Saturday, September 21, 2013

Il coraggio degli invertebrati


Innanzitutto, un caloroso benvenuto a Silvia Bencivelli nelle file dello SMOM:

http://www.lastampa.it/2013/09/21/societa/scie-chimiche-e-nuove-bufale-il-dibattito-impossibile-g3KPD8QqlUnJ5GrhP20JBN/pagina.html

Scie chimiche e nuove bufale
Il dibattito impossibile

Ecco cosa accade a chi smonta scientificamente
una “teoria” diffusa in Rete
Le scie bianche rilasciate dagli aerei, che di tanto in tanto può capitare di vedere alzando gli occhi al cielo, non sono la prova di un complotto globale ordito ai danni degli abitanti di questo Pianeta, ma una leggenda nata nel 1997 negli Stati Uniti a scopi sostanzialmente pubblicitari. È stato per aver raccontato questa storia – e ricordato alcune verità scientifiche basilari e condivise – che la sottoscritta, autrice dell’articolo comparso sull’ultimo numero del supplemento de La Stampa «Tuttogreen», è diventata il bersaglio di centinaia di mail contenenti insulti e minacce.

Da «Ammazzati», a «Quelli come te fanno una brutta fine», da «Sei un burattino», una «Venduta», una «Vergogna per il genere umano» al più ovvio, e desolante, «Put…» (trattandosi di giornalista femmina, quasi scontato). Non sono arrivati solo insulti espliciti. Ci sono stati quelli che hanno rabbiosamente invocato il beneficio del dubbio, ma impiegando una pletora ingiustificata di punti esclamativi. E quelli, numerosissimi, che hanno avanzato il sospetto che, oltre alla canonica retribuzione del collaboratore da parte del giornale, ci sia stato un pagamento da parte di entità misteriose: è servito a poco far notare che in questo caso avrei scelto di firmare con uno pseudonimo (magari al maschile), e che comunque sotto questo stesso cielo ci vive anche l’intera redazione de La Stampa.

Infine, ci sono stati quelli sinceramente preoccupati dalle «cose che si leggono su Internet», magari offesi dal tono «saccente», sentendosi trattati da «ignoranti o stupidi» e in generale desiderosi di avere un ulteriore chiarimento sulle scie bianche rilasciate dagli aerei. A questi ultimi ho provato a rispondere.

Dagli Anni Cinquanta del secolo scorso si è cercato di capire perché a volte gli aerei rilascino scie bianche nel cielo e a volte no: la risposta è che ad altitudini di dieci chilometri, dove volano gli aerei di linea e la densità dell’aria è circa un quarto rispetto a quella qui in basso, le condizioni di temperatura e umidità sono molto mutevoli. Il vapore acqueo contenuto nel gas di scarico degli aerei, perciò, può solidificare e rendersi visibile da terra, oppure no. Del resto, le stesse nuvole a volte si formano e a volte no, e quando si formano hanno aspetti diversi tra loro e sono più o meno persistenti nel tempo.

Negli ultimi decenni il traffico aereo mondiale è aumentato. Tutti noi voliamo con una frequenza molto superiore rispetto a quando eravamo bambini, che il cielo era azzurro e le nuvole le potevi toccare. Allora perché ci stupiamo che lo facciano altri terrestri? E quindi che il cielo sia ovunque solcato da un numero di aerei crescente?

Ma poi, a chi spetta l’onere della prova? A chi afferma da anni l’esistenza di un piano di sterminio globale dell’umanità (assai inefficiente, verrebbe da dire) o a chi non ne trova la ragione, né riesce ad avere uno straccio di fonte attendibile sul dottor Stranamore di turno?

Anche sul perché di tante, davvero tante, mail aggressive che sono volate sulla testa di chi ha raccontato la bufala delle scie chimiche si può trovare una risposta scientifica. In parte ce l’ha data Karl Popper negli Anni Settanta: gli uomini tendono a cercare una risposta esterna ai fenomeni del mondo, e se un tempo per le cose negative c’erano gli dei capricciosi e potenti dell’Olimpo, oggi ci sono sinistri gruppi di potere fatti da personaggi misteriosi che non possono smettere di tormentarci solo perché nessuno li ha mai visti. Non è un argomento sufficiente. Non solo: immaginarsi un grande complotto ci deresponsabilizza e ci offre una spiegazione facile per fatti, talvolta anche dolorosi, a cui è difficile trovare un senso.

