Monday, March 3, 2014

Scie chimiche: precisazioni semantiche

http://www.tankerenemy.com/2014/03/scie-chimiche-precisazioni-semantiche.html

Scie chimiche: precisazioni semantiche


Ormai l’espressione “scie chimiche” è conosciuta pure dai non addetti ai lavori: comincia a diffondersi, sebbene purtroppo attraverso i canali della disinformazione, anche tra la gente comune. Qual è l’origine della dicitura in oggetto e quale campo semantico occupa? Sono necessarie alcune precisazioni lessicali.

"Scie chimiche" è un sintagma derivato dall'inglese "chemtrails", a sua volta forma sincopata di “chemical trails”. Il termine “chemtrails”, di origine militare, figura nello “Space preservation act”, una proposta di legge presentata nel 2001 dal deputato del Congresso Denis Kucinich. Il parlamentare statunitense chiese la messa al bando di tutte le armi esotiche, incluse appunto le chemtrails. La sua proposta di legge fu poi approvata ma con drastici tagli: il riferimento a tutte le armi esotiche fu espunto.

Il lessema “chemtrails” è modellato sul vocabolo “contrails” (da condensation trails), scie di condensazione, termine che risale al 1940-45. E’ palese che anche l’acqua e gli altri gas incombusti delle del tutto eccezionali scie di condensa, sono composti chimici, ma nei codici linguistici la parole (la consuetudine dei locutori che legittima le scelte paradigmatiche), come ci insegna De Saussure, determina e qualifica spesso significati, accezioni, ambiti d’uso. [1] Perciò l’espressione “scie chimiche”, sebbene imprecisa sotto il profilo squisitamente scientifico, è quanto mai adatta a definire tutti quei veleni dispersi deliberatamente nella biosfera attraverso aerei civili e militari. Così sono appropriate, quantunque non molto frequenti, le iuncturae “scie tossiche” o “scie velenose”. Il termine “chemtrails” tuttavia, con i suoi equivalenti italiano e spagnolo (estelas quimicas) ha il crisma e l’avallo della matrice militare. Errano dunque coloro che lo evitano, come se fosse di registro colloquiale o destituito di autorità semantica.

Certamente l’espressione “geoingegneria clandestina” (o illegale o abusiva) è più calzante: essa designa tutte quelle criminali operazioni volte a trasformare i biomi, a modificare gli equilibri naturali per mezzo della massiccia e quotidiana dispersione di composti chimici spesso in sinergia con l’irradiazione di campi elettromagnetici di differente intensità e frequenza. Visto che il complesso militare-industriale mira a stravolgere i processi biologici, ancora più preciso si rivela il sostantivo “biogeoingegneria”, cioè manipolazione della vita, a cominciare dal D.N.A., associata ad interventi che incidono sui fenomeni meteorologici, climatici e tettonici della Terra. Il pianeta con i suoi abitanti diventa un gigantesco teatro di attività illecite e di folli, pericolosi esperimenti.

La “geoingegneria ufficiale”, infine, è la classica foglia di fico per tentare di coprire o di giustificare le operazioni distruttive sopra descritte: formalmente essa sarebbe finalizzata a ridurre il cosiddetto “riscaldamento globale” o addirittura a ripristinare lo strato di ozono. E’ ovvio che è una truffa sia materiale sia linguistica. Per questa ragione, quando ci si riferisce alle iniziative scellerate del sistema, il sostantivo geoingegneria è sempre abbinato all’aggettivo “clandestina” o ad attributi di simile valore.


[1] In glottologia per asse paradigmatico si intende l’insieme dei vocaboli che il locutore seleziona spesso in modo inconscio o comunque irriflesso per accordarli nell’enunciato e nel discorso. Si contrappone all’asse sintagmatico, ossia alla struttura combinatoria di tipo sintattico-lineare. E’ una differenza che si deve considerare, quando si disserta sui fenomeni linguistici, sebbene siamo consapevoli che tale ragionamento non si può esigere dai negazionisti, ignoranti e stolti per definizione.

10 comments:

  1. Ho controllato: mi si è svitato l'asse sintagmatico... la struttura combinatoria rischia di spezzarsi. Devo andare da un meccanico quantistico...

