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Siccome abbiamo appreso come il terrorismo, nella sua veste ufficiale, non esista e
che i cosiddetti ‘eventi storici’ altro non siano che sigilli temporali per la scansione di quel manufatto artificioso denominato appunto ‘storia’, potremmo domandarci com’è mai
che si debba sottolineare con il sangue il cammino da
un evento all’altro e non sia possibile fare altrimenti. Il sacrificio umano era ed è utilizzato per propiziarsi gli dei del male, gli stessi dei dai quali Salvador Freixedo ammoniva di difendersi.
Il tributo di sangue
era molto probabilmente la pratica
nel culto del dio biblico. I primogeniti erano infatti dedicati a
questo personaggio che ne faceva un uso personale ed ignoto. Ben noto è
invece l’evento dell’esenzione eccezionale di
Abramo dal sacrificio rituale di suo figlio Isacco.
Abramo si accingeva da buon schiavo devoto a sacrificare il suo
primogenito, ingannandolo per non
lasciarlo fuggire. Il sacrificio prevedeva lo sgozzamento, immagino,
seguito alla sua consunzione sul fuoco e sulla brace: un olocausto. Difficile davvero dare a questo passo
giustificazioni di fede, no? Per quale fine poi?
Gli olocausti, dei quali conserviamo gli echi nella dispersione di incensi
durante le odierne pratiche religiose,
rappresentavano l’offerta per eccellenza a quegli dei disumani,
terribili e feroci come quello del testo biblico di cui ci narra
esaustivamente Mauro
Biglino.
I sacerdoti altro non erano che servitori devoti ed imbecilli
che avevano
tra l’altro il compito di tenere a bada la popolazione laica con
minacce e promesse vane. Il ‘servizio’ del dio biblico al popolo ebraico
è costato migliaia e forse milioni di vite umane: un
autore, ne conta il numero in 34 milioni e 682 mila e 212 unità!
Tornando ai sacrifici, Paolo
Franceschetti ci informa come siano pratica corrente di
culti esoterici ma ben presenti proprio nei luoghi di quel potere che
risiede ai vertici del contemporaneo, spesso celandosi
appena dietro qualche figura di comodo. Un culto ‘satanista’ (ma è
davvero improprio definirlo così) serpeggia quindi ieri come oggi
nella nostra
società. Tale culto abbisogna di sangue e dolore per prosperare.
Solerti ‘sacerdoti’ si applicano per procurarne a giuste dosi,
scandendone la disumana liturgia. Quasi tutti i
fatti di sangue dei nostri anni appena trascorsi sono ascrivibili a
queste dazioni devozionali. Forse è giunto il momento di prendere atto
di essere in mano a stregoni indecenti, dediti alle
pratiche più ignobili, per cui ogni forma di ‘riformismo’ è totalmente inutile ed anzi funzionale ai loro desideri. Non essendo
possibile cimentarsi con loro nel livello infimo in cui sono padroni, occorrerà sconfiggerli con il pensiero, la creatività e tutte le migliori doti umane a loro aliene.
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