Saturday, February 6, 2010

Perfezione

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Perfezione

Nell'atroce, sboccata pellicola di Stuart Gordon, intitolata "Edmond", il protagonista al centro di una descensio ad inferos, aggredisce un sacerdote con un gragnola di dubbi che culminano in una lancinante domanda: "Perché Dio non crea un mondo perfetto? Se niente gli è impossibile, dovrebbe essere facile? Perché Dio non fa questo?" Il film di Gordon, simile ad una sfigurata raffigurazione del pittore irlandese Francis Bacon, ci pone di fronte ad un quesito capitale: perché siamo crocifissi all'esistenza? Incombe un senso di fatalità, si percepisce l'ombra dell'errore. Per quanto ci adoperiamo per cambiare la sorte, siamo rigettati sui lidi del non-senso, simili al fasciame che le onde sospingono sulla riva. Perfezione: se il cosmo fosse perfetto, forse ce ne dorremmo, perché mancherebbe quel quid che rende attraente la vita, la gioia che si vela di malinconia. Forse la perfezione è algida ed inespressiva, ma non ci entusiasma l'abisso.

Certo, alcuni trovano una giustificazione per tutto: la loro monolitica logica alla Pangloss non ammette perplessità né domande. Tutto è perfetto così com'è. E' solo la nostra limitata, parziale visione da narratori interni che ci impedisce di contemplare la suprema armonia. Può darsi che costoro abbiano ragione: tuttavia non so se oserebbero proclamare, apertis verbis, questa verità al cospetto degli infelici più vessati dal fato di chi ha il corpo straziato o l’animo esulcerato. Onesto è tacere di fronte all'inesplicabilità del male; una verbosa teodicea è arrogante.

"Perché Dio non crea un mondo perfetto?" Se fosse perfetto, sarebbe identico a Dio. Dunque la domanda non è questa, ma semmai, perché la dismisura? Non perché la realtà, ma perché questa realtà? Poco importa che sia confinata in un tempo umano che è un battito di ciglia rispetto all'eterno, poiché anche un istante di tormento puro è straripante, intollerabile. Figuriamoci se...

Forse l'imperfezione è il risultato di un collasso, di un cedimento, uno sdrucciolare nel tempo. Ecco, il tempo, come taglio, rescissione dal principio, è già di per sé straboccante di imperfezioni: scorrimento, trasformazione, declino, caducità, morte.

Abbiamo il coraggio di riconoscere che probabilmente qualcosa non ha funzionato, che qualcosa non quadra ab origine o quasi. Le stelle del cielo formano mirabili figure, perché noi ci ostiniamo a vedere animali fantastici ed eroi in quei granelli scintillanti sparsi a caso nel cielo notturno... o no?

Chi porrà rimedio allo sbaglio e quando? E’ già tardi, per molti: certe ferite non si rimarginano tanto facilmente. Non sappiamo se questa vita sia l'inferno, ma, se non lo è, gli assomiglia moltissimo.




3 comments:

  1. zrettino fallito, dammi il nome tel tuo pusher.
    lo denuncio, perche' questo ti frega, ti vende roba tagliata male, mooooolto male!
    alla cava, e' il tuo turno!

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  2. Propongo un comitato per salvare Zret. Voglio dire, già la vita è dura di suo. Vi immaginate viverla intrappolati a quarant'anni su un terrazzino con un fratello che ti terrorizza giorno e notte con ufi e scie chimiche e disinformatori nel cesso?

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  3. @Anonymous: NO, NON RIESCO AD IMMAGINARLA, una vita cosi'!
    credo che mi sparerei MOLTO prima di arrivarci!

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