprie famiglie è dettata da una forma di paura comprensibile, ma in fondo irrazionale.

La cosa triste è che molte di queste persone poi inneggiano ai valori della lotta partigiana ed organizzano convegni per commemorare l’olocausto: si renderanno conto in cuor loro del loro atteggiamento contraddittorio e pusillanime? A che serve tenere viva la memoria di chi ha lottato per la libertà, mettendo a repentaglio la propria vita, se non si ha il coraggio di denunciare (nemmeno a parole) il peggiore dei mali dell’epoca moderna? È facile e comodo denunciare quello che ha compiuto un regime ormai annientato 50 anni fa; non lo è altrettanto denunciare quello che perpetra impunemente il regime attuale.

Chiudo questa rassegna riportando le parole illuminanti di qualcuno con cui ho provato a dialogare per alcuni mesi, una persona che non riusciva a negare che le scie spesso coprissero il sole né che a volte seguissero traiettorie curve né altre stranezze, senza per questo decidersi ad ammettere la realtà delle scie chimiche. Le parole non sono testuali, mai senso è rimasto immutato:

“Magari hai ragione, sono scie velenose, ma non vale la pena angosciarsi così tanto, meglio vivere la propria vita al meglio e godersela finché si può; a lottare inutilmente ci si fa il sangue amaro e ci si rovina la vita.”

Similmente altri cittadini sollecitate da me a divulgare le informazioni ricevute, mi hanno invitato a vivere la vita al meglio senza pensare troppo alle cose negative: “Cosa ci vuoi fare? Gli uomini sono stupidi e non capiscono nemmeno che i governi li fregano quotidianamente, la razza umana fa schifo e forse si merita persino il quasi totale annientamento; magari, dopo un disastro epocale, per chi sopravviverà, ci sarà la possibilità di ricominciare da zero”.

Amen

A questo punto sorge un dubbio: questi atteggiamenti mentali dipendono solo dal disagio psicologico che impedisce alla gente di rendersi conto di quello che succede e reagire di conseguenza? Sicuramente accettare l'esistenza delle scie chimiche significa anche accettare l'esistenza di un'organizzatissima ed efficientissima trama cospirativa (la cui esistenza è indispensabile per mantenere la cappa di silenzio su tale operazione, impedendo fughe di notizie da parte di piloti, assistenti di voli, hostess, meteorologi, giornalisti, funzionari dell'A.R.P.A., autorità sanitarie ...) e quindi a cambiare radicalmente la nostra interpretazione del mondo che ci circonda.

Ma quanto esposto credo sia anche il segno dell'uso di sistemi di manipolazione mentale, dai nanosensori dispersi con le stesse scie chimiche all'uso di particolari frequenze elettromagnetiche.


Leggi qui l'articolo sul blog "la scienza marcia e la menzogna globale".





posted by Straker

LE FALSE DISPUTE - Controllori all’attacco dei controllati

http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/03/le-false-dispute-controllori-allattacco.html

LE FALSE DISPUTE - Controllori all’attacco dei controllati

Di Antonella Randazzo





Più volte ho avuto modo di sostenere che la rete Internet non è quel paradiso di libertà e di costruttività che alcuni pensano. Tuttavia, in rete è possibile trovare argomenti non trattati o mistificati nei media di massa, e dunque si può ritenere che alcuni blog o siti possano fungere da canali pioneristici atti a stimolare un certo grado di consapevolezza ormai impossibile da avere se ci si rapporta soltanto ai mass media. Per questo motivo, stanno aumentando i personaggi che vengono incaricati dal regime di “vegliare” a che questi siti possano essere disturbati, limitati nelle loro risorse oppure, se possibile, sabotati.

Chi ha interesse a che si limiti o si impedisca una certa presa di coscienza della realtà sa che non può più impedire del tutto che certe tematiche, come il signoraggio, le scie chimiche, la verità sull’11 settembre o sul controllo mentale, vengano a galla in diversi siti o blog, e che dunque una certa quantità di persone presti attenzione a tali argomenti. Tuttavia, sa anche che è possibile diminuire la portata di queste argomentazioni usando diverse strategie.
Queste strategie comprendono tattiche per deviare l’attenzione, limitare la trattazione, porre riflettori su aspetti irrisori del problema, deridere chi ne discute o chi cerca di divulgare contenuti perniciosi allo status quo del sistema, e porre i dialoghi ad un livello assai più basso rispetto a quello che potrebbe essere senza tali ingerenze.
Talvolta ci si può chiedere come mai questi personaggi operino all’interno di blog che hanno molti lettori già fidelizzati, che dunque difficilmente saranno convinti dalle loro sterili argomentazioni. Peraltro, operando in questi siti, i debunker rischiano di essere smascherati e insultati. Pericolo che essi corrono volentieri dato che operano nell’anonimato e spesso con diversi nick.
Ad esempio, in un blog (http://paolofranceschetti.blogspot.com/) dove si pubblicizza un convegno su diversi argomenti “proibiti” (scie chimiche, massoneria e democrazia diretta) si leggono post che ricalcano le tecniche usuali dei controllori incaricati di attaccare i controllati.

Lo scopo principale è quello di dirottare l’attenzione sugli stessi debunker, impedendo che si discuta il tema in questione e che emerga la portata di esso. Altri scopi sono: attacchi personali a persone “pericolose”, portare la discussione a livelli molto bassi, impedendo che si discuta dei problemi veri e che si inoltrino post di vera informazione.

Il post tipico dell’attacco personale ad esempio è: “Se non son paranoidi non li vogliamo”, come se si dovesse dare per scontato che tutto quello che queste persone dicono è da rigettare e che le argomentazioni di queste persone dipendano dal loro grado di squilibrio mentale.
Altre allusioni usate abitualmente dalle persone che operano al soldo del sistema, contro gli autori indipendenti, sono: hanno atteggiamenti ossessivi, sono incapaci di equilibrio psichico, sono poco svegli, sono fissati sulle questioni che trattano, sono convinti di essere importanti, trattano questioni ridicole, non hanno prove a sostegno di ciò che dicono, sono persone “autoreferenziali”, ecc.

Si vuole far passare il messaggio della creduloneria, del protagonismo, dello squilibrio mentale o della limitazione intellettiva che indurrebbe a credere a cose del tutto inesistenti. C'è l'idea che chi osa uscire dal gregge diventi automaticamente una persona inaffidabile, ingenua e pronta a credere a qualsiasi cosa. Come se non fosse proprio il sistema a far credere in cose irrazionali e assurde.
Come è stato fatto notare, i debunker tendono ad assumere gli stessi atteggiamenti di personaggi come Piero Angela, che amano apparire concreti, scettici verso ciò che non è provato, che non è “scientifico”. E tutti quelli che non aderiscono a questo modo di essere devono apparire perlomeno disturbati, osando sfidare i dogmi della divina scienza ufficiale o delle comuni credenze avallate dal sistema. Rifiutando tali dettami si dovrebbe per forza diventare ridicoli. Ad esempio il seguente post dice: “Francesco, io preoccupato per le scie? :) non direi proprio, io rido delle scie e di chi crede che siano chimiche... se credi che lo siano rido anche di te :) che fai come il clown da circo [zret], ti piace farti ridere dietro? ;)… mi sto solo divertendo a prendervi per il culo, con voi credenti nelle scie chimiche non si puo fare altro.”(1)

L’idea fondamentale è che non possa esistere libertà di credere a quello che si vuole, ma che credere in alcune realtà, anche quando sono del tutto empiriche, debba esporre al ridicolo quando tali realtà non hanno il privilegio di essere avallate dal sistema. In altre parole, l’attuale sistema decide, attraverso la scienza ufficiale e attraverso ciò che i media divulgano (e nel modo in cui li divulgano), ciò che è ridicolo e ciò che non lo è, ciò che è equilibrato pensare e ciò che è paranoico.

