Monday, October 6, 2014

Fare

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Fare

Mi è stato chiesto per quale ragione sia preferibile non eccedere, soprattutto negli scritti, con il verbo “fare”. Non è solo una questione lessicale. È pacifico che un testo in cui al verbo in questione si sostituisce una voce appropriata risulta più bello e più efficace sotto il profilo semantico. Non si deve generalizzare: in molte espressioni “fare” è non solo ammesso, ma pure auspicabile. “Far fagotto”, “fare le viste”, “strada facendo” etc. sono espressioni sapide che possono conferire a certi discorsi una vena fresca, un sano brio popolaresco.



Sono ben altre le ragioni che sconsigliano di depauperare la lingua, riducendone il repertorio a pochi consunti vocaboli, sempre gli stessi. In “1984” di George Orwell il sistema mira a dissanguare sempre più l’idioma, regolarizzandone le strutture e con una drastica semplificazione del lessico. La lingua, che rispecchia la Weltanschauung, è soprattutto un potente strumento di conoscenza. Quanti più termini si conoscono e si adoperano, tanto più si creano sinapsi, nessi cognitivi ed emotivi: ampliare il proprio vocabolario significa rinvigorire l’intelligenza, affinare la specillo dell’introspezione.

Per questo motivo si deve combattere l’omologazione che tende ad imporre l’inglese come codice internazionale, costringendo già i bambini a studiare la lingua della perfida Albione, nella sua versione, per così dire, commerciale. Quali mirabili orizzonti si staglierebbero, quali sublimi vette si potrebbero intravedere, se si avvezzassero gli studenti a cimentarsi nello studio di parlate antiche o contemporanee, ma eccentriche!

Non è casuale: gli apparati perseguono con scientifica tenacia la distruzione della cultura. Essi lottano contro la sagacia, l’intuizione e la creatività, armi più potenti di mille ordigni nucleari. Sono armi che il potere non può consentire gli uomini usino per conquistare la libertà, per rivendicare la loro natura di esseri spirituali. I governi agiscono con feroce ipocrisia ovunque si palesi lo spirito critico, frutto della sapienza linguistica.

Lasciamo che a ricorrere al verbo “fare” ed all’ancora più abominevole “effettuare” sia la stirpe decaduta dei “politici”, dei pennivendoli, dei disinformatori, dei sindacalisti, degli psicopatici normalizzatori…

Che Matteo Renzi ripeta pure “fare la legge”, “fare le riforme”, “fare la riunione”…

Lasciamo l’anodino verbo “fare” a gente completamente… fatta.

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4 comments:

  1. zretino ma chi vuoi che ti chieda ste minchiate?

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  2. come la soluto c(z)retino dimostra di esser un borioso supponente ed incapace, deriso dai suoi allievi OGNI anno scolastico e in TUTTE la classi in cui DOVREBBE insegnare

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