Thursday, April 30, 2009

L’Aspen Institute italiano ovvero il cuore del potere

http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/04/laspen-institute-italiano-ovvero-il.html

L’Aspen Institute italiano ovvero il cuore del potere

Articolo di Stefano Olivieri tratto dal sito cani sciolti

5 gennaio 2007

Il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, non c’è settore che manchi all’appello : dalle Generali alla Fincantieri, da Confindustria alla Rai a Mediaset; da Pirelli alle Poste Italiane, dalla società Autostrade all’Enel, dalla Fiat alla IBM Italia, dalla Italtel alla Banca nazionale del lavoro, impossibile enumerare tutte le adesioni, visto che la Aspen accoglie indifferentemente persone fisiche e giuridiche, singoli pezzi grossi e società intere. E questo solo per rimanere nel bel paese, perché se appena facciamo capolino fuori dai nostri confini i nomi diventano pesantissimi, da Condy Rice al “filantropo” Soros, dalla Albright a Kissinger.

Ma che cosa è Aspen e chi sono, soprattutto che cosa vogliono fare gli “aspeniani”? Non è una domanda oziosa perché, seppure con grande discrezione, l’Aspen Institute italiano è diventato negli ultimi tempi sede di dibattiti politico economici che, data la levatura dei personaggi che circolano lì dentro, rischiano di condizionare o quanto meno influenzare scelte e decisioni dello stesso esecutivo. Perché è membro Aspen anche Romano Prodi naturalmente, e perfino il presidente della Repubblica Napolitano, vecchio comunista. Ma allora che paura c’è ? - direte voi – se dentro ci sta tutta la destra e la sinistra che conta, tutt’al più tenteranno l’inciucio. Ipotesi legittima ripresa fra l’altro da “Panorama” nella sua pagina web con il titolo “ Grande coalizione ? Ci lavorano all’Aspen” e sotto una bella immagine di Enrico Letta che molti indicano come successore di Tremonti nella presidenza di Aspen Italia.

Il punto è che Aspen non è propriamente l’associazione delle dame di S. Vincenzo. Non fa beneficenza ed è lecito pensare che persone del calibro dei suoi membri non si riuniscano soltanto per scambiare quattro chiacchiere e prendere un the. C’è altro, ma è difficile penetrare la discreta cortina che protegge quel salotto buono dagli sguardi indiscreti.

Al tempo stesso non possiamo definirla una associazione segreta, e i suoi membri non sono incappucciati, tutt’altro: sono il massimo che si può pretendere dalla vipperia nazionale e internazionale, gente conosciutissima, fotografatissima e inseguita giorno e notte dalla stampa. E poi hanno addirittura un sito web da cui si può scaricare perfino lo statuto e approfondire identità, missione e metodo seguiti da Aspen Italia. E allora vediamo meglio:

Alla voce “indentità” si legge : “Aspen Institute Italia è una associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro dedicata alla discussione, all’approfondimento e allo scambio di conoscenze, informazioni, valori”. Insomma pare davvero una benemerita congregazione di supereroi che si affannano a migliorare questo mondaccio schifoso. Ma andiamo avanti e alla voce “missione” leggiamo : “la missione dell’Istituto è la internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del paese e la promozione del libero confronto fra culture diverse, allo scopo di identificare e valorizzare idee, valori, conoscenze ed interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della società e della business community, e invita a discuterne leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale, culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”. Come a dire venite qui e sentitevi liberi di esprimervi al di fuori dei condizionamenti politici e di parte, qui siamo tutti buoni e pensiamo soltanto a migliorare le cose. Ci verrebbe dachiederci come si può mettere tanta carne al fuoco e non buttarla poi in politica, ma lasciamo perdere per il momento, perché ciò che attira la nostra attenzione è il metodo utilizzato, e dichiarato a chiare note, dalla associazione : “ Il “metodo Aspen” privilegia il confronto e il dibattito “a porte chiuse” , favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e stimolare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole.

Ecco qui. Massima riservatezza, opportunità di stringere relazioni interpersonali e di tessere rapporti e colloqui capaci di ispirare ( o magari partorire direttamente) una leadership moderna e consapevole. A porte chiuse, naturalmente.

Il democratico che è in me sente puzza di bruciato e cerco a questo punto di capire come si diventa membri Aspen, e quali requisiti occorre soddisfare. Per facilitarmi il compito parto dalla categoria più facile, quella delle new entries, cioè i giovani. Alla Aspen li chiamano “Junior Fellows” e ne danno anche il dettagliato profilo: gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti “Aspen per la Nuova Leadership” nel 1999 e nel 2001, a cui sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004”. Come abbiano fatto questi fortunati ragazzi a partecipare a questi progetti non è mica spiegato, perché a questo punto è del tutto evidente che non stiamo parlando di corsi di formazione regionali aperti a tutti. Qui si costruisce la classe dirigente, diamine, mica si gioca.

