Friday, September 10, 2010

Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi (prima parte)

http://zret.blogspot.com/2010/09/appunti-sullidealismo-di-ieri-e-di-oggi.html

Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi (prima parte)

Non aveva forse torto Jung quando scrisse che “Lo spiritualismo è una soperchieria come il materialismo.” Le correnti immaterialiste, nel loro rigido monismo, riescono a demolire molti pregiudizi scientifici, ma, a loro volta, incorrono in alcune incongruenze, non meno significative delle contraddizioni in cui si impantana il materialismo. Un approccio obiettivo al tema indurrebbe ad accettare una concezione dualista (non nel senso di manichea). Mi pare paradossale che l’Idealismo, lato sensu, sia e sia stato propugnato da filosofi che, a tutti i costi, hanno voluto valorizzare il libero arbitrio. A ben vedere, la libertà umana è poco compatibile con tali concezioni.

La filosofia idealista nega alla materia un’esistenza autonoma rispetto al Soggetto che la situa. Tra le varie declinazioni del pensiero idealista, il sistema di Fichte è quello più netto e chiaro in proposito: la natura è Non-io posta dall’Io affinché l’Io possa affermarsi. Asserire che il mondo sensibile è solo un’illusione significa scontrarsi con il senso comune ed accettare delle notevoli conseguenze teoriche.

In primis, la cosiddetta realtà materiale diviene in toto una costruzione della Coscienza. Il cervello non decodifica ed organizza i segnali che provengono da un inesistente esterno, ma elabora un’immagine quadridimensionale su “suggerimento” della Mente universale (si pensi a Berkeley). E’ evidente quindi che non soltanto le qualità secondarie (colori, suoni, odori…) sono del tutto soggettive, ma anche le qualità primarie (forma, dimensioni). Inoltre, visto che queste qualità si collocano in un continuum categorizzato di ordine spazio-temporale, è logico inferire che gli eventi tutti accadono nella Mente e non là fuori. Gli eventi sono pensieri esteriorizzati. Se intendiamo essere consequenziali, giacché tutto avviene nell’istante atemporale della Mente che produce i pensieri-accadimenti, è palese che il libero arbitrio è un inganno, a meno che non si voglia congetturare che ciascuna mente individuale crea e proietta il mondo, perché ci troveremmo di fronte a miliardi di mondi differenti. Invece, in base ad un piano prestabilito, quasi tutti percepiscono il rosso come rosso, mentre non esistono, per quanto ne sappiamo, milioni di modi difformi in cui si può percepire lo stesso colore rosso. Tutto fu, è e sarà come è nell’attimo ucronico.

Pertanto le correnti
New age che esortano ad influire con il pensiero sulla materia e quindi sugli accadimenti (oggetti nella sequenza spazio-temporale) non hanno molto senso, non trovano una chiara giustificazione teoretica. Infatti, in primo luogo, non si può incidere su ciò che non esiste; inoltre non è la mente individuale ad agire, poiché essa è agita da una Mente cosmica.

In tale Weltanschauung, la realtà è letteralmente sogno: è un sogno ad occhi aperti. La dimensione onirica, che non è differente sul piano qualitativo, è solo più sfocata e multiforme, se confrontata con il daydream.

Accettato il modello idealista, come si devono interpretare tutti gli eventi? Come in un sogno, il “fatto” ha natura esclusivamente coscienziale. Propongo un esempio. Se X, per distrazione, sbatte contro una mensola all’altezza della testa, procurandosi un bernoccolo, l’accaduto va così spiegato. Nella mente di X, la Mente transpersonale ha creato la mensola con tutte le sue qualità primarie e secondarie. Ha altresì deciso che tale evento occorresse in quel preciso istante e secondo predefinite modalità (la distrazione): il dolore causato dalla durezza del legno e dagli spigoli della mensola è dovuto al cervello che lo attua in concomitanza con l’urto.

Qui si potrebbe integrare la dottrina idealista con quella occasionalista di Malebranche che è l’unica in grado di render conto di come lo spirito possa agire sul corpo. Le creature non possono intervenire sul mondo materiale, se non attraverso la mediazione di Dio. E’ Dio a generare nell’anima una determinata sensazione, allorché il corpo (illusorio) è modificato in un certo modo ed a dare al corpo un determinato movimento, quando l’anima lo “vuole”.

La vita, come è concepita dunque dagli indirizzi idealistici e dalle tradizioni orientali, in cui il mondo è lila, gioco, è appunto un video-gioco. Ciò in senso quasi letterale.




2 comments:

  1. Ronf, ronf, zzzzz

    eSSSe, cosi' mi fai addormentare :D

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  2. Ci risiamo, vuole fare l'intellettuale pur essendo privo della qualità primaria: l'intelletto.

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