Monday, August 23, 2010

La rivelazione di Bankenstein

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La rivelazione di Bankenstein

La rivelazione di Bankenstein, durante il processo


ovvero: il mistero del signoraggio spiegato al volgo

(inediti appunti per un romanzo di F. Cossiga. Quello che segue è un riassunto molto abbreviato a cura di M.S.)


E fu così che dài, picchia e ména, dopo una campagna durata anni su internet, e a seguito della crisi sempre più grave che stava facendo collassare l’intera società in Italia, la magistratura si vide obbligata a mettere sotto processo Bankenstein. Quello che segue è un’ipotesi fantasiosa della difesa di Bankenstein di fronte alle terribili accuse, esasperate dalla preoccupazione stessa del corpo magistrale che credeva di rischiare di esser chiamato a sua volta a rispondere come capro espiatorio della situazione.

L’accusa: “La terribile denuncia presentata presso la Procura di Roma etc. etc.”

Bankenstein: “Vostro Onore, a questo punto dobbiamo scoprire le carte. Siamo costretti a rivelare il piano, il grande piano glorioso, che speravamo di poter proseguire con la dovuta discrezione, ed in silenzio, per il bene di NOI tutti. Le accuse gravissime rivolteci non possono che precludere null’altro. Ne va della nostra sopravvivenza, non solo fisica, ma – e soprattutto – morale.

