Tuesday, March 31, 2009

Io non voglio vedere (articolo di Corrado Penna)

La stessa fuffa di Penna con qualche foto di Straker.

http://www.tankerenemy.com/2009/03/io-non-voglio-vedere-articolo-di.html

Io non voglio vedere (articolo di Corrado Penna)

Pubblichiamo un acuto articolo del fisico Corrado Penna: è un'analisi delle reazioni dei cittadini (o sudditi?) medi di fronte all'agghiacciante realtà delle scie chimiche che si rivelano, in questo modo, un formidabile strumento di indagine psicologica e sociologica.

Le disquisizioni sui
parametri fisici necessari alla creazione di una scia di condensa, di fronte allo scempio quotidiano dei nostri cieli, ormai non hanno quasi più senso. Forse possono essere utili per chi vive in quelle regioni o in quei paesi in cui l'irrorazione è ancora a bassi livelli, ma adesso qui in Italia (almeno al Centro, al Nord, in Sardegna) la situazione è realmente degenerata, con giorni sempre più frequenti di copertura/schermatura totale del cielo per opera di scie che fuoriescono dagli aerei. Le scie chimiche non sono più un fenomeno al quale si può credere o non credere, ma del quale ci si può avvedere o non avvedere: la distinzione ormai passa solo tra chi le vuole vedere e chi non le vuole vedere, tra chi osserva con costanza il cielo e chi al cielo volge sguardi distratti ed infrequenti.

Se anche qualcuno pensasse che si tratti di normali voli civili, dovrebbe quanto meno insorgere indignato contro il traffico aereo e chiederne una sospensione o un ridimensionamento, visto che non arriva più il sole alle coltivazioni di cui ci dovremmo nutrire. E invece niente: chi non osa parlare di scie chimiche non si indigna nemmeno di fronte ad uno dei furti più orribili che vengono perpetrati all'umanità ed alla biosfera tutta: quello della benefica luce solare.

Per quanto sia utile quindi dimostrare che quelle che vediamo nel cielo (tranne casi rarissimi) sono scie chimiche e non condensa di vapore acqueo, ormai le leggi della fisica ed i dati oggettivi servono a ben poco di fronte alla granitica determinazione della maggior parte della gente a non guardare in faccia la triste realtà. Basta osservare il cielo (che sempre più di frequente passa dall'azzurro al bianco, in seguito all'incrocio di decine e decine di scie) per accorgersi con orrore che ci hanno sottratto la luce del sole; basta contare il numero degli aerei che incrociano davanti alla nostra finestra per scoprire che, in certi giorni, l'assenza di ogni tipo di volo (tranne quei tre o quattro tre voli civili che per davvero passano sopra di noi decollando o atterrando all'aeroporto più vicino) riporta il cielo al colore azzurro di un tempo (o quasi).

Per rendersi conto delle scie chimiche, basta osservare il cielo e contare fino a cento, verificando l'irregolarità assoluta delle frequenze di voli tra un giorno e l'altro nonché l'assurda impennata dei voli notturni, la cui quota ridicolmente bassa è dimostrata dal potente rombo che giunge alle nostre orecchie. Per non parlare dei veri e propri "raid" compiuti da formazioni di aerei con scia al seguito (avete mai preso un aereo che volasse affiancato ad uno a due altri velivoli?)

È quindi impossibile trovare qualcuno che in seguito ad una discussione e ad una osservazione del cielo, non si renda conto dell’esistenza delle scie chimiche, anche se ho incontrato diverse persone che preferiscono non vederle, fare finta di niente, dimenticarle o fare voli pindarici con la fantasia per inventarsi un’operazione segreta a fin di bene.

In effetti, una delle prime persone a cui ho spiegato quello che stava avvenendo in cielo non ha potuto negare il fenomeno, ma, dopo avere letto il materiale che gli avevo fornito, guardato i video ed osservato il cielo, ci ha riflettuto su ed ha deciso che un “buon motivo per farlo ci deve pur essere: non potranno mica farlo solo per avvelenarci”. E così si è tolto un peso dalla coscienza, ha potuto continuare a ridere e scherzare, seguire le partite di calcio e pensare al suo tran-tran quotidiano, fatto di famiglia e lavoro, come se niente fosse. Quello che aveva intravisto era troppo orribile perché ci potesse credere: era qualcosa che poteva minare tutte le sue convinzioni personali, distruggere la visione del mondo che aveva fatta propria. Inoltre la presa di coscienza lo avrebbe dovuto portare a combattere, ad ingaggiare una lotta contro un potere spaventoso.

