L'Egitto del passato senza futuro
http://zret.blogspot.com/2009/06/legitto-del-passato-senza-futuro.html
L'Egittologia ormai segna il passo. Trasmissioni televisive e riviste più o meno specializzate continuano a dedicare programmi ed articoli all'antico Egitto e, mentre l'archeologia ufficiale, in ostaggio del presuntuoso Zawi Hawass, sa solo annoiare con scoperte di sarcofagi e di reperti appartenenti ad oscuri faraoni, la ricerca indipendente si è arenata su
Orione. Dopo che Robert Bauval scoperse che le piramidi di Gizah riproducono sulla terra la cintura del Gran cacciatore celeste, non si sono compiuti grandi progressi. Recentemente lo studioso Droj Vasile ha individuato nel gonnellino dei sovrani egizi la diagonale della cintura. Le sue indagini, suffragate da calcoli, correlano aspetti iconografici ed architettonici al firmamento. Non di meno il lettore che vorrebbe comprendere il vero significato di queste connessioni, si perde in un sottobosco di investigazioni tra archeologia, archeoastronomia, paleontologia, simbologia, ufologia etc.
La datazione delle piramidi e della Sfinge seguita ad essere controversa: gli accademici, arroccati pervicacemente sulle loro posizioni, le attribuiscono alla IV dinastia, mentre i ricercatori eretici si lambiccano in elucubrazioni criptiche, fantasiose o astruse, anche se sovente alcune loro premesse persuasive. Alla fine, in questa ridda di ipotesi in contraddizione tra loro, si rischia di offuscare la tradizione sapienziale egizia ed il suo collegamento con la cultura ebraica e con il Cristianesimo: si va dalle ricostruzioni moderate di Flavio Barbero che riconduce episodi eccentrici a fenomeni naturali o a eventi reinterpretati in chiave empirica, alle teorie estreme di chi chiama in causa extraterrestri e camere segrete in cui sarebbero custoditi testi con la vera storia di Atlantide. Forse in questo caso la verità non sta nel mezzo. Pare che, a causa della censura o di uno slittamento nell'erudizione fine a sé stessa, anche gli archeologi di frontiera non riescano a portare contributi determinanti. Chi erano gli dei del Nilo? Chi veramente costruì i grandiosi monumenti di Gizah? Con quale scopo? Da dove provenivano gli Egizi? A queste ed altri quesiti la trasmissione
"Rebus", condotta da Maurizio Decollanz, ha cercato di fornire delle risposte: gli interventi di Carpeoro ci sono sembrati inconsistenti, mentre la Bortoluzzi e Devana, pur aprendo squarci stimolanti (soprattutto Devana), sono state mortificate da un'impostazione alquanto convenzionale del programma e dallo scarso tempo a disposizione.
La ricerca non solo si è impantanata, ma si è pure sclerotizzata in scuole egittologiche contrapposte, ognuna facente capo ad un Maestro indiscusso da cui si attende una rivelazione dirompente (una camera segreta sotto la Sfinge con documenti antidiluviani o che cos'altro?). Questa stanca reviviscenza di un'egittologia-guazzabuglio, è segno di un riflusso: dopo la stagione gloriosa dedicata, pur con alcuni limiti di regia e di tempi, al
scie chimiche, "Rebus", a causa di pressioni, di pesanti attacchi e di tagli nei finanziamenti, arretra un po' verso un accademismo della ricerca non accademica, laddove uno sguardo lucido e disincantato al passato potrebbe svelare l'azione corrosiva di problemi attuali. Si pensi al tema della realtà multidimensionale, sfiorato con equilibrio da Devana e che potrebbe aprire delle brecce in temi inquietanti e granitici come gli
esperimenti militari.
Un approccio onnicomprensivo amplierebbe gli orizzonti della conoscenza e stimolerebbe la ricerca di possibili verità.
Di tutto questo articolo mi sento di condividere qualcosa... Ebbene si...
ReplyDeleteZahi Hawass è effettivamente un presuntuoso arrogante ed è parecchio antipatico.
Sul resto non mi esprimo. I ricercatori "eretici" si sottopongano ad un processo di peer review e poi vediamo.
Zahi Hawass non piace molto nemmeno a me: mi sembra proprio che spettacolarizzi l'archeologia per fini personali.
ReplyDeleteRecentemente lo studioso Droj Vasile ha individuato nel gonnellino dei sovrani egizi la diagonale della cintura. Le sue indagini, suffragate da calcoli, correlano aspetti iconografici ed architettonici al firmamento. Non di meno il lettore che vorrebbe comprendere il vero significato di queste connessioni, si perde in un sottobosco di investigazioni tra archeologia, archeoastronomia, paleontologia, simbologia, ufologia etc.............ma cavolo! :)
http://www.youtube.com/watch?v=PwEP5Ydt6uU
ReplyDeleteQuesti sono dei grandi.
Ah! i Veri Archeologi...quelli che una volta consumati gli attrezzi si mettono a scavare con le mani nude, quelli che fanno lo scavo in gruppo e se uno trova anche solo un coccio sbeccato da due soldi gli si buttano addosso festanti come neanche le concorrenti di Miss Italia alla vincitrice, quelli che accendono ancora a mano il fuoco nell'accampamento e che dormono per terra e non si lavano per tre mesi di fila, tenendosi gelosamente addosso la polvere dei millenni.....
"Le sue indagini, suffragate da calcoli, correlano aspetti iconografici ed architettonici al firmamento"
ReplyDeleteSuffragate da calcoli? Ma va' a lavorare seriamente, professore di 'sto randazzo.
E vai zret ! Archeologi ortodossi ed eretici siete degli incompetenti, arriva il grande Antonio Marcianò ad illuminarvi !!!
ReplyDeleteMa scendi dal pero Antonio, sei solo una nullita' succube del fratello e che viene preso per il c..o pure dei suoi studenti !!