E se Darwin si fosse sbagliato? – di Benedetta Napolitano
E se Darwin si fosse sbagliato? – di Benedetta Napolitano
Cari amici, pubblichiamo
questo interessante articolo che ci ha inviato qualche giorno fa
Benedetta Napolitano. Desideravamo farle i complimenti, innanzi tutto
perchè ha tutti i riferimenti bibliografici (e per questo è la benvenuta
su Spaziomente!), e poi perchè ha deciso di intitolare il suo lavoro
inserendo un punto interrogativo. Uno scritto che lascia spazio alla
riflessione dunque, ad ulteriori studi ma, soprattutto, all’immersione
in sempre nuove domande. Grazie Benedetta!
Che le specie viventi si siano
effettivamente evolute nel corso del tempo è ritenuto un dato di
fatto oggettivo e quasi universalmente accettato. D’altra parte,
l’evidenza dei fossili e di altri fatti incontestabili, come la
convergenza evolutiva e la presenza di geni vestigiali, stanno a
provarlo oltre ogni ragionevole dubbio.
Tuttavia, ancora oggi, una parte della
popolazione mondiale, specialmente quella del Continente Americano,
ritiene che la teoria evoluzionistica di Darwin sia fallace e che quella
di un disegno intelligente sia più attendibile [Dawkins, 2010].
Altri Autori, piuttosto bistrattati
dalla scienza ufficiale, hanno proposto poi un “creazionismo
non religioso”, avanzando l’ipotesi che l’evoluzione dell’uomo sia stata
causata da esseri extraterrestri, gli annunaki o nephilim,
abitanti di un presunto pianeta Nibiru, che, circa 300.000 anni fa,
avrebbero combinato il loro DNA con quello degli ominidi [Sitchin,
2011].
Quest’ultima ipotesi, per la verità, non
appare del tutto infondata (poiché è provato che con
l’ingegneria genetica si può effettivamente modificare un organismo)
soprattutto se si ammette che ci possano essere altri esseri
intelligenti nell’universo e che nessuno può escludere che essi, nelle
epoche passate, abbiano potuto visitare la Terra. Ciò nondimeno essa non
spiegherebbe come si siano evolute tutte le altre specie viventi.
Inoltre, molti studiosi, pur accettando
la validità dell’azione selettiva della selezione naturale, si rifiutano
di accettare che le mutazioni evolutive siano dovute alla cieca forza
caso.
In questo panorama, piuttosto complesso
ma indubbiamente dominato dalla prevalenza della teoria evoluzionistica
darwiniana, si inserisce la nuova ipotesi evoluzionistica presentata da Pellegrino De Rosa, uno studioso e scrittore italiano, che ha proposto una teoria ideoplastica dell’evoluzione delle specie viventi, da lui denominata plasticismo evolutivo [De Rosa, 2011].
Questo autore che, come dottore agronomo
forestale, ha solide basi entomologiche ed ecologiche, ha elaborato la
sua ipotesi di studio in seguito alle osservazioni da lui compiute sugli
insetti criptomimetici (fasmidi), sugli insetti sociali (termiti) e sugli animali rapidomimetici (sepiidi).
Ha attribuito la capacità degli animali
mimetici di adattarsi all’ambiente a una presunta forza ideoplastica
della psiche (e ciò per analogia con il fenomeno ipnotico noto come
monoideismo e con tutta una serie di effetti di somatizzazione,
descritti nel testo) e ha proposto che il possibile meccanismo d’azione
potesse essere di tipo quantistico e olografico, facendo espresso
riferimento al paradigma olografico di Bohm e Pribram.
In sintesi, secondo l’autore, se si
accetta che la mente possa agire sulle cellule somatiche del corpo (cosa
che avviene sia alle seppie, che si adeguano istantaneamente al colore
del fondale, sia all’uomo, con le numerose manifestazioni di
somatizzazione accertate dalla medicina e dalla psichiatria,
effetti placebo, ecc…) non si vede perché essa non possa agire anche
direttamente sulle cellule germinali e determinare in esse le mutazioni
ideoplastiche evolutive (come nel caso dell’insetto-foglia).
Perciò, conclude proponendo che l’evoluzione delle specie viventi possa essere dovuta a una volontà che prende forma, che egli definisce: “plasticismo evolutivo”.
L’autore, poi, compie un passo
successivo e cerca di individuare un possibile meccanismo d’interazione
tra mente e corpo, cercandolo nelle scienze di frontiera: la fisica e la
biologia quantistiche.
Infatti, fa notare che, se si accettano le conclusioni della meccanica quantistica riferite alla materia inanimata (entanglement, collasso della funzione d’onda, coerenza e decoerenza quantistica,
ecc…) non si vede perché gli stessi principi non si possano applicare
anche alla biochimica, alla genetica e alla fisiologia degli esseri
viventi. Perciò, riferendosi agli esperimenti di Pribam sul cervello e
alla sua teoria olografica, e considerando che anche il corpo dei
viventi pare possedere delle informazioni (es. memoria degli organi dei
trapiantati) giunge a suggerire che l’interazione mente-cervello possa
essere spiegata con un meccanismo quantico e olografico.
Proseguendo ulteriormente in tale
direzione, l’autore si spinge fino ad accettare il modello olografico di
Bohm, e la sua distinzione tra ordine implicito e ordine esplicito,
proponendo un’interazione tra i due aspetti della medesima realtà, cosa
che spiegherebbe anche il modo di funzionare della presunta mente
collettiva degli insetti sociali.
