Tuesday, March 9, 2010

Un fenomeno di chiaroveggenza nelle "Notti attiche" di Aulo Gellio

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/03/un-fenomeno-di-chiaroveggenza-nelle.html

Un fenomeno di chiaroveggenza nelle "Notti attiche" di Aulo Gellio

Articolo tratto dal blog di Zret

Aulo Gellio (130 d.C. ca. - 180 d.C. ca.), è autore latino di una silloge basata su citazioni desunte dalla lettura dei testi soprattutto di età repubblicana. La raccolta si immagina cominciata nelle sere d'inverno in una villa dell'Attica ed è intitolata appunto "Notti attiche" (Noctes Atticae). L'opera, piuttosto farraginosa e rapsodica, comprende argomenti che rivelano il gusto antiquario ed erudito dello scrittore. Tra le numerose notizie e notiziole letterarie, linguistiche, filologiche… non di rado mere curiosità da superficiale compilatore, spiccano alcune pagine di interesse antropologico ed il resoconto di un fenomeno che si può ritenere di chiaroveggenza.

Nel libro XV, 18, leggiamo: "Nel giorno in cui Caio Cesare e Gneo Pompeo combatterono in Tessaglia durante la guerra civile, a Padova, in Italia transpadana, accadde un fatto degno di essere ricordato. Un certo ierofante Cornelio, di nobile stirpe, onorato per la scrupolosità del suo ministero e venerato per l'integrità della vita, preso da una subitanea ispirazione disse che un'aspra battaglia era combattuta lontano e poi che alcuni si ritiravano, altri incalzavano, la strage, le fughe, giavellotti saettanti, una ripresa del combattimento, assalti, gemiti, ferite, poi, come se egli si trovasse in mezzo alla battaglia, gridava di vedere ogni cosa e subito dopo esclamò che Cesare aveva vinto. Quella divinazione del sacerdote Cornelio fu considerata insignificante e folle, ma grande fu la sorpresa in seguito, poiché non solo era stato indicato il giorno in cui era stata combattuta la pugna in Tessaglia, ma anche perché le alterne fasi dello scontro e lo stesso urto dei due eserciti erano stati descritti dai gesti e dalle parole del divinatore".

Non si hanno seri motivi per dubitare della veridicità dell'episodio raccontato da Gellio. Fenomeni portentosi simili sono narrati da vari autori romani, tra i quali Livio, Plinio il Vecchio e Giulio Ossequente. Può darsi che in alcuni casi abbiano giocato il loro ruolo la fantasia, la superstizione, l'attrazione per i mirabilia, ma sappiamo che in genere gli scrittori antichi annotavano con diligenza gli eventi. Spesso manifestazioni naturali eccezionali potevano essere scambiate per prodigi, ma, allora come oggi, circostanze che sfidano le interpretazioni razionali ed empiriche punteggiano il panorama della "normalità". Fenomeni straordinari ed inesplicabili spesso sono relegati nel novero delle coincidenze o negati in modo aprioristico. Così anche la visione a distanza di cui fu protagonista il sacerdote patavino potrebbe essere rigettata come una storiella inverosimile; potremmo, invece, ascriverla alla pur rarissima capacità di superare le barriere cronotopiche per osservare ciò che è lontano nel tempo e nello spazio.

L'aneddoto riportato da Gellio è interessante, perché non solo è riferibile alla chiaroveggenza, ma anche in quanto denota un tratto peculiare di questa capacità metapsichica, ossia l'immedesimazione nell'accadimento sicché l'uomo, oltre a raffigurare in modo vivido la scena della battaglia, pare esprimere con i movimenti del corpo e con le intense reazioni emotive, la partecipazione al combattimento, come se egli si fosse trovato in mezzo alle schiere. E' noto che molti chiaroveggenti non si limitano a percepire scenari distanti: infatti vivono in prima persona gli avvenimenti, riportandone turbamento, ansia, dolore ed angoscia. Sono ferite emotive che, se non spiegano i meccanismi di queste singolari esperienze, inducono a pensare che qualcosa di reale accada nella mente dei percipienti.

