Friday, August 27, 2010

Evoinvoluzione

http://zret.blogspot.com/2010/08/evoinvoluzione.html

Evoinvoluzione

La visione di un universo che cresce ed evolve come un organismo vivente collide con la concezione di un cosmo che è, invece, di per sé un cedimento rispetto ad una perfezione originaria. Forse evoluzione ed involuzione coesistono, sintropia ed entropia si intersecano: la spinta evolutiva paradossalmente potrebbe essere un processo degenerativo o culminare in una cadaverizzazione della coscienza.

In un pensoso articolo intitolato “Prima dell'abisso”, Whitley Strieber, lungi da approcci ingenui allo spinoso tema, considera le implicazioni di un eventuale contatto dell'umanità con esseri non terrestri. Scrive l'autore di Communion: "Quando domandai ad uno dei visitatori quale fosse la sua concezione dell'universo, rispose con la vivida immagine di una bara!". Strieber vede nella struttura biotecnologica degli Altri la conseguenza di un processo che, se da un lato, ha consentito loro di acquisire una formidabile conoscenza del creato sino al punto di manipolare la materia, dall'altro li ha condannati al tedio di chi ormai non ha più alcuno scopo da perseguire.

I visitatori hanno sovrapposto alla “prima natura” (per usare una distinzione che risale a Leopardi), ossia la condizione primigenia, non solo la “seconda natura” di esseri "sociali", ma un terzo strato di tipo tecnologico che ha per sempre assopito la spontaneità vitale. Cercano ora invano qualcosa di cui non serbano neppure il ricordo? In questo iter verso la nullificazione dell'anima pare adombrato il destino dell'umanità. Esistono probabilmente altri percorsi in cui il progresso spirituale prescinde da deviazioni scientifiche e tecniche. In verità, il vero progresso è la stabilità o, meglio, il ritorno ad una situazione primordiale. Il salto non è verso un traguardo più alto, ma il tentativo di risalire. Ogni processo di miglioramento è rimontare di qualche passo su una china che è comunque discendente, un rinviare il momento in cui si toccherà il fondo.

Il moto è la meta. Così, se si perde lo stimolo per l'innovazione, se non si avverte il pungolo della trasformazione (sia pure una chimera), l'esistenza ristagna ed il tutto si tramuta in un gelido sepolcro. Scrisse Samuel Johnson: "La condizione della vita è tale che si è felici, solo in attesa di un cambiamento". Per un motivo simile Leopardi percepiva in parole come "antico" e "lontano" l'incanto dell'indefinito, il fascino dell'indistinto. Vagheggiare l'antico, luogo di una perduta felicità, o immaginare suggestive lontananze nel tempo e nello spazio, sono le uniche consolazioni per un essere confinato nella monade di un presente inafferrabile ed illusorio.

Di fronte al mito positivista dell'avanzamento conoscitivo, ma anche al cospetto del nuovo credo basato sul pensiero che crea, dell'immaginazione che plasma la realtà (versione aggiornata e semplificata della filosofia idealistica, ignara sia della frattura sia dell'irrazionalità del mondo), resta l’attesa di una palingenesi che riporti al Principio. Tendere l'arco è già scoccare la freccia.




5 comments:

  1. lui invece è rimasto allo stadio di ameba

    ReplyDelete
  2. Evvai che sei il primo! Per numero di seghe mentali contenute in un unico post.

    ReplyDelete
  3. Il post non lo leggo ma penso che un bel "Vaffanculo" se lo meriti...
    Lo può estendere anche a france e non-votare-ecc. che poi è sempre lui.

    ReplyDelete
  4. Zret, solo un decerebrato come te, ignorante, incapace, invidioso, preso continuamente per il culo dai suoi allievi, un fallito senza speranza, uno sciacallo che blatera ma si caga addosso al pensiero di incontrare qualcuno di quelli che chiama debunker, può credere a simili cazzate.
    Una persona con QI a 2 cifre può fare una sola cosa


    RIDERTI IN FACCIA E PIGLIARTI A CALCI FINO A QUANDO NON DIVENTERAI MENO SPOCCHIOSO

    ReplyDelete
  5. Puro distillato di fuffa. Il buon Leopardi si rigirerebbe nella bara se sapesse di essere stato citato da zretino.

    ReplyDelete