Si tratta di una sfida che mira a mettere in guardia dal fatto che se si fuoriesce dai dettami di regime si diventa automaticamente ridicoli o paranoici. Anche quando ci sono prove a sostegno di ciò che si dice, si fa passare l’idea che non ce ne siano affatto, se il sistema così decide.
Ad esempio, nella trasmissione "Voyager", andata in onda su Rai Due il 19 marzo 2008, si parlò delle scie chimiche, come si trattasse di un mistero, e non si potesse o dovesse rendere conto agli aerei statunitensi che le creano. Come se non vi fosse un potere militare che sorveglia i cieli e documenta tutto ciò che avviene, permettendo agli aerei in questione di spargere sostanze chimiche. Si tratta di un argomento che viene ammantato di dubbi e misteri, e spacciato come una "bufala di Internet". In realtà, anche il filmato di propaganda trasmesso su Voyager ammetteva che tali aerei diffondono sostanze tossiche come alluminio o bario, ma si curava di rassicurare dicendo che le autorità dell'Aeronautica preposte vegliano per la "sicurezza". Ma se così fosse, perché mai permetterebbero tale scempio chimico?
E' evidente che la trasmissione mirava a far accettare il fatto, facendo capire che ci sarebbero motivi di controllo del clima per motivi bellici. Ma non veniva spiegato come mai tale fenomeno è così diffuso in Italia, che è un paese ufficialmente non in guerra. Voyager cercava di rassicurare facendo credere di informare, mentre in realtà stava relegando il fatto nel novero dei "misteri", e così facendo occultava il fatto che le nostre autorità non chiedono conto alle autorità statunitensi del fenomeno. Molte persone, di diverse città italiane, hanno telefonato all'Aeronautica per chiedere conto di ciò che stava accadendo, ricevendo risposte vaghe quando non offensive della loro intelligenza. Sta di fatto che anche di fronte a pericoli per la salute dei cittadini le autorità italiane si sottomettono a quelle statunitensi, come se il paese fosse una colonia. A nessuna autorità statunitense viene chiesta alcuna spiegazione, e la trasmissione Voyager mirava a far apparire ciò come "normale". Si offriva un servizio in cui non si davano spiegazioni chiare e razionali, su un fenomeno assai grave provocato da autorità straniere. I presupposti propagandistici impliciti nel documento trasmesso da Voyager erano: C'è un fenomeno visto da molti, ma esso non è chiaro, e chi lo crea non ha nessun dovere di chiarirlo; non c'è da preoccuparsi (anche se vengono gettate sostanze nocive) perché le autorità ci proteggono (anche se non rispondono adeguatamente alle richieste di informazioni dei cittadini); possono esistere fatti che le autorità non sono tenute a spiegare con chiarezza, che sono "segreti". Questo deve essere accettato quando riguarda il settore militare (anche se avviene in tempo di pace); Di fatto gli Usa hanno potere sul nostro paese e lo trattano come fosse una colonia, potendo fare ciò che vogliono senza subire alcun limite dalle autorità italiane.
Questo è soltanto un esempio di come si cerca di rendere misteriosi fatti del tutto razionali ed empirici.

Diversi soggetti al soldo del regime, partendo dal presupposto che chi si oppone al sistema abbia per forza qualche rotella fuori posto, si atteggiano a persone sagge, sensate, e persino in grado di mettere una parola giusta per realizzare quell’equilibrio che si presuppone manchi nei blog indipendenti. Ad esempio, uno di essi scrive: “Comunque, io aspetto sempre questi famosi ‘riscontri reali’” (riferendosi alle scie chimiche).
Si fa credere che chi sostiene cose che potrebbero minare lo status quo è sprovveduto a tal punto da accettare argomentazioni non sostenute dai fatti, e invece gli altri sarebbero concreti e avveduti.

Un altro metodo è quello di accusare chi denuncia le magagne del sistema delle stesse cose che egli denuncia: ad esempio se parla di scie chimiche egli sarà accusato di intralciare il lavoro di chi vuol far luce davvero sul fenomeno. Uno di questi post dice: “D'altronde, paranoia per paranoia, io posso dire che è invece Straker (nick di una persona che si occupa del problema delle scie chimiche) l'infiltrato che, con le sue sparate imbarazzanti, getta discredito sul lavoro di chi realmente indaga sulla questione. E' solo questione di punti di vista”.

Facendo credere che si tratti di “punti di vista” piuttosto che di tentativi di invertire i termini per far apparire l’opposto di ciò che è, si vuole assumere il tono saccente di chi è capace di assumere un punto di vista più esteso e obiettivo.

L’attacco volto a far sembrare chi denuncia i crimini come un egocentrico si può capire da post come questi:
“La favoletta delle scie chimiche è meglio di un libro di Clive Cussler. Con Staker nel ruolo del salvatore del mondo. Fantastico!”

L’accusa di protagonismo, in una società che alimenta in modo spropositato protagonismo e egocentrismo risulta azzeccata perché in effetti molte persone ormai vedono nel mettersi in mostra (vedi “Grande Fratello”) un modo di esistere. Si mira a far passare in secondo piano che essere davvero egocentrici non vuol dire denunciare determinate realtà inquietanti, dato che in tal caso si rischiano più strali che facili consensi.
Paradossalmente, chi cerca di uscire dalla morsa di un sistema nazifascista si trova a dover essere accusato di avere quegli stessi difetti prodotti dal sistema, poiché essi, essendo comuni, sono assai credibili, e può sfuggire il paradosso a chi, non fuoriuscendo dalla logica di massificazione mediatica, non si accorge che di tecniche di manipolazione si tratta.

Un altro atteggiamento saccente e saggio è quello che mira a mettere tutti sullo stesso piano: chi denuncia i crimini e chi difende (pagato) il sistema, facendo credere che in realtà chi cerca di uscire dal sistema non può davvero riuscirvi. Si tratta di un messaggio più potente di quello che si crede, dovendo tristemente appurare che moltissime persone che comprendono diverse verità mistificate dai regimi poi si sentono impotenti o pessimiste, svalutando la portata reale della consapevolezza acquisita. Dunque, mettendo tutti sullo stesso piano si vuole far passare il messaggio: “tanto non cambia nulla e non è detto che far emergere certe verità determini una reale differenza fra chi sa e chi non sa”.
Ad esempio leggiamo i seguenti post:

(post 1) “Vedi Paolo (Franceschetti), stiamo assistendo al classico dibattito tra persone con atteggiamenti paranoici (non che lo siano del tutto, ma ogni tanto gli scappa): Qualcuno dice: 'Ma queste scie degli aerei non sono come quelle solite, hanno un comportamento strano. Sono chimiche, artificiali, non semplice acqua cristallizzata'
Arriva Straker: 'Sono un progetto segreto per farci diventare androidi'.
Arriva il debunker: 'Straker dice una cazzata, quindi il problema non esiste'.
Gente come Straker ha atteggiamenti paranoidi perché è ossessionata dal megacomplotto (di chiara matrice escatologico-hollywoodiana). I debunker invece è ossessionato dalla presenza di gente come Straker, che ritiene una minaccia per tutta l'umanità. Entrambi si sentono investiti di un compito superno, quello di salvare il mondo a colpi di tastiera: l'uno di salvarlo dal megacomplotto apocalittico, l'altro dalle orde di Straker e Mazzucchi che abbindolano tutta l'umanità (tranne loro stessi) per raccogliere miliardi di euro. Vista da fuori, è una situazione ridicola. Se non fosse che l'ossessione di questi personaggi fa loro monopolizzare la discussione, cosicché qualunque persona normale se ne cava al più presto, non avendo nessuna voglia di partecipare al teatrino (e magari passare per uno dei pazzi). E questo succede per quasi tutti gli argomenti (per esempio il problema delle banche, che viene spiegato con la burla del signoraggio). E adesso prego, che ricomincino gli insulti.”

(post 2) “Continuo la mia disamina facendo notare come complottisti e debunker si comportino in maniera assolutamente identica, solo che speculare. Perdono ore e ore a seguire il proprio blog e quelli "nemici", si accusano di lavorare per soldi (del governo o dei gonzi), si accusano di spargere nomi e indirizzi (come se ci volesse chissà cosa: se uno dice di essere Tizio di Mondovì, basta andare al municipio di Mondovì e leggere le liste elettorali), si accusano di millantare professioni mai svolte, si accusano di non capire niente della scienza, quella vera. Un patetico teatrino dell'assurdo. E qui ne abbiamo una dimostrazione.”

(post 3) “Infatti se non te ne sei reso conto, il mio discorso coinvolge entrambi gli schieramenti. Hanno entrambi atteggiamenti ossessivi e paranoidi, soltanto che rivolti a oggetti diversi. Ovviamente questo non rende una parte particolarmente migliore dell'altra.”

Questi post mirano a raggiungere diversi risultati: mettere tutti sullo stesso piano, trattare tutti da persone disturbate (paranoidi), far apparire chi scrive come saggio e al di sopra di tutti, e aprire un'altra serie di post che concentrano l’attenzione sull’argomentazione del debunker piuttosto che sul tema in questione (“che ricomincino gli insulti”).

