http://zret.blogspot.it/2012/08/debris.html
Debris
Allora
io ero là, sulla più alta delle montagne e tutto intorno a me c'era
l'intero cerchio del mondo. E mentre ero là, vidi più di ciò che posso
dire e capii più di quanto vidi, perché stavo guardando in maniera sacra
la forma spirituale di ogni cosa e la forma di tutte le cose che, tutte
insieme, sono un solo essere. (Alce nero)
E’ necessario apprendere, prima che siano gli eventi cruciali a costringerci ad imparare. E’ un itinerario lungo ed irto di difficoltà, ma non possiamo esimerci dal percorrerlo. La saggezza resta una meta inattingibile, poiché il baricentro della vita si disloca senza sosta, eppure, bisogna provare, giorno dopo giorno, a costruire le fondamenta del significato. Se la saggezza è a molti preclusa, è possibile, invece, accostarsi, almeno di quando in quando, alla sapienza. La sapienza è letteralmente capacità di assaporare, di gustare: è una forma di conoscenza diretta, perciò imparentata con l’ntuizione. L’intuizione è conoscenza che prescinde dalla logica: è ancora pensiero, ma depurato, decantato, visione dell’occhio interiore.
Si è che nell’esistenza si resta schiacciati dal pensiero che pesa, al cogito ergo… suffero. Così si inverte la prospettiva: ciò che è caduco è eternato e quello che è imperituro muore tra le spire delle incombenze e dei problemi quotidiani, come un angelo dalle ali appesantite dal ghiaccio, incapace di volare.
Bisogna, però, riconoscere che l’uomo contemporaneo è stato defraudato di tutte quelle opportunità che propiziano il redi in te ipsum. Sono circostanze esteriori (la quiete, la bellezza della natura, dell’arte, l’armonia dei rapporti umani, la sacralità e la creatività del lavoro.. ) che si traducono in occasioni di interiorità. Così oggi la vera interiorità è bene più raro dell’iridio. E’ il luogo in cui gli avvenimenti autentici diventano inesprimibili. Scrive Rainer Maria Rilke: “La maggior parte degli avvenimenti è indicibile, si compie in uno spazio che mai parola ha varcato e più indicibili di tutte sono le opere d’arte, misteriose esistenze, la cui vita, accanto alla nostra che svanisce, perdura”.
E’ lo spazio dove, come una stella lontanissima, può baluginare una verità che poi si spegne nel buio della notte. Dal profondo può sgorgare finalmente la risposta che è silenzio pieno di senso: poiché la verità, più che laconica, è muta.
E’ necessario apprendere, prima che siano gli eventi cruciali a costringerci ad imparare. E’ un itinerario lungo ed irto di difficoltà, ma non possiamo esimerci dal percorrerlo. La saggezza resta una meta inattingibile, poiché il baricentro della vita si disloca senza sosta, eppure, bisogna provare, giorno dopo giorno, a costruire le fondamenta del significato. Se la saggezza è a molti preclusa, è possibile, invece, accostarsi, almeno di quando in quando, alla sapienza. La sapienza è letteralmente capacità di assaporare, di gustare: è una forma di conoscenza diretta, perciò imparentata con l’ntuizione. L’intuizione è conoscenza che prescinde dalla logica: è ancora pensiero, ma depurato, decantato, visione dell’occhio interiore.
Si è che nell’esistenza si resta schiacciati dal pensiero che pesa, al cogito ergo… suffero. Così si inverte la prospettiva: ciò che è caduco è eternato e quello che è imperituro muore tra le spire delle incombenze e dei problemi quotidiani, come un angelo dalle ali appesantite dal ghiaccio, incapace di volare.
Bisogna, però, riconoscere che l’uomo contemporaneo è stato defraudato di tutte quelle opportunità che propiziano il redi in te ipsum. Sono circostanze esteriori (la quiete, la bellezza della natura, dell’arte, l’armonia dei rapporti umani, la sacralità e la creatività del lavoro.. ) che si traducono in occasioni di interiorità. Così oggi la vera interiorità è bene più raro dell’iridio. E’ il luogo in cui gli avvenimenti autentici diventano inesprimibili. Scrive Rainer Maria Rilke: “La maggior parte degli avvenimenti è indicibile, si compie in uno spazio che mai parola ha varcato e più indicibili di tutte sono le opere d’arte, misteriose esistenze, la cui vita, accanto alla nostra che svanisce, perdura”.
E’ lo spazio dove, come una stella lontanissima, può baluginare una verità che poi si spegne nel buio della notte. Dal profondo può sgorgare finalmente la risposta che è silenzio pieno di senso: poiché la verità, più che laconica, è muta.
poiché la verità, più che laconica, è muta
ReplyDeleteEcco perché i fratellini sfornano scritti su scritti su svariati blog.
antani sbiriguda
ReplyDeletele solite seghe mentali di un cerebroleso che crede di essere un "artista"
ReplyDeleteantonio SCIACALLO marcianò: come ci si sente ad essere l'unico insegnante al MONDO ad essere deriso in OGNI CLASSE in cui insegna, OGNI ANNO SCOLASTICO?
Lo sai che la NEMESI per tuo fratello si avvicina, e ti toglieranno il quinto dello stipendio per rifondere le vittime delle vostre farneticazioni FASCISTE?
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ReplyDeleteZRET:
Delete"Dal profondo può sgorgare finalmente la risposta che è silenzio pieno di senso: poiché la verità, più che laconica, è muta."
QUELO:
"Epperò la risposta è sbajata!"
"<<..E’ lo spazio dove, come una stella lontanissima, può baluginare una verità..>>"
ReplyDeleteE baluginarmi 'sta fava? Ci hai pensato?..:-)
PUPPAAAA!!
Tenta di sottrarre il pensiero alla logica, così da evitare la necessità della prova e la risoluzione necessaria della contraddizione.
ReplyDeletePurtroppo per lui e per i reazionari trogloditi della stessa specie, la logica lo inchioda senza scampo.
Ha letto tantissime parole senza capirne neanche una. Neanche Cioran l'ha aiutato.
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ReplyDeleteEnnesima sega mentale di Antonio l'acconguaglione, condita di paroloni per farla sembrare un pensiero profondo. Purtroppo per zret, di profondo ha solo l'ignoranza e l'invidia ...
ReplyDeleteI debries in gergo astronautico sono i pezzi di vecchi satelliti e di vecchi lanciatori che ancora navigano in orbita attorno alla terra, ovverosia sono "spazzatura spaziale".
ReplyDeletePer l'appunto, il titolo di questo post è corretto in quanto ciò che sta scritto altro non è che "Spazzatura".