E' andata bene. Si potrebbe riassumere così. Non ci sono da riferire spiacevoli interventi di chi che avrebbe voluto screditare il lavoro di un ricercatore, Rosario Marcianò, che non tiene conto delle ore e degli impegni di ogni genere nelle sue attività di informazione.
Quindi va bene così?
Ci siamo stati e siamo venuti anche da lontano: da Pisa, Arezzo, Ravenna e Nonsodove. Abbiamo ascoltato le due ore e mezzo di spiegazioni e filmati. C’è chi è dovuto andare via prima e c’è chi ha resistito fino alla fine, oltre all’una di notte.
L’Associazione Arzach di Firenze aveva organizzato lo spazio dell’incontro in quel cinema-teatro fuori mano in un bel borgo toscano alle porte delle città. Infatti in città c’ è cappa, non ci si muove: spiega l’organizzatore alla mia domanda sul motivo per cui non è stato possibile organizzare l'evento in una sede fiorentina. E' pur sempre un inizio. Lo spazio stesso era accogliente e lo erano gli organizzatori della serata. Non guasta per una serata da passare intorno ad argomenti scomodi avere sedie foderate. Noi seduti; Rosario in piedi. Ci sto pensando ora.
Ero giunta in anticipo ed ho visto arrivare gli altri piano piano, come le gocce dal cielo dopo mesi di piogge annunciate, ma mai cadute…
Ieri pioveva un po’. Le facce non mi davano l’impressione di persone venute per curiosare, ma avevano un'aura di chi già ha qualche idea del problema. Sono anni che mi occupo della questione "scie chimiche", ma, nella mia quotidianità, sono rimasta sola con i miei sguardi frequentemente rivolti verso il cielo.
Mi muovo in Rete, ma trovarsi insieme con altri è diverso. Sapere di incontrare Rosario che da parte mia è bombardato da tempo (e non solo lui) con proposte, domande, commenti, trovando una sua instancabile disponibilità di ascolto e vicinanza mi ha fatto compiere il mio viaggio con grande gioia. Vedere altri, sentire le loro conferme, riconoscere percorsi simili di persone che hanno faticato nel riconoscere una tale realtà, nonostante la sua nuda e cruda evidenza, diventa frequenza che unisce. La solitudine è un fattore comune.
Non credere o credere ad eventi legati ad uno studio di testi, pensieri, materiali che comunque altri mettono a disposizione è un conto. Qui tutti partono da un’esperienza diretta, da una visione immediata ed è un’esperienza che ormai, giorno dopo giorno, trova conferme ed "incentivi" proposti da entità ignote. E' uno scenario cupo.
Tutti vediamo, ma ci dicono che non esiste quello che vediamo. Quindi non vediamo più. Siamo pazzi. Confondiamo foschie e nubi innocue con fantasie malsane nostre. Dicono. Ecco c’è, invece, chi insiste a non crederci, disposto a passare una serata ascoltando storie-horror. Dopo tre ore torna a casa con maggiore certezze di avere intorno a sé un una specie di corpo eterico aggiuntivo malsano che si infiltra nel corpo proprio. Respira forse con maggiore consapevolezza un’aria "arricchita" di quello che sapeva immaginare. Apre l’ombrello, anche se piove poco.
Rosario sa nomi, mostra dati ed invita a verificare di persona.
Ho riconosciuto i miei cieli proiettati sullo schermo. Non avendo la linea veloce, mi accontento in genere dello spettacolo dal vivo, senza ricorrere ai filmati YouTube per nutrire la mia fantasia. Ho un posto in prima fila con un raggio di 150 chilometri di panorama e in surplus la mia casa sotto una via crucis di traffico aereo. Adesso lo so, lo vedo. Rosario ha potuto espandersi in lungo e largo, ha potuto esporre gli aspetti più importanti, creando una griglia di filoni che si intrecciano su questo argomento. Il pubblico era attento e concentrato e le espressioni, con l’andare del tempo, in parte senz’altro non apparivano tra le più serene. Tanti, invece, sembravano ‘preparati’.
Una domanda iniziale al pubblico faceva capire che qualcuno ancora NON si riteneva informato. Mi giravo, di tanto in tanto, curiosa di questi volti e mi chiedevo che cosa passasse per la testa delle persone. Ho avuto la possibilità di maturare i miei passi con le angosce crescenti e di rallentare le indagini per riprendere quando ero pronta. Settimane e mesi di osservazione e ricerche in Internet mi hanno dispiegata una giungla di domande. Quelli che si erano posti i primi quesisti ed erano venuti a sentire la conferenza erano lì? Non so che cosa abbiano pensato. La densità del materiale presentato sarà stata per qualcuno un pugno nello stomaco. Ma mi dico che ognuno ha i suoi tempi e modi di affrontare e per digerire. Non mi devo preoccupare di questo, ma delle ragnatele in cielo e di quello che si può fare.
Che cosa possiamo fare è stata la domanda conclusiva della serata. Che senso ha un impegno contro un potere così vasto? Che senso ha? Che cosa si può fare allora?
‘Siamo qui per manifestarci. Manifestare noi stessi. Il senso sta in questo: siamo qui per manifestare noi stessi ed elevare la nostre coscienze’.
Sono le due di notte ed il padrone di casa fa fatica a mandare gli ultimi rimasti fuori dal cinema. C’era dolcezza in aria e luce, nonostante tutte le scie che avevano invaso lo schermo.
Grazie a tutti!
Eshin
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