Thursday, June 25, 2009

Riserve indiane

http://zret.blogspot.com/2009/06/riserve-indiane.html

Riserve indiane

Il ministero della pubblica distruzione ha deciso che, nei prossimi anni, i libri telematici dovranno affiancare i testi cartacei. In futuro i vecchi libri sono destinati a sparire. E' un'iniziativa nefanda: con la scusa di privilegiare una dinamica insegnamento-apprendimento più efficace, con il pretesto di risparmiare carta, con la falsa ragione di svecchiare il sistema formativo, si procede nell'affossamento della trasmissione tradizionale del sapere per promuovere un approccio virtuale e soggetto a continue modificazioni. Il modello è Fichipedia, la farraginosa ed ideologizzata enciclopedia della Rete, in cui - Orwell docet - le voci più importanti sono continuamente alterate, censurate, edulcorate, controllate, interpolate affinché corrispondano in toto ai dettami ed alle "verità" dei poteri forti.

Abbiamo assistito e assistiamo ad un'incessante manipolazione dei lemmi "scientifici" così che temi scabrosi legati alla geoingegneria (questo è solo un esempio) vengono ricondotti entro i confini rassicuranti dei fenomeni naturali o, al limite, ascritti a non meglio definiti cambiamenti climatici. Fichipedia è un'enciclopedia camaleontica e demiurgica capace di plasmare la realtà, il passato, il presente, l'avvenire, secondo le direttive manipolatorie del sistema.

Gli studenti del futuro frequenteranno una scuola che sarà un carcere per la mente: già oggi la scuola è tutto, fuorché un'istituzione culturale e solo grazie all'abnegazione di qualche insegnante ed alla curiosità di certi allievi, si riesce ancora a preservare qualche oasi di conoscenza e comprensione. Allorquando gli strumenti tecnologici (mai come in questo caso il medium sarà anche messaggio, come osserva Mc Luhan) saranno il perno di una "didattica" disumana ed alienante, quando le discipline umanistiche saranno confinate in "riserve indiane", basterà inculcare nozioni pseudo-scientifiche e pseudo-storiche nei discenti, storditi altresì dagli effetti speciali di lavagne digitali e schermi di computers, per distruggere in modo definitivo qualsiasi residua attitudine critica o conato creativo.

L'insania virtuale avanza vie più: un mondo di automi, le cui uniche competenze saranno tecnicistiche, sarà pronto per una struttura sociale basata sul mito dell'efficienza e della produttività, come nel romanzo distopico di Aldous Huxley, Brave new world. Eppure queste scenario futuro ci pare addirittura roseo, se pensiamo che i governanti mirano a coltivare degli esseri deprivati di intelligenza, sensibilità e senso estetico, adatti per le infinite guerre future, per le sperimentazioni più spaventose, infine per la creazione di una specie subumana, docile, stupida e nutrita di cibi transgenici, chimici, elettromagnetici e digitali.

In questo panorama sconsolante si situa un'altra oscena iniziativa, il digitale terrestre. Come si può credere che questa sciagurata tecnologia sia stata concepita ed imposta solo per consentire ai cittadini di disporre di un'amplissima gamma di canali e "contenuti"? Timeo Danaos et dona ferentes, "Temo i Greci anche se portano doni": infatti il digitale terrestre, oltre ad essere pieno di falle, nasconde delle micidiali insidie: alcuni ricercatori avvertono che questa tecnologia può essere usata per inviare un segnale in grado di interferire con gli equilibri biologici, altri ritengono che il digitale sia un mezzo per spiare. Fantasie? Non penso proprio, visto tutti gli stratagemmi congegnati dal potere per controllare ed anestetizzare i cittadini. In ogni caso, ricordando i doppi fini e la doppia faccia di Obama, si capisce per quale motivo il fenomeno da Barackone stia adoperandosi, con zelo degno di miglior causa, per estendere il prima possibile, il digitale in tutti gli Stati Uniti.

Si resta sorpresi se in un mondo come il nostro arido ed ipertecnologico, ancora qualche volta sbocci l'immaginazione, ancora splenda la luce della vita. Sbocciano e splendono appunto, ma solo nelle ultime, sparute riserve indiane.




3 comments:

  1. Evviva Zret difensore degli oppressi e della cultura.
    Inchinamoci davanti a lui il blog dei suoi studenti e' un esempio di come e' MOOOOOLTO professionale come docente.

    Comunque qui in Giappone la didattica e' gia associata con le nuove tegnologie da molto tempo ma non certo come in film tipo Tokyo drift.

    L' uso del computer puo essere funzionale e ecologico meno fogli e carta.
    Ma lasciamo stare il discorso tecnologia ecc. restiamo su un livello piu basso.
    Caro Zret quanto leggo gli Italiani? quanti libri in un anno? In media 0 abbiamo uno dei piu bassi tassi di vendita dei libri.
    Qua devo dirlo i giapponesi che hanno una scuola molto piu alienante della nostra ma non certo per i computer leggono come dannati mi moglie fa fuori un 50 o sessanta libri all' anno.
    E tu?
    Io ne faccio fuori venti ma sono in Giapponese e in Inglese.
    Ora lentamente mi sto facendo fuori la divina commendia in Giapponese mi piace vedere come l' hanno tradotta (sono tutte note che spiegano il testo)
    Interessante come cosa.
    comunque zret puppa, perche gli italiani leggono cosi poco? un po di colpa ce l'ha la classe degli insegnanti non pensi? Con insegnanti come te mi meraviglerei se i tuoi studenti dopo la scuola avranno voglia di leggere un libro

    ReplyDelete
  2. Ma herr komandante non diceva che non bisogna fidarsi dei libri perchè dono falsificati dai disinformatori r che le informazioni vanno cercate su internet?
    Invece herr professor dice il contrario...

    ReplyDelete
  3. Ridurranno il numero degli insegnanti inutili cosi? :-)

    ReplyDelete