Le accuse temerarie che in quest’aula abbiamo sentito echeggiare, rimbalzate attraverso una odiosa campagna pluriennale su internet, da parte di personaggi oramai famosi di cui non ripeteremo il nome per non violare la privacy e per non dare loro ulteriore pubblicità, queste accuse infami ed infamanti, dicevo, sono dovute alla crassa ignoranza di persone irresponsabili che – fors’anche in buona fede – hanno arrecato un danno gravissimo e purtroppo irreparabile a quel delicato equilibrio che, almeno negli ultimi tre secoli, avevamo creduto di costruire, per il bene dell’umanità tutta. E spiegherò nel seguito cosa intendo. Partiamo dalla parola “umanità”. E’ evidente che questo sistema bancario non è stato creato per dar credito a “cani e porci”, ma solo a quella parte evoluta di esseri umani – per l’appunto – che chiameremo “umanità”. Quello che intendo è che non basta semplicemente avere le sembianze di un essere umano per esser ritenuto umano. Altrimenti, Vostro Onore, riterreste forse umani Napoleone, Hitler o Mussolini? Sappiamo bene che no. Ma a fianco di questi leader disumani, esiste una pletora di funzionari altrettanto abietti di cui la storia ha dimenticato i nomi. E che non per questo non son mai esistiti. Perché, Vostro Onore, la struttura della società umana da seimila anni ha forma piramidale e gerarchica, quindi, se il vertice è marcio… ci siamo capiti. Io sono un banchiere, certamente. Faccio parte di quella categoria di illuminati che vive nell’ombra, proprio per evitare il più possibile che il potere politico corrotto non m’abbia a fare pressioni, a scopo di esaudire i desiderata di un elettorato più corrotto ancora. Perché, Vostro Onore, ormai la cosa è di dominio pubblico: il nostro grande potere, di noi banchieri, consiste nel creare moneta dal nulla. Dal nulla sì, ma non per nulla! Abbiamo uno scopo che ci siamo prefissati in millenni di riunioni discrete – e non cospirazioni – che è sempre quello: il bene dell’umanità. Una delle nostre associazioni dalle quali attingiamo per gli elementi più puri, da destinare ai vertici del comando, ha per altro questo motto evidente: Libertà, uguaglianza. fraternità. Un’altra addirittura, per esser più chiari, si chiama Opera Divina! Vi pare possibile, Signori della Corte, proprio davanti a voi che avevamo seduti accanto durante le relazioni di fine d’anno della Banca d’Italia, che avremmo osato tanta sfacciataggine? Il potere del denaro lo abbiamo sempre usato per evitare di dar voce alle masse, quelle che – per esempio – recenti leader della sinistra (PD, Bersani) hanno detto non avrebbero mai seguito. Come dargli torto? Chi vorrebbe farsi influenzare da una massa vociante, ignorante e furiosa? Gente che è capace di accapigliarsi allo stadio oppure perdersi su internet alla ricerca di siti ancor più osceni di loro? Dante disse bene che non siamo stati creati per viver come bruti… proprio per questo nacque il mestiere di banchiere. Si pensò, cioè, ad un certo punto, di isolare la parte sana della società dalla massa melmosa. Si misero in opera associazioni estremamente selettive, ma aperte a tutti, per selezionare uomini liberi e di buoni costumi che, per i loro elevati requisiti di statura morale, potessero garantire obbedienza, fedeltà e rispetto dei loro pari. Nonostante le accuse apparse su internet, che addirittura vedrebbero nella Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea una specie di Spectre, le nostre organizzazioni sono assolutamente democratiche. Quando all’interno di un FMI o della Banca Mondiale decidiamo di lasciar crepare un paese perché lo riteniamo troppo poco corrotto, o meglio, poco incline a seguire i nostri diktat, le decisioni vengono prese in modo assolutamente democratico. Ma questo vale anche a livello di micro-management. Voglio dire, quando decidiamo tutti di adottare criteri di riserva frazionaria al 2%, chi ruba di più viene immediatamente punito! Non è forse correttezza questa? Le NOSTRE regole valgono per tutti. Chi disubbidì fu punito in maniera esemplare (Sindona, Calvi, etc.) Siamo arrivati al punto che, per correttezza, se una banca rubasse meno delle altre, la facciamo subito chiudere! Non c’è qua tempo e spazio per riassumere di come, negli ultimi seimila anni, la nostra azione coordinata ha evitato gravissime conseguenze per l’umanità: guerre, carestie, genocidi che non si sono visti. D’altra parte, che prove potrei portare? Sarebbe stato come chiedere a Saddam Hussein di dimostrare che NON aveva armi di distruzione di massa! Quello che potremmo invece dimostrare facilmente, in tema monetario, è che non abbiamo armi di DISTRIBUZIONE di massa, ed è per questo che siamo arrivati a questa situazione incresciosa. Ma la cosa era voluta, perché attraverso la scarsità artificiale della disponibilità di moneta e credito, abbiamo potuto attuare un meccanismo di selezione della specie: solo i più forti, o i predatori migliori, sopravvivono! Non è questo il meccanismo divino? Con gli animali, non succede lo stesso? Mica saremo peggiori degli animali, no? Quindi, almeno questo ve lo dovevamo. Certo, poi c’è sempre qualche anima bella, qualche bell’ingegno che, con la lente d’ingrandimento, si fossilizza su qualche milione di morti qua e là. Ma quelli che abbiamo risparmiati? Vostro Onore, fa sempre più rumore un albero che casca di cento che crescono! Ma se questi ed altri argomenti che potrei portare, ci fosse solo il tempo, non vi convincono, ve ne basti solo uno: chiunque può diventare un banchiere! Era questo il segreto del romanzo di Kafka, quando alla fine al condannato gli si dice che avrebbe potuto tranquillamente varcare la soglia della porta della salvezza, se solo avesse voluto! Invece, il tapino, si ostinava a chiedere il permesso! Voleva il lasciapassare! Un essere così idiota non meritava che la pena capitale. Come se uno per nascere dovesse richiedere il diploma! Per nascere banchiere noi chiediamo solo un requisito molto semplice, senza tanti fronzoli, ci basta che sia un Uomo d’Onore!”


A quel punto, inavvertitamente, il boia lasciò cadere la lama della ghigliottina… per fortuna nessuno se ne accorse perché era un processo – come spesso accade in ambiente bancario – a porte chiuse

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