Monday, July 5, 2010

Pensiero magico ed evocazione

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/07/pensiero-magico-ed-evocazione.html

Pensiero magico ed evocazione

Articolo tratto dall'ottimo blog santaruina.

Se l'ipotesi ivi esposta corrispondesse a realtà si potrebbe meglio comprendere il perchè le carte da gioco degli illuminati o il film Segnali dal futuro prefigurino eventi orchestrati dalle élite occulte che dominano il mondo. Lo scopo nascosto sarebbe allora quello di far partecipare inconsciamente ed involontariamente giocatori e spettatori ad una sorta di ritualistica evocazione.

Per le persone indottrinate dallo scientismo moderno in stile CICAP questi potrebbero sembrare discorsi senza senso, ma per chi sa bene che la scienza ha da tempo dimostrato come la mente possa modificare la realtà si aprono nuove prospettive di interpretazione.
Il lavoro di studio sui generatori di numeri casuali condotto dai ricercatori della Princeton University ha mostrato (vedi il libro La scienza dell'intenzione di Lynne McTaggart) come la sintonia di massa, ovvero la coerenza di emozioni e sensazioni provate da gruppi di persone più o meno numerosi, incidono particolarmente sulla realtà. Tutto va come se la mente/coscienza potesse portare ordine nella materia e come se la coerenza di più menti amplificasse il fenomeno.

Ciò non toglie che potremmo aggiungere un'altra ipotesi (non necessariamente contrastante con la precedente) ovvero che in previsione di un prossimo fenomeno di risveglio e presa di coscienza delle masse i nostri dispotici dominatori abbiano predisposto degli specchietti per allodole cercando di mostrare dei burattinai di secondo ordine (gli illuminati?) come i veri colpevoli, mentre chi davvero manovra e tira i fili resterebbe nascosto, utilizzando per altro come propri agenti anche alcune personalità che all'apparenza si oppongono al Nuovo Ordine Mondiale.

Ho fondati motivi di sospettare (come molti miei amici e come la valente giornalista Jane Burgermeister) che Alex Jones di Prison Planet sia uno di questi.




Pensiero magico ed evocazione


...stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E' come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore.
Capire la propaganda, R. Winfield

Diffusione del simbolismo occulto

Il costante aumento della presenza del simbolismo occulto nella cultura popolare contemporanea è un dato di fatto, mentre divergono le opinioni sul reale significato di tale fenomeno.

Il parere più diffuso vede nell'utilizzo di queste tematiche una semplice moda del momento, oppure un banale esercizio commerciale studiato per rendere più appetibili ed intriganti i prodotti dell'industria del divertimento e dell'intrattenimento.

Si tratta di una opinione legittima, ovviamente, specialmente all'interno di un'epoca in cui al linguaggio simbolico non viene riservata la medesima attenzione di cui era oggetto nei secoli passati.

Questa diffusione, divenuta negli ultimi tempi vera e propria ostentazione, genera tuttavia parecchi interrogativi, sopratutto in coloro che ritengono l'uso del simbolismo un mezzo assai efficace di comunicazione, un metodo attraverso il quale determinati messaggi possono essere trasmessi in modo diretto e profondo.

Tuttavia, anche coloro che non concedono al simbolismo tale valenza, potrebbero comunque rimanere perplessi dinanzi a tale diffusione, se non altro per una questione di buon gusto.

Se si dovessero prendere in considerazione altre motivazioni, che non si riducano a semplici questioni di moda e di marketing, ci si potebbe di conseguenza domandare quali motivi possano giustificare questo fenomeno.

Considerato il carattere della questione, si dovrà necessariamente restare nel campo delle ipotesi; nonostante ciò, è comunque possibile cogliere una certa logica di fondo nell'intera operazione, sopratutto se analizzata da un punto di vista più vasto.

Organizzazioni segrete poco segrete

Negli ultimi anni, in particolar modo grazie all'esponenziale crescita del materiale informativo reso disponibile dalla diffusione della rete, sono divenute popolari analisi che cercano di indagare il ruolo giocato da gruppi di potere più o meno segreti, più o meno occulti, all'interno dello svolgimento dei grandi eventi sociali e culturali che caratterizzano la nostra storia recente, e non solo.