E' molto più semplice fabbricarsi da soli una menzogna a dir poco ridicola (avete mai visto un governo che fa qualcosa per il bene del popolo e lo nasconde persino? non stiamo parlando qui delle piccole bugie che i genitori a volte raccontano ai propri bambini a fin di bene!) che rischiare di intraprendere un cammino di presa di coscienza psicologicamente doloroso, salvo poi ritrovarsi nel giro di qualche anno a sperimentare un dolore ancora più atroce, dovuto a qualche terribile malattia o ad un'altra sciagura che potrebbe abbattersi sulla propria famiglia.

Insegna, infatti, il sociologo della scienza D. Bloor, autore dell’ottimo libro La dimensione sociale della conoscenza (Raffaello Cortina editore, 1994), che gli uomini, di fronte alla scoperta di dati che contraddicono la propria visione del mondo, sono pronti ad inventarsi le più assurde ed illogiche giustificazioni affinché i nuovi dati rientrino all’interno dei loro schemi mentali. Se poi si tratta di schemi socialmente condivisi, il conformismo del singolo arriva a livelli di fideismo religioso, e la “realtà” che egli vede è poco più che il riflesso di un insieme di pregiudizi condivisi ( Si legga anche il lavoro dei due sociologi della scienza P.L. Berger e T. Luckman La realtà come costruzione sociale, Il mulino, Bologna, 1969).

Ritornando alle scie chimiche, non potrò mai scordare il comportamento di quella persona che quando le ho detto “guarda questo video” si è rifiutato di guardarlo e, quando le ho detto “guarda questo cielo”, si è rifiutato di affacciarsi alla finestra, per poi sentenziare (all'interno di una stanza, lontano dalla finestra) che “le scie chimiche non esistono, perché non potrebbero avvelenarci con un’azione così evidente agli occhi di tutti”. Insomma, secondo costui, un dato dell’esperienza (che preferisce in ogni caso non acquisire) si potrebbe cancellare con uno pseudo-ragionamento che, se fosse corretto, porterebbe a cancellare persino delle evidenze storiche.

Molte alte persone informate da me si sono rese conto del fenomeno: hanno capito che non si tratta assolutamente di scie di condensa di vapore acqueo, si sono informate, hanno compreso che vengono rilasciati prodotti velenosi, ma … ,dopo un po' di tempo, non ne hanno più voluto parlare, preferendo discutere di musica, di sport o della falsa contrapposizione politica tra un centro-destra ed un centro-sinistra che, da diversi anni, portano avanti di comune accordo l'irrorazione chimico-biologica contro la popolazione civile.

In questo caso, il blocco psicologico ha funzionato ad un livello leggermente più alto, ma ha funzionato lo stesso. Non potendo negare l’evidenza dei fatti, queste persone hanno preferito non pensarci troppo, non impegnarsi a rivedere i propri schemi di interpretazione della realtà, non impegnarsi in una lotta in prima persona contro questa terribile violenza.

Molti, non potendo negare le scie chimiche, piuttosto che impegnarsi nella denuncia e nella divulgazione del fenomeno, preferiscono rifugiarsi nella meditazione o nella preghiera: non hanno il coraggio nemmeno di parlarne coi propri colleghi di lavoro. A una di queste persone, ho cercato di spiegare che la presenza delle scie chimiche comporta l’esistenza di una rete cospirativa globale a monte di esse e quindi l’esistenza di una struttura organicamente malvagia; il risultato è stato che quella persona, invece che affrontare serenamente la discussione, si è arrabbiata. Insomma, ammettere l’esistenza delle scie chimiche va bene (in fondo inquinano tutte le produzioni industriali e tutti i mezzi di trasporto), ma ammettere che il governo sia schierato apertamente contro il cittadino arreca un fastidio psicologico così grande che quasi nessuno è disposto a sopportarlo.

Ma la maggior parte dei cittadini che ho informato sulle scie chimiche hanno preferito evitare la discussione o, meglio, hanno iniziato a discutere cercando di accampare scuse patetiche (“non ho visto niente di strano nel cielo”), poi quando ho fatto loro sbattere gli occhi contro la realtà (portandoli accanto ad un finestra) e ho fornito loro alcuni documenti da leggere, si sono rifugiati nel silenzio: hanno evitato l’argomento, sperando forse che il velenoso problema scomparisse miracolosamente, non appena avessero smesso di preoccuparsene.

