Tuesday, December 14, 2010

Dove c’è Barilla c’è…. amianto!

http://controcorrente83.blogspot.com/2010/12/dove-c%C3%A8-barilla-c%C3%A8-amianto.html

Dove c’è Barilla c’è…. amianto!


di Helene Benedetti
pubblicato dalla testata giornalistica Reportonline
E’ più facile e veloce bonificare uno stabilimento di 9,58 ettari pieno di amianto o tappare la bocca ad un giornalista scomodo corrompendo Aruba per fargli chiudere il sito?
Per la Barilla evidentemente la seconda ipotesi è stata più conveniente. Forse pensavano che tappando la bocca ad un giornalista non ci sarebbe mai stata una cassa di risonanza… e qui si sbagliavano di grosso perché adesso metteremo in moto la macchina del fango.
La nota holding Barilla, produttrice di deliziose merendine, pasta, fette biscottate, snack, pani morbidi, sfoglie e merende varie, ha uno stabilimento a San Nicola di Melfi, in Basilicata. Lo stabilimento è pieno di amianto, ha il tetto fatto di eternit nonostante la legge 257 del 27 marzo 1992 che obbliga alla bonifica.
Con tutti i soldi che ha la Barilla, invece di bonificare lo stabilimento, preferisce pagare costose pubblicità che presentano le merendine più “sane” e belle d’Italia.
Il problema dell’eternit è che a lungo andare, si sfibra dando origine a piccolissime scaglie invisibili all’occhio umano. I frammenti volatili, possono, una volta respirati, provocare tumori alle vie respiratorie anche a distanza di anni. In questo stabilimento lavorano oltre 500 persone per un totale di 65 mila tonnellate annue di prodotto alimentare smistato nel nostro Belpaese.
Buone le Nastrine vero? Quello è l’unico stabilimento che le produce, quindi se avete mangiato le Nastrine in vita vostra, sappiate che provenivano da uno stabilimento con tetto in eternit e con moltissime probabilità, il tetto vecchio del 1987, sta già facendo svolazzare le piccolissime scaglie di amianto.
Queste non sono mie inchieste, sono inchieste del giornalista Gianni Lannes, un giornalista con la schiena dritta che lavorava per La Stampa. Il suo lavoro è stato bloccato da mazzette e intimidazioni, quindi ha deciso di continuare aprendo un sito tutto suo, un sito libero dove pubblicare le sue inchieste: http://www.italiaterranostra.it/
Mi sono occupata spesso di divulgare i contenuti del sito di Lannes, perché provo una grande stima per il suo lavoro, perché ci conosciamo un pochettino e perché ci siamo sentiti spesso per motivi di “divulgazione”…
Negli ultimi tempi ho trovato il suo sito “spento”, pensavo che forse lo stavano spostando, o stavano facendo modifiche. Ho aspettato, forse troppo. Questa mattina mi sono decisa a prendere il telefono e a chiamarlo; una persona sotto scorta non può sparire per tutto questo tempo, e con amara sorpresa, ho saputo che il sito è stato rimosso illegalmente. Qui sotto le parole di Gianni Lannes:
“La Barilla dei noti fratelli delega il professor avvocato Vincenzo Mariconda con studio a Milano per il lavoro sporco. Invece di rimuovere l’amianto fuorilegge (legge 257/1992) che imbottisce lo stabilimento di merendine e biscotti a San Nicola di Melfi in Lucania, tentano illegalmente di far cancellare il sito del giornale online ITALIA TERRA NOSTRA. Invece di denunciare alla magistratura per l’eventuale reato di diffamazione a mezzo stampa, tutto da dimostrare o citarci in giudizio in sede civile per un risarcimento danni, chiedono ad Aruba di oscurarci. Questa è la democrazia di chi è socio degli Anda-Buhrle (dall’anno 1979), noti soggetti trafficanti a livello internazionale di armi e ordigni. Se si tiene ad una voce libera è il momento di agire nel solco della legalità per rivendicare concretamente il diritto alla libertà di espressione. Tra l’altro sul caso sono state presentate diverse interrogazioni ancora senza risposta dal governo Berlusconi. BOICOTTIAMO LA BARILLA. SOS: pubblicate sul web e diffondete le inchieste di ITN sull’amianto alla Barilla di San Nicola di Melfi.”
Intanto quest’articolo girerà il web in lungo e in largo, mi occuperò personalmente con tutte le mie forze di divulgarlo quanto più riuscirò tramite amici, blogger, resistenti, Agende Rosse, siti e testate giornalistiche. Non è una minaccia, è un avviso. Consiglio alla Barilla di bonificare al più presto perché Gianni Lannes non è solo, e nemmeno io sono sola. La rete fa rete, e sulla Barilla c’è ancora talmente tanto da dire che l’unico modo per tappare le bocche è quello di mettersi in regola!
Buona colazione a tutti.
Helene Benedetti

