Tuesday, May 12, 2009

Geopolimeri. La vera storia delle piramidi - prima parte

http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/05/geopolimeriepiramidi.html

Geopolimeri. La vera storia delle piramidi - prima parte


Articolo tratto dall'ottimo blog tuttouno dell'amica Giuditta



La scienza, le conoscenze dell'antico Egitto sono state in gran parte perdute, a causa del supporto sul quale esse erano state riportate: il papiro, una materia deteriorabile e combustibile, che veniva utilizzata come supporto per la scrittura in un paese dove non c'è disponibilità di legno.

Così i documenti che riguardavano la medicina, la matematica, ecc. sono rarissimi, resta solo qualche papiro miracolosamente preservato. Al contrario, grazie alle, quasi indistruttibili, tavolette cuneiformi di terracotta noi conosciamo tante cose sulla civiltà babilonese (esempio i metri cubi della biblioteca di Ninive).

Inoltre, purtroppo, moltissime conoscenze di queste civiltà erano appannaggio delle caste sacerdotali, che le custodivano gelosamente al loro interno tenendole segrete e tramandandole di bocca in bocca,.

Non possiamo pretendere di scoprire sulle mura di un tempio o di una piramide i dettagli sul metodo che fu usato per costruirla, sarebbe come se in futuro delle persone volessero decriptare la nostra epoca decifrando dei pannelli pubblicitari, o cose simili.

Ci sono numerosi misteri da chiarire.

Ecco ad esempio una coppa in gneiss (1) esposta al museo del Louvre,. Essa fa parte dell'immensa collezione di "vasi in pietra dura" trovati nelle tombe di Saqqarah in Egitto (Anziano Impero).

Coppa in gneiss, n° 99. Catalogo dell'Esposizione dell'Arte Egiziana all'Epoca delle Piramidi. Museo Nazionale del Louvre, Foto del 1999, estratta dal libro "La nouvelle histoire des piramides"

Nessuno sa, al giorno d'oggi, tagliare una coppa come quella della foto, soprattutto utilizzando gli attrezzi dell'epoca. Al contrario questa coppa sembra essere stata fatta ripiegando la materia, come se fosse plastica!

Ma come hanno fatto gli antichi egiziani? Sapevano realizzare una pietra ricostituita talmente così dura? Impossibile!?

No, Joseph Davidovits ha dimostrato che è possibile ri-costituire la pietra.

Ecco in questo filmato un esperimento condotto da Davidovits, realizzato con i materiali e gli utensili simili a quelli utilizzati all'epoca:


Ricostruire la pietra è altrettatanto facile che utilizzare i nostri cementi, anche se purtroppo con questi ultimi noi siamo ancora allo stadio primitivo. Infatti la longevità dei nostri cementi è molto limitata, 50 anni circa. Inoltre essi perdono, col tempo, le loro caratteristiche meccaniche. I nostri cementi sono porosi e subiscono una degradazione chimica esterna ed interna. Così che i nostri "monumenti", i grattaceli, ponti, porti, ecc. sono delle costruzioni con una data di scadenza. Ed abbiamo la tendenza a dimenticarlo.

Finalmente ora possiamo ricreare le pietre e le rocce copiando il (lungo) lavoro della natura.

La pietrificazione è un fenomeno di metamorfosi. Le conchiglie (calcare) formano dei sedimenti, che subiscono durante dei periodi lunghissimi una enorme pressione e si trasformano. Esistono vari stadi di trasformazione che dipendono dal tempo trascorso. Inversamente, il calcare è solubile nell'acqua, e questo fatto crea dei fiumi sotterranei, e rilievi carsici, i quali che si formano non solo per erosione, ma principalmente per dissoluzione.

Sulla pianura di Giza esistono differenti filoni di minerali calcarei, corrispondenti a differenti stadi di trasformazione. Davidovits ha dimostrato che uno di questi si presta facilmente ad una degradazione in elemento acquoso. Da qui la sua tesi.