Concetti quali il Nuovo Ordine Mondiale, organizzazioni elitarie quali il gruppo Bilderberg, il CFR, i cosiddetti Illuminati, relegati fino a qualche anno fa ad oggetto di studio di pochi visionari catalogati sotto l'etichetta di “teorici della cospirazione”, hanno ormai guadagnato nel tempo una certa dose di popolarità, perlomeno all'interno del mondo della rete, e timidamente iniziano ad essere trattati anche dai mezzi di comunicazione tradizionali.

Vi sono trasmissioni televisive in prima serata che si occupano del simbolismo massonico, altre che addirittura danno risalto alle teorie più estreme sugli “Illuminati”, che danno voce ad analisti che espongono teorie della cospirazione che vorrebbero rivelare piani di dominio segreti e a loro modo diabolici.


La statua del grande gufo nel Bosco Boemo

Ed in effetti, parrebbero assai poco “segrete” delle organizzazioni i cui piani vengono analizzati e discussi in prima serata in trasmissioni di intrattenimento seguite da milioni di persone.

Coloro che da sempre tengono posizioni scettiche dinanzi a tali argomenti vedono in tale diffusione una chiara conferma della loro opinione: non vi può essere nulla di misterioso od occulto in qualcosa di così pubblicizzato.
E, senza dubbio, tale posizione è del tutto logica.

Dal lato opposto, chi si occupa di questi argomenti da diversi anni, da quando il reperire informazioni sulle società segrete e sui gruppi elitari di potere era tutt'altro che agevole ed immediato, vede in questa loro improvvisa “notorietà” un chiaro segno del fatto che certi programmi sono entrati nell'ultima fase, quel finale di partita in cui i giocatori si possono permettere di rivelarsi senza timore, dal momento che tutto è già stato studiato al minimo dettaglio e nulla potrà più sconvolgere l'ordine predisposto degli eventi.
Ed anche questa seconda opinione possiede una sua legittima logica.

Vi è, tuttavia, una terza possibilità, a sua volta del tutto coerente all'interno del pensiero esoterico a cui tali organizzazioni si rifarebbero.

Il pensiero magico

In una epoca sulla carta materialista e razionalista come la nostra l'analisi del pensiero magico può al massimo avere, come si è detto, una valenza antropologica, applicata specialmente allo studio di popolazioni primitive oppure appartenenti al passato.
Per quanto concerne l'età contemporanea si potrà invece analizzare l'apporto che tale pensiero ha avuto nel formare quel substrato di credenze superstiziose ed irrazionali ancora presenti nella cultura popolare.

Si tratterà comunque sempre di ricerche di tipo “antropologico”, appunto, e difficilmente lo studio del pensiero magico verrà preso in considerazione nel momento in cui verranno analizzati i grandi processi sociali e culturali che hanno influito sui maggiori eventi storici della nostra epoca.

Nei grandi movimenti politici, nei principali protagonisti della nostra storia recente, nel cercare le motivazioni ultime che portano alle rivoluzioni ed ai grandi cambiamenti epocali la moderna storiografia cercherà sempre, quali “spinte”, le ragioni maggiormente coerenti col pensiero predominante, ragioni “logiche” spiegabili all'interno di processi razionali e meccanici.

Il cosiddetto “pensiero magico”, a cui si concede una importanza secondaria all'interno dello sviluppo della cultura contemporanea, è invece considerato quale fondamentale limitatamente per quanto riguarda le civiltà arcaiche, dette anche primitive, dal momento che l'antropologia moderna ha oggi riconosciuto l'importanza che tale pensiero rivestiva all'interno della organizzazione sociale di quelle popolazioni.

Ed uno degli aspetti di questo pensiero magico, quello che in questa breve trattazione maggiormente ci interessa, risiede nella sua ritualità evocativa.

Una diversa percezione della realtà

Tra le testimonianze del cosiddetto “uomo preistorico” giunte fino a noi spiccano per interesse artistico e capacità evocativa numerosi dipinti murali ed incisioni, espressioni di profonde civiltà sviluppatesi migliaia, se non decine di migliaia, di anni fa, opera di uomini del tutto simili a noi fisicamente ma con una sensibilità assai distante dalla nostra.

