Monday, July 25, 2011

La teoria dell’universo olografico: alcune implicazioni filosofiche

http://zret.blogspot.com/2011/07/la-teoria-delluniverso-olografico.html

La teoria dell’universo olografico: alcune implicazioni filosofiche

Per teoria dell’universo olografico si intende un modello interpretativo della realtà, secondo cui il mondo fenomenico è una proiezione priva di consistenza “oggettiva” ed in cui ogni parte contiene il tutto. Formulata dallo scienziato David Bohm, ripresa, con qualche variante da altri ricercatori, tale sistema è, mutatis mutandis, radicato in antiche concezioni (si pensi ai Veda) e dottrine filosofiche. Il visionario scrittore statunitense Philip K. Dick ne elaborò un’originale interpretazione.

Non approfondisco i capisaldi di tale teoria e di visioni contigue, perché li ho già discussi in parecchi articoli cui rimando, ma vorrei qui puntualizzarne alcune implicazioni.

E’ opportuna in primo luogo una riflessione linguistica: la materia è illusione (maya). Ora il termine “illusione” vale letteralmente “gioco interno” (da in e ludere): ne consegue che gli oggetti “là fuori” sono in verità nel nostro cervello. Nel cervello, che non è colpito dalla luce (fotoni), si formano le immagini delle cose che erroneamente collochiamo fuori di noi.

Sino a qui la teoria, pur contraria al senso comune che non solo distingue tra interno ed esterno, ma che attribuisce all’esterno autonomia rispetto alla coscienza, è ancora intuitiva. Diventa, però, contro-intuitiva nel momento in cui lo stesso cervello viene assimilato a tutti gli altri “oggetti”, poiché l’encefalo è visto come un elemento fallace proiettato da un quid che Bohm definisce “ordine implicito”.

Non è quindi il cervello a generare la “realtà”, ma una sorta di coscienza transpersonale: è come se Dio proiettasse le figure e gli eventi di un sogno (o incubo?). Figure ed eventi sono simulacri che gli uomini scambiano per oggetti e fatti “concreti”. Gli uomini si limitano ad osservare la pellicola quadridimensionale della creazione.

Vogliamo trarne alcune inevitabili conclusioni? Il libero arbitrio non esiste, giacché non è l’uomo con il suo cervello a generare una porzione di realtà, ma è un’unica coscienza (affine ad un elaboratore organico?) che la produce. Non solo, l’individuo non può in nessun modo incidere sugli avvenimenti e le cose. Ogni sua azione, sebbene egli non ne sia consapevole, è simile a quella di uno spettatore che in una sala cinematografica pensasse di poter interagire con gli attori del film, rivolgendosi loro, o di poter cambiare l’intreccio, magari tentando di strappare la pistola al marito-attore che sta per uccidere la moglie-attrice, rea di averlo tradito con un altro.

La teoria dell’universo olografico quindi consuona con la forma più radicale di fatalismo che si possa immaginare. Introdurre il concetto di libera volontà significherebbe disintegrarne la logica, dunque costruire un modello incompatibile con quello di cui in parola.

In questo modo l’etica risulta compromessa per due motivi: ogni azione è agita da Qualcos’altro estraneo al soggetto percipiente. Ogni azione plasma e modifica un mondo non solo già plasmato e modificato da un Altro, ma persino di per sé inconsistente ed inesistente. Intervenire su tale realtà è ininfluente, privo di significato morale, perché la realtà materiale non esiste. Parafrasando Dostoevskij, si potrebbe scrivere: “Se non esiste la materia, tutto è lecito”. E’ come se una persona fosse incarcerata per aver ucciso un suo nemico in un sogno! Come si può essere moralmente responsabili di aver assassinato un essere che è solo un’ombra?

Sono situazioni paradossali che, però, non si possono ignorare, se si vuole analizzare ed illustrare la teoria dell’universo olografico in modo rigoroso. Non è facile ignorare tale sistema che scaturisce da un’indagine coerente dell’infinitamente piccolo, cosmo rarefatto ed impalpabile, quasi sull’orlo del nulla, oltre che da una convergenza con molte dottrine tradizionali, senza dimenticare alcune conferme empiriche.