Davidovits, nella video e nei suoi libri, dimostra l'affidabilità di questa operazione.

Estratto del suo libro " Ils ont bâti les pyramides "

Tutto questo funziona tanto bene che i geologi sono d'accordo nel dire che questo calcare di sintesi è totalmente identico al calcare naturale.

Davidovits ammette che delle pietre ricostituite, con questo metodo, di dimensione superiore a 1,50 metri cubi, si fessurano. Questo vuol dire semplicemente che manca un ingrediente, che gli egiziani sicuramente adoperavano. Un sapere perduto...

Per capirci, prendiamo ad esempio il cemento Portland, ed un cemento a presa rapida. Il primo è identico al secondo ma con un "rallentatore di presa". Se noi conoscessimo solo il cemento a presa rapida, saremmo incapaci di creare dei blocchi di grandi dimensioni, missione impossibile.

Nella Grande Galleria della piramide di Cheope si possono vedere dei blocchi di venti tonnellate che combaciano talmente bene fra i piani di giunzione che non ci si può infilare una lima per le unghie. L'assemblaggio (sia nel piano orizzontale che verticale) è dell'ordine di un decimo di millimetro! Perché? Meccanicamente non vi è nessun interesse.

Inoltre vi sono enormi blocchi che riposano uno sull'altro seguendo dei piani di giunzione che non sono orizzontali.

Qui di seguito altri misteri, cosa ci fa un'inclusione in una pietra massiccia?

E questa traccia "di corda" all'interno di un vaso in pietra massiccia? E' stata usata la tecnica detta "con la corda" usata per realizzare giare di argilla?

Inclusione calcarea nella piramide di Chefren (foto del 1999)



Tracce di calco alla corda all'interno di un vaso di pietra "dura".



La tecnica della corda: Questa tecnica permette di realizzare grandi giare con l'aiuto di una sagoma di legno intorno la quale si avvolge una fune di canapa.
La sagoma è in seguito ricoperta di uno strato d'argilla. L'operazione terminata la superficie della giara è lisciata con una stecca di legno.
La giara viene poi messa a cuocere in forno e poi messa a raffreddare. Quando è fredda si smonta e si ritira la sagoma di legno. Infine la corda può essere tolta. Essa lascerà un'impronta all'interno della giara, la stessa traccia che si nota nell'antica giara egiziana.

Come è possibile, a partire di blocchi di pietra estremamente dura, realizzare migliaia di oggetti ritrovati nei siti di Saqqara come quelli della foto qui di seguito:

Foto estratta dal libro di Davidovits. Vasi in pietra dura 3500 av. GC, museo del Louvre.

Queste "anomalie" non sono le sole. Esistono statue di quarzite, una pietra talmente dura, che non si sa come come avrebbero potuto essere realizzate con scalpelli in rame!

E i giganteschi colossi di Memnon, che pesano molte centinaia di tonnellate. Come sono statei trasportati e messi in loco? Perché non si riesce a trovare la cava, vicina o lontana, dalla quale questi blocchi sono stati estratti?

Nessun archeologo "ufficiale" è riuscito a spiegare questo mistero, anzi essi preferiscono "dimenticare" il problema. I "geopolimeri" scoperti da Davidovits all'inizio degli anni '70 risolvono qualsiasi problema. La cosa che gli scienziati contemporanei non riescono ad ingoiare è il fatto che tali realizzazioni possano fondarsi su delle tecniche "futuriste" vecchie di 5000 anni (minimo), e che non sono stati essi stessi a scoprirne il segreto.


Nord Antico Regno, le Piramidi e il dio Khnum dalla testa d'ariete detto anche Vasaio Divino (2): tecnica della pietra agglomerata.
Sud Nuovo Regno, la Valle dei Re e il dio Amon (3): tecnica della pietra lavorata.






Un nuovo punto di vista sulle piramidi.