Nonostante l’assurdità dei commenti “pagati”, i lettori autentici di questi siti sono indotti a rispondere a questi post, seppure con toni di riprovazione o intimando di rinunciare a continuare a cercare di fomentare ostilità o scetticismo. In ogni caso i debunker hanno raggiunto il loro scopo: catturare attenzione, attirare critiche e impedire uno svolgimento più costruttivo della discussione.
Qualche lettore consiglia di estromettere questi personaggi cestinando i loro post:

“PARACELSO, NICO, FEDERICO, GG, ESSSSE, BIGREDCAT, ILPEYOTE, M.S. (Ci manca solo M.D.D. e siamo al completo) andate a farvi un giro e piantatela di trollare in questo sito chè tanto nessuno vi vuole.
E' inutile, sappiamo chi siete e che ci state a fare qui, siete persone sgradite e qui vi si dà il credito che meritate.
Zero. Ha ragione Gennaro : qua abbiamo sviluppato gli anticorpi e vi sgamiamo sempre e comunque.
Mi rivolgo a Paolo : capisco la politica del non censurare nulla, ma in questo caso mi sembra controproducente non dare una ripulita da queste zecche”.

Ma altri ritengono lecito discutere anche di queste ingerenze di bassa lega:

"Se diciamo fesserie perché filtrarle? Sarebbe facile dimostrare che sono fesserie, no? Invece censura a priori, toglie libertà di parola a chi non è d'accordo con lui (o almeno ci prova, come si può vedere qui), minaccia ed accusa.
E fa passare i commenti incensatori. Ho come idea che abbia il culto della personalità... La propria, ovviamente”.(2)

Altri mettono in evidenza l’inutilità di questi interventi “mirati”:

“gatti rossi e paracessi vi state soltanto arrampicando sugli specchi!!!
la vostra guerra di disinformazione e persa in partenza perchè le bugie hanno le zampe corte!”

Per concludere, si può sostenere con un certo margine di ragionevolezza che i metodi involuti e massificanti dell’attuale sistema vengono utilizzati anche in rete, allo scopo di attutire l’impatto che certe verità possono avere sui lettori, e soprattutto per produrre effetti limitanti, condizionanti e manipolanti, sapendo che non molti si accorgeranno di ciò e quasi tutti saranno comunque indotti a dare peso a queste ingerenze.
Lo scopo principale di tutto ciò è quello di difendere lo status quo e di continuare a controllare anche chi ha ben compreso l’esistenza di tale controllo e cerca di allontanarsi dalle maglie di un sistema dittatoriale che tutto vuol plasmare a sua immagine e somiglianza.



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Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it


NOTE

1) https://www.blogger.com/comment.g?postID=7678432859279835412&blogID=1407132873266794183&isPopup=false&page=2
2) https://www.blogger.com/comment.g?blogID=1407132873266794183&postID=7678432859279835412

IL DEBUNKER

Ragazzi, cosa mi ero perso... Credevo che il blog della randazzo fosse defunto perche' avevo memorizzato questo (http://antonellarandazzo.blogspot.com/). Vedo invece con piacere che e' vivo e vegeto qui e quindi riporto con piacere i suoi illuminanti post. Bellissimo quando scrive "non permettono a nessuno di inviare post ai loro articoli" (beh, anche quando parla di un'analisi intelligente fatta da Mazzucco non e' male) ... Commentate liberamente...


http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/03/il-debunker.html

IL DEBUNKER

Negli ultimi tempi sono nati alcuni blog spazzatura che hanno lo scopo di mettere in cattiva luce, deridere e screditare coloro che scrivono articoli di denuncia contro il sistema attuale. I personaggi che scrivono su questi siti spazzatura (debunker) talvolta non si firmano e non permettono a nessuno di inviare post ai loro articoli. Le loro pseude-critiche sono prive di vera analisi, e mirano più che altro a sollevare polverone con l'intento di confondere. E’ evidente che si tratta di strategie che somigliano parecchio ai metodi usati nei media di massa.

Pubblichiamo qui alcuni stralci di un’analisi molto intelligente del fenomeno fatta da Massimo Mazzucco, che potete trovare nella versione integrale su http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3121




MANUALE OPERATIVO dell'Acchiappadebunker
"Se lo conosci lo combatti"

STRATEGIA E FINALITA’

Bisogna innanzitutto tenere presente che quando il debunker scende in campo non è più un uomo, ma una MACCHINA: egli cioè agisce meccanicamente, comportandosi nello stesso modo di fronte ai problemi più disparati, poichè ha un’unica finalità che li accomuna tutti: smontare una teoria pericolosa per il sistema vigente, qualunque essa sia.

Questo offre da un lato il vantaggio della prevedibilità – ogni macchina è programmata per agire in un modo determinato – ma impone di lottare contro un avversario privo di ogni condizionamento morale, la cui unica finalità sia quella di schiacciare l’avversario, con qualunque mezzo a disposizione.

Alla fine Kasparov ha perso contro Deep Blue per un crollo emotivo, non perchè la macchina dell'IBM giocasse meglio di lui a scacchi.

Per il debunker quindi non c’è nessuna differenza fra il caso Kennedy o l’undici settembre: sono ambedue "teorie cospiratorie" che minacciano lo status quo, e vanno ambedue combattute con l'unico fine di poter dire che “non stanno in piedi”.

Per questo motivo, il debunker assomiglia alla squadra di provincia che vada a giocare in trasferta contro la regina del campionato. Per lui il pareggio basta e avanza: non deve segnare goal, deve solo evitare di prenderne. In altre parole, lui non deve dimostrare nulla rispetto al caso in questione, poichè la versione ufficiale gli dà già ragione per default. Sta invece al complottista trovarne il punto debole, perforare la difesa e segnare almeno un goal nei canonici 90 minuti.

Occhio naturalmente al contropiede, perchè capita spesso di buttarsi all’attacco con tale furia accecante (specialità del debunker è proprio quella di farti perdere prima o poi la pazienza) da ritovarsi ogni tanto a dire una stupidaggine, che il debunker ti fa subito pagare a carissimo prezzo: ti infilza sotto lo sguardo attonito dei tuoi tifosi,...

... e poi ne approfitta per farci su un Carnevale di Rio che dura almeno una settimana.


ANALISI COMPLESSIVA

L’operazione complessiva di debunking avviene secondo due direttive immutabili:

1 - SCOMPOSIZIONE DEL SISTEMA
2 - EQUALIZZAZIONE PROBABILISTICA

Per portare a termine ciascuna operazione il debunker si avvale di una serie di FUNZIONI, che descriveremo in seguito nel dettaglio.

DEVIAZIONE DAL SIGNIFICANTE
SOPRAVVALUTAZIONE DELL’ININFLUENTE
PROMOZIONE DEL DEQUALIFICANTE
PUBBLICIZZAZIONE DELL’EVIDENTE
AUTOTITOLATURA DELL'IGNORANTE
VACCINAZIONE DEL GIUDICANTE
IGNORANZA DEL DEPONENTE
UNIVERSALIZZAZIONE DEL PENALIZZANTE

Vi sono poi due SUB-FUNZIONI AGGIUNTIVE, RFT e SPF.

ANALISI OPERATIVA

1 - SCOMPOSIZIONE DEL SISTEMA

E’ il principio fondamentale secondo cui opera per il debunker: scomporre immediatamente l’impianto di accusa nel maggior numero possibile di elementi isolati, con l’intento evidente di ridurne la forza d’urto complessiva. Nello stesso modo, il buon catenacciaro non si lascia impressionare dalla forza dell’avversario, e si dedica caparbiamente a neutralizzare ogni sua incursione con qualunque mezzo a disposizione: una volta con un fallo di mano, la seconda con una simulazione a suo favore, la terza con una parata eccezionale, la quarta con il classico colpo di culo… il debunker arranca instancabile per tutto l’incontro, azione dopo azione, finchè il fischio finale lo ritrova a reti inviolate. A quel punto i giornali scriveranno che “moralmente ha vinto la capolista”, ma al debunker non gliene può fregare di meno: lui si porta a casa il suo prezioso pareggio, e potrà sempre dire che la versione ufficiale non sta in piedi, “poichè nemmeno una delle accuse è stata dimostrata”.

NOTA IMPORTANTE: Il complottista che dimentichi per un solo istante questo principio fondamentale è condannato a soffrire lunghe ore di frustrazione lancinante.

2 - EQUALIZZAZIONE PROBABILISTICA

E’ la seconda fase della procedura di debunking, legata direttamente alla prima. Non appena scomposto il problema nei singoli elementi, diventa indispensabile rendere innocua la portata accusatoria di ciascuno.

