http://zret.blogspot.ch/2014/08/obsolescenza-ed-oblio.html
Obsolescenza ed oblio
Molti
si domandano per quali motivi l’opinione pubblica non reagisca, quando
viene al corrente di qualche fatto scabroso in grado di dimostrare la
disonestà delle istituzioni, proprio quelle che dovrebbero tutelare i
cittadini. Si scopre, ad esempio, che un sanguinoso attentato è stato
ideato e compiuto dai servizi segreti o da una loro frangia “deviata”.
Qual è la reazione? Encefalogramma piatto. Agiscono diversi meccanismi:
in primo luogo tutto ciò che scardina o solo scalfisce la fiducia nel
sistema è elaborato, metabolizzato in modo che non mini l’equilibrio
psicologico. Si nega l’evidenza contro ogni logica e contro ogni
dimostrazione. Si vive in uno stato di costante dissonanza cognitiva
sicché un cigno può essere nel contempo bianco e nero.
Inoltre il pubblico è talmente subissato di notizie, informazioni, messaggi ora veri (pochissimi), ora parzialmente veri, ora falsi, che resta disorientato, come ebbro, incapace di discernere e di giudicare. Soprattutto il bombardamento dell’”informazione” porta al suo contrario, ad una caotica disinformazione: le notizie si avvicendano con rapidità prodigiosa, si accavallano, si intrecciano, si confondono. Alla fine tutto si mischia in una congerie indecifrabile. Le immagini per la specie homo televisivus sono un caleidoscopio allucinante.
Non solo: nella società attuale le news sono merci. Esse perdono presto la loro aura, la loro attrattiva, scivolano nell’obsolescenza come fossero prodotti industriali. In parte lo sono. Affinché i fruitori siano convinti a consumare l’”informazione”, occorre generare sempre nuovi stimoli, intensificare le scosse emotive. In questo mercato le notizie veridiche e significative sono offuscate o cancellate dalla propaganda spacciata per giornalismo.
La gente non desidera sapere, ma provare un brivido. Non desidera agire, ma assistere ad uno spettacolo. La realtà è uno schermo cinematografico.
In tale ridda “informativa”, un evento presto è dimenticato, incalzato da un fatto (o presunto tale) più incisivo, più spaventoso. La climax emotiva deve crescere indefinitamente, quasi fosse il prodotto interno lordo di un paese. Le emozioni fuggevoli ed insulse hanno soppiantato sia i sentimenti (l’empatia in primis) sia lo spirito critico. Si vive come sonnambuli. Regna l’amnesia. I pesci continuano ad abboccare all'amo, nonostante la pesca risalga alla preistoria.
Inoltre il pubblico è talmente subissato di notizie, informazioni, messaggi ora veri (pochissimi), ora parzialmente veri, ora falsi, che resta disorientato, come ebbro, incapace di discernere e di giudicare. Soprattutto il bombardamento dell’”informazione” porta al suo contrario, ad una caotica disinformazione: le notizie si avvicendano con rapidità prodigiosa, si accavallano, si intrecciano, si confondono. Alla fine tutto si mischia in una congerie indecifrabile. Le immagini per la specie homo televisivus sono un caleidoscopio allucinante.
Non solo: nella società attuale le news sono merci. Esse perdono presto la loro aura, la loro attrattiva, scivolano nell’obsolescenza come fossero prodotti industriali. In parte lo sono. Affinché i fruitori siano convinti a consumare l’”informazione”, occorre generare sempre nuovi stimoli, intensificare le scosse emotive. In questo mercato le notizie veridiche e significative sono offuscate o cancellate dalla propaganda spacciata per giornalismo.
La gente non desidera sapere, ma provare un brivido. Non desidera agire, ma assistere ad uno spettacolo. La realtà è uno schermo cinematografico.
In tale ridda “informativa”, un evento presto è dimenticato, incalzato da un fatto (o presunto tale) più incisivo, più spaventoso. La climax emotiva deve crescere indefinitamente, quasi fosse il prodotto interno lordo di un paese. Le emozioni fuggevoli ed insulse hanno soppiantato sia i sentimenti (l’empatia in primis) sia lo spirito critico. Si vive come sonnambuli. Regna l’amnesia. I pesci continuano ad abboccare all'amo, nonostante la pesca risalga alla preistoria.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
antonio SCIACALLO NAZISTA marcianò, quando smetterai di farti seghe mentali?
ReplyDeleteencefalogramma piatto? sa bene di cosa parla....
ReplyDeleteSi nega l’evidenza contro ogni logica e contro ogni dimostrazione. Si vive in uno stato di costante dissonanza cognitiva sicché un cigno può essere nel contempo bianco e nero.
ReplyDeleteChissà se lo zretino si ricorda che solo poch giorni fa, nel post in http://strakerenemy.blogspot.it/2014/08/luomo-e-un-essere-razionale.html
citando Hume, sosteneva “La ragione è schiava delle passioni e non può rivendicare in nessun caso una funzione diversa di quella di obbedire e servire ad esse” e con parole sue concludeva Si sarebbe tentati di rispondere che è più sensato un sano istinto di una paludata, artefatta ragione.
Allora suggeriva di negare la ragione e preferire chiaramente le passioni irrazionali (cioè l'istinto, che per definizione razionale non è). Ora si lamenta che sarebbero ignorate la logica e la dimostrazione, che sono le più alte vette che la ragione umana può raggiungere.
Succede, quando si parla di cose che non si conoscono se non per sentito dire.
(Trascurando il non piccolo fatto che gli stessi terrazzinari violentano sistematicamente logica e dimostrazioni nelle loro produzioni, censurando le critiche e scappare insultando e facendo gli indignati per evitare ogni confronto nel merito di quanto detto).
Obsolescenza ed oblio
ReplyDeletePessimismo e fastidio. :D