http://scienzamarcia.blogspot.co.uk/2013/09/la-questione-della-fibra-nel-crudismo-e.html
La questione della fibra nel crudismo e negli altri percorsi terapeutici incentrati sulla dieta
NB: il presente articolo ha semplicemente un intento
illustrativo di quelle che sono le tecniche terapeutiche proposte da
alcuni illustri medici, ma non rappresenta in sé alcuna indicazione
terapeutica per il lettore. Per qualsiasi consiglio in ambito
terapeutico occorre rivolgersi ad un medico competente.
Per quanto una dieta crudista possa avere mille benefici non è sempre detto che essa sia la migliore opzione per guarire da una condizione patologica. Infatti nel caso in cui sia presente una disbiosi intestinale, soprattutto nella prima fase del percorso di guarigione l’assunzione di cibi ricchi di fibra può creare dei problemi. In condizioni di salute ottimale infatti le fibre vengono utilizzate dai batteri benefici presenti nel nostro intestino i quali, come scrive la dottoressa Campbell-McBride nel suo libro:
Per quanto una dieta crudista possa avere mille benefici non è sempre detto che essa sia la migliore opzione per guarire da una condizione patologica. Infatti nel caso in cui sia presente una disbiosi intestinale, soprattutto nella prima fase del percorso di guarigione l’assunzione di cibi ricchi di fibra può creare dei problemi. In condizioni di salute ottimale infatti le fibre vengono utilizzate dai batteri benefici presenti nel nostro intestino i quali, come scrive la dottoressa Campbell-McBride nel suo libro:
“se ne nutrono, producendo tanti ottimi nutrimenti per la parete cellulare e per l’intero corpo, essi la utilizzano nell’assorbimento delle tossine, l’attivano per prendere parte nel metabolismo dell’acqua e degli elettroliti, per riciclare gli acidi della bile ed il colesterolo, etc.”
Ma quando mancano o sono scarsi questi batteri benefici, e prendono il sopravento invece i microbi patogeni succede che:
“la fibra stessa diventa pericolosa per il sistema digestivo, fornendo un ottimo habitat per i batteri patogeni ed aggravando l’infiammazione della parete intestinale. Questo avviene quando i gastroenterologi devono raccomandare ai loro pazienti una dieta povera di fibre. Di conseguenza la presenza della fibra alimentare da sola, senza i batteri benefici presenti nell’intestino, può non essere più tanto buona per la nostra salute.”
Di conseguenza fino a quando non si ristabilisce, almeno parzialmente,
una microflora equilibrata nel nostro intestino, i cibi fibrosi, per
quanto possano essere crudi e quindi pienamente vitali, ricchi di enzimi
benefici, sarebbero da evitare.
Come fare allora ad evitare di assumere la fibra se si vuole ugualmente
basare la propria alimentazione su cibi vegetali? I metodi sono due
ovviamente: l’uso di succhi di frutta e verdure fatti in casa
(possibilmente realizzati con un buon estrattore e non con una
centrifuga, in modo da danneggiare il meno possibili tutti i principi
nutrienti dei cibi freschi), la cottura prolungata della verdura (e
persino della frutta talora). Sia la dottoressa Campbell che il dottor
Gerson (il medico che ideò il famoso metodo di cura per il cancro, la tubercolosi e molte altre malattie,
che poi da lui prese il nome) si esprimono in tal senso; l’importante è
non buttare via l’acqua di cottura, che è ricca di minerali e altre
sostanze nutritive. Si potrebbe anche cucinare la verdura a vapore, ma
una parte di queste sostanze finiscono ugualmente per essere perse
(forse è per questo che Gerson sconsigliava la cottura a vapore). È il
caso di puntualizzare qui che gli estrattori che rispondono alle
specifiche del dottor Gerson sono pochi e molto costosi (appena scoprirò
quali siano i modelli in questione non mancherò di comunicarvelo).
