Saturday, August 1, 2009

Oltre le geometrie

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Oltre le geometrie

In questi ultimi lustri numerosi studiosi, spesso di formazione differente, hanno riscoperto le geometrie nascoste del reale. Anche alcuni scienziati, sebbene osteggiati dall'accademismo imperante, hanno concluso che l'essenza dell'universo visibile è un'armonia di suoni e di forme, valorizzando antiche concezioni pitagoriche e platoniche. In particolar modo, i solidi platonici sono stati collegati da David Wilcock, da Michele Proclamato e da altri, a molti fenomeni cosmici e naturali.

Esemplare è la dimostrazione che i vertici di due tetraedri incastrati tra loro ed inclusi nella sfera dei pianeti coincidono con punti significativi dei corpi celesti: sulla Terra con i circoli tropicali
[1], su Marte con l'area in cui sorgono la Sfinge e le piramidi di Cydonia, su Giove con la zona del gigantesco occhio...

L'armonia soggiace a varie manifestazioni naturali che obbediscono a ritmi reconditi: il numero aureo, la serie di Fibonacci, le ottave, i frattali sono le geometrie che reperiamo in ogni dove, dal girasole alla galassia, dalla chiocciola al crop circles... E' stato affermato che i rapporti proporzionali del phi sono anche inconsciamente rispettati dagli artisti nei loro quadri, poiché sembra che l'occhio e la mente siano gratificati da questa relazione compositiva. Penso che anche uno scostamento da "armonie prestabilite" sia esteticamente valido: l'eufonia e l'euritmia sono piacevoli, ma pure un'incrinatura ed una dissonanza possono essere grate. Si pensi ai versi incompleti dell'Eneide in cui echeggia l'elegiaca ispirazione del poeta di Andes, come una melodia appena accennata al pianoforte e, per questo, evocativa e struggente in massimo grado. Si pensi alle sculture incompiute di Michelangelo, piene di una vigoria materica, di un'energia in potenza (dynamis). La perfezione ha alcunché di gelido e spesso i bozzetti del Canova sono più intensi delle impeccabili, ma fredde statue. La bellezza stessa vibra di lievi imperfezioni, di quasi impercettibili asimmetrie.

Resta il fatto che un disegno invisibile, ma meraviglioso intesse il cosmo: equilibri nelle vibrazioni e nelle immagini configurano misteriose corrispondenze. I meridiani del corpo corrispondono alle ley lines, le linee energetiche che percorrono la Terra, simili a fiumi silenziosi. I chakra dell'organismo sono vortici di energia che ricordano i worm-holes o i buchi neri in cui la luce ed il tempo, una volta inghiottiti, sono, per così dire, trasmutati in qualcosa che non riusciamo neppure ad immaginare.

L'arte, in particolar modo l'architettura, è costellata di figure geometriche e di rapporti numerici che adombrano significati cosmici e cronologici, di solito attinenti alla precessione ed all'avvicendamento delle ere. Le piramidi erette da popoli antichi custodiscono rapporti armonici, i rosoni delle chiese medievali sono musica di pietra, gli affreschi di Michelangelo nella Sistina occultano l'alfabeto ebraico e via discorrendo...

Ancora purtroppo queste conoscenze, suscettibili di essere applicate a vari ambiti per migliorare la vita e soprattutto per ricongiungere l'umanità alle sue origini, sono ostracizzate ed emarginate. Certamente una lettura di questi valori è un ulteriore passo verso la comprensione del manifesto la cui trama affiora di quando in quando. Il soggetto del quadro comincia a rivelare i suoi valori simbolici, esoterici. Che cosa si nasconda sotto le campiture di colore e sotto la mestica non sappiamo.

Questo è un punto cruciale: condivido l’entusiasmo di chi si inoltra in questi pionieristici, ma in fondo antichi, campi della conoscenza, scoprendo sempre nuovi sincronismi e correlazioni. Tuttavia suscitano in me per lo meno delle perplessità certi atteggiamenti quasi blasfemi e faustiani di chi, avendo carpito dei segreti alla natura, è convinto di aver elaborato una teoria del tutto o addirittura di aver snidato Dio. E’ atteggiamento purtroppo diffuso e, come l’Epicuro descritto da Lucrezio, alcuni ricercatori orgogliosi mostrano agli uomini la Verità. Tralascio di accennare alla totale o parziale incompatibilità dei differenti sistemi filosofico-scientifici elaborati da questi scopritori della Verità ultima. Non posso, invece, sottacere dell’hybris che si accompagna a codeste affermazioni apodittiche, a concezioni che si presentano esaustive del reale: Dio è il Tempo, Dio è la gravità, Dio è il campo di Planck… Non ci si sarà forse accostati più al Demiurgo (e lo si intenda pure in modo positivo, come lo concepisce Platone) che all’Essere? L’umiltà dovrebbe essere la nostra fedele compagna e, soprattutto nel campo ontologico, bisogna bandire i convincimenti ed i dogmi.

Infine, a mio parere, il rischio di queste scienze di frontiera è di scivolare, nonostante le premesse, in una forma di materialismo e sia pure un materialismo incorporeo, mitigato. Ammessa la natura vibratoria e numerica dei fenomeni, non possiamo sapere in che cosa consista la quintessenza dell’oltre.

Non credo che la sfera spirituale si possa ricondurre ad una formula, per quando perfetta.

[1] Le regioni tropicali terrestri sono sedi di manifestazioni meteorologiche e magnetiche particolari.




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