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    1. Stai attento che il meccanico quantistico non ti rompa la simmetria di gauge ;-)

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  2. traduzione delle masturbazioni mentali di rosario FALSARIO marcianò
    NON SO UN CAZZO
    NON CAPISCO UN CAZZO
    E GODO A FAR SAPERE AL MONDO CHE SONO UN COGLIONE

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  3. Pubblicata da strakkino ma scritta dal fratellonzo imparato. Decisamente quello che scrive è come se fosse antani :D

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  4. si esatto la parola "scie chimiche" è conosciuta da tutti e per tutte le persone normali dotate di intelletto è sinonimo di truffa, balla, leggenda metropolitana, cialtroneria, scemenza, boiata pazzesca, e fonte di continua ilarità.

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  5. Vorrei segnalare questo "concorrente" di straker; merita un post:
    http://www.primapaginadiyvs.it/la-cia-attacca-la-draco-edizioni-scie-chimiche-una-bufala/

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    1. Soprattutto, è incredibile come questa gente si illuda (o faccia finta di illudersi) di essere importante per gente che in realtà non se la fila neanche di striscio, e che anzi non sa neanche della sua esistenza.

      Comunque quella dell'aereo in picchiata che è scappato quando lui ha cercato di fotografarlo è imbattibile... quasi quanto quella della cifratura militare sul disco della moglie.

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  6. Il rumore delle dita che annaspano nel vetro è impressionante....

    1) La frase che spesso i "negazionisti" usano (ovvero sono chimiche per forza, anche H2O è una sostanza chimica) è ovviamente usata come figura retorica, nella fattispecie è una tautologia, in quanto quello che si vuole sottolineare è l'assurdità del concetto di base (ovvero scie chimiche) in quanto inesistente. Ovvero, dato che non esistono le scie chimiche, l'unica maniera per farle esistere, è modificare il significato dell'espressione, in modo palesemente provocatorio. Si sà benissimo il perché si dice che sono tutte chimiche, anche le scie di condensa, non c'era bisogno di un tomo del genere.

    2) Un post come questo, è esemplificativo del fatto che i fratelli Marcianò NON STANNO FACENDO DIVULGAZIONE!!! Divulgare (dal latino divulgare, "diffondere tra il volgo") secondo il Treccani, vuol dire sì "Rendere noto a tutti o a molti, diffondere" ma anche "Rendere accessibili a un più vasto pubblico, per mezzo di un’esposizione semplice e piana, nozioni scientifiche e tecniche". Quella dei fratelli Marcianò (in particolare in questo post, ma anche nella quasi totalità dei loro articoli) non è divulgazione (scritta semplice e per tutti), ma è più Latinorum (Cit. Manzoni), aulico e volutamente criptico, artifizio tipico di chi vuole aggiungere un valore di verità rendendo incomprensibile quello che scrive, facendo leva sul tipico (se parla così, sa quel che sta dicendo).

    Del resto il credere al complotto è una catarsi endemica che si infutura nella palingenetica obliterazione dell'io cosciente, o no Prof. Marcianò?

    3) E' incredibile come l'opera di "divulgazione" dei fratelli Marcianò, abbia ancora bisogno di cercare cose nuove per sostenere le proprie tesi. Se l'hai dimostrato, l'hai dimostrato! E se fosse tutto vero, sarebbe il caso di passare dalle parole ai fatti. E non con quei tentativi così labili, da indurre a pensare che perfino gli autori non abbiano interesse fino in fondo a mettere la parola FINE alla faccenda. (Mandano avanti gli altri con denunce per ignoti, analizzano sempre e solo l'ambiente e MAI le scie direttamente, producono video su video, articoli su articoli, ma non scendono mai in piazza o si fanno seri promotori di una denuncia seria e circostanziata...).

    4) Il Prof. Marcianò, dovrebbe sapere perfettamente che Excusatio non petita Accusatio manifesta. Se fosse tutto vero, non ci sarebbe bisogno di un mattone cotale, per giustificare l'utilizzo dei termini utilizzati. Se io sono un coglione, non c'è bisogno di distinguere tra "diversamente intellligente" ed il "testicolo"... sono un coglione, punto.

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    1. Ma poi, la sua cretineria non ha limiti. Come accidenti si fa a postare, dico io, una foto in cui la nuvola è giallina e la scia è bella bianca brillante?
      Qualunque imbecille capisce che la scia è molto più in alto della nuvola, soprattutto considerando che il sole è alquanto basso sull'orizzonte.

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