Thursday, March 26, 2009

Perchè molti non vogliono vedere la realtà

Bellissima la parte di link e articoli correlati (tutto fatto in casa, as usual...)

http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/03/perche-molti-non-vogliono-vedere-la.html

Perchè molti non vogliono vedere la realtà

Le disquisizioni sui parametri fisici necessari alla creazione di una scia di condensa, di fronte allo scempio quotidiano dei nostri cieli, ormai non hanno quasi più senso. Forse possono essere utili per chi vive in quelle regioni o in quei paesi in cui l'irrorazione è ancora a bassi livelli, ma adesso qui in Italia (almeno al centro, al nord, in Sardegna) la situazione è realmente degenerata, con giorni sempre più frequenti di copertura/schermatura totale del cielo ad opera di scie che fuoriescono dagli aerei. Le scie chimiche non sono più un fenomeno al quale si può credere o non credere, ma del quale ci si può avvedere o non avvedere: la distinzione ormai passa solo tra chi le vuole vedere e chi non le vuole vedere, tra chi osserva con costanza il cielo e chi al cielo volge sguardi distratti ed infrequenti.

Se anche qualcuno pensasse che si tratti di normali voli civili dovrebbe quantomeno insorgere indignato contro il traffico aereo e chiederne una sospensione o un ridimensionamento, visto che non arriva più il sole alle coltivazioni di cui ci dovremmo nutrire. E invece niente, chi non osa parlare di scie chimiche non si indigna nemmeno di fronte ad uno dei furti più orribili che vengono perpetrati all'umanità ed alla biosfera tutta: quello della benefica luce solare.

Per quanto sia utile quindi dimostrare che quelle che vediamo nel cielo (tranne casi rarissimi) sono tutte scie chimiche e non condensa di vapore acqueo, ormai le leggi della fisica ed i dati oggettivi servono a ben poco di fronte alla granitica determinazione della maggior parte della gente a non guardare in faccia la triste realtà. Basta guardare il cielo (che sempre più di frequente passa da azzurro a bianco in seguito all'incrocio di decine e decine di scie) per accorgersi con orrore che ci hanno sottratto la luce del sole, basta contare il numero degli aerei che passano davanti alla nostra finestra per scoprire che in certi giorni l'assenza di ogni tipo di volo (tranne quei tre o quattro tre voli civili che per davvero passano sopra di noi decollando o atterrando all'aeroporto più vicino) riporta il cielo al colore azzurro di un tempo (o quasi).

Per rendersi conto delle scie chimiche basta osservare il cielo ad occhio numero e contare fino a cento, verificando l'irregolarità assoluta delle frequenze di voli tra un giorno e l'altro, e l'assurda impennata dei voli notturni, la cui quota ridicolmente bassa è dimostrata dal potente rombo che giunge alle nostre orecchie. Per non parlare dei veri e propri "raid" compiuti da formazioni di aerei con scia al seguito (avete mai preso un aereo che volasse affiancato ad uno a due altri velivoli?)



È quindi impossibile trovare qualcuno che in seguito ad una discussione e ad una osservazione del cielo non si renda conto dell’esistenza delle scie chimiche, anche se ho trovato diverse persone che preferiscono non vederle, fare finta di niente, dimenticarle, o fare voli pindarici con la fantasia per inventarsi un’operazione segreta a fin di bene.

In effetti una delle prime persone a cui ho spiegato quello che stava avvenendo in cielo non ha potuto negare il fenomeno, ma dopo avere letto il materiale che gli avevo fornito, guardato i video ed osservato il cielo, ci ha riflettuto su ed ha deciso che un “buon motivo per farlo ci deve pur essere, non potranno mica farlo solo per avvelenarci”. E così si è tolto un peso dalla coscienza, ha potuto continuare a ridere e scherzare, guardarsi le partite di calcio e pensare al suo tran-tran quotidiano fatto di famiglia e lavoro come se niente fosse. Quello che aveva intravisto era troppo orribile perché ci potesse credere, era qualcosa che poteva minare tutte le sue convinzioni personali, distruggere la visione del mondo che aveva fatta propria, e poi lo avrebbe dovuto portare a combattere, ad ingaggiare una lotta contro un potere spaventoso.

Molto più semplice fabbricarsi da soli una menzogna a dir poco ridicola (avete mai visto un governo che fa qualcosa per il bene del popolo e lo nasconde persino? non stiamo parlando qui delle piccole bugie che i genitori a volte raccontano ai propri bambini a fin di bene!) che rischiare di intraprendere un cammino di presa di coscienza psicologicamente doloroso. Tranne poi ritrovarsi nel giro di qualche anno a sperimentare un dolore ancora più atroce dovuto a qualche terribile malattia o altra sciagura che potrebbe abbattersi sulla propria famiglia.