Il famoso MIT, Massachusetts Institute of Technology, Boston, USA, ha compreso l'importanza della teoria del professor Davidovits, sulla fabbricazione delle pietre delle piramidi in calcare ri-agglomerato. Il prof. Hobbs e due colleghi del MIT, e alcuni studenti, hanno costruito una mini- piramide utilizzando i metodi del prof. Davidovits.

Per saperne di più leggere l'articolo del Boston Globe del 22 aprile 2008:
A new angle on pyramids

(1) Lo gneiss (si pronuncia gnaiss con la "g" dura) è una delle più comuni [rocce metamorfiche] costituenti la crosta continentale. È il risultato del metamorfismo regionale dinamotermico di rocce originarie (protoliti) di composizione sialica, ovvero ricche di quarzo e feldspati e povere di silicati ferro-magnesiaci. Si forma a grande profondità, per effetto delle mutate condizioni di pressione e temperatura, nelle zone di convergenza di due placche, durante la fase di subduzione e in quella successiva di collisione continentale, che danno origine alle catene montuose.
(2) Khnum (ẖnmw) è una divinità della mitologia egizia, particolarmente venerata ad Assuan, in Egitto. Si considera protettore delle sorgenti del Nilo e della potenza creatrice delle inondazioni; viene raffigurato come un uomo con la testa di ariete, a volte sormontata da una croce, mentre tiene in mano l'ankh. Secondo il mito plasmò l'uovo della creazione, e viene considerato il vasaio divino, che dona la vita alle sue creazioni modellandole al tornio con il limo del fiume egizio.
(3) Amon ( 'Imn, in italiano anche Ammone; letteralmente il misterioso o il nascosto) è una delle principali divinità della mitologia egizia.

continua...

19 comments:

  1. Ma i primi prodotti con la carta non furono ritrovati in cina? gli egizi non conoscevano questa tecnologia.
    Infatti gli arabi impararono questa tecnica se non ricordo male dai cinesi ne sesto o settimo secolo.
    Corradino se non mi sbaglio hai iniziato l' articolo con una fregnaccia/

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  2. Anche sui cementi ha detto una fregnaccia, dipende dal tipo e dalla qualita, generalmente i cementi giapponesi moderni hanno una vita superiore hai 100 anni senza essere affetti da quello che i Giapponesi chiamano il cancro del cemento.

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  3. tornando alla carta volevo intendere che gli egiziani non producevano tale prodotto non perche non avessero il legno ma perche non ne conoscevano il metodo di produzione.

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  4. Di frescacce ce ne sono parecchie, ma non so se attribuibili a Corrado.

    "Così i documenti che riguardavano la medicina, la matematica, ecc. sono rarissimi, resta solo qualche papiro miracolosamente preservato."

    Qualche papiro?
    50 secondi su Google, dal sito della Duke University: "The Duke Papyrus Archive provides electronic access to texts about and images of nearly 1400 papyri from ancient Egypt" (ed e' solo un archivio minore: Louvre? British Museum? Cairo? Mosca? Torino?)

    "Ecco ad esempio una coppa in gneiss (1) "
    Appunto, gneiss. Lo dice anche nelle note che e' una roccia metamorfica.
    Di tutti gli esempi che poteva portare per sostenere l'ipotesi di artifatti di roccia ricostituita, questo e' il piu' sballato: "Sulla pianura di Giza esistono differenti filoni di minerali calcarei, corrispondenti a differenti stadi di trasformazione." Peccato che nelle note dica: "gneiss è una delle più comuni [rocce metamorfiche] costituenti la crosta continentale. È il risultato del metamorfismo regionale dinamotermico di rocce originarie (protoliti) di composizione sialica, ovvero ricche di quarzo e feldspati e povere di silicati ferro-magnesiaci."

    "Nessuno sa, al giorno d'oggi, tagliare una coppa come quella della foto, soprattutto utilizzando gli attrezzi dell'epoca."
    Non sono un esperto di tecnologie primitive, ma probabilmente e' vero.
    Del resto, nessuno oggi sa produrre una corda da catapulta in tendine, eppure sono state usate e documentate ampliamente per tutto il periodo classico (J.G.Landels "Engineering in the ancient world", Cambridge Universitiy press, 1981).

