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L'enigma degli Hyksos (prima parte)
Chi furono veramente gli Hyksos?
Secondo la storiografia ufficiale, gli Hyksos furono una popolazione di
origine asiatica, il cui nome è una deformazione greca dell’appellativo
che diedero loro gli Egizi (Heka Khasut, “signori di paesi stranieri”).
Erano un insieme di nazioni semite ed indoeuropee che, muovendosi forse
dal Caucaso, verso il 2000 a.C., si spostarono verso Sud. Insediamenti
degli Hyksos sono stati rinvenuti in Galilea, Siria e Persia. A poco a
poco, essi si installarono in Egitto: tra il 1730 ed il 1720 a.C.
occuparono la città di Avaris (Tell ed-Daba’) che divenne la loro
capitale. Da essa, scendendo verso Sud, lungo la zona orientale del
delta, si espansero lungo il corso inferiore del Nilo. Intorno al 1675,
il dominio degli Hyksos si estendeva dal Levante meridionale sino a
Gebelein, di fronte a Luxor. I sovrani degli Hyksos governarono l’Egitto
settentrionale con sistemi e metodi totalmente egizi, adottando la
scrittura geroglifica. I faraoni dell’Alto Egitto convissero con i re
invasori, forse come vassalli. Alla fine del XVII sec. a.C. la XVII
dinastia avviò la riscossa contro gli stranieri. Kames (Kamoses), re di
Tebe, combattè Apophis II (XVI dinastia Hyksos) verso il 1580. Gli
Hyksos furono definitivamente espulsi dal faraone Ahmes (Ahmoses) nel
1580 a.C. circa. Egli espugnò Avaris.
Agli Hyksos si deve l’introduzione del carro da guerra, del cavallo, di un nuovo tipo di arco oltre ad una più progredita lavorazione del bronzo.
Sono numerose le ipotesi circa l'identità etnica degli Hyksos. La maggior parte archeologi li descrive come un crogiolo di genti, dediti alle attività più disparate: pastorizia, banditismo, artigianato, commercio… L'egittologo tedesco Wolfgang Helck tempo addietro sostenne che gli Hyksos erano parte di una massiccia e diffusa migrazione hurrita ed indo-germanica nel Medio oriente. Helk ha poi abbandonato la sua ricostruzione. Mentre alcuni storici descrivono gli Hyksos come orde del Nord che invasero la Terra di Canaan e l'Egitto, con i loro carri veloci, altri si riferiscono ad una “conquista strisciante”, cioè ad un’infiltrazione graduale per opera di nomadi o seminomadi che lentamente assunsero il controllo del Basso Egitto.
Giuseppe Flavio in “Contro Apione” individua nell’esodo degli Ebrei(Hapiru o Habiru) l’espulsione degli Hyksos, richiamandosi ad alcune notizie riportate dallo storico egizio Manetone. E’ un’identificazione accolta e rilanciata recentemente, come vedremo, da qualche studioso.
Gli archeologi, oltre a dissentire sulle origini di codesto popolo, divergono anche sul loro contributo alla storia della civiltà. Massimo Bontempelli ed Ettore Bruni, rigettando un lungo retaggio storiografico, risalente a Manetone, osservano che “l’Egitto, sotto le dinastie faraoniche degli Hyksos, non subì alcun impoverimento economico ed alcun imbarbarimento culturale. Al contrario, i legami tribali mantenuti dagli Hyksos con il retroterra asiatico da cui provenivano, fecero uscire l’Egitto dal suo isolamento rispetto all’Asia e gli fecero per la prima volta annodare direttamente e per via terrestre relazioni commerciali con l’area siro-palestinese, avvenute sino ad allora solo indirettamente, attraverso Byblos e soltanto mediante le spedizioni marittime compiute nel porto di quella città. In seguito a questi nuovi contatti, gli Egizi passarono dall’età del rame all’età del bronzo, impararono a conoscere e ad usare i cavalli, principiarono a praticare l’apicoltura, trapiantarono la vite palestinese nelle oasi africane sino a non dover più importare da Creta il vino, diventandone anzi esportatori. Dal punto di vista culturale, gli Hyksos si fecero custodi delle millenarie tradizioni egizie e ridiedero prestigio al potere faraonico, limitando i privilegi del clero di Ammon-Ra”.
Le fonti del presente articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.
Agli Hyksos si deve l’introduzione del carro da guerra, del cavallo, di un nuovo tipo di arco oltre ad una più progredita lavorazione del bronzo.
Sono numerose le ipotesi circa l'identità etnica degli Hyksos. La maggior parte archeologi li descrive come un crogiolo di genti, dediti alle attività più disparate: pastorizia, banditismo, artigianato, commercio… L'egittologo tedesco Wolfgang Helck tempo addietro sostenne che gli Hyksos erano parte di una massiccia e diffusa migrazione hurrita ed indo-germanica nel Medio oriente. Helk ha poi abbandonato la sua ricostruzione. Mentre alcuni storici descrivono gli Hyksos come orde del Nord che invasero la Terra di Canaan e l'Egitto, con i loro carri veloci, altri si riferiscono ad una “conquista strisciante”, cioè ad un’infiltrazione graduale per opera di nomadi o seminomadi che lentamente assunsero il controllo del Basso Egitto.
