http://zret.blogspot.com/2011/05/il-mistero-delliniquita.html
Il mistero dell'iniquità
Né le stelle né il sole
si risveglieranno,
non vi sarà mutamento di stagione,
né suoni melodiosi
o estatiche visioni.
Solo il sonno eterno
in una eterna notte.
(M. P., Proserpina)
Chi può negare che il mondo è dominato da una profonda ingiustizia? Vediamo il destino accanirsi contro i giusti, i deboli, gli inermi, mentre i reprobi trionfano e le loro malefatte non solo sono impunite, ma anche glorificate. Gli uomini talentuosi sono spesso misconosciuti, mentre i mestieranti occupano le cattedre universitarie. I benefattori ricevono come guiderdone ingratitudine, calunnie e sventure.
E' come se tale iniquità non fosse casuale.
Seneca scrive che Dio mette alla prova i probi, vagliando la loro capacità di sopportazione. Potrebbe essere. Sempre a proposito del Creatore, Nigel Kerner afferma che Dio (l’autore lo definisce Godverse) non interviene, poiché non può: è una prospettiva raggelante, ma forse non del tutto lontana dal vero. Quante invocazioni disperate e non di persone avvezze a pettinare le bambole, si perdono nel silenzio più nero! Il segreto dell’iniquità si sposa con il mistero del silenzio di Dio.
Sembra che l’unico miracolo elargito a chi è dilaniato da patimenti indicibili sia la morte, considerata la cessazione di ogni dolore, sempre che…
E’ naturale: il nodo si intreccia anche con l’enigma del male che sembra qualcosa di più di un semplice defectus boni, come sostiene Agostino.
Come compensazione gli uomini hanno ideato il futuro: è nel futuro, infatti, che sarà finalmente stabilita la giustizia. La giustizia è post mortem, l’equo riconoscimento è postumo, ai posteri spetta di pronunciare l’ardua e cristallina sentenza. Non sarà dunque così per sempre: i gaglioffi pagheranno il fio, ma per ora imperversano.
Le religioni rivestono un ruolo fondamentale, quali visioni prospettiche di un mondo rigenerato e redento. Anche quei filosofi che valorizzano l ’hic et nunc sono costretti a collocare in un avvenire incerto l’avvento di una nuova era: si pensi all’Ubermensch (Oltreuomo) di Nietzsche che è appunto oltre il suo stesso, trionfale annuncio. Le religioni e certe filosofie sono verbi che si coniugano solo al futuro.
L’ontogenesi palesa una situazione parallela: l’adolescente vagheggia gli anni in cui sarà felice, ignorando che cosa lo attenda. Sarebbe meglio se leggesse ed assimilasse l’insegnamento contenuto nella poesia “Il sabato del villaggio”: non solo prima o poi verrà “il dì di festa”, ma forse qualcuno gli farà la festa.
A volte si ha l’impressione che all’universo non soggiaccia l’irrazionalità, poiché una struttura siffatta sarebbe probabilistica e distribuirebbe rose e spine in modo più o meno equivalente, ma una razionalità al contrario.
Un dubbio più che cartesiano ci impone di dubitare delle promised lands, ci costringe non a credere, ma a cercare varchi eventuali, cardini che potrebbero cedere, brecce suscettibili di allargarsi.
Forse non risusciteremo, non continueremo a vivere in un altro “luogo”: spezzatosi il breve arco della vita, si sprofonda nel nulla. Lo stesso Dio potrebbe essere veramente, come opina Kerner, per la sua stessa natura, estraneo, volente o nolente, alle miserevoli vicende umane e non solo umane. Perché mai le nostre piccole vite dovrebbero essere tanto importanti in questo cosmo sconfinato e muto?
Un giorno il sole affonderà nel glaciale oceano di una notte infinita per non risorgere più.
si risveglieranno,
non vi sarà mutamento di stagione,
né suoni melodiosi
o estatiche visioni.
Solo il sonno eterno
in una eterna notte.
(M. P., Proserpina)
Chi può negare che il mondo è dominato da una profonda ingiustizia? Vediamo il destino accanirsi contro i giusti, i deboli, gli inermi, mentre i reprobi trionfano e le loro malefatte non solo sono impunite, ma anche glorificate. Gli uomini talentuosi sono spesso misconosciuti, mentre i mestieranti occupano le cattedre universitarie. I benefattori ricevono come guiderdone ingratitudine, calunnie e sventure.