    "Questo vuol dire semplicemente che manca un ingrediente, che gli egiziani sicuramente adoperavano. "
    Prova negativa!?!?!?
    Siccome le ricostruzioni secondo il metodo proposto non funzionano, allora il metodo resta dimostrato!
    L'ingrediente segreto, inoltre, nei cementi Portland lo trovi ad un'analisi chimica. L'autore sarebbe in grado di mostrare un'analisi chimica, mineralografica, fisica, ecc. che mostri come i blocchi di pietra delle piramidi NON siano blocchi di pietra?
    Non basta dire che sarebbe possibile teoricamente, bisogna anche vedere se l'hanno davvero fatto.

    E gia' che ci siamo, una spiegazione alternativa di cosa siano le cave da cui hanno cavato le pietre? ci si puo' andare in viaggio turistico, alla faccia del mistero e del complotto.

    "Tutto questo funziona tanto bene che i geologi sono d'accordo nel dire che questo calcare di sintesi è totalmente identico al calcare naturale."
    Ok, lo prendo al valore nominale.
    Peccato che le costruzioni monumentali in pietra dell'antico egitto fossero spesso di quarzite, di arenaria, di granito rosso, ...
    Non solo di calcare (usato anch'esso, ma mica in modo esclusivo).
    Le costruzioni comuni invece erano di comunissimi mattoni di fango: presente la storia biblica di Mose' e degli ebrei che cuocevano i mattoni per il Faraone?

    "Esistono statue di quarzite, una pietra talmente dura, che non si sa come come avrebbero potuto essere realizzate con scalpelli in rame!"
    Infatti gli antichi egizi mica erano scemi.
    Non usavano scalpelli in rame, ma mazzuoli di legno e percussori in quarzite o diorite. Persino Wikipedia riporta la procedura!"L'assemblaggio (sia nel piano orizzontale che verticale) è dell'ordine di un decimo di millimetro! Perché? Meccanicamente non vi è nessun interesse."
    Ah no?
    Immagina cosa succede ad un blocco di quarzite del peso di 4 tonnellate che, a causa di un'asperita' od un difetto di lavorazione, si trovi a poggiare su di uno spuntone di un centimetro di diametro. E soprattutto, pensa a cosa succeda al blocco che lo dovrebbe sostenere...
    Alla faccia del "meccanicamente non vi e' nessun interesse".

    Poi, che a noi moderni la cosa sembri eccezionale e' vero, ma perche' non siamo piu' abituati a quelle tecniche di costruzione.
    Se capita, fate un giro a Ravenna, al mausoleo di Teodorico.
    Se lo costruiscono i Romani non fa notizia, se invece e' egizio allora e' eccezionale ed inspiegabile?
    Solo perche' le fonti bizantine le abbiamo ancora e sappiamo finanche quanto e' costato il trasporto della pietrona del tetto?

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  5. Prima fregnaccia: 1400 papiri sono un'infima parte dell'immensa biblioteca di Alessandria (qualche cosa come 50 mila papiri andati in fumo).
    Seconda fregnaccia: le piramidi non sono fatte di gneiss! Leggere prima di dire fregnacce.
    Terza fregnaccia: una sola cava di natron egiziano è adatta a questo tipo di agglomerato. Guardare il film prima di dire fregnacce.
    Quarta fregnaccia:i mazzuoli di legno e percussori in quarzite o diorite sono più adatti per fare un lavoro talmente delicato come la coppa della foto!
    Quinta sesta etc. fregnacce:le costruzioni egiziane e non solo egiziane che hanno resistito ai terremoti sono proprio quelle irregolari, e i graniti etc. attendere un prossimo post prima di dire fregnacce...
    questo post è una traduzione di un articolo che è stato scritto da un esperto...
    Ciao!

