http://autismovaccini.com/2012/11/17/la-vaccinazione-antinfluenzale/
La vaccinazione antinfluenzale
Pubblicato da Gabriele Milani su 17 novembre 2012
Lasciando
sullo sfondo i vari comunicati che hanno riguardato, nel giro di una
settimana, il ritiro di vari lotti di vaccino antinfluenzale della Crucell e della Novartis [uno di questi rimesso in circolazione malgrado la presenza dei soliti vistosi inquinanti],
e tralasciando commenti sulla solita farsetta dei pediatri [per fortuna
non tutti] che, senza alcuna informazione e, quindi, del tutto
all’oscuro dei fatti ma sempre pronti all’ossequio verso chi sa essere
grato, strillano che i vaccini vanno fatti ad ogni costo tra novembre e
dicembre di ogni anno, dovremmo davvero vaccinarci contro l’influenza
stagionale come consigliano?
Studi autorevoli dicono che non ci sono evidenze scientifiche per seguire la strada della vaccinazione di massa.
Due recentissime e ampie rassegne [MA NON ERANO STUDI?] del
gruppo di ricerca epidemiologica più autorevole e indipendente e meno
manipolato su scala internazionale, “The Cochrane Collaboration“, ha scandagliato tutta la letteratura esistente per rispondere alla domanda: chi deve vaccinarsi contro l’influenza?
Le risposte sono nette:- “i dati non supportano la vaccinazione di tutti gli adulti e bambini che sono in buona salute” [2009];
- “alcuna evidenza scientifica di beneficio per la vaccinazione antinfluenzale e la maggior parte degli studi sono inadeguati” [2010].
Perchè? Perchè l’efficacia del vaccino è
limitata, protegge solo poco più del 20% delle persone vaccinate e fa
riparmiare, statisticamente, poche ore di lavoro a persona. Insomma, non
conviene. Rimane la raccomandazione, da valutare caso per caso,
di vaccinare i gruppi ad alto rischio: cardiopatici, diabetici,
immunodepressi, persone con gravi problemi respiratori, persone molto
anziane. [APPUNTO, STRACCIONE: NESSUNO ha mai cercato/convinto ecc. di vaccinare CHIUNQUE contro l'influenza, ma INNANZITUTTO e SOPRATTUTTO le cd. "categorie a rischio", gli operatori sanitari ecc.]
E i bambini? Una normale influenza non è un grave problema per un bambino sano. Anzi, potrebbe essere una buona occasione per allenare il suo sistema immunitario a contrastare le infezioni. [vedi sopra. Mi sa tanto che, se non l'hai ancora capito...]
Come affrontare allora l’influenza e le
altre malattie invernali? Migliorando l’equilibrio del nostro sistema
immunitario con terapie naturali e con la gestione dello stress.
Indicazioni fondamentali anche per chi ha necessità [o comunque ha
deciso di vaccinarsi], come mostrano gli studi illustrati qui sotto.
Emozioni negative ed efficacia del vaccino antinfluenzale
Come premesso, l’efficacia del vaccino
antinfluenzale è limitata e variabile: bastano mutazioni, anche
apparentemente non rilevanti, al ceppo virale su cui è stato costruito
il vaccino per renderne vano l’utilizzo.
Ma importanti sono anche le condizioni
del sistema immunitario della persona che riceve la vaccinazione, che è
una vera e propria risposta immunitaria indotta: si ha bisogno cioè che
le cellule immunitarie riconoscano la sostanza estranea [antigene] che è
stata introdotta, e producano una risposta, basata sul coinvolgimento
di particolari cellule [linfociti] che conservano la memoria
dell’incontro, in modo che, quando arriverà il virus influenzale, venga
prontamente riconosciuto e bloccato sul nascere tramite una risposta
complessa, imperniata sulla produzione di un’adeguata quantità di
anticorpi specifici per gli antigeni del virus.
Su “Proceedings of National Academy of Sciences“, un gruppo dell’Università del Wisconsin, guidato dal neuroscienziato Richard J. Davidson,
ha dimostrato che uno stato psicologico negativo è correlato a una
peggiore risposta al vaccino, evidenziando cioè che chi è più ansioso e
depresso produce meno anticorpi antinfluenzali.
Questo risultato, anche se davvero
rilevante, non è nuovo in assoluto, è semmai una conferma di studi
condotti alcuni anni fa dai coniugi Glaser, pionieri nel campo della ricerca psiconeuroimmunitaria. Ronald Glaser, immunologo, e Janice Kiecolt-Glaser, psichiatra, tutti e due dell’Università dell’Ohio, dimostrarono che persone dedite all’assistenza di familiari con Alzheimer rispondevano peggio di altre al vaccino antinfluenzale.