Il debunker quindi si ingegna nel trovare una spiegazione alternativa plausibile per ciascun elemento probante, che non porti necessariamente alla condanna dell’imputato. A quel punto cercherà in tutti i modi di estendere l’impressione di debolezza dei singoli elementi all’intero sistema di accusa.

Si tratta in realtà di una variante della classica FALLACIA DI COMPOSIZIONE, che si verifica quando si cerchi di attribuire al tutto la qualità di una parte.

Es.: Gli appartamenti di quell'edificio sono piccoli. Quell'edificio ha tanti appartamenti. Quell'edificio è piccolo.

Mutatis mutandis, il debunker dice: i singoli capi di accusa sono deboli, quindi l’intera teoria del complotto non sta in piedi. In realtà si dimentica che esiste una cosa chiamata processo indiziario, nel quale invece tanti piccoli indizi, che da soli non basterebbero a condannare l’imputato, si trasformano spesso in una schiacciante dimostrazione di colpevolezza.

Ma il debunker più di così non può fare, e trova comunque molta gente che si accontenta di quel risultato.


ESEMPIO PRATICO

Vediamo ora la tecnica di SCOMPOSIZIONE/EQUALIZZAZIONE applicata ad uno dei casi più famosi della storia: l’omicidio Kennedy. Come noto, la caterva di incongruenze, contraddizioni e bugie vere e proprie, nella versione ufficiale del caso Kennedy è ormai stata sviscerata al punto da renderla insostenibile, ma è proprio in questi casi che si può vedere al meglio l’efficacia della tecnica del debunker.

Per semplicità, diciamo che l’impianto accusatorio contro la tesi ufficiale, che vuole Oswald come assassino unico, sia costituito da questi 3 elementi probanti:

a) Svariate testimonianze confermano che Oswald non fosse un bravo tiratore
b) Il fucile che ha usato era praticamente un pezzo di ferro con il manico
c) Dalla posizione da cui sparava Oswald era impossibile colpire James Tague (in seguito la spiegazione di questo fatto).

Si conclude quindi che molto difficilmente Oswald abbia ucciso Kennedy da solo.

A questo punto il debunker scalda le sue valvole, si mette all’opera, e ti risponde più o meno così:

"Prima di tutto, non è affatto vero che Oswald fosse un tiratore mediocre. C’è un sergente dei Marines che lo ha visto abbattere una quaglia in volo al primo colpo, da trecento metri di distanza."

A quel punto tu hai due possibilità, ma devi sapere che sei comunque fottuto:

Se dici “sarà stato un colpo di culo” sei fottuto perchè ti senti rispondere che nulla vieta che “il colpo di culo” si sia ripetuto anche a Dallas. (Ricordi l’ ”equalizzazione probabilistica?” Piano piano l’assurdo diventa improbabile, l’improbabile diventa possibile, il possibile diventa probabile, finchè ti ritrovi a stupirti perchè il fatto non si verifichi ogni santo giorno della settimana).

Se invece tu dici “E chi sarebbe ‘sto sergente, che ha visto Oswald abbattere la quaglia al volo?” ti senti rispondere dal debunker che il sergente è suo cugino. Tu educatamente chiedi di poter parlare con questo cugino, e ti viene risposto che non c’è nessun problema a farlo, ma che adesso è all’estero, e bisognerà aspettare che ritorni.

A quel punto tu credi di aver incastrato il debunker, e corri a festeggiare con gli amici dicendo: “Ah ah, voglio proprio vederlo, questo cugino che ci racconta come Oswald abbattesse le quaglie al volo!” E invece ti sei fottuto con le tue mani, perchè ti sei già dimenticato la regola numero 1, secondo la quale al debunker basta il nulla di fatto: lui non dovrà mai dimostrare nulla, gli basta inficiare in qualunque modo la TUA accusa. Sappi infatti che quel cugino non rientrerà MAI dal suo viaggio, perchè in questo modo sarà sempre possibile insinuare il dubbio che Oswald avesse una mira eccezionale, e questo basta al debunker per annullare in qualche modo la TUA accusa che fosse una schiappa col fucile.

Ricorda quindi sempre che il debunker combatte con finalità diverse dalle tue, per cui tu devi giocare una partita asimmetrica, nella quale quello che vale per te non vale necessariamente per lui, e viceversa.

Mentre sei lì che chiedi per l’ennesima volta, con tono sempre meno rilassato, “Insomma, quando cacchio torna ‘sto cugino?”, ti arriva la risposta al secondo elemento di accusa, ancora più sorprendente:

“E poi non è affatto vero che il Carcano fosse un ferrovecchio. Ci sono restauratori che ancora oggi vendono vecchi modelli di Carcano perfettamente funzionanti ed efficienti. Quarda qui, qui e qui”.

A quel punto tu cosa fai? Ti metti a chiedegli perchè mai Oswald avrebbe dovuto mettersi a cercare un “restauratore” di Carcano, sperando di trovarne uno “in perfetta efficienza”, quando con gli stessi soldi poteva tranquillamente comprarsi un Mauser ad alta precisione, che spacca il culo ai passeri senza nemmeno bisogno di farlo calibrare? E’ chiaro che di fronte a questa mossa del "restauratore" ti conviene rinunciare subito a quel capo di accusa, e concentrarti invece sul più solido e indistruttibile di tutti: la scheggia di James Tague.

Facciamo una breve parentesi per chi non conoscesse questo importante particolare del caso Kennedy, che QUI è analizzato nel dettaglio:

Mentre tutti pensano che il punto debole della versione ufficiale sia il cosiddetto “proiettile magico“, reso famoso dal film di Oliver Stone, quello è solo un clamoroso specchietto per allodole, tanto vistoso per il pubblico di bocca buona quanto inefficace in una reale discussione sul caso Kennedy. Puoi ridere finché vuoi delle mille deviazioni a cui sarebbe costretto il proiettile magico, infatti, ma non riuscirai mai a dimostrare in modo inconfutabile che non possa essere esistito. (Sempre per via della famosa “equalizzazione probabilistica”, che nel caso Kennedy ha fatto miracoli mai ripetuti fino ad oggi nella storia del debunking).

Il vero tallone d’Achille della versione ufficiale si trova invece - a mio parere - nel primo sparo, che deve essere andato a vuoto poiché un passante che si trovava sotto il cavalcavia, James Tague, rimase colpito al volto da una scheggia staccatasi dal marciapiede accanto a lui. E poiché sappiamo che il secondo e il terzo colpo andarono a segno (uno è il “magic bullett”, l’altro il colpo fatale alla testa), nessuno mette in dubbio il fatto che debba essere stato il primo colpo ad andare a vuoto.

Il primo colpo però – per una serie di calcoli che non stiamo a ripetere – deve essere stato sparato quando la limousine presidenziale si trovava ancora sotto la finestra di Oswald, e da quel punto

a) era praticamente impossibile mancare il bersaglio,
b) è ancora più impossibile spiegare come il proiettile abbia potuto subire una deviazione di almeno 40 gradi, necessaria per raggiungere la zona in cui si trovava Tague.

In altre parole, se stai sparando al televisore che hai davanti al naso, spiegami come fai a mancarlo, e a colpire nel frattempo tua zia che sta sulla porta alla tua destra che ti guarda.

Vediamo ora nel dettaglio le varie
FUNZIONI

DEVIAZIONE DAL SIGNIFICANTE: Avviene quando il debunker riesce a spostare l’attenzione dal vero oggetto della discussione ad uno meno influente, se non innocuo del tutto per l’imputato. A quel punto, se l’avversario abbocca, scatta la

SOPRAVVALUTAZIONE DELL’ININFLUENTE - In cui il fattore poco influente diventa pian piano di importanza capitale, nell’interesse esclusivo del debunker di far passare più tempo possibile. Dicesi anche “melina”, nelle quale il debunker è il massimo esperto universale.

Una forma particolarmente raffinata di DEVIAZIONE DAL SIGNIFICANTE è quella che contiene anche la PROMOZIONE DEL DEQUALIFICANTE. Avviene quando il debunker riesce ad introdurre nella deviazione un apparente aspetto penalizzante per l’accusato, riuscendo in questo modo a fugare ogni sospetto di trarre possibili vantaggi da quella deviazione.

E il caso della difesa aerea americana (NORAD), che si presta talmente volentieri alle critiche di “incompetenza” da suggerirle spesso lei stessa: “Eh, sì – dice con vistosa contrizione il generale del NORAD - in effetti siamo stati dei grandi pasticcioni quel giorno”. In questo modo non solo sposta l’attenzione dal vero problema (la complicità di alcuni suoi membri negli attentati), ma sembra anche subire la giusta “penitenza”, allontanando eventuali sospetti di trarre invece un buon vantaggio dalla sua autocritica.