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  6. Manca un pezzo: "Meccanicamente non esiste nessuna utilità. La perfetta giunzione sul piano orizzontale evita ovviamente un qualsiasi slittamento dei blocchi, ma la perfetta giunzione nel piano verticale sarebbe stato un lavoro inutile, e se i blocchi fossero stati lavorati allo scalpello, un'enorme perdita di tempo."

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  7. AHHH! Ma questo è un sito di complottisti!!! Scusate, vi lascio.

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  8. @giuditta

    questo e' un sito che ricopia i post di vari siti complottisti per permetterne liberi commenti

    ciao
    eSSSe

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  9. Giuditta:
    ora so a chi sono attribuibili, grazie.

    Vado in ordine sparso.
    Terremoti?
    E che c'entrano? Si parlava di statica. E la distinzione tra piano orizzontale e verticale e' abbastanza capziosa: se non fai tagli perfettamente a piombo, una componente della forza peso che si scarica lateralmente la trovi eccome.
    Se non ci credi, prova a prendere tre cunei di legno ed incastrarli tra di loro: due in basso ed uno capovolto in alto.

    Le piramidi non sono costruite con lo gneiss, no, siamo d'accordo. Ma non ho detto questo, se leggi il mio commento.

    Idem sui martelli di diorite e le coppe di gneiss: io commentavo la tua frase sulle STATUE di QUARZITE, non sulle coppe di gneiss. Mi concederai che un martello e' un attrezzo congruo per una statua: li usava anche Michelangelo!

    Natron.
    Cioe' carbonato di sodio e bicarbonato di sodio in varia percentuale. Che gli egizi lo usassero e' fuori di dubbio. Ma nel tuo articolo si parlava di edilizia, non di tintura delle stoffe o di imbalsamazione.
    Per fare la calce si usa, e si usava, l'idrossido di calcio (ricavato partendo dal carbonato di calcio, calcare: lo citi piu' volte nel tuo articolo).

    1400 su 50000 sono tanti o pochi? Dipende dal significato che dai alla TUA frase "solo qualche papiro".
    Che non sia l'intera produzione letteraria dell'antico Egitto, siamo d'accordo. Che permangano dei misteri dovuti alla sparizione delle fonti, anche.
    Che sia un numero cosi' esiguo da non permetterci di farci un'idea piuttosto accurata sulle principali conoscenze tecnologiche degli antichi egizi, beh qui ho qualche dubbio. Principalmente perche' non sono l'unica fonte: concordano bene con quello che sappiamo dai ritrovamenti archeologici.

    Ora: vedo che te la sei presa parecchio per il mio commento.
    Mi sembra perfettamente legittimo, cosi' come mi sembra legittimo rispondere, come hai fatto.

    Ora proviamo a fare un passo in piu': prova a rispondere nel merito di quello che ho scritto.
    Io cio ho provato con il tuo articolo: ho preso delle affermazioni precise e le ho contestate portando delle ragioni e citando delle fonti. Posso tranquillamente aver scritto delle frescacce, ma dovresti argomentare per dimostrarlo.
    Prova a fare lo stesso con quello che ho scritto io.
    E' divertente.

    Ah, un'ultima cosa: se questo fosse un sito di complottisti, ti avrei detto che hai torto perche' le piramidi le hanno costruite 30000 anni fa degli extraterrestri, ma c'e' un complotto interplanetario di Grigi che ci impediscono di divulgare la verita'.
    E la coppa di gneis non e' una coppa: e' un iniettore del plasma.

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  10. Aggiungo una postilla perche', rileggendo il mio ultimo commento, mi rendo conto che c'e' un pezzo che non si capisce assolutamente. Sembra scritto da un ubriaco, anche se non ho bevuto.

    Nel video che citi, si sostiene che gli egizi avrebbero potuto usare un sale di sodio come legante in una specie di primitivo processo di sinterizzazione.