Insegna infatti il sociologo della scienza D. Bloor, autore dell’ottimo libro La dimensione sociale della conoscenza (Raffaello Cortina editore, 1994), che le persone di fronte alla scoperta di dati che contraddicono la propria visione del mondo, sono pronte ad inventarsi le più assurde ed illogiche giustificazioni per fare rientrare i nuovi dati all’interno dei loro schemi mentali. Se poi si tratta di schemi socialmente condivisi, il conformismo del singolo arriva a livelli di fideismo religioso, e la “realtà” che egli vede è poco più che il riflesso di un insieme di pregiudizi condivisi; vedi anche il lavoro dei due sociologi della scienza P.L. Berger e T. Luckman La realtà come costruzione sociale (Il mulino, Bologna, 1969).

Ritornando alle scie chimiche non potrò mai scordare il comportamento di quella persona che quando le ho detto “guarda questo video” si è rifiutato di guardarlo, e quando le ho detto “guarda questo cielo” si è rifiutato di affacciarsi alla finestra, per poi sentenziare (all'interno di una stanza, lontano dalla finestra) che “le scie chimiche non esistono perché non potrebbero avvelenarci con un’azione così evidente agli occhi di tutti”. Insomma secondo costui un dato dell’esperienza (che preferisce in ogni caso non acquisire) si potrebbe cancellare con uno pseudo-ragionamento, che se fosse corretto porterebbe a cancellare persino delle evidenze storiche.

Molte alte persone informate da me si sono rese conto del fenomeno, hanno capito che non si tratta assolutamente di scie di condensa di vapore acqueo, si sono informate, hanno compreso che vengono rilasciati prodotti velenosi e … dopo un poco non ne hanno più voluto parlare, preferendo discutere di musica, di sport o della contrapposizione politica tra un centro-destra ed un centro-sinistra che da diversi anni portano avanti di comune accordo l'irrorazione chimico- biologica contro la popolazione civile.

In questo caso il blocco psicologico ha funzionato ad un livello leggermente più alto, ma ha funzionato lo stesso. Non potendo negare l’evidenza dei fatti queste persone hanno preferito non pensarci troppo, non impegnarsi a rivedere i propri schemi di interpretazione della realtà, non impegnarsi in una lotta in prima persona contro questa terribile violenza.

Molte persone non potendo negare le scie chimiche piuttosto che impegnarsi nella denuncia e nella divulgazione del fenomeno preferiscono rifugiarsi nella meditazione o nella preghiera, non hanno il coraggio nemmeno di parlarne coi propri colleghi di lavoro. A una di queste ho cercato di spiegare che la presenza delle scie chimiche comporta l’esistenza di una rete cospirativa globale a monte di esse e quindi dell’esistenza di una struttura organicamente malvagia; il risultato è stato che quella persona invece che affrontare serenamente la discussione si è arrabbiata. Insomma, ammettere l’esistenza delle scie chimiche va bene (in fondo inquinano tutte le produzioni industriali e tutti i mezzi di trasporto), ma ammettere che il governo sia schierato apertamente contro il cittadino arreca un fastidio psicologico così grande che quasi nessuno è disposto a sopportarlo.

Ma la molte parte delle persone che ho informato sulle scie chimiche hanno preferito evitare la discussione, o meglio, hanno iniziato a discutere cercando di accampare scuse patetiche (“non ho visto niente di strano nel cielo”), poi quando gli ho fatto sbattere gli occhi contro la realtà (portandoli accanto ad un finestra) e ho fornito loro alcuni documenti da leggere si sono rifugiati nel silenzio: hanno evitato l’argomento sperando forse che il velenoso problema scomparisse miracolosamente non appena avessero smesso di preoccuparsene.

Qualcuno è stato più sincero dicendomi apertamente prima di una riunione sindacale: “non ci parlerai ancora di quelle cose terribili delle scie”? Almeno è stato sincero ammettendo che l’incapacità di difendere sé stessi e le proprie famiglie è dettata da una forma di paura comprensibile ma in fondo irrazionale.

La cosa triste è che molte di queste persone poi inneggiano ai valori della lotta partigiana ed organizzano convegni per commemorare l’olocausto: si renderanno conto in cuor loro del loro atteggiamento contraddittorio e pusillanime? A che serve tenere viva la memoria di chi ha lottato per la libertà mettendo a rischio la propria vita se non si ha il coraggio di denunciare (nemmeno a parole) il peggiore dei mali dell’epoca moderna? È facile e comodo denunciare quello che ha fatto un regime ormai annientato 50 anni fa, non lo è altrettanto denunciare quello che fa il regime attuale.

Chiudo questa rassegna riportando le parole illuminanti di qualcuno con cui ho provato a dialogare per alcuni mesi, che non riusciva a negare che le scie spesso coprissero il sole né che a volte seguissero traiettorie curve né altre stranezze, senza per questo decidersi ad ammettere la realtà delle scie chimiche. Le parole non sono testuali, mai senso è rimasto immutato:

“Magari hai ragione, sono scie velenose, ma non vale la pena angosciarsi così tanto, meglio vivere la propria vita al meglio e godersela finché si può; a lottare inutilmente ci si fa il sangue amaro e ci si rovina la vita.”