Dinamica molto simile per la Chiesa di Roma, sempre disposta a riconoscere con grande contrizione il “peccato di alcuni suoi membri” (i preti pedofili), pur di allontanare l’attenzione dal fatto che Ratzinger non abbia mai abolito il documento che li proteggeva sistematicamente nelle loro scorribande proibite. (E’ il notorio Crimen Solicitationis, LINK documento che per oltre 20 anni Ratzinger avrebbe potuto abolire, e che invece ha mantenuto e implementato con tenacia sconcertante).

REGOLA PER INDIVIDUARE LA PROMOZIONE DEL DEQUALIFICANTE: Domandarsi se il tale individuo o istituzione abbiano normalmente l’abitudine di procedere a pubbliche autocritiche, arrivando in certi casi a proporle spontaneamente. In altre parole, vi risulta che il Pentagono o la Chiesa di Roma amino solitamente riconoscere i propri errori pubblicamente? Se la risposta è no, sappiate che molto probabilmente lo stanno facendo solo per coprirne uno peggiore.

PUBBLICIZZAZIONE DELL’EVIDENTE. Noto anche come trucco del “come potete vedere”, utilizzato dagli albori dell’umnanità da imbonitori e ciarlatani di mezzo mondo. Avviene quando il debunker citi delle prove apparentemente “evidenti”, che invece non esistono affatto, contando sulla fiducia che nel frattempo il pubblico ha imparato a riporre in lui.

REGOLA PER INDIVIDUARE la PUBBLICIZZAZIONE DELL’EVIDENTE. Un modo eccellente per rilevare questo tipo di atteggiamento è domandarsi come mai il debunker ami spendere intere pagine per raccontarci quanto lui sia informato, quanto sia uso a fare solo affermazioni verificate, e quanto disprezzi tutti coloro che invece procedono in modo superficiale e dilettantesco. (Voglio dire, la cosa dovrebbe essere implicita, e solo chi abbia una coda di paglia lunga un chilometro sente il bisogno di rassicurarti in quel senso).


AUTOTITOLATURA DELL'IGNORANTE - Altro paravento di cui il debunker ama spesso farsi scudo è il cosiddetto “metodo scientifico”, che solo lui sembra possedere, che solo lui sembra saper maneggiare, e che secondo lui lo distingue nettamente da tutti gli altri cialtroni che popolano la rete. Questo avviene anche, paradossalmente, quando il debunker sia il primo a non aver conseguito una sola laurea, e possa vantare al massimo un misero diploma di doganiere.

Proprio per questa sua insicurezza, il debunker ama ammantarsi di appellativi autoqualificanti, come ad esempio “cacciatore di bufale”, che serve anche ad allontanare eventuali sospetti di “bufalare” lui stesso il suo pubblico. Significativo in questo senso il caso del CICAP, che si è autoeletto addirittura a “verificatore delle affermazioni paranorali”, quando sono loro i primi a rifilare spiegazioni “paranormali” agli affezionati frequentatori.

D’altronde, ormai lo sappiamo: i repubblicani che si scagliano “contro l’immoralità di Washington” sono i primi a frequentare i festini gay; i ministri di giustizia di mezzo mondo sono i primi a violare le leggi per tornaconto personale; i cardinali che si riempiono la bocca di “pietà cristiana“ sono i primi a ignorare il pezzente che gli muore di fame davanti agli occhi; i medici che dicono di combattere il cancro contribuiscono per primi alla morte del paziente, ...

... mentre l’ultimo pirla senza credenziali viene trattato da tutti costoro come un appestato, se solo si prova a mettere in dubbio la loro autorità. Signore e signori, benvenuti nel mondo all’incontrario, dove quello che ce l’ha storto è l’unico che rischia di infilare il buco giusto.


VACCINAZIONE DEL GIUDICANTE: Avviene quando il debunker riveli volontariamente l’esistenza di un elemento particolarmente devastante nei suoi confronti, prima che il pubblico la scopra da solo. I più bravi cercano anche di invertire nel frattempo la valenza negativa di quell'elemento a sfavore del complottista.

Esempio: nel caso del Building 7, il debunker sa bene che esiste una serie di testimonianze che indicano in modo incontestabile come il crollo dell’edificio fosse stato previsto con molte ore di anticipo (rendendo quindi insostenibile la tesi del cedimento spontaneo: non solo non vi erano elementi per giustificarlo in quel momento, ma di certo non lo si sarebbe potuto prevedere con svariate ore di anticipo, visto che nessun edificio in acciaio al mondo era mai crollato prima a causa di un incendio. Li fanno in acciaio apposta per quello).

IGNORANZA DEL DEPONENTE: Nei casi estremi, quanto risulti impossibile “equalizzare” una testimoniaza particolarmente scomoda (quando cioè il debunker non riesca a trovare una sola spiegazione valida per un certo capo d’accusa), risolve con grande fermezza che sicuramente “il testimone si è sbagliato”.
Non importa se a udire le esplosioni durante i crolli delle Torri Gemelle siano state più di 40 persone. Se la loro testimonianza rischia di confermare la teoria del complotto, i testimoni che "si sbagliano" possono diventare anche 4.000: avranno udito tutti delle bombole del gas che scoppiavano, dei cassetti che cadevano, o delle porte che sbattevano, ma quelle semplicemente non erano esplosioni, perchè non potevano esserlo.

Talmente disperato è il ricorso all’ignoranza del deponente, che a volte il debunker ne fa uso quando non sia nemmeno possibile sostenerla. Prendiamo ad esempio il caso dei Ministro dei Trasporti Mineta, che durante la sua testimonianza denunciò involontariamente il fatto che Cheney fosse al corrente dell’aereo in avvicinamento su Washington (mentre la versione ufficiale sostiene che non ne sapesse più nulla da tempo).

In questo caso i debunker furono costretti a dire che Mineta “si sbagliava”, poichè non trovavano altre spiegazioni plausibili per quelle dichiarazioni palesemente incriminanti. Peccato che Mineta avesse deposto sotto giuramento, per cui sarebbe stato il primo a voler ritrattare una dichiarazione errata che incolpasse in modo così plateale il suo vicepresidente. Invece Mineta non l’ha mai corretta, e nessuno ha mai pensato di chiedergli di farlo. (Voglio dire, se tu vai davanti al giudice e per errore dichiari che io ho ucciso venti persone, come minimo ti chiedo di fargli sapere che ti sei sbagliato, no?)

Trattandosi di risorsa estrema, l’ignoranza del deponente è stata utilizzata in maniera autolesionistica anche in casi diversi dall’undici settembre. Nel caso Kennedy, ad esempio, vi sono almeno venti persone che dicono di aver visto un foro di circa 15 centimetri nella nuca del presidente ucciso (confermando quindi che il colpo mortale fu sparato dal davanti). Nonostante questo i debunklers del caso Kennedy (Federico Ferrero e Diego Verdegliglio i leader indiscussi, in Italia), sostengono che tutte queste persone si sarebbero semplicemente sbagliate, poiché “non erano medici patologi specializzati”. In altre parole, se tu non hai visto almeno 400 cadaveri nella tua vita, non sei in grado di distinguere un buco di 15 cm.- dal quale oltretutto “fuoriesce materia cerebrale in abbondanza”, come dissero molti dei testimoni - da un piccolo foro d’entrata nascosto fra i capelli, dove non riesci nemmeno ad infilare il dito mignolo.


Di solito il ricorso all’IGNORANZA DEL DEPONENTE indica che il debunker ha esaurito tutte le possibilità dialettiche a sua disposizione, e si prepara a dare fondo alla sua vera specialità, che è l’attacco diretto alla persona e alla credibilità dell’avversario. Il metodo preferito dal debunker in questo caso è la

UNIVERSALIZZAZIONE DEL PENALIZZANTE: Avviene quando il complottista commetta un errore, o presunto tale, che immediatamente il debunker metabolizza con voracità sorprendente, cercando di trasformarlo in prova definitiva, universale e irreversibile della più totale e completa malafede del suo avversario. E non soltanto.

Uno degli esempi più eclatanti è quello del professor Steven Jones, cattedra trentennale di Fisica all’Università dello Utah, e uno dei più noti scienziati ad aver accusato pubblicamente il governo americano di essere stato complice negli attentati dell’undici settembre.