    Ci sono alcuni problemi in questa idea:
    1- gli egizi conoscevano le malte e conoscevano la calce, come leganti usati in edilizia. E questo e' accertato dall'archeologia.
    Per entrambe, un prodotto di partenza e' il calcare (ce ne va pochissimo per le malte, tantissimo per la calce), anche questo storicamente accertato.
    Che invece usassero il "natron" in edilizia non mi pare che vi siano documenti che lo attestino: se puoi smentirmi, posta pure i riferimenti e saro' felice di rimangiarmi la frase.
    Al contrario, ci sono prove storiche dell'uso di natron per altri impieghi, come imbalsamazione e lavorazione dei tessuti.

    2- le quantita' di carbonato di sodio che indica l'autore del video (l'ho rivisto or ora) mi sembrano ridicole, mentre non dice nulla sulle quantita' esatte di caolino, che guarda caso e' usato davvero nella produzione di cementi e malte.

    3- affermi nell'articolo (e viene ribadito piu' volte nel video) che il calcare "ricostituito" e' indistinguibile da quello dei siti archeologici (Giza). Pero' mancano le fonti: chi sarebbero i geologi che lo affermano e in quali studi? Questo l'avevo gia' scritto nel mio primo commento, anche se in forma negativa.

    4- sulla durezza della pietra ricostituita presentata nel video, abbiamo solo la parola del video: sarebbe utile qualche prova con metodologie standard riconosciute per comparare quei campioni e qualche pietra dagli scavi di Giza.
    Diro' di piu': la tua frase "Davidovits ammette che delle pietre ricostituite, con questo metodo, di dimensione superiore a 1,50 metri cubi, si fessurano" (che avevo rilevato anche nel mio primo commento) mi fa sospettare l'esatto opposto.

    Aggiungo un'ipotesi non comprovata dai fatti.

    Penso che la frase "Perché non si riesce a trovare la cava, vicina o lontana, dalla quale questi blocchi sono stati estratti?" abbia origine nel seguente passo del classico di Flinders Petrie sulla misurazione e caratterizzazione del sito di Giza (W.M. Flinders Petrie "The Pyramids and Temples of Gizeh", 1883, pg. 209):
    "It has always been assumed that only the finer stone, used for the casing and passages, was brought from the eastern cliffs, and that the bulk of the masonry was quarried in the neighbourhood. But no quarryings exist on the western side in the least adequate to yield the bulk of either of the greater Pyramids; and the limestone of the western hills is different in its character to that of the Pyramid masonry, which resembles the qualities usually quarried on the eastern shore." [...]

    Solo che poi la frase continua:
    " It seems, therefore, that the whole of the stones were quarried in the cliffs of Turra and Masara, and brought across to the selected site".

    Ed in ogni caso, quel testo e' della fine dell'ottocento.
    Nel frattempo, pare che le cave siano state identificate (ti posto un sito divulgativo che mi sembra ben fatto e che mette tutti i riferimenti bibliografici)

    Se ci sta leggendo un esperto di egittologia, od almeno uno storico vero e non un dilettante da week end come me, ogni aggiunta, correzione, precisazione, stroncatura e' ben venuta e gradita.

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  13. Ciao Giuditta, c'e' un punto dei tuoi commenti che a mio parere (ed e' solo un'opinione personale, che vale quel che vale) e' sbagliato.

    Insisti ad ogni pie' sospinto con in refrain della pietra ricostituita.
    Questo pero' presenta due problemi:

    1) problema logico: nel tuo ultimo post dichiari tu stessa che gli archeologi hanno identificato le cave originarie die blocchi dei colossi di Memnone. Questo stesso fatto esclude l'idea di pietra ricostituita: tu stessa scrivi dall'analisi INAA dei campioni di quarzite prelevati sui Colossi, è facile concludere che la sorgente più probabile dei blocchi è quella di Gebel el Ahmar, vicino al Cairo. Ma non è noto il motivo per cui gli antichi Egizi abbiano scelto di trasportare due blocchi di 700 tonnellate per circa 680 km. Se parli di blocchi da 700 tonnellate, non parli di pietra ricostituita!