Alcuni studiosi ritengono che chiaroveggenza, telepatia e precognizione siano manifestazioni diverse di uno stesso fenomeno. Non è ancora stata formulata una teoria esplicativa soddisfacente, giacché occorrerebbe riconsiderare molti paradigmi inerenti alla percezione, alla coscienza ed alle leggi di natura. Le questioni che suscita tale fenomenologia implicano una ridefinizione di numerosi ipotesi interpretative della realtà.

Sono argomenti ostici su cui abbiamo talora indugiato e su cui ci ripromettiamo di tornare, non appena sarà possibile.

5 comments:

  1. Che ricordi con Auro Gellio, uno dei più "facili" autori da tradurre in italiano. Prosa semplice, termini non difficili, poche circonvoluzioni verbali. A proposito, professore di 'sto randazzo, non ti vergogni di usare termini inesistenti nell'originale, quali "ierofante"? Guarda che chi ti legge non è il solito gonzo al quale propini le tue minchiate. Ti cito l'originale:

    Quo C. Caesar et Cn. Pompeius die per civile bellum signis conlatis in Thessalia conflixerunt, res accidit Patavi in transpadana Italia memorari digna. 2 Cornelius quidam sacerdos et loco nobilis et sacerdotii religionibus venerandus et castitate vitae sanctus repente mota mente conspicere se procul dixit pugnam acerrimam pugnari ac deinde alios cedere, alios urgere, caedem, fugam, tela volantia, instaurationem pugnae, inpressionem, gemitus, vulnera, proinde ut si ipse in proelio versaretur, coram videre sese vociferatus est ac postea subito exclamavit Caesarem vicisse. 3 Ea Cornelii sacerdotis hariolatio levis tum quidem visa et vecors, magnae mox admirationi fuit, quoniam non modo pugnae dies, quae in Thessalia pugnata est, neque proelii exitus, qui erat praedictus, idem fuit, sed omnes quoque pugnandi reciprocae vices et ipsa exercituum duorum conflictatio vaticinantis motu atque verbis repraesentata est.

    ilpeyote ierofante di coppe a coppie di due

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  2. Lo scienziato marcio durante un esame alla facoltà di fisica bestiale:

    Prof:
    - Mi dica, marcione, è più veloce la luce o il suono?

    Il pinnaiolo, dopo aver pensato 2 ore:
    - La luce...

    Il professore chiede:
    - Mi saprebbe spiegare perché?

    - Certo professore. Durante il temporale si vede prima il lampo e poi si sente il tuono!

    Il professore, fiducioso:
    - Si, giusto! Ma, in particolare, da cosa dipende?

    - Dal fatto che gli occhi sono posizionati più avanti rispetto alle orecchie!!!

    Prof:
    -ok, fuori da coglioni..ehm, promosso, per carità di Dio, vada pure!

    Saluti
    MarcoB (aspirante magnifico rettore ai professori: promuovete il cialtrone e togliamocelo dalle palle!)

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  3. Tigre, per o'professore tradurre semplicemente come sacerdote non faceva figo, per cui ci ha piazzato ierofante, sacerdote dei misteri eleusini.

    Mi sembra poi di capire che il pinna di squalene sia a corto di minkiate per andare a raccattare le seghe mentali di o'professore

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  4. Mah...
    Io non ci vedo nulla di così strano nella chiaroveggenza o nella precognizione.

    Ho potuto verificare su me stesso la possibilità di prevedere eventi non accora accaduti, quindi in condizioni controllate prive di inganni (che senso avrebbe prendersi in giro da soli?) e facilmente riproducibili.

    Lo studio più semplice può essere fatto lanciando in aria una moneta.
    Grazie alle mie facoltà di precognizione riesco a prevedere su quale faccia cadrà.

    Certo... qualche volta mi sbaglio...
    Circa nella metà dei lanci.

    Ma si sa... le energie negative, quelle che si oppongono alla piena realizzazione dell'uomo e delle sue facoltà, sono dappertutto

    Però nei casi in cui la previsione è giusta, COME ME LO SPIEGATE VOI SCETTICI?

    mc

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