Monday, October 7, 2013

La brigata della pelle, la microflora epiteliale, la psoriasi e la dermatite atopica

http://scienzamarcia.blogspot.se/2013/10/la-brigata-della-pelle-la-microflora.html

La brigata della pelle, la microflora epiteliale, la psoriasi e la dermatite atopica

NB: questo articolo non costituisce suggerimento terapeutico nè sostituisce un consulto col vostro medico curante, ma offre solo informazioni e riflessioni su alcune recenti ricerche riguardo alla cura di una malattia potenzialmente invalidante di cui soffre un numero sempre maggiore di persone.

Nell'articolo "Microbioma and the skin diseases" ovvero Il microbioma e le malattie della pelle (di recentissima pubblicazione) visionabile su http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23974680 si trova scritto tra l'altro:
Recentemente stanno emergendo delle relazioni che valutano le strategie per manipolare il microbioma [ovvero la microflora - N.d.T.] della pelle con l'intento di modulare le malattie e/o i loro sintomi.
Il microbioma della normale pelle umana si è scoperto che ha un'alta diversità e variabilità da persona a persona. La composizione della microflora delle lesioni della pelle malata (nella dermatite atopica e nella psoriasi) ha mostrato precise differenze rispetto a quella della pelle sana. E' stata riportata la funzione della colonizzazione microbica nello stabilire l'omeostasi del sistema immunitario, mentre sia le interazioni tra il corpo umano ed i microbi che ospita, che la variazione geneticamente determinata dello strato corneo potrebbero essere legati alla disbiosi della pelle. Entrambe le cose sono rilevanti per le malattie cutanee con risposta immunitaria aberrante e/o funzionalità disturbata della barriera epiteliale. La modulazione della composizione della microflora della pelle per restaurare l'omeostasi del sistema corpo-microbioma potrebbe essere la strategia del futuro per trattare o prevenire la malattia.
Interessante è anche l'articolo  reperibile al seguente link http://www.pnas.org/content/early/2013/08/21/1307855110.abstract, che tratta della correlazione tra funzionamento del sistema immunitario epiteliale e microflora della pelle. In esso tra l'altro si afferma che tale microflora può regolare l'espressione di alcuni geni; alcune informazioni addizionali su tale studio si possono trovare al seguente link http://www.uphs.upenn.edu/news/News_Releases/2013/08/grice/, articolo dal quale traduco alcune righe:
La diminuita diversità microbica è stata associata a malattie della pelle come la dermatite atopica, un tipo di eczema (...) sta diventando sempre più evidente che molte malattie sono causate (o quanto meno esacerbate) non dai patogeni di per sè, ma dalla disbiosi, uno squilibro nella comunità microbica. (...) Questo equilibrio è probabimente altamente evoluto in maniera tale che la salute della nostra pelle si mantiene quando questi due fattori [sistema immunitario e popolazione microbica - N.d.T.] sono in equilibrio ed in comunicazione. E quando si perturba uno dei due si può innescare o esacerbare una malattia od un'infezione della pelle.
Ma cosa può influire negativamente sulla microflora della pelle? Secondo me, a parte la presenza di una disbiosi a livello intestinale (di cui si discute anche in seguito) e altre alterazioni a livello sistemico che si riflettono anche sulla pelle, c'è da prendere in considerazione tutta quella miriade di prodotti per la pelle, saponi e detergenti imbevuti di prodotti chimici che rischiano di perturbare l'equilibrio della popolazione microbica similmente a quanto fanno molti farmaci (antibiotici, pillole anticoncezionali, neurolettici, antidolorifici etc.) nell'intestino. Non è un caso che la dottoressa Campbell consiglia di usare pochi prodotti il più naturali possibili. Alcune persone affermano che la vera sicurezza deriva dall'utilizzare prodotti a base di sostanze che siano anche commestibili, e del resto la dottoressa spiega come la pelle assorba tutto quello che le si pone sopra.


L'articolo "The skin Brigade", ovvero La brigata della superficie, è un altro articolo che riporta i risultati di studi effettuati su pazienti sofferenti di psoriasi al quale è stata analizzata la microflora epiteliale sia di una zona di pelle affetta dalla malattia che di una zona di pelle sana,  e su persone senza alcun segno di psoriasi. Abbiamo quindi degli studi in cui il paragone tra pelle malata e pelle sana è stato effettuato utilizzando due diverse tipologie di soggetti di controllo. Di tale articolo troviamo traccia sia su Pubmed (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23254975) e di esso si può leggere qualche stralcio partendo dal sito della rivista nature http://www.nature.com/nature/journal/v492/n7429_supp/full/492S60a.html e attivando la funzione di visualizzazione dell'anteprima (http://www.readcube.com/articles/10.1038/492S60a)

I risultati di questo tipo di studi, sebbene per il momento ancora ad uno stadio embrionale, sono ugualmente interessanti, in quanto hanno mostrato differenze nella popolazione dei propionibatteri. Il confronto ha mostrato che tali batteri erano presenti in notevole quantità nei campioni di pelle sana analizzata, in moderate quantità nei campioni di pelle sana dei pazienti psoriasici, ed in quantità ancora minori nei campioni di pelle con lesioni da psoriasi. 


Altra notizia interessante è quella riguardante i gemelli sofferenti di psoriasi: nel 30% casi solo uno dei due gemelli omozigoti manifesta la malattia, a conferma del fatto che la psoriasi non è una malattia genetica, sebbene si potrebbe ipotizzare una predisposizione genetica. 