    2) problema tecnico.
    Nel video che avevi postato nel tuo articolo orginale si parla di blocchi di CALCARE ricostituito.
    Questo presenta una serie di problemi storici e di verificabilita', ma per lo meno tecnicamente e' plausibile (e sarebbe stato alla portata degli antichi egizi): non dico fattibile, visto l'obiezione sulle fessurazioni che tu stessa citi, ma almeno plausibile.
    Nel tuo articolo e nei commenti, invece, quando parli di coppe di gneiss e di blocchi di quarzite, indichi rocce metamorfiche (come ti avevo gia' scritto nel mio primo commento).

    Ora, per ottenere una roccia metamorfica come lo gneiss partendo da "materia prima" quale sabbia silicea, calcare, impurita' di ferro, ecc. ti servono due cose: temperature dell'ordine dei 3000 gradi e pressioni dell'ordine delle 1000 atmosfere.
    Oggi giorno la tecnologia ti permette di arrivarci: ad esempio, si possono produrre diamanti artificiali.
    Solo che l'apparecchiatura per farlo non e' che passi proprio inosservata e non e' assolutamente alla portata di una popolazione appena uscita dal neolitico (se l'avessero avuta, l'avremmo trovata in qualche scavo, no?)

    A 3000 gradi fai fatica ad arrivarci in un altoforno, mentre hai implicitamente ammesso che gli egizi non e' che avessero una tecnica metallurgica propriamente all'avanguardia (parli di scalpelli di rame).

    A 1000 atmosfere ci arrivi (e le superi) in un laminatoio a freddo, ma e' fatto di acciaio, e' grosso quanto una villetta bifamiliare ed e' mosso dall'elettricita'. Se avevano appena scoperto il bronzo, non avevano l'acciaio; un artifatto d'acciaio di quelle dimensioni, ripeto, non passa inosservato e non mi risulta nemmeno che gli egiziani avessero centrali elettriche.

    Per finire, tu parli di blocchi di 700 tonnellate. Ancora oggi, nelle macchine per produrre diamanti artificiali lavori boli delle dimensioni del mio pugno: nemmeno lontanamente paragonabili ad una statua colossale.

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  15. Ri-posto il commento a causa di una crisi di identita'.

    Scusa la crudezza: io l'ho letto, e tu?

    Li si parla di creare dei blocchi di CALCARE (che e' solubile in acqua, con un piccolo aiuto) usando acqua ed un legante.

    I nostri cementi funzionano allo stesso modo: mischi una base silicea a malte e leganti chimici.

    Il processo descritto assomiglia vagamente alla sinterizzazione.

    Una roccia come lo gneiss col cavolo che la ottieni per sinterizzazione.
    Se la riduci in polvere e la mischi ad una pozzolana, al massimo, ci cavi una specie di cemento. Che e'ben riconoscibile sia per caratteristiche fisiche che chimiche dalla roccia gneiss originaria.

    Circa le analisi delle pricipali univerisita' mondiali, sospendo il giudizio ed aspetto i tuoi post.

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  16. Ho provato a chiedere lumi a dei geologi. Non so se parteciperanno alla discussione, pero'.
    Spero nel loro contributo.

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  18. E' possibile che venissero inpiegate tutte e due le tecniche??,ossia quella della lavorazione tradizionale delle roccie e quella di creare una specie di cemento.
    In effetti in molte costruzioni antiche,non solo in Egitto ,anche in Peru sono state trovate tracce di corde,pezzi di legno che hanno lasciato un impronta nella pietra come se fosse un armatura.
    Su diverse tombe ci sono raffigurazioni di operai al lavoro che utilizzano tecniche semplici,con attrezzi si rudimentali ma non meno afficaci,mentre finora non c'e' nessuna raffigurazione dell'uso di cementi o rocce ricostituite.
    Ma non e' inverosimile che in alcuni casi abbiano ricorso alla tecnica della ricostruzione delle rocce come sostiene Davidovits.
    Credo che la questione rimanga aperta.
    Saluti

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