Però ora voglio far notare un’importante novità nello studio del gruppo guidato dal neuroscienziato Richard J. Davidson.
Infatti, per la prima volta, si cerca di individuare anche le vie
nervose che producono il deficit immunitario. I cinquantadue volontari,
tra i 57 e i 60 anni, che a metà novembre hanno ricevuto il vaccino
antinfluenzale sono stati sottoposti a una sofisticata batteria di prove
di stimolazione psicologica e di misure elettroencefalografiche.
Le persone con uno stile emozionale più
negativo presentavano anche una maggiore attivazione del cervello
destro, in particolare delle cortecce prefrontali. Al tempo stesso
mostravano una risposta esagerata a stimoli somministrati per provocare
spavento [per esempio, un forte suono improvviso].
Nel sangue di queste persone, prelevato
alcune settimane dopo la vaccinazione, c’era un più basso titolo
anticorpale verso il virus dell’influenza, di quello riscontrato nelle
provette dei loro colleghi con un umore migliore. Lo stesso vaccino quindi ha prodotto risultati differenti, a seconda dello stato emozionale dei partecipanti allo studio.
Il legame tra iperattivazione delle
cortecce prefrontali destre e indebolimento della risposta immunitaria è
oggetto di una ricca letteratura scientifica, che si bassa sia su
lesioni sperimentali su animali, sia su studi, meno cruenti, su esseri
umani con danni cerebrali o anche su bambini piccoli. Per esempio, in
bambini di sei mesi [già ipervaccinati] è stato dimostrato che una
maggiore attivazione dell’emisfero destro si accompagna a un aumento del
cortisolo, sia in condizioni di base sia sotto stimolo.
Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, meglio conosciuto come ormone dello stress. Uno studio dell’Università di Bath e di Bristol ha scoperto una associazione tra bambini autistici [sindrome di Asperger] e andamento anomalo di cortisolo.
L’iperattivazione delle cortecce
prefrontali destre porta quindi all’attivazione dell’asse dello stress,
con sovrapproduzione di cortisolo e conseguente soppressione della
risposta immunitaria ai virus, e cioè del circuito Th1. Insomma, la psiche è una risorsa anche contro l’influenza! Questo fatto è dimostrato dal seguito di questa istruttiva storia.
Sempre il gruppo guidato dal neuroscienziato Richard J. Davidson ha documentato, su “Psychosomatic Medicine“,
che è possibile correggere l’iperattività dell’emisfero destro e quindi
proteggere il sistema immunitario. Otto settimane di un programma di
tecniche antistress [Mindfulness Based Stress Reduction - MBSR], sperimentato da decenni, in ambito clinico, da J. Kabat-Zinn,
psichiatra dell’Università del Massachusetts, corregge la predominanza
emozionale dell’emisfero destro e aumenta l’attività immunitaria
misurata con il titolo anticorpale del vaccino antinfluenzale. [mamma mia, quante scemenze...]
Viene da concludere che la miglior vaccinazione è quella che si fa con il cervello! [mi sa che bisognerebbe vaccinare certi cervelli - quando esistono] Non esistono vaccini sicuri
e la prevenzione, anche delle popolazioni a rischio, non può essere
unicamente affidata al vaccino, la cui resa, in termini di costi e
benefici, è davvero deludente. [deludente sarà il QI di chi propina certe idiozie e di chi le copia e incolla 'traducendole' acriticamente con gùgol translèit ...]
una associazione tra bambini autistici [sindrome di Asperger]
ReplyDeleteUhm, mi risulta che Sindrome di Aperger e autismo non siano la stessa malattia anche se appartengono entrambe allo spettro autistico. Dall'autismo si differenzia dal fatto che non si manifestano significativi ritardi nello sviluppo cognitivo e del linguaggio ....
Oltretutto è più corretto parlare di sindrome rispetto all'autismo, altro che "Asperger"...
Deleteilpeyote ma va' a lavorare SERIAMENTE poveretto
l'ho fatta ieri la vaccinazione
ReplyDeleteIntanto nessuno ha mai obbligato un bambino o un adulto a fare il vaccino antiinfluenzale,
ReplyDeleteper il resto dimostra solo di aver letto una miriade di cose alla rinfusa e di non averle capite, gli studi inerenti al livello di cortisolo risalgono al 2009 come solito i complottisti dimostrano sempre di essere aggiornati.
Le ulteriori conclusioni che ha tratto sono totalmente sballate