Wednesday, October 21, 2009

Sistema? No, sixtema

http://zret.blogspot.com/2009/10/sistema-no-sixtema.html

Sistema? No, sixtema

Lo stato NON siamo noi.

Si intitola Sistema un intelligente testo scritto da Alessandro Bono del blog La truffa di Matrix. L'autore, nella sua riflessione sulla struttura "politica" e sulla sua relazione con i cittadini, sostiene che il sistema siamo noi [1]. "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo": esortava colui. In linea di massima concordo con Alessandro Bono, soprattutto quando deplora l'ignavia e l'inerzia delle persone, abituate a lamentarsi, ma incapaci di agire e di reagire. La sua acuta analisi stigmatizza l'atteggiamento rinunciatario e passivo tenuto dalla massa: il sistema trae forza e legittimazione dai comportamenti dei singoli, succubi del controllo esercitato dalle istituzioni. Un tempo si ripeteva, quando qualcuno deprecava la corruzione dello stato: "Lo stato siamo noi", salvo poi distinguere tra "paese reale", l'insieme della popolazione, e "paese legale", il complesso giuridico-istituzionale. Molto meglio sarebbe definirlo, "paese illegale".

Nondimeno, pur condividendo alcune opinioni espresse dall'autore, credo che lo stato non coincida in toto con i cittadini, ossia, in questo caso il totale non è composto dalle sue parti. La "volontà generale", notava Rousseau, non combacia con la volontà degli individui: essa tende a trascenderli e persino ad annullarli. Anche lo stato etico di Hegel, che di morale non ha alcunché, è un soggetto che oltrepassa ed annichilisce il singolo sottoposto ad istanze superiori ed indiscutibili.

Lo stato moderno, cioè l'apparato di potere che i monarchi europei costruirono, acquisendo un po' alla volta, il monopolio della violenza, della fiscalità e della "giustizia", competenze che furono sottratte alla nobiltà, è, mutatis mutandis, lo stato attuale, il Leviatano. Anzi, le istituzioni attuali sono mille volte più esecrande e potenti, quanto più il loro dispotismo è dissimulato dietro ingannevoli parvenze democratiche (in verità demoncratiche). Le istituzioni odierne esercitano un controllo (controllo è parola-chiave) che è coercizione, contro cui la penosa parodia della giustizia civile e penale nulla può.

Così lo stato tende a diventare, a causa di una plurisecolare storia di oppressione, una specie di entità, simile a quei demoni che possiedono degli sventurati. Gli ossessi non riescono facilmente a liberarsi del demonio che domina la loro volizione. La volontà di lottare contro le storture del sistema è talora efficace e sempre lodevole, ma quante volte la vediamo cedere le armi di fronte ad un potere mostruoso e letteralmente diabolico! Questo potere ha purtroppo non solo previsto l'opposizione incanalata e diretta verso obiettivi fittizi o insignificanti, ma l'ha anche creata sempre per gestirne le dinamiche e neutralizzarla. Divide et impera.

Chi oggi è in grado di indebolire (non dico eliminare) una creatura oscena che, simile ad un'egregora "politica" ha assunto vita propria a tal punto che i cittadini onesti sono stritolati da un meccanismo spaventevole ed implacabile? Leggi, norme, decreti, sanzioni, ammende, pignoramenti, processi… sono solo alcuni degli strumenti con cui lo stato-satana conculca le residue libertà e tarpa le ali a chi desidererebbe edificare una società migliore. Dobbiamo poi aggiungere le nuove forme di dominio con cui i governi schiacciano i sudditi e vanificano sin il più piccolo tentativo di ribellione alle ingiustizie. "Non resta che far torto o patirlo", chiosava amaramente Manzoni. Non era lungi dal vero. La libertà è solo al di fuori dello stato, giacché uno stato che rispetti e valorizzi gli uomini non esiste e non esisterà mai. Stato costituzionale è un ossimoro.

Sia ben chiaro: sono il primo ad indignarmi, allorquando, di fronte agli innumerevoli e plateali crimini statali, le persone rispondono con "E' colpa del sistema", scrollando le spalle in modo rassegnato. Sia ben chiaro: sono il primo a spronare amici e conoscenti affinché si adoperino almeno per tentare di risolvere qualche piccolo problema, onde ricordino che sono uomini e non automi (?). Sono anche conscio, però, che, giunti a questo punto, l'azione per quanto meritoria, può forse ritardare la catastrofe, non stornarla. Sono consapevole che non tutto dipende dalla volontà, che credere nell'umanità è come affidare un gregge ad un fabbro. Infine, non si può neppure accettare che la somma dei cittadini coincida con lo stato, perché ciò significherebbe identificarsi con questa dimensione terrena, ma "Regnum meum non est de hoc mundo".


[1] Bojs lo definisce "sixtema", marcando, attraverso l'aspra e cruciale "x" e per mezzo del riferimento ad un numero dai significati spesso funesti, la valenza perversa degli apparati del potere.




4 comments:

  1. zret come mai lavori e ti fai pagare dallo stato illegale? Ma si sa, la coerenza non è certo il tuo forte

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  2. Una piccola chicca: su "paese illegale" vi è il link a tankerenemy.com :))))

    ilpeyote ipertestuale

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  3. Zret vuoi dare ai tuoi allievi del liceo IN CUI RUBI LO STIPENDIO, altro materiale per farti prendere per il culo?

    Ti piace così tanto far sapere che sei un idiota?

    Mikhail Lanart-Hastur

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  4. Non me la sento di leggerlo: l'era dell'olio di ricino (non il fascismo intendo, ma la mia infanzia!) è lontano e non vedo motivo di mandar giù schifezze lassative. Ho notato però, al volo, due parole, (forse perchè in corsivo?) ossia: "mutatis mutandis". Mi sembra un buon suggerimento per chi legge i post di Zret che scatenano l'effetto olio di ricino: cambiatevi le mutande!

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