Qualcuno è stato più sincero, dicendomi apertamente prima di una riunione sindacale: “non ci parlerai ancora di quelle cose terribili delle scie”? Almeno è stato sincero, ammettendo che l’incapacità di difendere sé stessi e le proprie famiglie è dettata da una forma di paura comprensibile, ma in fondo irrazionale.

La cosa triste è che molte di queste persone poi inneggiano ai valori della lotta partigiana ed organizzano convegni per commemorare l’olocausto: si renderanno conto in cuor loro del loro atteggiamento contraddittorio e pusillanime? A che serve tenere viva la memoria di chi ha lottato per la libertà, mettendo a repentaglio la propria vita, se non si ha il coraggio di denunciare (nemmeno a parole) il peggiore dei mali dell’epoca moderna? È facile e comodo denunciare quello che ha compiuto un regime ormai annientato 50 anni fa; non lo è altrettanto denunciare quello che perpetra impunemente il regime attuale.

Chiudo questa rassegna riportando le parole illuminanti di qualcuno con cui ho provato a dialogare per alcuni mesi, una persona che non riusciva a negare che le scie spesso coprissero il sole né che a volte seguissero traiettorie curve né altre stranezze, senza per questo decidersi ad ammettere la realtà delle scie chimiche. Le parole non sono testuali, mai senso è rimasto immutato:

“Magari hai ragione, sono scie velenose, ma non vale la pena angosciarsi così tanto, meglio vivere la propria vita al meglio e godersela finché si può; a lottare inutilmente ci si fa il sangue amaro e ci si rovina la vita.”

Similmente altri cittadini sollecitate da me a divulgare le informazioni ricevute, mi hanno invitato a vivere la vita al meglio senza pensare troppo alle cose negative: “Cosa ci vuoi fare? Gli uomini sono stupidi e non capiscono nemmeno che i governi li fregano quotidianamente, la razza umana fa schifo e forse si merita persino il quasi totale annientamento; magari, dopo un disastro epocale, per chi sopravviverà, ci sarà la possibilità di ricominciare da zero”.

Amen

A questo punto sorge un dubbio: questi atteggiamenti mentali dipendono solo dal disagio psicologico che impedisce alla gente di rendersi conto di quello che succede e reagire di conseguenza? Sicuramente accettare l'esistenza delle scie chimiche significa anche accettare l'esistenza di un'organizzatissima ed efficientissima trama cospirativa (la cui esistenza è indispensabile per mantenere la cappa di silenzio su tale operazione, impedendo fughe di notizie da parte di piloti, assistenti di voli, hostess, meteorologi, giornalisti, funzionari dell'A.R.P.A., autorità sanitarie ...) e quindi a cambiare radicalmente la nostra interpretazione del mondo che ci circonda.

Ma quanto esposto credo sia anche il segno dell'uso di sistemi di manipolazione mentale, dai nanosensori dispersi con le stesse scie chimiche all'uso di particolari frequenze elettromagnetiche.


Leggi qui l'articolo sul blog "la scienza marcia e la menzogna globale".





posted by Straker

33 comments:

  1. Già da tempo seguo con interesse (o meglio con divertimento) il discorso sulle scie(?) chimiche.

    Io vivo nel nord Italia e osservo il cielo come appassionato di astronomia da ben 35 anni!

    Ho notato cambiamenti in cielo in tutti questi anni? No, direi proprio di no. E dire che lo osservo davvero spesso, non sono uno di quelli che come dicono certe persone semplicemente non vogliono guardare in alto.

    Certo io potrei vivere in una zona protetta (perché le scie non vengono mica spostate dal vento in tutte le zone no? Alcuni posti vengono sicuramente tenuti al riparo da campi haarporgonici ;) )

    Le spiegazioni cha forniscono poi sono sempre più simili a delle barzellette...
    Per fortuna che ci sono loro a farci ridere!
    E per fortuna che ci siete Voi a fare vedere alla gente con un po' di cervello tutte le castronerie che i due frattellini (ma purtroppo non solo loro) propinano a quelli che li stanno ad ascoltare!

    Carlo

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  2. Benvenuto Mascal,

    torna a trovarci e commenta liberamente (che qui si puo'...)

    Ciao

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  3. Scusate, una piccola precisazione... Il cielo lo osservo da quando ero molto piccolo, ma ovviamente ho cominciato a capirci qualcosa un po' dopo i 4 anni! Lo dico prima che "qualcuno" sfrutti i miei dati anagrafici per dire che sparo cavolate, non si sa mai.

    P.s.Primo??! Io questo onore?? Sono commosso... :.)

