http://zret.blogspot.com/2011/05/larte.html
L'Arte
Un tale – è Cicerone a riportare l'aneddoto - voleva insegnare a Temistocle, il fondatore della talassocrazia ateniese, l'arte della memoria. Temistocle non mostrò interesse: "Mi useresti un piacere di gran lunga maggiore, se mi insegnassi a dimenticare, piuttosto che a ricordare ciò che desidererei non ricordare." Saggia risposta quella dell'uomo politico. In verità non è solo auspicabile obliare gli affronti, come chiosa l'Arpinate: bisognerebbe imparare l'arte dell'oblio per cancellare quelle memorie (errori, sventure, incomprensioni, affanni) che assediano il presente.
Sebbene l'inglese sia ritenuto una lingua profana, alcune incursioni semantiche in tale idioma ci offrono motivi di riflessione: così che cos'è la dimenticanza, se non un conseguimento eccelso, una conquista gloriosa? Per questo motivo in inglese scordare è (to) forget, ossia ‘prendere, ottenere assai’ (il prefisso “for” ha valore intensivo). E' solo apparente il paradosso: molto stringe chi tutto perde, chi si lascia dietro di sé lo strascico tetro, fallace dei ricordi. Tra l'altro (to) forget è costruito secondo lo stesso modello di (to) forgive, omologo di “perdonare”: perdonare, infatti, è un donare molto, implicando un'elargizione di sé che è nobiltà d'animo.
Come apprendere dunque l'arte dell'oblio, dacché le rimembranze ci attorniano per espugnarci? Un ricordo assale il baluardo della coscienza, un altro le tende un'imboscata, un altro, muovendosi di soppiatto, entra da una breccia delle mura, un altro le dirocca, un po' alla volta, per penetrare nella cittadella...
Le reminiscenze sono in ogni dove. Scrutano, bisbigliano, fluttuano, quando non strattonano o non scaraventano nell’abisso del tempo trascorso. Là è un libro, qui un volto, lì un profumo, quivi una voce, ora è un sapore, talvolta è un brivido... Viviamo in un labirinto di memorie, tra riflessi di ombre ed ombre di larve. Né il sonno, con i suoi sogni pregni di esperienze, ci dà requie: durante la notte, anzi le ricordanze, trasfigurate in immagini emotive, ci turbano con in più quell'alone enigmatico che sfida il tentennante raziocinio.
Qualcuno scrisse che "un ricordo del dolore è ancora dolore, mentre un ricordo della gioia è dolore": è così, sebbene la qualità della sofferenza cambi. Cambiano il timbro e lo spessore: anche i patimenti appassiscono. Perché dovremmo, novelli Enea, rinnovare la pena con la rievocazione? No. Meglio tacere, quand’anche scordare significasse tacitare il cuore. L’oblio diventi obl-io, cancellazione dell’io caduto-caduco. Nel silenzio e nell'amnesia è il fuoco della speranza.
Che cosa saremmo senza le memorie, senza il solco del passato? Nulla. Ce ne dorremmo?
Sebbene l'inglese sia ritenuto una lingua profana, alcune incursioni semantiche in tale idioma ci offrono motivi di riflessione: così che cos'è la dimenticanza, se non un conseguimento eccelso, una conquista gloriosa? Per questo motivo in inglese scordare è (to) forget, ossia ‘prendere, ottenere assai’ (il prefisso “for” ha valore intensivo). E' solo apparente il paradosso: molto stringe chi tutto perde, chi si lascia dietro di sé lo strascico tetro, fallace dei ricordi. Tra l'altro (to) forget è costruito secondo lo stesso modello di (to) forgive, omologo di “perdonare”: perdonare, infatti, è un donare molto, implicando un'elargizione di sé che è nobiltà d'animo.
Come apprendere dunque l'arte dell'oblio, dacché le rimembranze ci attorniano per espugnarci? Un ricordo assale il baluardo della coscienza, un altro le tende un'imboscata, un altro, muovendosi di soppiatto, entra da una breccia delle mura, un altro le dirocca, un po' alla volta, per penetrare nella cittadella...
Le reminiscenze sono in ogni dove. Scrutano, bisbigliano, fluttuano, quando non strattonano o non scaraventano nell’abisso del tempo trascorso. Là è un libro, qui un volto, lì un profumo, quivi una voce, ora è un sapore, talvolta è un brivido... Viviamo in un labirinto di memorie, tra riflessi di ombre ed ombre di larve. Né il sonno, con i suoi sogni pregni di esperienze, ci dà requie: durante la notte, anzi le ricordanze, trasfigurate in immagini emotive, ci turbano con in più quell'alone enigmatico che sfida il tentennante raziocinio.
Qualcuno scrisse che "un ricordo del dolore è ancora dolore, mentre un ricordo della gioia è dolore": è così, sebbene la qualità della sofferenza cambi. Cambiano il timbro e lo spessore: anche i patimenti appassiscono. Perché dovremmo, novelli Enea, rinnovare la pena con la rievocazione? No. Meglio tacere, quand’anche scordare significasse tacitare il cuore. L’oblio diventi obl-io, cancellazione dell’io caduto-caduco. Nel silenzio e nell'amnesia è il fuoco della speranza.
Che cosa saremmo senza le memorie, senza il solco del passato? Nulla. Ce ne dorremmo?
Ce ne dorremmo?
ReplyDeleteROTFL
Della serie: "ma che cosa minchia sta dicendo questo imbecille?"
ReplyDeleteUn tale – è Cicerone a riportare l'aneddoto - voleva insegnare a Temistocle, il fondatore della talassocrazia ateniese, l'arte della memoria.
Siamo alle solite: "mio cuggino".
(errori, sventure, incomprensioni, affanni)
Notare che il link a "sventure" porta alla discarica per allucinati, ovvero nemicodellecisternepuntocom STRALOL
Qualcuno scrisse che "un ricordo del dolore è ancora dolore, mentre un ricordo della gioia è dolore"
Cialtrone, quel "qualcuno" è Byron, un poeta che ti sogni la notte quanto lo invidi, come il 95% del genere umano, data la tua miserevole esistenza http://tinyurl.com/6262pa7
L’oblio diventi obl-io, cancellazione dell’io caduto-caduco. Nel silenzio e nell'amnesia è il fuoco della speranza.
Cialtrone e due: leggi qui http://tinyurl.com/5webbpo l'etimologia di "oblio" e sta' zitto, bestiaccia d'un professò cogliò che non sei altro.
ilpeyote ma guarda se glielo devo dire io
Pensare che un "essere" come questo insegni, mi fa veramente paura.
ReplyDeleteQuale generazione di futuri adulti puo' mai uscire dalle mani (che dovrebbero occuparsi di zappare la terra, al massimo) di un tale personaggio?
Che cosa saremmo senza le memorie, senza il solco del passato? Nulla.
ReplyDeleteAnche con tutte quelle cose per te è la stessa.
Ce ne dorremmo?
Se non lo sai tu che ci sei abituato...
L'arte ... di sparare cazzate
ReplyDeleteil peyote breve e conciso
Dimenticare è un'arte chimicamente impossibile per la volontà di un'essere umano. Si cancella la memoria, a volte, attraverso traumi involontari che danneggiano in maniera irreversibile parti del cervello. Il resto è e rimane filosofia. La domanda nasce spontanea...ma ogni tanto puoi scrivere qualche cosa di più allegro? 'Sti poveri alunni finiranno col suicidarsi e credere persino che sia una conquista...
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