Le mutazioni acquisite dalla specie mutata, che vive nella realtà fisica o “ordine esplicito” di Bohm verrebbero, quindi, registrate anche in una “matrice olografica”,
metafisica o parafisica, specifica della nuova specie e residente in
una dimensione olografica denominata “ordine implicito”, grazie
a un’interazione “non locale” (“bio-entanglement quantistico”) prevista dalla fisica quantistica. La matrice olografica, poi, per “risonanza plastica e olografica”, eserciterebbe la sua influenza su tutti gli altri individui della specie.
La teoria del plasticismo evolutivo si differenzia, pertanto, sia dal lamarckismo (che non è basato su un’azione esclusivamente mentale, bensì sul principio dell’uso e del non uso degli organi,
e che non riesce a spiegare né il meccanismo di trasferimento delle
variazioni fisiche, dalle cellule somatiche a quelle germinali, né la
comparsa di variazioni non condizionate dall’uso e dal non uso: es.
mantello mimetico della giraffa), sia dal darwinismo (che è basato,
principalmente, sull’ipotesi di improbabili variazioni casuali ma funzionali del DNA e, solo in seconda istanza, sulla selezione naturale).
E, ancora, secondo l’autore, il plasticismo evolutivo può spiegare anche l’evoluzione ideoplastica delle specie vegetali, poiché anch’esse, secondo i recenti studi sulla neurobiologia vegetale, pare siano dotate di un certo grado di facoltà psichiche (si vedano, a tale proposito gli studi condotti dal prof. Stefano Mancuso
presso il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, presso
il Polo Scientifico dell’Università di Firenze). Anzi ritiene che sia
stata proprio l’errata convinzione che i vegetali (e i microbi) non
avessero alcuna funzione mentale ad aver spinto i sostenitori del
darwinismo a ricercare la causa delle mutazioni nel caso e i
creazionisti in una volontà divina. Con il plasticismo evolutivo viene rimesso al centro del processo evolutivo l’individuo (sia esso uomo, animale, vegetale o microbo) e le sue facoltà mentali, forse condivise in maniera “olografica e non locale” con il resto della sua specie di appartenenza.
Il prof. Pellegrino De Rosa
(1) [2012] invita, infine, i ricercatori a progettare esperimenti
tendenti a verificare i possibili effetti mutageni della volontà di
soggetti umani, sottoposti a suggestioni prodotte da realtà virtuali o
da induzioni ipnotiche) sul materiale genetico dei gameti.
BIBLIOGRAFIA
Dawkins, R., (2010), Il più grande spettacolo della Terra – Perché Darwin aveva ragione, Milano, Ed. Mondadori, 2011.
Sitchin Z., (1983), Il pianeta degli dei, Milano, Ed. Piemme, 2011.
De Rosa P. (2011), Il plasticismo
evolutivo – Una nuova ipotesi evoluzionistica basata sulla biologia
quantistica e sull’entanglement olografico, Macerata, Ed. Simple, 2011.
De Rosa P. (2012), E se Darwin si fosse sbagliato?, Tricase (Le), Ed. Youcanprint.it, 2012.
___________________________________
(1) L’ipotesi del “Plasticismo
evolutivo” è stata presentata in diversi articoli e scritti, già a
partire dal 2009, e costituisce il nucleo centrale di un fortunato
fanta-thriller pubblicato nel 2011 dallo stesso autore con il titolo
“Metamorfer. La gemma di Darwin”.
Per comunicare con l’autrice, cliccate qui.
In effetti, l'autrice del post e' una prova schiacciante contro la teoria evoluzionistica..
ReplyDeleteSilent Bob mi hai anticipato ero giunto alla medesima conclusione :-)
ReplyDeleteE per fortuna che ha messo il punto di domanda!
ReplyDeleteE dalli, per giustificare le loro immani vaccate ,i fuffari tirano spesso in ballo la fisica quantistica perchè fa figo e così si possono infinocchiare meglio i gonzi.
ReplyDeleteOvviamente questi personaggi parlano di fisca quantistica senza avere la più pallida idea di cosa sia ...
Invece secondo me l'articolo dice il vero. E ho letto anche il minisaggio a cui l'autrice fa riferimento. E non è vero che l'articolo è contro l'evoluzione solo che propone una spiegazione diversa.
ReplyDeletePerché siete nel vostro essere antoconformisti siete conformisti e non ve ne accorgete? E dovete sempre sparlare di tutto senza e far finta che capite tutto voi?
Una cosa sono i falsi complotti e ben altra le ipotesi speculative da indagare!
E l'autore un entomologo (studi agli insetti) e potrebbe avere tutte le carte in regola per scrivere ciò che ha scritto e spiega anche in che senso c'entra la fisica quantistica.
Ma ho capito è molto più figo atteggiarsi a smaliziati e furbetti, anche se non capite una mazza!
Questa è la mia opinione. Ciao a tutti. Easter.
Invece secondo me l'articolo dice il vero. E ho letto anche il minisaggio a cui l'autrice fa riferimento. E non è vero che l'articolo è contro l'evoluzione solo che propone una spiegazione diversa.
ReplyDeletePerché siete nel vostro essere antoconformisti siete conformisti e non ve ne accorgete? E dovete sempre sparlare di tutto senza e far finta che capite tutto voi?
Una cosa sono i falsi complotti e ben altra le ipotesi speculative da indagare!
E l'autore un entomologo (studi agli insetti) e potrebbe avere tutte le carte in regola per scrivere ciò che ha scritto e spiega anche in che senso c'entra la fisica quantistica.
Ma ho capito è molto più figo atteggiarsi a smaliziati e furbetti, anche se non capite una mazza!
Questa è la mia opinione. Ciao a tutti. Easter.
(studi agli insetti)
ReplyDeleteMa vattene.
ilpeyote agli e cipolle