Monday, March 21, 2011

Qualcuno ha "previsto" il terremoto per trarne benefici economici? Lo strano caso delle assicurazioni Lloyd

http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/03/qualcuno-ha-previsto-il-terremoto-per.html

Qualcuno ha "previsto" il terremoto per trarne benefici economici? Lo strano caso delle assicurazioni Lloyd

Come in occasione del disastro ecologico nel Golfo del Messico seguito all'incendio della piattaforma petrolifera nell'aprile del 2010, anche nel caso del terremoto del Giappone ci sono alcune strane "coincidenze" che si aggiungono alle prove già fornite sull'artificialità del fenomeno. Come poteva essere possibile che un dirigente della compagnia BP (proprietaria della piattaforma nel Golfo del Messico) e la potentissima banca Goldman Sachs, abbiano entrambi venduto quote consistenti delle loro azioni appena 3 o 4 settimane prima del disastro: preveggenza?

Per chi non ricordasse o non fosse ancora informato dei fatti segnalo i due articoli corredato di prove granitiche attinte da fonti ufficiali:

E adesso la storia sembra ripetersi col terremoto del Giappone e le assicurazioni della Lloyd (sebbene in questo caso la faccenda sia un pochino più complessa). Solo coincidenze? Ma quante coincidenze deve vedere un essere umano prima di vedervi dietro un piano ben architettato?

Riporto sulla questione della Lloyd un paragrafo molto interessante e dettagliato tratto da un articolo sul blog di Attilio Folliero.


La veggenza della Lloyd's

La tragedia a catena del Giappone, il successivo Tzunami ha provocato fin’ora migliaia di morti. Si ignorano gli sviluppi futuri, anche se non si fatica ad immaginare le disastrose conseguenze legate alla fuga di radioattività. Eppure c’è chi è felice e contento e si sta fregando le mani per gli enormi affari che ne deriveranno: il settore delle assicurazioni, apparentemente il più danneggiato da questa tragedia, dato che le assicurazioni sono chiamate a rimborsare varie decine di miliardi.

In Giappone è obbligatorio assicurare tutti gli immobili non solo contro incendi, furti ed altre devianze dell’uomo, ma anche contro imprevedibili disastri naturali, come terremoti e tsunami: quindi migliaia di case e centri urbani distrutti, e miliardi da rimborsare. Di fronte a disastri naturali di tali proporzioni, per le assicurazioni sembrerebbe aprirsi il baratro del fallimento. Invece, come ha dimostrato la storia, è subito dopo il verificarsi di disastri naturali di proporzioni cosi gigantescehe che aumentano i profitti delle imprese assicuratrici. Dopo la catastrofe dell’uragano katrina negli Stati Uniti, Munich Re, la più grande multinazionale del settore riassicurazioni, sei mesi dopo quella tragedia, era cresciuta del 25%. La seconda impresa mondiale del settore, la svizzera Swiss Reinsurance Co., nello stesso periodo crebbe del 14%; la AML, la maggiore assicuratrice londinese, del gruppo Lloyd’s, sei mesi successivi a Katrina era cresciuta del 49%.

I big delle assicurzioni e riassicurazioni si rafforzano e traggono energia dalle tragedia, non il contrario. Katrina è stata una tragedia immane, costata alle compagnie assicuratrici rimborsi per 62,2 miliardi di dollari. Malgrado queste cifre da capogiro, che potrebbero far pensare a grandi fallimenti, in realtà le compagnie –nonostante i megarimborsi– si rifanno con premi assicurativi fortemente accresciuti. La tragedia è propizia come null’altra cosa al business. E’ l’aumento dei premi per assicurare immobili di fronte a tragedie del genere, che a livello mondiale permette alle compagnie assicuratrici di fare grandi guadagni.

In Giappone, a fronte di risarcimenti plurimiliardari per le decine di migliaia di immobili distrutti ci saranno decine di milioni di immobili costretti a pagare premi assicurativi molto più cari. Il guadagno per le compagnie di assicurazioni è assicurato e molti analisti prevedono una boccata di ossigeno per imprese coinvolte nella crisi economica mondiale.

A questo punto dobbiamo evidenziare qualcosa di inquietante, molto inquietante, avvenuto prima del terremoto del Giappone, a detta di alcuni arrivato come una provvidenziale manna dal cielo, a salvare le compagnie di assicurazioni e riassicurazioni.

La Lloyd’s è tra le più importanti compagnie del mondo ed ha come principale base operativa un paese in profonda crisi economica, qual’è il Regno Unito. Le sue azioni, quotate alla borsa di Londra, dopo aver raggiunto un valore massimo a 824,82 sterline nel corso della seduta borsistica del 3 di maggio del 2002, sono progressivamente scese, fino a toccare il minimo a 33,0 sterline il 21 gennaio del 2009.