    P.p.s.Grazie eSSSe! Torno tutti i giorni, è meglio (MOLTO meglio) del grande bord..oops volevo dire fratello.

    Carlo

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  4. Ma quanto scrivono? kilometri di post senza senso, arrivi alla fine e non capisci dove vuole arrivare

    Cosa significa la freccia che indica il gabbiano?
    vuole dimostrare l'aereo si trova a quota gabbiano?
    ma allora quanto è grosso il gabbiano?

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  5. corrado ha detto:

    A questo punto sorge un dubbio: questi atteggiamenti mentali dipendono solo dal disagio psicologico che impedisce alla gente di rendersi conto di quello che succede e reagire di conseguenza?


    beh, a dire il vero è un pò che la gente (e non solo i cosiddetti debunker) vi sta dicendo che soffrite di un disagio psicologico corrado, ma ciò che vi impedisce di prenderne atto è dovuto a una neanche troppo rara, ma quanto mai acuta forma di gonfiaggine che produce infine un imbarazzante meteorismo intellettuale.

    fatti controllare se i peti iniziano ad essere troppo frequenti.

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  6. Il fisico Corrado Penna ho la vaga impressione che sia peggio di quell'ingegnere aeronautico (Fenu?)che si è volatilizzato.

    Con i suoi scritti Corradino (che purtroppo non riesco a leggere integralmente perché ripetitivi e pieni di affermazioni senza senso) dimostra due cose:

    1/ non ha la più pallida idea di che cosa sia la fisica

    2/ non ha mai neanche letto una definizione di "psicologia" - forse per lui è un cibo, oppure un luogo, bohhh!

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  7. Non è il gabbiano grosso, sono gli aerei piccoli..

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  8. quel gabbiano è un po' più grande dell'aereo ma se posizioniamo quel gabbiano sulla luna, è più grande della luna stessa!

    Ecco cosa voleva dire.

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  9. DEFINIZIONE

    gabbiano: s.m., pl: -i, 1) culo con le sbarre

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  10. Dopo "The cumulus proof" ci sta "The seagull proof"
    La scia infatti, come noterete, passa al di sotto del gabbiano (chimico?)

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  11. Nico said...
    ...sono gli aerei piccoli..


    Come ci sono le nanomacchine ci saranno i nanoaerei, le nanonavi, le nanobiciclette e gli altri nanomezzi di nanotrasporto.

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  12. il gabbiano in mezzo agli scioni è stupendo. LOL :)

    Non so voi, ma io preferisco gli articoli (del Penna) sui bagni derivativi o sull'urinoterapia. :)

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  13. Tsk... dilettanti. E dire che le prove dell'utilizzo degli uccelli in questa lotta esistevano gia`: http://tinyurl.com/uccelli

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  14. Io Corrado penna non voglio vedere che non sono capace di fare i conti, questa è la realtà non la fuffa di sterker

    Mikhail Lanart-Hastur

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  15. Chiudo questa rassegna riportando le parole illuminanti di qualcuno con cui ho provato a dialogare per alcuni mesi, una persona che non riusciva a negare che le scie spesso coprissero il sole né che a volte seguissero traiettorie curve né altre stranezze, senza per questo decidersi ad ammettere la realtà delle scie chimiche. Le parole non sono testuali, mai senso è rimasto immutato:

    “Magari hai ragione, sono scie velenose, ma non vale la pena angosciarsi così tanto, meglio vivere la propria vita al meglio e godersela finché si può; a lottare inutilmente ci si fa il sangue amaro e ci si rovina la vita.”


    Secondo me la persona pensava "Ti stai facendo troppe canne, ma ho un po' paura a dirtelo in faccia. Ora ti dico che hai ragione così stai buono e me ne posso andare al bar"

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  16. Nico vuoi forse dire che certi matti sono pericolosi ed è meglio dar loro ragione, così smettono di rompere?

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  17. @vale56

    Mia nonna buonanima diceva sempre "Ai mati bisogna darghe rason, se no i deventa ancora pì mati"


    Comunque ragazzi siete proprio ignoranti, non avete capito che quello della foto non è un gabbiano!
    E' il ROV di cui si parla nelle Mille e una notte, capace di volare reggendo tra gli artigli un elefante.

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  18. vale56,
    no, assolutamente. Lungi da me dare questo tipo di giudizi.

    Volevo solo far vedere che ci possono essere più motivi per dire quelle cose e non solo perchè lui "avrebbe ragione".

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  19. Vale56: quoto in pieno!
    Nico: hai assolutamente ragione ;-)
    Madscientist: confermo!

