Wednesday, August 14, 2013

Anoressia, bulimia, disbiosi intestinale e trattamento nutrizionale

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Anoressia, bulimia, disbiosi intestinale e trattamento nutrizionale



NB: Per quanto questo articolo sia largamente basato sul lavoro e sul libro della dottoressa Natasha Campbell-McBride (medico dotato di ben due spezializzazioni, neurologia e scienza dell’alimentazione) quanto qui esposto non può venire considerato alla stregua di indicazione terapeutica, la quale spetta solo ad un medico competente. In particolare le indicazioni dietetiche e gli eventuali integratori necessari vanno indicati in base alle esigenze specifiche di ogni individuo.

Chi ha letto la serie di articoli sulla disbiosi intestinale
e le sue correlazioni con patologie quali autismo e disturbi cosiddetti “mentali” (nonché allergia, asma, intolleranze alimentari e malattie degenerative) non dovrebbe stupirsi nell’apprendere che l’esperienza clinica della dottoressa Natascha Campbell-McBride ha mostrato una fortissima correlazione tra i cosiddetti disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia ed altre ossessioni alimentari variamente denominate) e lo squilibrio della flora intestinale a vantaggio dei microbi patogeni (apportatori di malattie).
Secondo l’esperienza di questa dottoressa (che tramite una dieta particolare ed alcuni integratori naturali ha curato persino l’autismo del figlio) al di là dei problemi psicologici e di relazione familiare (che possono contribuire anch’essi al sorgere del problema) c’è un problema di flora intestinale benefica danneggiata con sopravvento di microbi patogeni (particolarmente batteri, muffe e lieviti) ed altri parassiti.
Sarebbero quindi le carenze nutrizionali innescate dall’incapacità di assorbire i principi nutritivi dai cibi (conseguenza della disbiosi) e le tossine prodotti dai microbi patogeni (che vengono assorbite dal sangue a causa di una parete intestinale porosa che non riesce a filtrarle) a causare dei veri e propri squilibri mentali che sfociano nei cosiddetti disturbi dell’alimentazione.
Questi disturbi per altro spesso vengono accompagnati da altri problemi come difficoltà di concentrazione ed attenzione, iperattività, manie ossessivo-compulsive, attacchi di panico, ansia, abuso di alcool e droghe, ed altri problemi cosiddetti mentali o psichiatrici (persino appartenenti a quel vasto ed ambiguo contenitore di problematiche che viene denominato “schizofrenia”).
La dottoressa Campbell ascrive molti casi di anoressia a ragazzi (più spesso ragazze) che hanno optato per una dieta vegetariana o vegana, dal momento che in assenza di proteine il corpo umano non può sintetizzare ormoni, enzimi, neurotrasmettitori e molte altre sostanze essenziali al suo funzionamento. Anche carenze di zinco (presente nella carne, soprattutto quella rossa) hanno lo stesso effetto negativo dato che lo zinco è coinvolto in un numero enormi di funzioni enzimatiche.
Personalmente ritengo che occorre anche analizzare esattamente cosa si intenda per dieta vegetariana o vegana, dal momento che ben diversa è la situazione di mangia frutta verdura e molti carboidrati (patate e cereali, magari raffinati o con l’aggiunta di zucchero) dalla situazione di chi mangia quasi esclusivamente frutta e verdura cruda, un po’ di cereali integrali (magari in chicco e non sotto forma di farinacei macinati mesi prima di venire utilizzati) magari mangiando anche qualche uovo (preferibilmente alla coque, col tuorlo quasi crudo).
Non nego che l’assunzione di un po’ di carne o soprattutto di pesce possa essere utile dal punto di vista nutrizionale (vedi le testimonianze riportate dal dottor Price dopo i suoi incontri con i popoli primitivi di ogni parte del mondo che erano in perfetto stato fisico e che integravano sempre la propria dieta con carne o con pesce, quando non erano tendenzialmente carnivori) ma occorre anche considerare che probabilmente non tutti gli uomini sono uguali e che la differenziazione delle razze può avere portato anche a diversità non indifferenti nel funzionamento dei sistemi digestivi.
Per altro gli studi sul rapporto tra dieta e gruppo sanguigno sono molto interessanti e sembrano indicare come gli uomini di gruppo sanguigno A siano tendenzialmente vegetariani (con ridotta esigenza di assumere proteine animali e una certa difficoltà a digerirle), gli uomini di gruppo sanguigno 0 siano tendenzialmente carnivori, gli uomini di gruppo B tendenzialmente onnivori e gli uomini di gruppo AB con caratteristiche intermedie tra quelle del gruppo A e quelle del gruppo B.
Fatto sta che, al di là della scelta vegetariana/carnivora, se ci si fissa per un motivo o per l’altro a seguire una dieta a basso contenuto di grassi, si rischia di sviluppare carenze delle vitamine liposolubili (A,D,E e K), e se a queste carenze si associa una dieta a base di farine raffinate e cibi zuccherati, qualche cicli di antibiotici, l’uso della pillola anticoncezionale o di altri farmaci che danneggiano la flora benefica (neurolettici, chemioterapici, antidolorifici, antinfiammatori) si danneggia la flora intestinale che vie in simbiosi nel nostro intestino. Questi microbi benefici producono vitamine del gruppo B, vitamina K, alcuni aminoacidi, alcune sostanze simili agli antibiotici che tengono a bada i microbi patogeni, rendono l’ambiente della parete intestinale acido impedendo ancor più la proliferazione dei patogeni.