Similmente altre persone sollecitate da me a divulgare le informazioni ricevute mi hanno invitato a vivere la vita al meglio senza pensare troppo alle cose negative: “cosa vuoi fare, gli uomini sono stupidi e non capiscono nemmeno che i governi li fregano quotidianamente, la razza umana fa schifo e forse si merita persino il quasi totale annientamento; magari dopo un disastro epocale, per chi sopravviverà, ci sarà la possibilità di ricominciare da zero”.

amen

A questo punto sorge un dubbio: questi atteggiamenti mentali dipendono solo dal disagio psicologico che impedisce alla gente di rendersi conto di quello che succede e reagire di conseguenza? Sicuramente accettare l'esistenza delle scie chimiche significa anche accettare l'esistenza di una organizzatissima ed efficientissima trama cospirativa (la cui esistenza è indispensabile per mantenere la cappa di silenzio su tale operazione impedendo fughe di notizie da parte di piloti, assistenti di voli, hostess, metereologhi, giornalisti, funzionari dell'ARPA, autorità sanitarie ...) e quindi a cambiare radicalmente la nostra interpretazione del mondo che ci circonda.

Ma quanto esposto credo sia anche il segno dell'uso di sistemi di manipolazione mentale, dai nanosensori dispersi con le stesse scie chimiche all'utilizzo di particolari frequenze elettromagnetiche.

Per maggiore chiarezza ho riportato ordinatamente qui sotto alcuni link utili all'approfondimento della tematica trattata.




Articoli e link correlati:

  • L’impatto psicologico delle scie chimiche (ed i tentativi psicologici per evitare di prenderne coscienza)

  • Le scie chimiche ed il cambio di paradigma (con prove storiche e documentali dell'esistenza delle strutture cospirative)

  • Analisi dei filamenti rilasciati da aerei cisterna nel novembre 2008

  • Silent subliminal presentation system brevetto USA sulla manipolazione mentale con l'utilizzo di micro-onde(in inglese)

  • Antenne nascoste e controllo mentale video in inglese il cui audio ho parzialmente tradotto e trascritto

  • Come ottenere l'obbedienza (l'indottrinamento scolastico)

  • Reportage fotografico di scie chimiche, Genova 22 marzo 2009 (da cui è tratta la foto in apertura di articolo)

  • Intervista sulle scie chimiche a Corrado Penna (su Controradio di Firenze)

  • Intervista sulle scie chimiche a Rosario Marcianò da parte di Fabio Volo su Radio deejay (che corrisponde alla traccia audio inserita nel video incorporato nel presente articolo)
  • 5 comments:

    1. Caro "fisico", invece di sparare queste cazzate, perché non impari a fare i conti, e magari dai riferimenti un po' più attendibili di sterker e idioti vari?

      Mikhail Lanart-Hastur

      PS Primo

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    2. http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/03/convegno.html

      Chi di voi biechi agenti del NWO ha taroccato il volantini del convegno scrivendo "ricercatore indipendente e consulente informatico" nella descrizione del Sig. Marcianò?

      Visembrano cose da fare?

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    3. Sacrilegio.. chi potrà essere questo disinformatore che scrive consulente informatico sui manifesti del povero, martire, vittima, Rosario Marcianò?




      La captcha è "banfe"
      favoloso!

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    4. E poi....

      Che strani questi aerei che non viaggiano mai vicini...

      Li avro' presi tutti io allora...

      Premesso che, ovviamente, sono stato stipendiato per anni da una multinazionale sotto il controllo del NWO, per alcuni anni ho fatto dei viaggetti aerei verso gli Stati Uniti (per l'esattezza verso la Silicon Valley ove si producono quelle maledette nanomacchine che stanno nelle scie...)
      Sedendo vicino ai finestrini ogni tanto si potevano notare:

      - aerei più bassi di quello su cui volavo io e più lenti, aerei che venivano raggiunti e superati dal mio... "stranamente" su rotte parallele... bah
      Ah... NON COSI' BASSI COME QUALCUNO VORREBBE CREDERE! ;-)


      - Aerei con scie di condensa belle persistenti che si avvicinavano a quello su cui volavo io in direzione perpendicolare alla traiettoria seguita dal mio (a proposito... se vi capita, fate caso a come siano veloci... è davvero impressionante!!!)

      - A San Francisco mi è capitato addirittura di atterrare insieme ad un altro aereo di linea che si stava "adagiando" sulla pista parallela a quella dell'aereo su cui mi trovavo...

      Ma se non capita mai che gli aerei viaggino parallei e magari vicini, come diavolo è possibile che ogni volta mi è capitato di vederne alcuni sulla stessa rotta??

      Ma che ci siano, per caso, dei corridoi preferenziali sui quali passa grossa parte del traffico???

      Mah...

      Misteri...

      Scriverò a tal proposito a Voyager perchè indaghino... ;-)

      J.

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