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  20. sinceramente trovo che sia diventato estremamente noioso seguire le elucubrazioni di queste persone.
    Secondo me i seguaci si limitano a leggere i titoli dei post.

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  21. Terenzio hehehe si credo proprio di si... azz l'NWO non mi paga abbastanza per cavarmi gli occhi li sopra.

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  22. A proposito della foto col gabbiano.

    straker:
    E' inutile che ti faccia notare che quel gabbiano è più basso dell'aereo, ma se quell'aereo fosse davvero ai vostri agognati 12000 metri, dovrebbe risultare infinitamente più piccolo. Oppure il gabbiano dovrebbe apparire molto più grande e ciò sarebbe indice di un fattore di zoom elevato. Ne convieni? Così non è, come evidente. Ma tu ed i tuoi compari siete troppo idioti per arrivare ad elaborare un ragionamento così semplice. Oppure ci siete arrivati (con grande sforzo), ma non vi conviene ammetterlo?

    Auguri Rosario, auguri.

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  23. stringdome_2005 (uno dei simpatici utenti con profilo blogger non disponibile):

    ACCENDI L’INTELLIGENZA SPEGNI SUPERQUARK.

    Campagna per una TV e una rete migliore e più pulita.

    La TV si sa, bisognerebbe tenerla rigorosamente spenta!! Ma se proprio non potete fare a meno di vederla (almeno una volta ogni tanto), vi invito tutti a fare quanto segue: ogni volta che sul video compare un infausto membro (membro in tutti i sensi) dell’altrettanto infausta famiglia Angela (Piero o Alberto che sia), siete tutti cordialmente pregati di cambiare canale IMMEDIATAMENTE. La famiglia Angela rappresenta il peggio del peggio elevato all’ennesima potenza. La quintessenza dell’idiozia. Questi due esseri semplicemente spregevoli...



    «Accendere l'intelligenza», ecco, per accenderla bisogna prima trovare l'interruttorre. Non è sempre così facile, impegnati, insisti, prima o dopo ci riuscirai.

    Oppure... non è che tu sei uno di quei fuffari che ha bisogno che la gente resti lontana da persone come Piero Angela, altrimenti non riescono più a vendere la propria mercanzia?
    E c'avresti ragione, c'è un alto rischio che trasmissioni come Superquark la accendano veramente l'intelligenza, e poi quelli che hai intortato ti mandino a quel paese...

    Buona fortuna.

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  24. Acar,

    probabilmente stringdome_2005, come dice il nick, ha solo 4 anni. Diamogli tempo di crescere...

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  25. Saro' noioso e scontato, ma:
    una versione ad alta risoluzione della foto con il famigerato gabbiano, no, eh?

    Ah, cavolo: che seccatura non poter vedere le immagini se non a tarda sera!

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  26. ho letto i commenti che hai lasciato sul blog del comandante...che spasso...

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  27. Vediamo per quanto riguarda la plausibilità. Per fare due calcoli su quella foto, diciamo che quell'aereo fosse un a320 (non ne ho idea, ma facciamo finta) e diciamo che fosse, ad esempio, a 8000m.
    L'apertura del gabbiano in quella foto è più o meno 0,5-0,6 di quella dell'aereo. Se consideriamo il gabbiano come gabbiano comune, avrà un'apertura alare di, diciamo, 90cm. Questo lo porrebbe, se non sbaglio, a una altezza poco sotto i 30m, che mi pare sia una quota plausibile per un gabbiano.

    Ovviamente, non affermo questi conti siano accurati (troppe variabili a me incognite), ma la matematica ci dice che se inquadro un gabbiano che è 250/300 volte più basso di un aereo, il gabbiano in linea di massima apparirà più piccolo dell'aereo, checché ne possa pensare Straker.
    Chi è più bravo di me mi dica se ho fatto errori nei conti =).

    Giovanni

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  28. giovanni, non ha senso mettersi a fare calcoli.. per svariati motivi.
    1) La foto è ovviamente una riduzione dell'originale: dove sta l'originale? Possiamo vederlo?
    2) Dove è stata scattata quella foto? Possiamo saperlo?
    3) In che data è stata scattata la foto? Possiamo saperlo?

    Per assurdo, guarda queste scie a bassissima quota..
    http://www.collegehumor.com/video:1735164

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  29. guarda, nico, era solo per far capire, senza pretese, che è perfettamente plausibile, anzi, direi normale, che inquadrando un aereo ad alta quota, il gabbiano non sia gigantesco. Per fare questo conto, non ho bisogno né dell'originale, né di luogo o di data.

    Giovanni

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