Ne consegue che l’etica si può solo basare su un postulato della ragion pratica e su un rifiuto della teoria dell’universo olografico. Tale rifiuto implica l’elaborazione di un sistema dualista con tutte le aporie che le filosofie dualiste implicano, benché anche i modelli monisti (come la teoria dell’universo olografico) incorrano in sfide concettuali non meno ostiche.

Molti altri aspetti meriterebbero di essere almeno sfiorati: qual è la natura della dimensione onirica all’interno di un cosmo olografico? Come inscrivere i sogni nel Sogno? E’ possibile conciliare tale teoria con altre che attengono alla sfera fenomenica? Se sì, a quale prezzo? Dove si situa il male in questo asettico, perfetto disegno concettuale? Altri potrà provare a rispondere a questi ed altri quesiti vertiginosi che snocciolo come altrettante sciarade.

Va rilevato che questo sistema è l’unico, tra gli schemi scientifici, che tenta di inoltrarsi nel non-manifesto, di cui non sappiamo in verità nulla e sul quale si possono formulare solo ipotesi non falsificabili. Quindi da teoria scientifica tende a configurare una dottrina filosofica.

Alla fine, lo scetticismo di Pirrone, che andava a sbattere contro gli alberi, non disponendo di un criterio di verità da cui arguire che gli alberi esistono e che sono lì dove li vediamo, pare inevitabile. Infatti non sappiamo né possiamo sapere se l’albero esista né se sia lì né perché né come etc.

Il nostro tragico destino è quello di andare a sbattere contro la vita, assai più dura e ruvida degli alberi pirrroniani.


[1] Differente è la terminologia con cui i diversi scienziati individuano questo quid: ad esempio l’italiano Sergio Corbucci lo chiama “vuoto quantomeccanico”. Giustamente Luigina Marchese preferisce definirlo “nulla”: è il nulla, infatti, a partorire il tutto. Come ciò possa avvenire, in violazione del principio del terzo escluso, con l’equazione 0 = 1, non possiamo né comprendere né spiegare, ma è un dato che può essere solo constatato.


[2] L’essere è: nessuno ha mai chiarito in modo persuasivo “perché l’essere, invece del non essere”.

Qui un'ampia e perspicua descrizione della teoria.


9 comments:

  1. zret i marziani non sono ancora sbarcati sulla terra!!!
    Quando arriveranno ti avviserò.

    Comunque le scie chimiche sono prodotte da ologrammi di aerei, questo è un fatto perspicuo.

    Non hai niente da fare?
    Allora ibernati fino a settembre, e mettiti le mutandis.

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  2. comunicato stampa "Alcuni fisici della Hong Kong University of Science and Technology hanno messo la parola fine alla possibilità di realizzare il sogno fantascientifico del viaggio nel tempo. La possibilità di realizzare il viaggio nel tempo è legata alla possibilità di superare la velocità della luce. Einstein poneva come limite di velocità nell’universo quella della luce e questa sua affermazione, nella teoria della relatività, era elevata al rango di postulato. C’era un’evidenza sperimentale per poter azzardare questo postulato: l’esito negativo dell’esperimento di Michelson - Morley"

    fantasia stop

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  3. Della serie: "supercazzole come se fosse antani a cura di ignoranti incompetenti"

    [1] Differente è la terminologia con cui i diversi scienziati individuano questo quid: ad esempio l’italiano Sergio Corbucci lo chiama “vuoto quantomeccanico”. Giustamente Luigina Marchese preferisce definirlo “nulla”: è il nulla, infatti, a partorire il tutto. Come ciò possa avvenire, in violazione del principio del terzo escluso, con l’equazione 0 = 1, non possiamo né comprendere né spiegare, ma è un dato che può essere solo constatato.

    Allora: sul sig. Corbucci non mi pronuncio, non ho tempo da perdere. Sulla sig. ra maestra Marchese (quella della solita lettera a Napolitano) taccio per carità di patria. Su 'o professò cogliò: sei un CIALTRONE ALL'ENNESIMA POTENZA. Va' a ricercare la differenza tra equazione e equivalenza. Anche qui, inutile dilungarsi.

    Poveraccio straccione.

    ilpeyote ma va' a nasconderti non conosci nemmeno il significato di "1+1=2"

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  4. E’ opportuna in primo luogo una riflessione linguistica: la materia è illusione (maya). Ora il termine “illusione” vale letteralmente “gioco interno” (da in e ludere): ne consegue che gli oggetti “là fuori” sono in verità nel nostro cervello.