8 comments:

  1. Coglione leccaculo dove sono le PROVE delle cazzate che dici?
    Visto le tue precedenti figure di merda NON SEI CREDIBILE senza prove inoppugnabili.
    e i siti FOGNA che frequenti NON SONO PROVE

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  2. Dove c'è controcorrente c'è....segatura

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  3. Quindi ci stai dicendo che, dopo tutto questo casino, non c'è neppure un'ispezionde dell'ARPA??

    Jabba

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  4. Forse c'è un equivoco, dovuto alla mancanza di informazione di chi suscita tutto questo casino. Contrariamente a quanto si crede, e all'uso che frequentemente se ne fa, la parola Eternit non sta ad indicare il materiale costituito da amianto e cemento un tempo molto usato per le coperture, si tratta invece del nome di un'industria che in passato produceva tale materiale ma, alla proibizione dell'uso dell'amianto, ha cessato la produzione di questo specifico materiale continuando però a produrre e commercializzare col marchio Eternit materiali non contenenti amianto. Quindi è molto probabile che qualcuno abbia visto il marchio Eternit e, naturalmente senza prendere informazioni più accurate, abbia deciso che significava copertura contenete amianto, se poi chi di dovere ha fatto un controllo ha scoperto che l'amianto non c'era.

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  5. Boh. Poi, ho preso qualche informazione, i barilla possiedono l'85% delle azioni, e il 15% (che mi pare una quota da investitori, più che da "controllori") è in mano a quelli della Anda. E ho letto che questi ultimi affari nel campo delle armi ne ebbero una 30ina di anni fa e durante la II guerra mondiale.

    Sull'amianto: concordo con Jabba, mi pare strano che non siano pubbliche inchieste e rinvii a giudizio (cfr. Eternit) anche considerando i tempi biblici della giustizia. E a quest'ultimo proposito una considerazione "terra terra": perché i sedicenti "ricercatori indipendenti" non s'organizzano per 'dividersi il lavoro'? Voglio dire che è molto più facile sparare a destra e a manca (molto più spesso ad minchiam) che concentrare le attenzioni su temi specifici e seri, documentando e documentandosi, contribuirebbero ad abbreviare i tempi biblici di cui sopra, di demagoghi ne abbiam piene le palle tutti quanti.

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  6. una cosa è sicura la pasta nn ha più lo stesso colore!

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  7. Salve, sono il responsabile legale del dominio italiaterranostra.it nonchè l’intestatario.
    Vi comunico che è stato pubblicato un comunicato su http://www.italiaterranostra.it che fa luce su ciò che realmente è successo.
    Il sito italiaterranostra.it non è mai stato oscurato illecitamente come viene raccontato. Chi ha messo in giro questa frottola lo ha fatto in evidente malafede. Le prove sono sul sito stesso www.italiaterranostra.it.
    Oltretutto vengono smentite tutte le squallide e calunniose affermazioni fatte nei miei confronti.

    Francesco Gatta
    (Amministatore e responsabile legale di italiaterranostra.it)

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  8. Buongiorno Dott. Gatta,

    spero sia chiaro che questo blog riporta articoli deliranti presi da varie fonti del web per poterli commentare liberamente. Nel caso specifico da http://controcorrente83.blogspot.com/2010/12/dove-c%C3%A8-barilla-c%C3%A8-amianto.html

    Cordiali saluti

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