E' come se tale iniquità non fosse casuale.
Seneca scrive che Dio mette alla prova i probi, vagliando la loro capacità di sopportazione. Potrebbe essere. Sempre a proposito del Creatore, Nigel Kerner afferma che Dio (l’autore lo definisce Godverse) non interviene, poiché non può: è una prospettiva raggelante, ma forse non del tutto lontana dal vero. Quante invocazioni disperate e non di persone avvezze a pettinare le bambole, si perdono nel silenzio più nero! Il segreto dell’iniquità si sposa con il mistero del silenzio di Dio.
Sembra che l’unico miracolo elargito a chi è dilaniato da patimenti indicibili sia la morte, considerata la cessazione di ogni dolore, sempre che…
E’ naturale: il nodo si intreccia anche con l’enigma del male che sembra qualcosa di più di un semplice defectus boni, come sostiene Agostino.
Come compensazione gli uomini hanno ideato il futuro: è nel futuro, infatti, che sarà finalmente stabilita la giustizia. La giustizia è post mortem, l’equo riconoscimento è postumo, ai posteri spetta di pronunciare l’ardua e cristallina sentenza. Non sarà dunque così per sempre: i gaglioffi pagheranno il fio, ma per ora imperversano.
Le religioni rivestono un ruolo fondamentale, quali visioni prospettiche di un mondo rigenerato e redento. Anche quei filosofi che valorizzano l ’hic et nunc sono costretti a collocare in un avvenire incerto l’avvento di una nuova era: si pensi all’Ubermensch (Oltreuomo) di Nietzsche che è appunto oltre il suo stesso, trionfale annuncio. Le religioni e certe filosofie sono verbi che si coniugano solo al futuro.
L’ontogenesi palesa una situazione parallela: l’adolescente vagheggia gli anni in cui sarà felice, ignorando che cosa lo attenda. Sarebbe meglio se leggesse ed assimilasse l’insegnamento contenuto nella poesia “Il sabato del villaggio”: non solo prima o poi verrà “il dì di festa”, ma forse qualcuno gli farà la festa.
A volte si ha l’impressione che all’universo non soggiaccia l’irrazionalità, poiché una struttura siffatta sarebbe probabilistica e distribuirebbe rose e spine in modo più o meno equivalente, ma una razionalità al contrario.
Un dubbio più che cartesiano ci impone di dubitare delle promised lands, ci costringe non a credere, ma a cercare varchi eventuali, cardini che potrebbero cedere, brecce suscettibili di allargarsi.
Forse non risusciteremo, non continueremo a vivere in un altro “luogo”: spezzatosi il breve arco della vita, si sprofonda nel nulla. Lo stesso Dio potrebbe essere veramente, come opina Kerner, per la sua stessa natura, estraneo, volente o nolente, alle miserevoli vicende umane e non solo umane. Perché mai le nostre piccole vite dovrebbero essere tanto importanti in questo cosmo sconfinato e muto?
Un giorno il sole affonderà nel glaciale oceano di una notte infinita per non risorgere più.
Perché mai le nostre piccole vite dovrebbero essere tanto importanti in questo cosmo sconfinato e muto?
ReplyDeleteilpeyote parla per la tua piccola vita professò cogliò
Ma cosa ca$$o si fuma/beve/inietta il professo' coglio' per partorire i suoi post?
ReplyDeleteNo, seriamente, io solo con l'alcol non riesco manco lontanamente ad avvicinarmi a questi livelli di follia!
Sulla piccola vita, quoto TDM, quella del "professore" sara' piccola, la mia e' bella, ricca di soddisfazioni e di piacere. Che pena!
ANTONIO MARCIANO'
ReplyDeletehttp://www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0
The Foe-Hammer said...
ReplyDeleteANTONIO MARCIANO'
http://www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0
Ok, rilanciamo:
MINCHIA TEAM SANREMESE E SODALI
http://tinyurl.com/5v43w7k
ilpeyote non meritate altro
L'ennesimo articolo da tagliarsi i capillari del bulbo oculare iniettandoli di acqua bollente per morire prima...
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