    Quindi le scie chimiche e altre puttanate di cui tanto blateri, non sono altro che le fantasie, le invenzioni o le allucinazioni che il tuo cervello secerne.
    E ci voleva tanto a dirlo subito?

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  5. Il modello olografico ideato da David Boehm e' una pura teoria speculativa, elaborata in collaborazione con il neuropsichiatra Karl Pribram di cui, se non erro, era diventato amico. Ha, a mio avviso, piu' a che fare con le neuroscienze che con la fisica. Purtroppo cialtroni e ignoranti si sono ispirati a questa teoria per diffondere la loro fuffa e i loro deliri ...

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  6. Rado il Figo said...

    Sergio Corbucci? Il regista?


    Infatti, Rado: 'o professò cogliò dimostra una volta di più la sua insipienza: si riferiva a tal Massimo Corbucci. Ecco qui alcuni link illuminanti sul personaggio:

    http://tinyurl.com/3dcapzk (la sua "teoria" sui 112 elementi. Peccato che - se non sbaglio - si sia arrivati a 118)

    http://tinyurl.com/3l8rcwu (la sua biografia, che recita E' Laureato in Fisica e in Medicina e Chirurgia all'Università "LA SAPIENZA" di Roma. Mi pare difficile che un sedicente laureato in fisica spari troiate tipo Nel mese di Novembre del 2005 la Rivista "SCIENZA E CONOSCENZA" ha pubblicato un articolo, a firma del Fisico italiano Massimo Corbucci, declamando:

    CON QUESTO ARTICOLO CADE OGNI PRECEDENTE NOZIONE DELLA FISICA CHE VUOLE UN TEMPO DI PROPAGAZIONE PER COMUNICARE NELLO SPAZIO DA A a B. ANCHE SE SEMBRA INCREDIBILE, SI PUO' COMUNICARE a distanze non sono interplanetarie, ma persino i n t e r g a l a t t i c h e "i m m e d i a t a m e n t e" !

    L'articolo riguardava il TRASMETTITORE ISTANTANEO

    Un dispositivo elettro-nucleare di telecomunicazione immediata a qualsiasi distanza, brevettato a nome di 3 Radioamatori: M. CORBUCCI - G. IACARELLI - G. CAVALIERI

    Pur aprendosi un nuovo capitolo della Fisica, con questa rivoluzione concettuale, non veniva contraddetta la norma della Fisica, la quale vieta a qualunque cosa di andare più veloce della luce. Infatti la comunicazione tra A e B avviene, senza che niente medi la comunicazione.

    Viene portato un messaggio dalla TERRA su MARTE, senza m u o v e r e "mediatori" !!! La cosa è possibile grazie al fatto che lo spazio oltre al FUORI, ha anche il DENTRO, il sotterraneo dell'atomo, e in quel luogo le distanze e i tempi si azzerano.

    Nel "fuori" dello spazio si calcolano le velocità e "c" è quella massima. "Dentro" al sotterraneo della materia non c'è più alcuna velocità. Tutto diviene i s t a n t a n e o.

    Ecco come è stato risolta la questione dei tachioni !!! (Hanno fatto male i fisici a riderci su)
    ma se corrado pinna di squalene mi da tanto...).

    ilpeyote teletrasporto

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  7. Laureato in Fisica e in Medicina e Chirurgia all'Università "LA SAPIENZA" di Roma?
    Cioè sarebbe un fisico e un medico ? Bah, a me sembra una laurea simile a quella di Rosicario Marcianò. Sostiene anche che dovrà presto incontrarsi con Stephen Hawking. Decisamente improbabile. Mi sembra tanto un miscuglio tra Rosicario Marcianò e Domenico Schietti ...

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  8. Biografia
    Massimo Corbucci, laureatosi in Fisica e in Medicina e Chirurgia a La Sapienza di Roma nel 1984, è oggi iscritto all'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Viterbo. 
Specialista in odontoiatria e protesi dentaria, ha svolto l'attività di medico dentista e algologo, come libero professionista, dal 1984 a 1997.

    Ah ah, si tratta di un dentista, per cui ci può stare che sia laureato in medicina e chirurgia. La laurea in fisica deve esere invece fittizia, messa li nella biografia solo per far scena ...

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