Successivamente si rivitalizzarono parzialmente, risalendo fino a 125 sterline nel corso di quello stesso anno 2009. Nell’autunno del 2009 conservavano ancora un valore di circa 100 sterline, dopo di che una nuova caduta, che ha coinvolto tutto il settore. I Lloyd’s hanno raggiunto una quotazione di 100 sterline l’ultima volta il 23 di ottobre del 2009. Da allora non solo non sono mai più riuscite a oltrepassare quota cento, ma nel corso di tutto il 2010 non sono mai andate oltre un valore medio di 50/60 sterline; solamente nel mese di settembre del 2010 hanno avuto valori superari a 70, arrivando a 79,15 il 21 settembre.

Nel semestre precedente al terremoto del Giappone le Lloyd venivano scambiate mediamente a 60 sterline. Il volume, ossia la quantità di azioni vendute e comprate giornalmente nell’ultimo anno è stato di circa 150/200 milioni. Ogni giorno, dunque venivano scambiate non più di 200 milioni di azioni Lloyd’s; molto raramente si sono raggiunte punte superiori e solo in isolati casi hanno superato i 600 e perfino 700 milioni di azioni scambiate nel corso di una giornata.

Improvvisamente, pochi giorni prima del terremoto ed esattamente il 25 febbraio, il volume di azioni della Lloyd’s scambiate supera i 4,2 miliardi di pezzi, ed il prezzo aumenta nel corso di quella giornata dalle 62,50 sterline iniziali fino a 91,95 sterline. Un repentino apprezzamento di quasi il 50%; nel corso di quella stessa seduta il prezzo ritorna alla media degli ultimi mesi, praticamente attorno alle 60 sterline. In sostanza, quel giorno si sono scambiate le azioni che generalmente si cambiano in un mese ed oltre.

La domanda ovviamente è molto inquietante: perchè una attenzione così grande verso questa impresa di assicurazioni? Perchè pochi giorni prima di uno dei più devastanti terremoti della storia, c’è stato uno megascambio di azioni della Lloyd’s così inusuale? Imponderabili variabili di un mercato volubile e capriccioso? Veggenza o sesto e settimo senso degli affari?

Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo alle quotazioni della Lloyd's della borsa di Londra. Nello screenshot, preso alle ore 11:37 del 18/03/2011, si riportano i dati della Lloyd’s degli ultimi giorni.


Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni dell’ultimo mese della Lloyd Banking Group della borsa di Londra. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.47 ed emerge chiaramente l’inusuale aumento di compravendita di azioni Lloyd’s il 25 febbraio.


Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni dell’ultimo anno della Lloyd Banking Group della borsa di Londra. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.48. Anche in questo grafico, emerge chiaramente il volume spropositato delle azioni scambiate il 25 febbraio scorso.

Screenshot (immagine) del sito finance.yahoo.com relativo al grafico delle quotazioni della Lloyd dal maggio 2000 ad oggi. Lo screenshot è del 18/03/2011, ore 11.48. Emerge sempre e chiaramente il volume spropositato delle azioni scambiate il 25 febbraio scorso.

17 comments:

  1. Inutile: Corrado Penna non riesce proprio a non dire menzogne almeno un giorno all'anno, la sua è una campagna continua pro-fandonia

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  2. Il dirigente della BP ha venduto le sue azioni della compagnia petrolifera circa un mese prima dell'esplosione della piattaforma

    Le prove che la GoLe prove che la Goldman Sachs ha venduto il 43.7 delle sue azioni dell’azienda BP tre settimane prima della catastrofe

    Ancora con 'sta storia? Ma corrado sciacallo di merda non ti sei sputtanato abbastanza? Ma sta zitto che fai più bella figura, abbi la decenza di evitare queste coglionate.
    Il volume degli scambi è sato elevato, ma a fine giornata il valore delle azioni è rimasto suppergiù sempre quello: e allora? Cosa dimostreresti con questo a parte il fatto che non capisci una beata fava di economia e sei invidioso come un riccio di chi fa soldi in quel modo?

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  3. Malgrado queste cifre da capogiro, che potrebbero far pensare a grandi fallimenti, in realtà le compagnie –nonostante i megarimborsi– si rifanno con premi assicurativi fortemente accresciuti.

    Cioè, fatemi capire: se mi aumentano di colpo i costi, dovrei rallegrarmene perché così posso aumentare a piacimento i ricavi?

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  4. Malgrado queste cifre da capogiro, che potrebbero far pensare a grandi fallimenti...

    Riserva matematica ci sei? pronto?

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  5. Nel semestre precedente al terremoto del Giappone le Lloyd venivano scambiate mediamente a 60 sterline.

    Scusate, ma la "p" accanto alla quotazione della Lloyd non significa pence? Non dovrebbe esserci (prima) la "£" perché sia indicata in sterline?

    La troiata (tra le tante) l'ha sparata corrado sciacallo pinna di squalene o io?