Dipinti ed incisioni inizialmente catalogati come “espressioni artistiche”, come mere decorazioni, a seguito di valutazioni sicuramente riduttive che avevano il difetto di giudicare con parametri contemporanei l'ispirazione e l'immaginario di culture del tutto diverse dalla nostra.

Col tempo, grazie ad analisi più approfondite, grazie a studi che perlomeno tentavano di interpretare il possibile spirito del tempo, si è compreso che quelle produzioni non potevano essere capite se non ricostruendo anche la percezione che quegli uomini avevano del creato, il rapporto che condividevano con la natura e gli eventi che intorno a loro si verificavano.

In un mondo non meccanico come il nostro, tutto l'esistente era concepito quale allegoria e simbolo di realtà superiori, ed ogni azione non si limitava ad una semplice concatenazione di cause ed effetti, ma celava in sé un significato simbolico e magico: l'azione e il rito erano indistinguibili, ed ogni movimento, ogni pensiero, aveva in sé una connotazione sacra.

Nello stesso modo, i dipinti e le raffigurazioni che ancora oggi possiamo ammirare erano simbolo e rito nel medesimo momento.

La realtà raffigurata in una umida parete di una caverna riproduceva un momento centrale della vita degli uomini, ma prima ancora raccontava un momento rituale-mistico destinato a ripetersi ciclicamente in eterno. Quel momento veniva riprodotto e mitizzato; di più: veniva evocato.

In un universo dominato dal tempo ciclico in cui ogni avvenimento, come le stagioni e i cicli della luna, le nascite e le morti, era destinato a ripresentarsi, ogni racconto era contemporaneamente anche anticipazione, evocazione, ed in un mondo in cui la legge della causa-effetto è meno rigida di quanto la possiamo concepire noi moderni, una riproduzione fatta dall'uomo poteva contribuire a far sì che un determinato evento avesse un certo esito piuttosto che un altro.

Un presente inestricabilmente legato col passato e col futuro, un tempo ciclico in cui gli eventi si ripropongono sempre simili e mai eguali a se stessi, la convinzione di poter influire su quella medesima realtà per mezzo del racconto mitico, che essendo indissolubile dalla realtà vissuta poteva influenzarne lo svolgimento.

Danze ed incisioni

Gli antropologi occidentali poterono in qualche modo avvicinarsi alla comprensione di questo immaginario quando nel corso del XX secolo vennero a contatto con popolazioni che vivevano isolate da millenni, sopratutto in Africa e in Oceania, e che avevano mantenuto organizzazioni sociali ed usanze dagli occidentali stessi catalogate quali “primitive”.

Uno dei rituali, ad esempio, che i moderni studiosi poterono osservare da vicino, immutato da millenni, era quello della preparazione della caccia, comune a diverse di queste civiltà “primitive” in varie parti del mondo.

In molte di queste comunità, quindi, gli uomini che si apprestavano a recarsi ad una battuta di caccia partecipavano ad un complesso rituale che consisteva nella proposizione della battuta stessa: il sacerdote o lo stregone raccoglieva intorno a sé gli uomini e dipingeva per terra l'immagine degli animali che sarebbero stati cacciati; in seguito, l'immagine veniva colpita con le armi dai cacciatori, i quali concluso il rituale si impegnavano nella caccia vera.

Il significato del rito è evidente: i cacciatori, dal momento che credono nell'indissolubile legame tra verità e simbolo, tra realtà e rappresentazione, per mezzo del rito “forzano” in qualche modo la realtà a seguire quest'ultimo, e ad adeguarsi di conseguenza al loro volere.

I pittori che 20.000 anni fa dipingevano scene di caccia sulle pareti delle loro sacre caverne mettevano in scena il medesimo rituale: ancora una volta, la rappresentazione doveva precedere la realtà, il mito doveva direzionare gli eventi verso l'esito voluto.

Un'ipotesi per il presente

L'arte e le usanze delle cosiddette popolazioni primitive non si potrebbe quindi capire se non cercando di comprendere una concezione del mondo del tutto diversa rispetto a quella dominante nella modernità.

