Sunday, May 10, 2009

L'angelo esadattilo nel portale del Duomo di Ventimiglia

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L'angelo esadattilo nel portale del Duomo di Ventimiglia

L’apparato, la struttura e gli ornamenti di una cattedrale emanano e riflettono, con la loro straordinaria potenza, delle sensazioni meno edificanti, uno spirito laico e -diciamo- quasi pagano. (Fulcanelli)

La cattedrale di Santa Maria Assunta è ubicata nel comune di Ventimiglia (Imperia). Secondo alcune fonti, la cattedrale dell'Assunta fu eretta tra l'XI e il XII secolo sulle rovine di una precedente chiesa dell'epoca carolingia. Quest'ultima, stando alle tradizioni locali, era stata innalzata sul sito ove anticamente sorgeva un tempio pagano dedicato alla dea Giunone. Ancor prima il luogo era sacro alla divinità celtica Sirona. Durante l'alto Medioevo, la struttura della chiesa fu ad unica navata: al principio dell'XI secolo il tempio fu completamente ricostruito a tre navate. Del XIII secolo sono il portale, ad arco acuto, le tre absidi ed il presbiterio sormontato dal tiburio di forma ottagonale, mentre il tetto ligneo fu sostituito con volte a botte sostenute da semicolonne e pilastri compositi in stile romanico.

Come si accennava, al di sotto della Cattedrale romanica restano vestigia di un edificio altomedioevale, composto da un’unica navata e dalla cripta, in cui sono stati rinvenuti frammenti di sculture.

Il portale della chiesa, di forme gotiche, ma concepite ancora secondo un saldo rapporto tra architettura e plastica di stampo romanico, è un "testo" che squaderna segni tradizionali, per lo più apotropaici. Il Cervini illustra i soggetti nel modo seguente: "Sugli spigoli esterni dell'avancorpo si dispongono due coppie di oranti che sono anche pseudo-telamoni (di uno sopravvive solo la testa)... A sinistra i capitelli sono decorati, nell'ordine, da tre teste umane incorniciate da un rudimentale sistema ad archetti pensili, da un mascherone zoomorfo ed ancora da tre teste. Sulla mensola si nota un telamone-orante nudo. La mensola opposta presenta, invece, la figura di un angelo ad ali spiegate (con mani di sei dita), vestito di una lunga tunica. Un altro angelo torna sul primo capitello interno dello strombo destro, insieme con due teste umane e due croci. Nel secondo capitello due quadrupedi araldici, speculari, dall'apparenza di lepri, mordono una protome umana; l'ultima testa, nel terzo capitello, è fiancheggiata da due mascheroni cornuti, presumibilmente diabolici."

Così viene descritta la sobria decorazione scultorea dall'erudito Cervini che non indugia sulla particolarità costituita dall'angelo con mani di sei dita. Nell'ambito culturale comprendente la Provenza e la Liguria occidentale, tra i secoli XI e XIII, persistenze altomedievali e declinazioni popolari si spiegano con il relativo isolamento ed il tradizionalismo di un'area in cui filtrarono influssi genovesi ed antelamici, ma che fu restia a mutuare le originali invenzioni gotiche d'oltralpe. Questo chiarisce per quale motivo il complesso scultoreo del portale intemelio manifesti una struttura paratattica con lessemi arcaici (figure sbozzate di valore magico-profilattico), ma motiva pure singolari reminiscenze come la figura esadattila? E' forse possibile congetturare una sopravvivenza di espressioni ereticali e di segnali esoterici, in un contesto appartato e distante dal rigido controllo esercitato dalle diocesi più importanti. Vescovi e canonici della zona tollerarono un linguaggio imperniato su credenze paganeggianti, ancorché cristianizzate, ma che non configurarono cicli iconografici desunti dalla Bibbia.

Il repertorio tematico del portale intemelio annovera angeli e mostri in un’antitesi tra Bene (a destra) e Male (a sinistra): l’angelo, le cui mani terminano in sei dita, occupa il capitello della colonnina addossata al pilastro che sorregge l’architrave: capo grosso e sproporzionato rispetto al torso, la figura tiene gli avambracci alzati, mentre le ali, accennate con incisioni sommarie e poco profonde, sovrastano, come a proteggerle, due teste. Annota il Cervini: “In questo caso, il protettore-angelo è una creatura cristiana (conclusione un po’ affrettata e molto generica, n.d.a.). Di fronte, solo teste ed un mascherone animale… All’esterno dell’avancorpo i quattro ‘oranti’, rappresentanti simbolici del popolo di Dio, si atteggiano anche a telamoni, quindi a peccatori che reggono un peso.” [1]

Genova pullulò di eretici. Nella regione si erano diffuse comunità catare provenienti dal Piemonte. I "buoni cristiani" erano concentrati nell'Occitania, ma con propaggini nelle plaghe limitrofe. [...]

Non è facile individuare chi, alieno da investigazioni aridamente erudite e da interessi compilativi, si cimenti nella decifrazione di testimonianze tanto eccentriche, come l'angelo esadattilo di Ventimiglia, forse un pallido vestigio di un remoto retaggio, il cui significato emblematico o naturale è in buona parte caduto nell'oblio.


[1] Un altro motivo iconografico piuttosto insolito, che connota il duomo della città ligure, è l’eptagramma dell’avancorpo: “Sul fronte del pilastro di levante, nel portale, all’ingresso principale, la superficie del concio di ponente, della settima fila dal basso, è scolpita: contiene una stella a sette punte, inscritta in un cerchio”. Cfr Maccario, La stella della cattedrale nella tradizione enigmatica (sic), 2002, con la bibliografia ivi contenuta.


Fonti:

F. Cervini, La pietra e la croce, Cantieri medievali tra le Alpi ed il Mediterraneo, Ventimiglia, 2005
Id., Liguria romanica, Milano, 2002
N. Lamboglia, Note sulla cattedrale di Albenga, 1949
N. Pazzini, R. Paglieri, Chiese di Liguria, Genova, 1990




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