Nell’ambito di una sua ricerca, il Prof. Jones pubblicò per sbaglio una fotografia di Ground Zero in cui alcune lampade dei soccorritori apparivano come pozze di metallo fuso, dando corpo alla tesi, da lui sostenuta, delle demolizioni controllate.

Fu proprio il sottoscritto a far notare l’errore al Prof. Jones, che lo corresse immediatamente. Ma ormai era tardi: i debunkers se ne erano appropriati con avidità sconcertante, e già lo presentavano ovunque – televisione compresa - come prova evidente della totale malafede di Steven Jones. Non contenti, i debunkers ne approfittavano per dire “lo vedete come lavorano i complottisti?”, cercando di allargare il discredito anche a tutti gli altri complottisti, passati presenti e futuri.

La meschinità del gesto, e l’evidente sproporzione fra il fatto e le conclusioni suggerite dai debunker, indicano in realtà lo stato di disperazione a cui si riesce a ridurre questi personaggi, se affrontati con la giusta dose di determinazione e preparazione.

Ricordiamo però che ormai siamo entrati nella “zona grigia”, dove nulla è più proibito al debunker che ormai sta lottando per la sua sopravvivenza.

E’ in queste circostanze che a volte il debunker è obbligato a ricorrere alle due sub-funzioni aggiuntive di cui abbiamo parlato in precedenza, la RFT e la SPF.

RFT sta per RAPPRESENTAZIONE DEL FINTO TONTO, e avviene quando il debunker, chiaramente messo in angolo, finge di non capire quello che è assolutamente evidente per chiunque altro. E quando l’avversario abbia la costanza di ripetergli il concetto finchè diventi impossibile eluderlo (molti si stancano prima, provocando il classico rumore - pam! pam! - delle palle che cascano secche sul pavimento), il debunker ricorre all’ultima possibilità che ancora gli rimane, la SPF.

L'acronimo sta per SINDROME DELLA PICCOLA FIAMMIFERAIA, nella quale il debunker si ricorda improvvisamente di un presunto torto subito in passato, che di colpo sembra ripresentarsi con dolori insopportabili, al punto da dover abbandonare temporaneamente il teatro di battaglia. (La SPF corrisponde all’opzione “buttati a terra ululando di dolore” che abbiamo descritto nel pannello di controllo di WINDOW 1.0).

Per illustrare meglio queste due sub-funzioni abbiamo scelto un esempio nel quale il debunker in questione – sempre il solito, purtroppo, ma è obiettivamente il più bravo di tutti - è riuscito ad attivare contemporaneamente ambedue le funzioni.

Si tratta del famoso “caso della portaerei”, nel quale Paolo Attivissimo fu accusato di aver abusato della fiduca dei suoi lettori, fingendo di aver scovato prove a supporto della sua tesi che non esistevano affatto. (Ne abbiamo già parlato sotto la funzione PUBBLICIZZAZIONE DELL’EVIDENTE).

Ebbene, pare che ultimamente il nostro abbia reagito ad un attacco particolarmente pressante, da parte di un altro complottista, dicendo (del sottoscritto):

"Una persona che non trova di meglio da fare che accanirsi contro di me perché a suo parere non ho indagato abbastanza pedantemente sulle origini di una barzelletta mi sembra decisamente a corto di argomenti migliori ma molto desideroso di rendersi ridicolo".

In questo modo ha dato uno splendido esempio di RFT (fingendo di non capire che il problema non è quello della “scarsa pedanteria”, ma dell’inganno intenzionale dei suoi lettori), e di SPF, spargendo per la rete un piagnucolio talmente penetrante da aver fatto piangere dozzine e dozzine di signore perbene.
Io stesso, lo confesso, non ho saputo trattenere una lacrimuccia.


CONCLUSIONE
Il percorso del debunker a difesa dello status quo è una specie di vortice, che inizia con spire ampie e maestose, eleganti e apparentemente disinteressate, per stringersi sempre di più in un gorgo scuro di aggressioni e scorrettezze, che aumentano di ferocia man mano che ci si avvicina al centro della spirale.

E' solo negli ultimi momenti che ci si gioca il tutto per tutto. Tutto quello che è avvenuto prima è stata solo una estenuante guerra di nervi, tesa a logorare l'avversario in vista dello scontro finale.

Chi ha avuto la forza di resistere fino a quel punto si trova ad un passo da una meritata vittoria contro l’impero della menzogna, ma chiunque decida di affrontare questo tipo di avventura deve prima accertarsi di essersi preparato al meglio per riuscire ad arrivare fino in fondo. Cedere in qualunque momento prima della fine significherà semplicemente aver sprecato tutte le energie per nulla.

Questo manuale può solo dare un piccolo aiuto in quella direzione, ma il resto deve mettercelo tutto chi voglia impegnarsi in questo genere di battaglia, con lo scopo ben preciso di ripulire al meglio la rete da questi professionisti della disinformazione.

Buone battaglie a tutti, debunkers compresi.

Massimo Mazzucco

Monday, March 30, 2009

Intervista radiofonica a Paolo Dorigo su Radio Base (by Zret)

http://straker-61.blogspot.com/2009/03/intervista-radiofonica-paolo-dorigo-su.html

Intervista radiofonica a Paolo Dorigo su Radio Base (by Zret)

Paolo Alvise Lorenzo Dorigo, militante ed intellettuale comunista, è nato a Venezia il 24 ottobre del 1959. Gli anni cruciali della sua vita, che lo hanno reso il simbolo della lotta contro le torture elettromagnetiche, sono quelli compresi tra il 1993 ed il 2006: infatti "in quel periodo fu incarcerato in seguito alla condanna per organizzazione di banda armata, attentato, rapina di autofinanziamento, porto e detenzione clandestini di armi da guerra, in relazione all’operazione firmata P.C.C.- B.R. (?) attuata contro la base di Aviano dell’U.S.A.F. il 2 settembre 1993. Il 4 gennaio 1996, per protesta, Dorigo si diede fuoco con 200 grammi di butano liquido. Fu operato al C.T.O. di Torino, seviziato per cinque giorni, operato in anestesia totale per sette ore e mezzo. Il 10 gennaio fu sottoposto ad un'operazione che durò due ore e un quarto e che vide l'installazione, a sua insaputa, di dispositivi atti a trasformarlo in una ‘radio umana’ inconsapevole". In seguito fu riconosciuta l’innocenza di Dorigo, ma dal 1996 egli è controllato e vessato attraverso strumenti tecnologici.

Non condividiamo i convincimenti materialisti di Dorigo: consideriamo l'ideologia comunista o, meglio, socialista (Socing…), almeno nella sue perverse realizzazioni storiche (ma sono le uniche), una delle numerose teste dell'Idra, insieme con le altre ideologie mondialiste, ambientalismo incluso. Sono dottrine create ed imposte dall'élite diabolica per calpestare, con il suo stivale chiodato, i popoli ed il pianeta. Tuttavia non possiamo esimerci né da una critica radicale ed implacabile del sistema né dalla solidarietà con Dorigo e con altre vittime di una violenza intrusiva perpetrata con armi tanto subdole quanto terribili.

Il progetto M.K. Ultra, la programmazione di candidati manciuriani, il controllo psicotronico sono realtà almeno sin dagli anni '50 del XX secolo, negli Stati Uniti, nell'ex Unione Sovietica ed altrove. Oggi la cronaca nera riferisce non di rado di omicidi apparentemente inspiegabili: tranquilli padri di famiglia ex abrupto massacrano la moglie ed i figli. Recentemente i media si sono soffermati su cani che hanno aggredito delle persone, a volte purtroppo con esito mortale. Tutto ciò - pensiamo - non è poi così lontano dall'atroce esperienza di Dorigo cui fu impiantato un corpo estraneo nell'orecchio interno. Oggi la tecnologia dei microprocessori ha conseguito una certa diffusione ed un tale livello di miniaturizzazione che è sufficiente l'impianto di un microchip in un cane per renderlo un animale mordace ed imprevedibile. E' sufficiente un'"innocua" vaccinazione o una distribuzione di nanosensori attraverso le scie chimiche per trasformare potenzialmente gli uomini in cavie da laboratorio. Non si può sottacere poi di tutti quegli strumenti che mirano ad una manipolazione mentale e psichica: televisione, psicofarmaci, onde elettromagnetiche di differente lunghezza e frequenza. Opporsi a questo condizionamento tentacolare, unguibus et rostris, è doveroso, possibile nonché segno di grandezza.