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  6. Gli sciacalli non perdono mai le loro pessime abitudini

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  7. A me risulta che quel giorno le azioni della Lloyds ordinarie sul listino ufficiale LSE (London stocks exchange) siano stati circa 325/326 milioni, un numero abbastanza elevato ma che negli ultimi sei mesi si è avvicinato o è stato raggiunto più volte. Sarà mica la solita balla megagalattica del Penna??

    http://www.londonstockexchange.com/exchange/prices-and-markets/stocks/summary/company-summary-chart.html?fourWayKey=GB0008706128GBGBXSET0

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  8. Ma Penna!?!?!?!??!

    Ancora con questa storia di BP e GS già ampiamente sbufalata andando a leggere la quantità di azioni che hanno movimentato prima dell'incidente??

    Sì.. insomma...
    Quelli di GS sono stati così LUNGIMIRANTI da tenersi la maggior parte del loro pacchetto azionario (se non ricordo male si parla in totale dello 0,4% delle azioni BP!) fino a DOPO l'incidente in modo che le perdite sono state superiori al guadagno???
    Ora, io non amo moltissimo le banche di investimento, ma sono abbastanza certo che NON ci lavorano dentro dei COGLIONI!

    In compenso scommetto che la tua successiva vaccata su Lloyd sia tale in quanto perseveri nel proporre sciocchezze senza controllarle.... ;-)

    Jabba

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  9. Si sta per pound.

    E che le assicurazioni siano uno stormo di avvoltoi non ci piove, che servano anche a noi comuni cittadini in casi simili nemmeno.

    Ma da qui ad accusarle di aver "provocato" un qualunque disastro solo un decerebrato cannista poteva arrivarci.

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  10. Ah,ok. errore mio. E' anche che avevo visto che le Lloyd a New York son quotate circa 3 dollari, e m'era sembrato che la differenza di prezzo fosse troppo elevata. Ma la borsa non è il mio campo.

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  11. Scusate, chiedo conferma perché è cosa che non ricordo: ma tutti gli scambi di borsa (almeno italiana) non si saldano nella stanza di compensazione al prezzo finale di contrattazione di giornata?

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  12. Eppure l'approccio di corrado è quanto mai razionale.
    Seguendo il qui prodest azionario in effetti si capiscono molte cose.

    Ad esempio il titolo Unilever ha manifestato un insolito movimento poco prima del disastro giapponese
    (http://it.finance.yahoo.com/q/bc?s=ULVR.L)
    La cosa è comprensibile in maniera lampante.
    Provocando la contaminazione radioattiva dei cibi, venderanno ai giapponesi a prezzi esorbitanti la maionese Calvè e il tè Lipton (si sa quanto quella bevanda è importante nel paese del Sol Levante).
    E non solo: per ripulire quanto è stato ricoperto dall'onda nera dello tsunami, potranno piazzare quantità esorbitanti di Lysoform Casa, con guadagni enormi.

    Anche RCS Mediagroup (Corriere della Sera) ha avuto movimenti interessanti prima del sisma, speculando senza alcun ritegno sui disastri artificialmente provocati per aumentare le vendite dei giornali, e anche la rivista "Bravacasa" che servirà nella ricostruzione.
    (http://it.finance.yahoo.com/q/bc?s=RCS.MI )

    Anche Antichi Pellettieri (http://it.finance.yahoo.com/q/bc?s=AP.MI) ha avuto variazioni notevoli i giorni precedenti.
    Si sa che dopo devastazioni di questo tipo (sia quelle (rarissime) naturali, sia quelle provocate ad arte come in questo caso) una delle principali necessità della popolazione è di avere capi di vestiario adatti a sopportare i disagi.
    Questa azienda ( http://www.antichipellettieri.it/asp/default.asp ) è, guardacaso (ma quante coincidenze, direbbero i disinformatori) produttrice proprio di questi articoli.
    E, se servissero altre prove oltre alla certezza che già s'è raggiunta uno dei marchi degli Antichi Pellettieri è il Mandarina Duck, sarcastico riferimento al millenario antagonismo tra Cina e Giappone.

    Solo i disinformatori corrotti e paranoici fanno finta di non vedere queste evidentissime dimostrazioni dell'origine artificiale del disastro giapponese.

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  13. Il problema è che Lloyds NON ha avuto movimenti anomali prima del disastro. E NEMMENO prezzi anomali.

    @ Rado: il grosso delle contrattazioni normalmente avviene durante tutta la seduta a prezzi correnti determinati da domanda e offerta continua. Sono possibili scambi in preapertura al prezzo di apertura e in fase di chiusura al prezzo di chiusura appunto.

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  14. Che babbuino.
    Cosa vorresti dire, che ne ha approfittato solo la Lloyd di questo disastro? Ci puoi fornire il nome di chi li ha avvisati e magari chi ha avvisato l'avvisatore? Altrimenti cuciti la bocca, o tranciati un dito per smettere di scrivere immani cazzate.

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  15. tranciarsi un dito non servirebbe a gran che. quello é talmente deficente che si infilerebbe una penna in culo pur di continuare a scrivere stronzate

    il peyote dante alighieri

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  16. straker lo fa già con grande diletto

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