Girovago un po’ per il web rimuginando l’idea – un po’ inquietante a dire la verità – di un network internazionale di giovani rampolli allevati fin da bambini con la pappa reale del potere. Scopro che è membro Aspen anche Mario Draghi, il nuovo capo della Banca d’Italia. E pure Lucia Annunziata – ricordiamo, ex presidente Rai voluto dalla sinistra a garanzia del pluralismo, che dirige addirittura il magazine “Aspenia”. E poi anche gli ex presidenti Cossiga e Ciampi, Paolo Mieli, Bruno Tabacci dell’UDC molto corteggiato dall’Unione, e chissà quanti altri. Essere membri Aspen a questo punto deve pur significare qualcosa di più che avere la semplice opportunità di dibattere ad alto livello. Pensate che il presidente mondiale della associazione (la cui sede naturalmente è negli USA) è Walter Isaacson, che per l’Aspen ha rinunciato nientemeno alla presidenza della CNN.

Diciamoci la verità, non è la massoneria ma le somiglia molto davvero. Non ci sono cappucci e spade posate sulla testa dei neoiscritti, ma la cortina di discrezione che circonda gli associati e le loro riunioni ad altissimo livello ci destano molta preoccupazione. Non siete convinti ? Bene, provate ad andare a questo indirizzo: http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari.

E’ una pagina web del portale istituzionale del ministero della Difesa, dove si da notizia di un seminario congiunto fra il CASD ( Centro Alti Studi per la Difesa, l'organismo di studio di piu' alto livello nel campo della formazione dirigenziale del ministero medesimo), il CEMISS (Centro Militare di Studi Strategici), l’Aspen Italia appunto e – udite udite ! – il PNAC ( Project for the New American Century) l’associazione statunitense capeggiata dai più fanatici estremisti neoconservatori del calibro di Paul Wolfowitz (messo da qualche tempo a capo da Bush alla Banca Mondiale) e di Ronald Rumsfeld, attuale ministro della difesa statunitense e teorico della guerra preventiva, fra i principali responsabili del disastro umanitario, politico, economico e sociale dell’Irak a seguito della “liberazione” a opera Usa e degli altri “willings” (fra cui ahinoi anche l’Italia).

Chi non conosce il PNAC e le sue farneticanti teorie può cercare informazioni in rete. Chi lo conosce sa che al confronto il “piano di rinascita democratica” di Licio Gelli e della loggia P2 sembrano un banale gioco di ruolo per ragazzi. Venire al corrente che l’associazione Aspen (sulla cui trasparenza e apartiticità nutriamo già fortissimi dubbi) e addirittura il ministero della difesa italiano abbiano recentemente tenuto ( per la precisione l’11 marzo del 2005, a palazzo Salviati, ore 10) un convegno insieme ai teorici della americanizzazione (anche a mano armata) dell’intero globo terracqueo non ci rende per niente tranquilli. E sapere che dell’Aspen, una associazione elitaria che dibatte a porte chiuse, fanno parte le persone – di destra e di sinistra – che contano di più nella politica italiana ci rende ancora più inquieti. Anche considerato come proprio in questi giorni personaggi più che rappresentativi della sinistra al governo del paese parlano con troppa sicumera di tagli alle pensioni, alla sanità, al pubblico impiego e dimenticano il fisco. Che siano iscritti tutti all'Aspen?

Ma a chi vogliamo affidare il nostro paese, e come realizzeremo mai il sogno comune di una maggiore democrazia diretta - per esempio con elezioni primarie aperte a tutti i cittadini - se tutta la crema della politica italiana, da destra a sinistra, gradisce dibattere spesso e volentieri a porte chiuse dei nostri destini?

Preferisco fermarmi qui, è finita la carta per la stampante ma i links su Google per Aspen sembrano infiniti, quasi come quelli per la voce “massoneria”.
Speriamo bene.

Stefano Olivieri

www.liblab.eu

Linkografia :

http://www.aspeninstitute.it

http://www.nwo.it/aspen_genna.html

http://fondazione.camera.it/attivita/824/850/868/880/second.asp

http://www.kelebekler.com/occ/vaticano3.htm

http://www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001037221

http://www.archivionucleare.com/index.php/2006/03/22/patto-energetico-aspen-institute-italia

http://www.mclink.it/com/inform/art/06n10214.htm

http://www.difesa.it/SMD/CASD/Istituti+militari/CeMISS/dettaglio-news.htm?DetailID=3108

http://stopimperialism.be/American_Enterprise_Institute.php

http://www.fisicamente.net/index-200.htm

http://www.criticalpoint.it/news.php?cod=679

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