Proponiamo l'intervista rilasciata da Paolo Dorigo a Radio Base. La sua denuncia e la sua protesta contro i mostruosi apparati del potere non ci lascino indifferenti. Il file audio può anche essere scaricato da qui.




Sunday, March 29, 2009

Attenti al branzino automa


Sicuramente sarà già stato detto, ma non avendo presente dove, faccio la domanda: sul mare vengono rilasciate scie chimiche?

By Blogger frittomister, at 29 marzo, 2009 13:45

By Blogger Straker, at 29 marzo, 2009 13:51


Adesso faccio io una domanda al comandante: Perche' vengono rilasciate queste scie sul mare? Per inaridirlo oppure per condizionare i branzini con le nanomacchine e farli saltare sui pescherecci senza bisogno di calare le reti?

I casini di Cassinis

http://www.tankerenemy.com/2009/03/i-casini-di-cassinis.html

I casini di Cassinis

Sin dall'inizio TUTTO è stato studiato a tavolino (compresa la storiella dei cambiamenti climatici a causa del CO2) per coprire le operazioni di aersosol, nate nell'ambito delle attività di H.A.A.R.P. e proseguite (secondo programma) per gestire e controllare la popolazione (vedi "L'aeronautica ti vuole L.O.V."). Come già precisato diverse volte, la modificazione del clima è una necessità e non l'obiettivo principale. Le ultime analisi dei polimeri di ricaduta pervenuteci confermano che i polimeri (non certo le tele di ragno di Simone Angioni - C.I.C.A.P.) impiegati come vettori per metalli e nanostrutture intelligenti, sono stati concepiti per risultare il più possibile biocompatibili, in modo tale da venire assorbiti (via aria, cibo, acqua) dagli esseri viventi (cavie umane) senza manifestare eccessivi sintomi da rigetto per assunzione di corpi estranei (vedi il morbo di Morgellons).

Ci pare evidente che qui siamo di fronte ad un deliberato, scellerato inquinamento ambientale con scopi del tutto insani e che nulla hanno a che vedere con la protezione dai raggi del sole o amenità simili. Storielle che neanche il nostro bisnonno si sarebbe bevuto. Ma… a proposito di bisnonni, la guardia svizzera per eccellenza, il genio della bufala, l'ineffabile Paolo Attivissimo, non ancora soddisfatto delle miserabili figure collezionate raffazzonando insultanti post su post dedicati alle scie chimiche ed orientati, secondo i suo obiettivi (e di chi lo gestisce), a chiudere una volta per tutte la partita con il Comitato Nazionale Tanker Enemy, chiede aiuto ad un illustre ed anziano personaggio che, casualmente, pare avere rapporti di parentela con un noto "debunker", tale Riccardo Cassinis. L'"esperto" di turno è il Dott. Roberto Cassinis, professore, già ordinario di Geofisica, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Geologia. Pare che costui sia davvero poco super partes, in quanto, se svolgiamo una piccola ricerca, otteniamo questi risultati:

Prof. Roberto Cassinis, Direttore dell'Istituto di Geofisica della litosfera del C.N.R. - Milano, rappresentante C.N.R., Membro Comitato Scientifico OdisseoSpace - Le tecnologie satellitari al servizio dell’uomo - Geologia tecnica & ambientale - Journal of technical & environmental geology - Rivista trimestrale dell'Ordine Nazionale dei Geologi - Comitato scientifico: Roberto CASSINIS

http://www.odisseospace.it/

Collaborazioni con i seguenti enti:

Académie Nationale del l’Air et de l’Espace - Toulouse
AIF – Associazione per l’Insegnamento della Fisica – Sezione di Milano
AIPAS – Associazione Italiana PMI per l’Aerospazio - Roma
CARLO GAVAZZI SPACE – Milano
ECSL Italian National Point of Contact – CNR - Roma e Parigi
ESA – Div. Space Education – Paris
ICOS – Istituto per la Comunicazione Scientifica - Milano
LYCEUM - Associazione Culturale per la Formazione e l'Aggiornamento – Milano
OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI BRERA – Milano
POLITECNICO DI MILANO – Cattedra di Logistica – Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale
Studio Legale Corabi - Milano
Université de Toulouse 1 – IEID – Institut d’Etudes Internationales et de Développement
VSSD - Virtual Space Sciences Department


Davvero disinteressata l'opinione di questo insigne luminare!


Ma ecco che cosa scrive Roberto Cassinis sul blog di Attivissimo dedicato alle scie chimiche - La bufala delle scie chimiche - Fatti e spiegazioni scientifiche del presunto (sic) complotto delle scie degli aeroplani


Roberto Cassinis:

"
Leggende e stregonerie si diffondono facilmente anche in questi ambienti come si può constatare esplorando il più moderno e globale mezzo di informazione, la “rete” informatica. Molte delle falsità raccolte vengono diffuse ad arte, per arrecare danni economici e morali a persone o ad organizzazioni. Altre (poche) sono costruite in buona fede da creduloni o da ignoranti. Qualche vecchio milanese ricorderà forse ancora “il Paneroni” che negli anni del dopoguerra teneva comizi in piazza del Duomo sostenendo che Galileo aveva sbagliato: era il Sole a girare intorno alla Terra.

Le fandonie messe in circolazione trovano fertile terreno anche presso un pubblico “informato”; la causa è, spesso, la corta memoria di molti: ci si meraviglia di fatti e fenomeni noti e già spiegati dalle generazioni precedenti, poi, magari, dimenticati dagli stessi soggetti che li avevano vissuti da giovani.

Una delle tante fandonie moderne

Per esempio, si è diffusa la voce che le scie bianche (condensation trails) lasciate dagli aerei che attraversano il cielo non siano dovute ad un fenomeno naturale ma al rilascio deliberato di sostanze chimiche che avrebbero lo scopo di dissolvere le nuvole oppure obiettivi “militari” non specificati (per es. la diffusione di epidemie). A queste fantasticherie si aggiunge che si tratta di un fenomeno nuovo che ha avuto inizio solo pochi anni fa, senz’altro non prima della seconda metà del secolo scorso.

Effettivamente, di strisce bianche in cielo oggi se ne vedono molte di più di qualche anno fa per la semplice ragione che il traffico aereo è in continuo aumento
".

Quest'ultima affermazione non incanta più nessuno, poiché va in netto contrasto con i dati ufficiali:

"(WAPA) - Nel 2009, la crisi economica farà diminuire il traffico aereo in Europa del 5%. A dirlo è una previsione a breve termine di Eurocontrol, l'organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea. Nei prossimi 12 mesi, un calo del numero dei voli sarà una costante per il vecchio continente, con Paesi come Francia, Italia, Spagna, Germania e Svezia che saranno particolarmente colpiti.

In base alle previsioni, il declino nel traffico colpirà tutti i settori. Perfino le compagnie low-cost non saranno immuni dalla crisi, visto che a novembre 2008 hanno registrato il primo cedimento in 15 anni di attività ed a febbraio di quest'anno hanno volato per il 5% in meno rispetto allo stesso mese del 2008 (calcolato come se non fosse un mese bisestile). Calo ancora maggiore il traffico business, sceso del 21%. La debolezza del traffico transatlantico ha annullato i benefici del trattato dei "Cieli aperti" tra Stati Uniti e Unione europea, firmato la primavera scorsa.

La crisi economica sta affliggendo il traffico aereo su tre fronti: minor produzione e minori guadagni significano minori merci da trasportare e minor domanda di viaggi aerei; in secondo luogo, le difficoltà di accedere ai crediti hanno ostacolato le ristrutturazioni e gli investimenti delle compagnie e hanno contribuito alla loro bancarotta; e infine, i recenti flussi migratori all'interno dell'Europa, che portarono a un aumento della domanda di trasporti aerei, ora sembrano controtendenza". (Grazie a bedevan per la segnalazione)

"
Gli spettacoli degli anni 1943-44

Chi scrive conserva il ricordo incancellabile di spettacoli grandiosi “goduti” gratuitamente nel Mediterraneo 65 o 66 anni fa. Il luogo di osservazione era una piattaforma molto mobile, alla superficie di un mare spesso imbronciato e movimentato da onde corte con creste schiumeggianti
". [...].

Qui ci sembra di leggere il romantico Massimo Santacroce. Mancano i violini e poi siamo al completo.

Ci pare anche di leggere le farneticazioni di un esponente del C.I.C.A.P. (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Uno a caso? Steno Ferluga, ad esempio, ma anche lo stesso Paolo Attivissimo o l'esimio
Paolo Toselli si sarebbero espressi nello stesso modo stereotipato. E' proprio il caso di ribadire che costoro sono davvero un fenomeno paranormale sul quale si deve studiare!