La malattia di una persona cara, per esempio, può essere consolatorio attribuirla alla cattiveria delle multinazionali del farmaco che terrebbero per sé i rimedi davvero efficaci (perché dovrebbero? Con quello che ci guadagnerebbero, poi). Si tratta di un pensiero molto umano, ma quantomeno cedevole di fronte a certe spiegazioni scientifiche che oggi siamo in grado di dare a molte delle cose intorno a noi.
Ma le teorie del complotto non sono sempre innocue. L’idea che l’Aids non esista o che sia un complotto dei bianchi contro i neri (idea diffusa in certi paesi africani) ha portato tanti a rinunciare alla prevenzione. La voce che i vaccini siano portatori di malattie terribili, e non il contrario, ha portato troppi genitori a rinunciare a somministrarli ai propri figli. E proprio adesso nella civile Gran Bretagna si sta assistendo alla recrudescenza di malattie gravi ed evitabili come la parotite e il morbillo.

Infine chi propugna le teorie del complotto tende a pensarsi più furbo del popolo bue, e infatti lo apostrofa con vigore e forse anche scarso rispetto: sveglia!! Tende a non ammettere i propri errori, a non accettare il dialogo con la scienza che, lei sì, si nutre di dubbi. È esso stesso influenzabile, come tutti noi, ma più cinico: cita solo le fonti che confermano la sua idea noncurante delle eventuali contraddizioni, pone sempre le stesse domande, avanza sempre gli stessi sberleffi. E a volte decide di scrivere una mail. Dimenticandosi che dall’altra parte della posta elettronica c’è un altro essere umano, incidentalmente di sesso femminile, senza squame verdi e senza branchie o antenne, che sta soltanto cercando, come tanti, di fare bene il proprio mestiere.

Infine (riferendomi al titolo del post) un altrettanto caloroso vaHgare a un vigliacco frustrato:

Quella lì è un perfetto connubio di ignoranza e malafede. Gli epiteti con cui è stata vituperata sono complimenti. 


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Aggiornamento h. 15 c/ca 21 settembre 2013

Della serie "il DNA non è un'opinione" o "straccioni si nasce e loro lo nacquero"

Meretrici e puttanieri.

 E della serie "ha parlato il coglione strozzato"
 
Una delle autrici dell'articolo su La Stampa è questa :-D La figlia di Fantozzi: Eugenia Tognotti

Scrinsciòts (TIE' Zret!): 



Poveri mentecatti.
tdm 

26 comments:

  1. (ripropongo il commento appena postato sull'altro thread)

    riflessione: stavolta non c'è di mezzo l'edizione regionale di Repubblica ma quella nazionale de La Stampa, con uno shoot al centro della prima pagina e due articoli con due firme diverse, la cosa si fa seria...

    e motivo non piccolo di rodimento da parte dei terrazzinati sarà anche che, a differenza di Preve, Bencivelli e Tognotti non scendono a fare nomi e negano ogni visibilità personale ai complottardi, chapeau!

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  2. adesso partirà il cancan di tutti gli innamorati importanti delle scie chimiche: MoVimento, Scilipoti, Ciccanti, Brandolini, Di Pietro e compagnia bella, magari ci sarà anche un'intervista al generale Mini

    meglio così, hai visto mai che il vento spazzi via la fuffa?
    (e i "ricercatori indipendenti" troveranno spazio a malapena sui giornalini di quartiere)

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  3. Riguardo al commento di Zret, mi chiedo quanto debba essere brutto condurre una vita così rigonfia di inutile cattiveria

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    1. e sarebbe un educatore?!?
      meditate, Preside del Liceo Cassini e genitori degli studenti, meditate...

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    2. Stanno già meditando, il Provveditorato e il Liceo Cassini, vero Zretino?
      Zretino, sei un fallito.
      Strakkino, sei un coglione.

      Ubi maior, Strakkino cessat.

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  4. Tutta, ma proprio tutta, la mia stima per questa giornalista.
    E complimenti per l'articolo che le ha procurato cosi' tanti problemi. E' ben fatto e chiarissimo, secondo me.
    Silvia (se posso permettermi di darti del tu e chiamarti per nome), lasciali perdere i complottari.
    Sono malati dentro, e lo dimostrano ogni volta che aprono la bocca.

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  5. Per la serie "prevenzione" segnalo il curriculum di Silvia Bencivelli http://silviabencivelli.it/curriculum/ prevedo (ok, ok, questa è facile) spazzatura a breve su di lei nelle varie discariche per allucinati.