Da notare che anche la scuola della dottoressa Kousmine
consiglia di iniziare un percorso curativo con una settimana a base di
frutta cruda o succhi di frutta freschi fatti in casa (accompagnati da
clistere ogni sera e successiva somministrazione rettale di vitamina
olio di semi di girasole spremuto a freddo ricco di vitamina F).
In ogni caso è facile accorgersi se e quando e quanto la fibra sia
tollerata: se (pur avendo limitato la propria dieta ad alimenti senza
carboidrati, senza zucchero e senza amidi) i sintomi digestivi di cui si
soffriva invece che placarsi hanno una piccola o grande recrudescenza è
segno che la fibra non è ancora bene tollerata. Dopo i primi entusiasmi
per l’adozione di una dieta quasi completamente crudista mi sono reso
conto che un po’ di verdura bollita può in certi casi essere molto
meglio dell’assunzione di cibi crudi ma fibrosi, e che mangiare la
frutta senza buccia e semi può in certe circostanze essere benefico. Se
poi risulta noioso fare continuamente spremute di frutta e verdura
l’assunzione di verdura (e frutta) bollita non è da disprezzare (ma
tenete a mente che seguire il protocollo Gerson significa che,
soprattutto per le prime 6 settimane occorre preparare un succo di
frutta e verdura ogni ora).
Detto questo sottolineo che il metodo della dottoressa Campbell (mirato
soprattutto alla cura di autismo e dsiturbi dell’apprendimento, malattie
cosiddette mentali, disturbi dell’alimentazione, epilessia), quello del
dottor Gerson (mirato soprattutto alla cura tubercolosi, cancro ed
altre malattie degenerative) e quello della dottoressa Kousmine sono
nettamente differenti tra di loro. Basti pensare che alla dieta ricca di
grassi e di proteine della dottoressa Campbell si contrappone una dieta
con pochissime proteine vegetali e quasi senza grassi del dottor Gerson
(secondo costui una dieta - almeno temporaneamente - povera di
proteine, senza sodio e con molto potassio agevola l’eliminazione del
sodio in eccesso dal nostro corpo ripristinando lo stato di salute delle
singole cellule e contribuendo alla guarigione).
Tutti e tre i medici summenzionati (soprattutto Gerson e Kousmine)
prevedono come parte più o meno importante del percorso curativo
l’utilizzo degli enteroclismi, che hanno la funzione di rimuovere dal
colon la materia fecale che a volte resta attaccata alle sue pareti
divenendo un ricettacolo di microbi patogeni e di parassiti, e
intossicando il corpo stesso; il dottor Gerson consiglia l’utilizzo di
clisteri al caffè che secondo lui hanno la virtù di accelerare i
processi di depurazione che hanno luogo nel fegato.
La dottoressa Campbell oltre a considerare positivamente l’effetto
disintossicante degli enteroclismi li consiglia particolarmente per
risolvere i problemi di costipazione, abbinandoli ad una dieta che
risolva il sottostante problema della disbiosi intestinale; una sua
innovazione è stata l’aggiunta di probiotici all'enteroclisma che
forniscono batteri benefici al colon per via diretta. A tal fine si
possono aggiungere all'acqua dell'enteroclisma degli integratori di
fermenti lattici in polvere (che non contengano eccipienti di nessuna
sorta e che abbiano i Bifidobatteri come specie predominante) o dello
yogurt (o siero derivato dalla preparazione dello yogurt stesso).
Sulla tecnica degli enteroclismi è facile reperire in rete moltissime
informazioni, ad ogni modo appena possibile scriverò un breve articolo
anche su questo argomento.
Ancora con queste marchette? E basta ...
ReplyDeleteP.S. Nota bene l'incipit volto ad evitare guai giudiziari.
L'articolo sugli enteroclismi no Corrà.. per favore..
ReplyDeleteChe palle con questa disbiosi e la pubblicitá alle cure di medici fuffari (ma sono veramenti medici o la loro laurea in medicina é come quella della staminkier ?), specialmente il Gerson con i suoi clisteri al caffé.
ReplyDeleteCorrado, a quando la pubblicitá alla cura di Simoncini del cancro con il bicarbonato ?