"E poi, ogni tanto, un altro spettacolo: sopra di noi, in cielo, fasci di innumerevoli scie bianche che ci sorvolavano. Gli aerei che le producevano erano appena visibili per quanto fossero dei grossi B17 (fortezze volanti) o dei B24 (“Liberator”) [...]

Appare subito evidente una contraddizione: secondo l'astronomo Gianni Comoretto, infatti, un aereo è distinguibile già da 30.000 metri di quota, ma, secondo Roberto Cassinis, riesumato parente del già noto disinformatore Riccardo Cassinis (nonnob), esperto di nanorobotica wireless, i B-17 erano appena visibili. Mettetevi d'accordo! Inoltre il B-17 ed il B-24 erano velivoli che superavano di poco i 30 metri di apertura alare. Erano quindi paragonabili ad un moderno A320. E' impossibile dunque avvistarli a quote così elevate, se già risultano "piccoli" quando volano al di sotto dei cumuli e quindi a quote di molto inferiori agli ottomila. Insomma, mentre Gianni Comoretto ostenta la "S" di Superman sul petto, Cassinis lo contraddice clamorosamente.

Inoltre il B-24 aveva una quota di tangenza pari ad 8.500 metri, mentre il B-17 arrivava al massimo a 10.900 metri di altitudine. Come già altre volte spiegato, queste fortezze volanti non erano in grado, a pieno carico, di arrivare a quote idonee alla formazione di contrails, in quanto la rarefazione dell'aria e la perdita di efficienza dei motori avrebbero fortemente ridotto l'autonomia di volo e quindi per lo meno compromesso il rientro alla base di partenza.

Il B-17 nasce a seguito di una specifica richiesta dell'8 agosto 1935 da parte dell'American Army Air Corps per un bombardiere capace di raggiungere i 400 km/h, con un'autonomia di 3.200 km e con una quota operativa di 3.000 metri.

Il modello 299 (Boeing B-29 Superfortress) ulteriormente sviluppato e rinominato YB17 era molto più potente e poteva volare ad una quota molto maggiore, ma l'American Army Air Corps ne possedeva solo trenta. Non fu pienamente operativo prima del 1945. Nel 1941 20 B-17 furono spediti in Inghilterra ma non dimostrarono grandi doti: il primo in volo sull'Inghilterra precipitò, durante la prima missione, le mitragliatrici si ghiacciarono e le bombe furono sganciate fuori obiettivo.

Per ovviare a questi problemi gli inglesi aumentarono la corazza e l'armamento riducendo la quota operativa.

Viene da chiedersi, alla luce di questi dettagli, come il Cassinis sia stato in grado di veder volare dei B-17 o qualunque altro velivolo, oltre gli 8.000 metri.

A pagina undici di un vecchio testo "La fisica della particelle" di Kenneth W. Ford (versione originale 1965, quinta versione del 1980, Arnoldo Mondadori Editore, Milano) si legge: "Quando un aereo a reazione passa alto nel cielo, si forma sulla sua scia una nube di cristalli di ghiaccio chiaramente visibile, anche se non è possibile scorgere l'apparecchio".

"Non ci facevamo tante domande sulla natura delle scie: ci sembrava logico che alla quota di crociera di quegli aerei (8.000-10.000 m) avvenisse la condensazione del vapor d’acqua contenuto nei gas di scarico dei motori (in quel caso si trattava di motori a pistoni, ma lo stesso fenomeno si verifica per gli aerei a reazione); la condensazione avviene in misura così notevole perché a quella quota la temperatura esterna è dell’ordine di – 40°C". [...]

Quota di crociera (quota operativa) e quota di tangenza non sono la medesima cosa e, come abbiamo visto, la quota operativa del B-17 era di molto inferiore agli 8.000 metri!

Si noti inoltre che per il Cassinis ora è sufficiente l'umidità prodotta dai motori, affinché si formi una scia di condensa ed in atmosfera, secondo questo "luminare", non è necessario che vi sia presenza di umidità relativa. La fisica è cambiata!

"Ricordo che allora le cabine degli aerei non erano pressurizzate e che l’equipaggio indossava tute riscaldate con erogatori di ossigeno".

Il problema non era soltanto il raggio d'azione, ma anche la mancanza di pressurizzazione. Inoltre la presenza di spifferi d'aria gelida obbligava l'equipaggio a vestirsi con ingombranti abiti invernali e non tute riscaldate! Anche le mitragliatrici rischiavano di ghiacciare.

Vogliamo ipotizzare che il Cassinis avesse una ventina d'anni a quell'epoca? Ebbene, come poteva essere così ben informato su certi aspetti tecnici? Lo aveva letto su Wikipedia?

Dobbiamo inoltre evidenziare la mistificazione operata dall'inclito geofisico. Egli sostiene, nel suo discorso mieloso e fuorviante, che secondo i ricercatori indipendenti (da lui definiti creduloni ed ignoranti), prima della metà degli anni '90, le scie di condensazione non esistevano. Veramente ripetiamo che sono le chemtrails ad essere manifestazione recente (salvo alcune eccezioni), mentre le scie di condensa sono, per quanto assai infrequenti, un fenomeno risalente alla prima metà degli anni '40. Non è un caso se il termine contrails fu coniato nel 1945. Sarebbe dunque interessante capire come sia possibile che il Cassinis conoscesse così bene il fenomeno delle "condensation trails" già nel 1943, se la parola "contrail" fu coniata solo due anni dopo, ovvero nel 1945 (Vedi Etymonline sotto la voce inerente).

Vediamo ora cosa possiamo leggere su un testo cartaceo del 2006:

"L’immissione in atmosfera dei gas di scarico degli aerei, ricchi di nuclei di condensazione e di vapore acqueo, determina la sovrassaturazione del vapore acqueo e, quindi, la formazione di scie. Le scie di condensazione si formano ad altezze in cui la temperatura dell’aria è molto bassa (inferiore a -40 °C), con umidità relativa almeno del 60%. Le scie possono essere più o meno durare nel tempo, a seconda della stabilità dell’aria e della quantità di vapore presente."

[Girolamo Sansosti & Alfio Giuffrida - Manuale di meteorologia, Una guida alla comprensione dei fenomeni atmosferici e climatici in
collaborazione con l'UAI (Unione Astrofili Italiani) - Gremese Editore – 2006 – pag 86]

Il Cassinis dimentica, guarda caso, il fattore umidità ambientale, volendo far credere che sia sufficiente la sola umidità prodotta dai gas di scarico dei motori affinché si formino le scie di condensa e non dimentichiamo che a quote elevate l’umidità relativa è prossima allo zero per cento. Chi è il truffatore?

"La mia testimonianza sembra “tagliare la testa al toro”. Le scie esistono fin da quando gli aerei hanno raggiunto quote di circa 8000 m. Ma io sono vecchio e ormai di testimoni delle “contrail” di allora ne sono rimasti ben pochi. E poi le testimonianze non bastano per convincere i creduloni. Posso ricordare che, secondo molte signore appartenenti alla buona società, le magie di Vanna Marchi valevano sacchi d’oro?".

Dottor Cassinis, non le pare che questo suo improvvido intervento abbia aggravato i casini già creati dai suoi collaboratorii? La vediamo molto grama per i disinformatori.




Riccardo Cassinis a suo padre:

"Babbo, vedi tu se ci puoi mettere una toppa. Mi ha detto topone (Paolo Attivissimo per gli amici) che c'è bisogno di una voce autorevole, perché qui si boccheggia. Gli insulti, le minacce, il discredito, non hanno sortito effetto alcuno. Straker non vuole ritirarsi! Mettici tu una toppa. Inventati qualcosa. Scrivi che le scie (di condensa eh!) te le ricordi da quando ancora prendevi il latte da nonna Maria. Mi ha detto topone che ti dà carta bianca, basta che ci metti una toppa, che qui la barca rischia di affondare ed i militari stanno rompendo i c... che vogliono dei risultati, che quel rompi... di Straker ha davvero stancato.

Allora, babbo, ci stai?"

E papà Roberto, tra un'imprecazione e l'altra (lui si voleva godere la pensione supermilionaria in santa pace), accetta e così, facendosi aiutare da un paio di ex suoi allievi (il fioba ed hanmar), scrive un paio di balle infarcite di poesia da uomo vissuto, saggio ed anziano. Et volià, l'articolo per Paolo Attivissimo è pronto. Brindisi con champagne e cena di gruppo per festeggiare il lieto evento.




posted by Straker