Sunday, December 18, 2011

Genesi

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Genesi

Alcune riflessioni frammentarie circa il tema della creazione

Come avviene la creazione? La creazione è il prodigioso risultato di un prodigio, di cui è difficile comprendere la genesi. E’ arduo spiegare un fenomeno che sfugge alle coordinate razionali, situandosi nella regione liminare tra il nulla e l’infinito. Ritengo tuttavia che il processo creativo dipenda dall’aggregazione di atomi coincidenti con idee, emozioni e sensazioni. Una particella ne attrae un’altra che ne attira un’altra ancora e così via, fino a che numerosi atomi formano il corpo. Fuor di metafora, una semplice parola-idea o un accostamento inusuale di due termini (la callida iunctura di Orazio) possono, agglutinandosi ad altri, generare l’enunciato ed il testo. Si crea una sorta di frattale linguistico, i cui sviluppi sono a volte imprevedibili. Certo, resta difficile intendere come quel comune vocabolo, logoro e confuso tra un’infinità di lemmi, possa all’improvviso risplendere di luce propria e rischiarare la regione tutta intorno. Forse quel termine è associato all’intuizione, ad un’estemporanea e fuggevole visione oltre il visibile.

Ungaretti individua in una parola, di cui sono riscoperte le risonanze interiori e le qualità fonico-semantiche, il nucleo della poesia. Heidegger vede nel linguaggio poetico, con la sua sfida, quello che più di ogni altro lascia trasparire l’essenza dell’essere il quale resta in gran parte nascosto, non esaurendosi negli enti.

Cicerone menziona, a proposito della creazione poetica, l’ars e l’ingenium, ossia da un lato la tecnica, la padronanza degli strumenti stilistici, dall’altro il talento, un qualcosa di innato. L’Arpinate localizza le due sorgenti dell’arte, ma ci accorgiamo che il tema non è stato sviscerato.

Michelangelo scopre nel marmo le figure imprigionate: allo scultore spetta di liberarle. E’ così: le opere letterarie, i dipinti, le statue… sono già state create, esistono già in potenza; l’artista le cava dal mondo informe in cui sono inglobate, portandole allo scoperto. La creazione artistica si situa dunque agli antipodi rispetto a quella divina: Dio trae dal nulla il mondo, mentre l’artista si limita a scoprire forme ed idee già esistenti che l’uomo comune non è in grado di scorgere.

E’ come se il processo creativo, attingendo ad una fonte di archetipi, dipendesse da un appello, da un destino. “I' mi son un che, quando/ Amor mi spira, noto e a quel modo/ch'e' ditta dentro vo significando”. Così Dante traduce l’idea dell’urgenza creativa.

Non è l’artista che si esprime, poiché una voce a lui anteriore e superiore parla attraverso di lui. Il silenzio nella sua mente è la condizione necessaria affinché quella voce si manifesti.

3 comments:

  1. Il silenzio nella sua mente è la condizione necessaria affinché quella voce si manifesti.

    Non parlare di termini delle quali non conosci il significato, da "silenzio" a (soprattutto) "mente".

    Anzi, mi scuso: "mente" lo conosci, quale III persona singolare dell'indicativo presente di "mentire".

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  2. Ma no Tigre, lui intendeva scrivere che dato il fatto che è un decerebrato nella sua mente c'è solo silenzio.
    D'altronde, un carico di letame fermo immobile in una scatola cranica che rumore vuoi che faccia?

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  3. D'altronde, un carico di letame fermo immobile in una scatola cranica che rumore vuoi che faccia?

    ilpeyote STRACATALOL :))))))))))

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