Tuttavia, quella percezione, definita in maniera forse riduttiva “pensiero magico”, non si è mai del tutto estinta, e ha lasciato le sue tracce nell'immaginario contemporaneo sotto forma di confuse “superstizioni” (superstizione = ciò che rimane).

Non solo: questa visione è tuttora viva all'interno del pensiero esoterico ed occulto che costituisce oggetto di studio ed interesse per gli ordini iniziatici ed elitari ancora presenti, e prosperi, nelle nostre società.

Come si è visto, di questi ordini fecero parte, e ne fanno tuttora, personalità influenti, pensatori, politici, intellettuali in grado di direzionare gli etat d'esprit di intere epoche.

E quando la cultura di un' epoca produce, per quanto riguarda l'immaginario popolare, un certo tipo di simbolismo, ci si potrebbe chiedere se in qualche modo tale produzione non ricalchi i canoni della ritualità espressa dal pensiero magico, una componente della creatività umana mai realmente estintasi.

Il simbolismo luciferiano mai come oggi ostentato potrebbe essere nient'altro che un immenso rito di evocazione, così come un certa produzione cinematografica (ovvero i moderni dipinti rupestri) di genere apocalittico più che una catarsi collettiva delle paure di inizio millennio potrebbe rappresentare in realtà una sorta di tentata anticipazione degli eventi futuri, un tentativo di condizionare gli eventi stessi per mezzo del simbolo.

E gli stessi gruppi elitari, fino a poco tempo fa ignoti al grande pubblico, che escono allo scoperto sbandierando le loro visioni di potere riguardo il futuro dell'umanità starebbero in realtà mettendo in atto, semplicemente, un enorme rituale, un rito collettivo in cui dall'evocazione del loro progetto si attendono la sua conseguente riuscita, come i cacciatori che inscenano la morte della loro preda prima di partire per la caccia.


Si veda anche:
- I prodromi della diffusione del pensiero occulto
- La scienza della persuasione













Un commenti interessante dello stesso autore dell'articolo

Faccio un'altra considerazione: tutti noi abbiamo presenti certi professionisti della "motivazione", quelli che organizzano corsi di autostima per singoli o professionisti.


Dai motivatori aziendali, a coloro che si dedicano ai professinisti dello sport, agli esperti di PNL, il fondamamento della dottrina di tutti questi personaggi è la "focalizzazione".

Si pensi anche agli infiniti libri che spiegano come riuscire in questo o quello, come avere successo, come diventare ricchi, ecc ecc. Tutti, in fondo, si basano sul concetto di "focalizzare": per ottenere un obiettivo, bisogna prima concentrarsi nell'immaginarlo, e nell'immaginarsi nell'atto di raggiungerlo.

Questo concetto altro non è che l'atto magico di evocazione, di cui qui si parlava. Non viene presentata come tale, ma si tratta di magia.



Quando i grandi manager dei nostri giorni seguono seminari di autostima, oppure frequentano corsi di PNL per ottenere il massimo dal loro lavoro, sono del tutto uguali ai cacciatori preistorici che colpiscono con le loro frecce la sagoma della preda disegnata sulla sabbia.

____________________________________________

per contrastare queste forme di pensiero magico, sarebbe sufficiente utilizzare analoga evocazione di segno opposto.

Proprio così, caro Hildegard. E' quello che dovremmo cercare di fare.

11 comments:

  1. E' diventato geloso di neovtruvian il cazzeggiatore pipparolo... o se ne è innamorato follemente?

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  2. ... veri colpevoli, mentre chi davvero manovra e tira i fili resterebbe nascosto, utilizzando per altro come propri agenti anche alcune personalità che all'apparenza si oppongono al Nuovo Ordine Mondiale.

    Ho fondati motivi di sospettare (come molti miei amici e come la valente giornalista Jane Burgermeister) che Alex Jones di Prison Planet sia uno di questi.