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  7. Bencivelli for president!

    segnalo dal suo blog le "Lezioni di giornalismo scientifico for dummies", questa è la prima

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    1. sorry non riesco ad agganciare il link, eccolo in chiaro
      http://silviabencivelli.it/2012/lezione-di-giornalismo-scientifico-for-dummies-o-almeno-for-gente-che-di-mestiere-fa-altro-e-dovrebbe-continuare-a-fare-altro/

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  8. Vedo che gli sciamisti ignoranti si comportano sempre allo stesso modo con chi porta prove scientifiche contro bufala delle scie chimiche, quindi gli ignoranti altro non possono fare che insultare ed infamare chi non condivide le loro balle. visto che i nomi di chi insulta sono ben conosciuti mi auguro che non solo questa giornalista ma anche gli altri presentino una bella querela per i modi subdoli con i quali questi tizi infangano la loro reputazione professionale su internet e facebook

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  9. Il problema è che, a fronte di una Bencivelli che dice le cose come stanno, ci sono decine di pennivendoli (quanti ne conosciamo?) pronti a cavalcare le idiozie dei complottastri. Anche nel mondo della stampa (elettronica o cartacea che sia) la situazione non è delle più favorevoli.

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    1. le "lezioni" di cui nel mio commento qui sopra si riferiscono anche a loro
      nella seconda lezione c'è scritto:
      "La scienza ha le sue regole.
      Il giornalismo anche.
      Lo sport ha le sue regole, l’economia le sue regole e il teatro le sue regole. E così via.
      Se faccio il giornalista scientifico, si presume che conosca le regole del giornalismo e quelle della scienza.
      Se faccio il giornalista sportivo, quelle del giornalismo e quelle dello sport.
      Se faccio il giornalista scientifico e finisco per trovarmi a lavorare su una cosa di sport senza saperne le regole, potrei pensare che uno che gioca a calcio con le mani sia un geniale innovatore. Invece molto più probabilmente è un baro. Idem per un giornalista che non conosce le regole della scienza e si trova a lavorare su una cosa di scienza.
      In entrambi i casi, ci vengono in soccorso le regole del giornalismo, che impongono di verificare un bel po’ di volte quello che stiamo per dire.
      Cioè: nel caso in cui mi trovassi a commentare una partita di calcio in cui, inatteso, c’è uno che tira una punizione con le mani, correttezza vorrebbe che prima di gridare al genio, io che di sport non capisco una mazza, facessi una telefonata a chi conosce le regole del gioco. E verificassi con attenzione.
      "

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  10. Stamane prima di pranzare sono uscito (anche) per comprare la Stampa - quotidiano che conosco da almeno 30 anni e che leggo regolarmente (soprattutto da quando ho abbandonato il Fatto) - e son stato 'contento' che sia andato esaurito in un paio di edicole vicino a casa mia.
    Cinque minuti fa la mia domatrice me l'ha portato, penso che questa copia sia preziosissima :)

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  11. STRACATALOL

    Ma l'avete sentita la cazzata sulla 'velocità bassa' a bassa quota?

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    1. ...per non parlare di quello delle chiazze bianche sui marciapiedi...
      :)))))

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    3. mi fa venire in mente quella mamma dell'aviatore che diceva, preoccupata che il figlio non si mettesse nei pericoli, "mi raccomando, vai piano e resta in basso!"
      ^_^

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  12. In effetti avevo associato il complottismo alle streghe. Anzi, secondo me è propriuo così. Solo che i complottisti sono quelli dell'inquisizione.

    Dell'AIDS per alcuni paesi africani sono scherzi del diavolo. Per fortuna non tutti i paesi africani sono abitati da complottisti e non tutti i neri ci odiano (e per quelli che ci odiano, non aspettiamoci che lo fanno per le colonie. Nei paesi più razzisti, i genitori insegnano ai bambini che i bianchi puzzano e sono stupidi. I bambini crescono odiando i bianchi senza una valida ragione, altro che colonie - questo lo ha raccontato una donna originaria di quelle parti)

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  13. Tigre, non si fa così.
    A furia di frequentare i complottisti, ne prendi qualche vezzo, come l'essere ermetico sulle informazioni.
    Dov'è 'sta cazzata sulla 'velocità bassa' o sulle chiazze bianche sui marciapiedi?
    Please, un link, un sito, un qualcosa che possa indirizzare chi s'è fatto i cazzi suoi per alcune ore senza seguire passo a passo la produzione di quei deficienti.

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    1. Ecco qui, mastro https://archive.org/details/RadioPadaniainterventoDel21Settembre2013

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  14. Ed io nel mio piccolo ho mandato un'email di complimenti e sostegno alla giornalista.

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