Ma se pensiamo che i gemelli identici oltre ai geni hanno in comune la flora intestinale (ereditata dalla madre durante il parto, e durante l'allattamento al seno, oppure ricevuta attraverso lo stesso latte artificiale e lo stesso ambiente esterno se non sono stati allattati dalla madre), l'alimentazione della casa in cui hanno abitato fino al raggiungimento dell'indipendenza, tale ipotetica predisposizione genetica si potrebbe benissimo spiegare invece in ben altro modo.
Essendo ormai guarito definitivamente dalla psoriasi curando la disbiosi intesinale essenzialmente grazie alla dieta, si può facilmente immaginare come la disbiosi sia una delle cause più importanti della malattia e come tale fattore, che si trasmette di madre in figlio, possa apparire ingannevolmente ereditario. Con questo ovviamente non si può negare la possibile esistenza di predisposizioni genetiche, ma ritengo che l'influenza dell'ambiente sia predominante (come d'altronde afferma anche la dottoressa Campbell-McBride a riguardo di tutte le malattie che si sono largamente diffuse in epoca moderna e che erano quasi inesistenti 100 o 200 anni fa).

A questo punto occorre ricordare l'esperienza clinica della dottoressa Campbell la quale nel suo libro "La sindrome psico-intestinale" (finalmente tradotto in italiano e che sarà disponibile a fine mese) spiega come le otiti siano collegate ad una disbiosi delle mucose del sistema auricolare, disbiosi che regrediscono (facendo scomparire anche le ricorrenti infezioni all'orecchio) a partire da una correzione della disbiosi intestinale. Questo fatto può gettare luce sulla causa e sulla cura della psoriasi.

E se la dottoressa Campbell suggerisce in caso di otite di sciogliere in bocca dei probiotici in modo tale che si diffondano nella zona nasofaringea, viene da pensare al possibile utilizzo dei probiotici da spalmare sulla pelle in caso di psoriasi (ricordo che si tratta solo di una mia supposizione e nient'altro).
Durante una recente reazione di die-off (reazione di disintossicazione che aggrava momentaneamente sintomi pre-esistenti o a volte causa persino recrudescenza di sintomi pressoché scomparsi) ho provato la parte più solida (burrosa) dello yogurt di cocco fatto in casa. Di sicuro si tratta di una sostanza emolliente, e da quel punto di vista a me ha fatto sicuramente bene (non posso garantire ovviamente che lo stesso valga per un'altra persona), ma non posso dire quanto i probiotici in essa contenuti possano essere stati di aiuto dal momento che la crisi passeggera fondamentalmente si è risolta da sola. 




Per approfondimenti vedi 

http://www.genomeweb.com/sequencing/nih-team-presents-findings-fungi-focused-study-skin-microbiome
articolo che spiega come le più moderne tecniche di ricerca stanno permettendo di identificare le specie di funghi e di batteri presenti nelle varie zone della pelle umana, che dimostra quindi di essere, al pari della mucosa intestinale, un sito che ospita una complessa microflora 

http://genomebiology.com/2012/13/11/R101 altro studio sull'analisi della microflora dell'epitelio, quello profondo, quello superficiale e le loro intereazioni, e che mostra l'analisi della microflora tipica di 4 differenti regioni della pelle.

http://www.genome.gov/Multimedia/Slides/HumanMicrobiomeScience2013/21_Kong.pdf
L'eczema, il sistema immunitario e il microbioma della pelle, un lunga e interessante paresentazione sulla questione
 
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21407241

http://link.springer.com/chapter/10.1007/978-1-4419-7089-3_8#page-1

7 comments:

  1. "Ma cosa può influire negativamente sulla microflora della pelle? Secondo me, a parte la presenza di una disbiosi a livello intestinale (di cui si discute anche in seguito)..."
    cioè oltre a tutto il resto il fisico bestiale soffre anche di dermatite?

    ReplyDelete
  2. ma quante tonnellate di limone starà consumando il penna ? ROTFL

    ReplyDelete
  3. Anche qui pubblicitá alla fuffa della Campbell, evidentemente lo paga bene ...

    ReplyDelete
  4. Paga bene anche essere il traduttore dell'edizione italiana...

    ReplyDelete
    Replies
    1. ho i miei dubbi che paghi "bene": i traduttori non percepiscono diritti d'autore (legati ai volumi di vendita, che del resto in questo caso sarebbero piuttosto aleatori) ma un tot a pagina una tantum, le tariffe sono articolate per genere e per canale ma nel caso di un libro diciamo 20€ vuoto per pieno, quindi 400 pagine (il libro della Campbell) = 8000 euro
      ma... per il libro della Campbell i traduttori sono due, quindi 4000 euro
      ma... per l'edizione italiana l'altro traduttore è Paolo Donati, che è anche l'editore in proprio, nonché nutrizionista e terapista (in Inghilterra) del metodo GASP
      ma... se il terapista editore è ragionevolmente il traduttore primario, il co-traduttore ha solo rivisto le bozze

      ho la sensazione che, alla fine della fiera, al fisico bestiale vada di lusso se intasca una tantum 1000 euro prima delle imposte...
      probabilmente fa al libro tanta insistita pubblicità po' per fede (questa è la cura in cui credo) in po' per spirito di corpo (l'ho tradotto anch'io!) e un po' per vanagloria, ma senza ulteriori ritorni economici (difficile pensare a un sequel^_^)

      Delete