    Vedere i complottisti scannarsi a vicenda... non ha prezzo :D

    Saluti
    Michele

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  3. Troppe canne, coglionazzo, troppe canne ...
    Smettila finchè sei in tempo

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  4. Ironman, credo che il Corrado figlio delle canne sia passato ai funghi allucinogeni o all'LSD. Ormai alle canne e' assuefatto, non gli fanno avere piu' visioni xD

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  5. carica 200..... libera !! ... Lo stiamo perdendo ....!!! ..biiipp...... azz lo abbiamo perso ! ....si ma cazzo le piastre dovevi metterle sul cuore non sulle tempie ....... hummmmmm.....dici ..??? .....è che con tutte le cazzate che sparava ......bè .....speravo di sistemarlo ! :-D

    ghhgghghhg

    Beeeeee Beeeee Beeeeeee corrado hai finito di far pascolare le pecore ????

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  6. Non insultate Corrado, l'articolo l'ho scritto io.

    Se qualcuno avesse letto questo scritto mi piacerebbe sapere cosa esattamente contesta, quale parte ha trovato poco convincente. (suppongo che almeno coloro che si sono prodigati in insulti l'articolo lo abbiano letto.)

    A presto

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  7. Un'altra cosa.
    Sul mio blog i commenti sono ben accetti, e non cancello mai niente, a parte ovviamente interventi contenenti insulti e attacchi personali ad altri utenti.

    Quindi non capisco il senso di aprire uno spazio apposta per commentare un articolo che è liberamente criticabile in originale.

    A presto

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  8. Santaruina, io non ho trovato convincente (ad es.) questo:

    I pittori che 20.000 anni fa dipingevano scene di caccia sulle pareti delle loro sacre caverne mettevano in scena il medesimo rituale: ancora una volta, la rappresentazione doveva precedere la realtà, il mito doveva direzionare gli eventi verso l'esito voluto.

    Chi te l'ha detto che la rappresentazione doveva precedere la realtà? Che cosa c'entrano delle pitture rupestri con dei riti "pre-caccia"?

    Io penso che le pitture rupestri siano rappresentazioni di qualcosa che è avvenuto, e che l'uomo (semplifico) quando si "dotò" di "sensibilità artistica" cominciò a raffigurare le sue esperienze.

    ilpeyote altamira

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  9. Il tuo parere è stato predominante nel campo archeologico per diversi anni.
    Oggi si ritiene rischioso spiegare le pitture rupestri con la sensibilità dell'uomo moderno.

    Innanzitutto, non vi era sensibilità artistica come noi la intendiamo oggi nell'uomo primitivo.
    Le rappresentazioni facevano tutte parte dell'universo del sacro.

    Dumezil e sopratutto Eliade, il principale studioso di scienza delle religioni del XX secolo, hanno chiarito molto bene questo concetto.

    Che cosa c'entrano delle pitture rupestri con dei riti "pre-caccia"?

    Ancora una volta stai ragionando da "moderno", ed è naturale che sia così.
    Ma per l'uomo "primitivo" tutto è rito.
    E non si tratta di speculazioni.
    Grazie allo studio delle popolazioni primitive che sopravvivono ancora oggi lo possiamo affermare con certezza.

    Sul concetto di arte nei secoli ha scritto a mio parere pagine molto interessanti Titus Burckhardt (vedi ad esempio Arte Sacra in Oriente e in Occidente).

    Posso capire che si potrà sostenere che si tratta solamente di pareri di esperti a cui magari si contrappongo altri pareri di altri esperti.

    Ma, secondo il mio parere, tra le due visioni quella del "mondo interamente sacro" è quella che trova più riscontri.

    A presto

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  10. Ancora una volta stai ragionando da "moderno", ed è naturale che sia così

    Hai ragione santaurina, noi "moderni" tendiamo a giudicare i nostri avi con la nosta mentalita' moderna e quindi, a volte, a scandalizzarci per alcuni loro comporamenti.
    Di Mircea Eliade ho letto qualcosa, un paio di racconti, e l'ho trovato interessante.

    Ciao

    PS

    Il problema con Corrado Penna e' che scopiazza tutto quello che trova sul web che pensa possa sostenere le sue paranoie e le sue faraneticazioni oltre a quelle di personaggi discutibili come la Burgermeister

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  11. mmm, qui c'e' qualcosa che non va .....

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