Sunday, January 8, 2012

La caduta degli angeli imbelli

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La caduta degli angeli imbelli

Caddero. Pensavamo di poter ancora scivolare fra venti ormai fiacchi ed appiccicosi, ma il cielo s’era impantanato. Le loro ali erano pesanti di gromma e di fuliggine. Appena li sollevavano dalla terra, con le sue putride gore, con le inferriate su cui stenti rovi tendevano gli artigli. Un giorno gli angeli si schiantarono, stremati, su campi d'asfalto.

Erano stati espulsi dai mondi eterei, non per alterigia ma per viltà. Vili e imbelli, avevano dimenticato gli astri, le sillabe d’oro che colorano il silenzio degli spazi siderei. Avevano tradito gli dèi da cui avevano ricevuto qualche secolo in più, affinché si corrompessero nella volgare disperazione degli apostati.

Delle loro ali, un tempo maestose, restano oggi solo brandelli: si putrefanno al suolo come frutti spiaccicati.

6 comments:

  1. E non dimentichiamo che siamo impelagati nel Kaliyuga... che guaio!!!

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  2. Antonio Marcianò, ovvero l'aspirante scrittore miseramente fallito a causa della sua pochezza ...

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  3. 1) Ma che cazzo è, 'sto Kaliyuga?

    2) Antonio Marcianò, ovvero l'aspirante scrittore miseramente fallito a causa della sua pochezza ...

    Ok, conio un neologismo: "pochezza" mi pare troppo, per un simile straccione, NULLEZZA mi pare più appropriato.

    ilpeyote fa anche rima con monnezza

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