Tutto ciò spiega chiaramente come la distruzione anche parziale della flora microbica benefica rende facile la proliferazione di microbi come i ceppi dannosi dei batteri Escherichia Coli, i batteri Clostridi, i lieviti come la Candida albicans. Questi patogeni hanno due effetti negativi, il primo è di rendere porosa la parete dell’intestino, il secondo è quello di produrre tossine che, proprio perché la parete intestinale è porosa e non riesce più a filtrare le impurità (cibo parzialmente digerito e tossine) passano nel sangue e tramite esso arrivano a tutti i tessuti e gli organi del corpo, cervello compreso.
Non stupisce quindi che oltre a causare sbalzi di umore, difficoltà di concentrazione, iperattività, possano anche distorcere la percezione sensoriale, in particolare l’auto-percezione. Succede così non solo che il sapore e la consistenza di certi cibi vengano percepiti in maniera alterata, ma che una ragazza anoressica possa guardarsi allo specchio senza rendersi conto del suo stato terribilmente emaciato, o addirittura vedendovi una persona con del grasso da perdere. Similmente posso venire danneggiate altre percezioni, persino il senso del pericolo, la percezione delle emozioni altrui, la percezione di ciò che è giusto e sbagliato, e tutto ciò ovviamente danneggia anche la capacità di relazionarsi con le altre persone.
La disbiosi intestinale e la percezione alterata del gusto spingono ad accettare come fonte di cibo quasi esclusivamente carboidrati (per lo più prodotti a base di farina bianca o comunque cereali raffinati) eventualmente dolcificati con lo zucchero, ovvero alimenti che l’intestino danneggiato non riesce a digerire correttamente proprio per la mancanza dei batteri benefici. Il glutine (presente in molti cereali) e la caseina (presente in latte e derivati) non vengono scissi negli aminoacidi che li compongono ma in molecole dette gluteomorfine e caseomorfine, ovvero molecole del gruppo degli oppiacei che di conseguenza hanno effetti negativi sul cervello.
Anche a causa di questa tossicità che parte dall’intestino a arriva al cervello attraversando la barriera emato-encefalica, succede che, come riferisce la dottoressa Campbell nel suo libro
Essi [i pazienti che soffrono di disturbi dell’alimentazione] possono essere abbastanza bravi nel manipolare le persone intorno a loro e assumendo una posizione di “povera vittima” dei vigorosi genitori o altre persone che si prendono cura di loro, mettendo le persone una contro l’altra. Le famiglie di questi ragazzi persone spesso attraversano un inferno di constante conflitto e confusione a causa del disturbo del proprio figlio.
Per altro se la dieta di queste persone è carente di proteine ne consegue cneh una carenza ormonale che rende difficile al corpo persino sfruttare le calorie dei carboidrati, che vengono quindi accumulate sotto forma di grasso. Quando le persone anoressiche in un modo o nell’altro vengono convinte a mangiare di nuovo, se la dieta è a base di carboidrati riprendono peso rapidamente, e siccome la loro paura di ingrassare non è scomparsa, è facile che si verifichi una ricaduta.
È molto difficile di conseguenza riuscire a trattare questi disturbi, se non con un corretto approccio nutrizionale. Secondo la dottoressa Campbell oltre a seguire il Protocollo Nutrizionale GAPS descritto nel suo libro (con qualche trucco per adattare la dieta alle fobie che queste persone sviluppano per i cibi grassi) occorre somministrare integratori di alcune sostanze di cui generalmente questi pazienti sono particolarmente carenti:
- gamma completa di aminoacidi nella loro forma libera, 15-20 grammi al giorno.
- picolinato di Zinco, 45-50 mg al giorno
- tre altri aminoacidi: triptofano, glutamina e asparagina: 500 mg di ognuno di essi tre volte al giorno assunti a una certa distanza di tempo dagli altri integratori di aminoacidi
- gamma completa di vitamine del complesso B, vitamina C, calcio, magnesio, ferro e iodio.
Da notare ovviamente che il Protocollo Nutrizionale GAPS prevede già di per sé integratori di probiotici (fermenti lattici ed altri microbi benefici) anche sotto forma di crauti, yogurth e kefir fatti in casa.

4 comments:

  1. E' una bella scemenza altro che dita ! Non si può curare l'allergia ai pollini o peggio ancora l'autismo con una dieta !

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  2. Ma Claudio, cosa pretendi dal "fisico bestiale"?

    E comunque, tanto per cambiare,

    MARCHETTE!!

    corrado penna (minuscole dovute), ha ragione TFB per strakkino, ma in questo caso va esteso anche a te.
    SEI UN COGLIONE!

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  3. Marchette, marchette nient'altro che marchette.
    Dicci Corrado, quanto ti paga la Campbell per pubblicizzare le sue sciocchezze?

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  4. le solite marchetto di corrado CANNAIOLO penna
    corrado non hai paure che succeda anche a te il fato di antonio SCIACALLO marcianò?

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