http://zret.blogspot.com/2009/11/v.html
V
Forma e significati si condensano nella V, lettera il cui disegno ricorda un vaso. E' il calice che accoglie il sangue della Vita, il Graal, delle tradizioni celtiche poi cristianizzate. E' vas electionis, ricettacolo della silente verità. Ancora, coppa colma di fuoco. La V è pure la corolla dei fiori pregni di rugiada fecondatrice, imbevuti di alma luce.
E' forse possibile distinguere le lettere, segni di un alfabeto stellare, in maschili e femminili: la V è femminile. La sua natura yin, passiva e ricettiva, è permeata di umidi rezzi, come quelli che si raccolgono nelle valli azzurre al crepuscolo. E' pure Virgo celeste, casta e provvida. E' voto, devozione, con i suoi bracci che si slargano verso la trascendenza. Il profilo della V si può arcuare a delineare una valva di conchiglia, simbolo di generazione.
La sua forma così tende a confondersi con quella dalla U: in latino i due suoni corrispondenti si scrivevano con lo stesso grafema. Anche il suono incerto, semivocalico, esprime una transizione, l'affioramento di un'eco dal nulla, come il vagito di un bimbo che è la voce di una nuova esistenza emersa dalle brume dell'ignoto.
E' il miracolo di una nota che, intrecciata in una ghirlanda, genera una melodia, ma è anche il suono che, fendendo il nulla, ne turba la quiete, a somiglianza di un sasso gettato sulla superficie immota di un lago. E' la vibrazione armoniosa e fluida che, allontanatasi dal Principio, si frantuma in accordi atonali, in schegge di ombre.
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E' forse possibile distinguere le lettere, segni di un alfabeto stellare, in maschili e femminili: la V è femminile. La sua natura yin, passiva e ricettiva, è permeata di umidi rezzi, come quelli che si raccolgono nelle valli azzurre al crepuscolo. E' pure Virgo celeste, casta e provvida. E' voto, devozione, con i suoi bracci che si slargano verso la trascendenza. Il profilo della V si può arcuare a delineare una valva di conchiglia, simbolo di generazione.
La sua forma così tende a confondersi con quella dalla U: in latino i due suoni corrispondenti si scrivevano con lo stesso grafema. Anche il suono incerto, semivocalico, esprime una transizione, l'affioramento di un'eco dal nulla, come il vagito di un bimbo che è la voce di una nuova esistenza emersa dalle brume dell'ignoto.
E' il miracolo di una nota che, intrecciata in una ghirlanda, genera una melodia, ma è anche il suono che, fendendo il nulla, ne turba la quiete, a somiglianza di un sasso gettato sulla superficie immota di un lago. E' la vibrazione armoniosa e fluida che, allontanatasi dal Principio, si frantuma in accordi atonali, in schegge di ombre.
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Lo stiamo perdendo.
ReplyDeleteIl peyote V come Vaff.....
V è anche Vagina, dovresti provarla Zret, is good stuff
ReplyDelete"E' il miracolo di una nota che, intrecciata in una ghirlanda.."
ReplyDeleteL'unico miracolo qui è che, almeno, madre natura di ha dato il dono della parola. Altrimenti, tra faccia di cazzo e cervello impaltato che ti restava??
Saluti
MarcoB (aspirante accusatore di madre natura, talvolta)
Ragazzi, qua uno psicanalista ha anni di lavoro...
ReplyDeleteVacagher...
ReplyDeleteClassificato nella categoria seghe mentali
ReplyDeleteSaluti
Michele
Dio bono, ma ha intenzione di scrivere minchiate sulle 21 lettere dell'alfabeto?
ReplyDeleteilpeyote rinchiudetelo immediatamente