Giuseppe Flavio in “Contro Apione” individua nell’esodo degli Ebrei(Hapiru o Habiru) l’espulsione degli Hyksos, richiamandosi ad alcune notizie riportate dallo storico egizio Manetone. E’ un’identificazione accolta e rilanciata recentemente, come vedremo, da qualche studioso.
Gli archeologi, oltre a dissentire sulle origini di codesto popolo, divergono anche sul loro contributo alla storia della civiltà. Massimo Bontempelli ed Ettore Bruni, rigettando un lungo retaggio storiografico, risalente a Manetone, osservano che “l’Egitto, sotto le dinastie faraoniche degli Hyksos, non subì alcun impoverimento economico ed alcun imbarbarimento culturale. Al contrario, i legami tribali mantenuti dagli Hyksos con il retroterra asiatico da cui provenivano, fecero uscire l’Egitto dal suo isolamento rispetto all’Asia e gli fecero per la prima volta annodare direttamente e per via terrestre relazioni commerciali con l’area siro-palestinese, avvenute sino ad allora solo indirettamente, attraverso Byblos e soltanto mediante le spedizioni marittime compiute nel porto di quella città. In seguito a questi nuovi contatti, gli Egizi passarono dall’età del rame all’età del bronzo, impararono a conoscere e ad usare i cavalli, principiarono a praticare l’apicoltura, trapiantarono la vite palestinese nelle oasi africane sino a non dover più importare da Creta il vino, diventandone anzi esportatori. Dal punto di vista culturale, gli Hyksos si fecero custodi delle millenarie tradizioni egizie e ridiedero prestigio al potere faraonico, limitando i privilegi del clero di Ammon-Ra”.
Le fonti del presente articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.
No dai, è una presa in giro... Hyksos è una vescica e il Nilo il condotto uretrale :P
ReplyDeleteFar passare queste immagini sconce.. antonio insomma... che direbbe mamma'?
Come è che parla di storia e non di vaccate stratosferiche?
ReplyDeleteCerto, cita un seminazista (il popolo ariano in egitto prima dei "negri") però mi pare meno cazzata di scie chimiche and co.
Il mercato è in crisi?
@Nico, vedo che non sono l'unico ad aver notato quella forma...
ReplyDeleteCome è che parla di storia e non di vaccate stratosferiche?
ReplyDeleteCredo che sia questo il vero interesse di zret: la storia, la letteratura e l'arte.
Potesse rimanere in questo campo forse non otterebbe risultati eccelsi, ma certamente dignitosi e accettabili.
Purtroppo è condizionato dal fratello paranoico, e per assecondarlo nelle sua allucinazioni si riduce a parlare di "scienza", dove invece non ci capisce un'acca, e fa brutte figure a raffica.
Nemmeno un'accenno agli alieni esadattili? Sono sorpreso!
ReplyDeleteSorprendente... Un'articolo interessante e privo di vaccate.
ReplyDeletePure il seminazista non aveva tutti i suoi torti. Le migrazioni di popolazioni indoeuropee nell'area medio-orientale e nord-africana non in effetti sono uno degli aspetti più affascinanti della storia antica, o almeno erano tra le cose che più attiravano la mia attenzione all'università.
Certo, indogermanico è un termine desueto utilizzato in passato in un clima di "fervore nazionalista", ma l'ipotesi di Helck non era tutta campata in'aria. IMHO.
No no, helck sosteneva che fossero scesi gli "ariani" in egitto, in realtà si trattava dei "nostri" antenati: gli indo europei appunto:
ReplyDeletepopoli che hanno occupato un pò tutta l'europa e l'egitto nel 2000 ac, fra cui i sardana (letto shardana, i sardi) i siculi, i toscani, i galli ecc ecc.
I neri sono arrivati dopo, ma parlare di "ariani" è una cazzata
Rosario Marcianò: Sono certo che la lettera è stata inviata da uno di loro. Tra l'altro eSSSe lavora per il Comune di Milano.
ReplyDeletePrezzolato, sei stato scoperto ancora una volta!
E' inutile che cambi lavoro (finto) e residenza (finta) a Rosario non la si fà!!!
Ci vediamo da Filippo!
ROTFL. Dove ha scritto che lavoro al comune di Milano?
ReplyDeleteMi date il link che lo metto in home?
AHAHAHAHAH l'investigatore da strapazzo
ReplyDeleteAHAHAHAHAHAHAHAHAH favolosa !!!!!
Ma come gli vengono...
E' proprio 'o comandante clusò dei poveri (di spirito).
ReplyDeleteilpeyote nick carter
@PalleQuadre:
ReplyDeleteSvista mia... ho letto una variante "edulcorata" delle teorie di Helck.
Può anche essere che i neonazisti le abbiano usate a loro scopo ma lui non intendesse quello.
ReplyDeleteMa sai com'è, anche la legge biagi doveva portare più lavoro...