http://sulatestagiannilannes.blogspot.co.uk/2012/08/toscana-il-mistero-degli-elicotteri.html
TOSCANA: IL MISTERO DEGLI ELICOTTERI
AB 412 (archivio Aeromedia). |
di Gianni Lannes
Ben 4 velivoli italiani di soccorso - pilotati da esperti con
migliaia di ore di volo - sono precipitati nelle province di Grosseto e Livorno.
Dal 2000 quattro “incidenti” in 7 anni. A distanza dai tragici eventi - sepolti
in tutta fretta dalle autorità ed ignorati dall’opinione pubblica - non c’è
ancora un barlume di verità e giustizia sulle vittime umane. Anzi, emergono i
soliti depistaggi ed insabbiamenti orchestrati dai patriottici servizi segreti,
mentre i governi Berlusconi, Prodi e
Monti non hanno risposto alle interrogazioni parlamentari. Le versioni ufficiali (di comodo) addossano
la responsabilità al caso e all’errore umano. Isola di Capraia, Poggio Ballone
e Parco dell'Uccellina: un triangolo maledetto. Nove morti e nessun responsabile: un filo nero che sembra legato
dall'intensità del traffico aereo - controllato effettivamente dal padrone Usa - in un tratto di costa
dove ci sono aeroporti civili e militari. Entriamo in qualche misterioso
dettaglio.
Cronaca buia - Il 26 febbraio 2000 l'elicottero
in dotazione all’azienda sanitaria locale, decolla da Orbetello per trasportare
all'ospedale di Pisa un uomo colpito da infarto, ma il guasto ad uno dei due
motori costringe il pilota da un atterraggio di emergenza. La notte tra 9 e il 10 ottobre del 2001
l'elisoccorso Pegaso si schianta contro la collina di Poggio Ballone, a Tirli.
Le vittime sono cinque: i due piloti, un medico del 118, un'infermiera, il
ferito trasportato. Nel 2006 la magistratura archivia il caso. Nel novembre
2007 viene presentata dai familiari del copilota morto nell'incidente, Paolo
Brancaleon, alla Procura Generale di Firenze un'istanza di riapertura delle
indagini. Secondo l'avvocato che tutela la famiglia del copilota, gli
accertamenti disposti dalla Procura di Grosseto non avrebbero approfondito
alcuni aspetti legati all'alimentazione del velivolo. Il legale ipotizza che il
brusco cambiamento di rotta dell'elicottero possa essere stato causato da un
guasto che ha provocato il black-out della strumentazione di bordo. È la notte
del 24 novembre 2007. In pochi attimi l’elisoccorso del 118, elicottero del
soccorso sanitario della Regione Toscana, precipita inabissandosi ad una
profondità di 105 metri, nel mare prospiciente l’isola del Giglio, a circa
mezzo miglio dalla costa. L'intero equipaggio riesce a salvarsi. Guasto tecnico o errore umano?
AB 412 (foto archivio Aeromedia). |
“Libertà duratura” - Conta l’antefatto. Nel gergo dei
padroni d’Italia si chiama “Enduring
Freedom”, scatenata il 7 ottobre 2001 dopo l’auto-attentato dell’11
settembre 2001 a New York, per legittimare l’aggressione ad Afghanistan ed
Irak. Date un’occhiata al Decreto Legge 1 dicembre 2001, n. 421: «Disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare
all'operazione multinazionale denominata “Enduring Freedom”»: La lettura dell’atto normativo illumina il grado ed il
livello di mobilitazione bellica nello Stivale, pardon, nella portaerei a
stelle e strisce piazzata nel Mediterraneo. Il decretino ad hoc reca la firma
nientedimeno che del Presidente della Repubblica Ciampi, del primo ministro Berlusconi
e dei ministri Martino, Ruggiero,
Castelli e Tremonti. Domanda non
concordata: quanti di simili personaggi militano nell’illuminato Aspen Institute e hanno calpestato
l’articolo 11 della Costituzione italiana? Torniamo a bomba, vale a dire ai
fatti. Nel tardo pomeriggio del 17 ottobre 2001 era in corso di svolgimento, in
Grosseto, una esercitazione internazionale interforze denominata Squalo 2001
coordinata dal 4° stormo C.I. dell'Aeronautica Militare di Grosseto. Nel corso
dell’azione bellica l'elicottero Augusta AB 412 matricola Koala 9-07 MM81475,
in dotazione alla Marina Militare 1a sezione volo elicotteri Guardia Costiera
di Sarzana Luni (La Spezia) precipitava al suolo, a causa dell'impatto sul
costone della montagna. Perdevano la vita i piloti Pasquale Esposito (36 anni)
e Carlo Parmigiani (31 anni), l'operatore di volo Michelangelo D'Onofrio (28
anni), il motorista Massimo Pirrotta (28 anni).
Michele Matronuzzi che all’epoca aveva 29 anni, è l’unico sopravvissuto.
«Ho sentito lamenti, qualcuno è vivo, salvatelo». I soccorritori hanno strappato via Mastronuzzi dal costone di
roccia vicino all'abbazia di San Rabano, in un angolo del parco dell'Uccellina
dove mercoledì sera alle 20.16 si è andato a schiantare il Koala. I due esperti piloti avrebbero dovuto condurre
il Koala sulla rotta che da Grosseto porta alla foce dell'Ombone, seguendo il
bacino del fiume a mille piedi di altezza (circa 330 metri). E a mille piedi
dal suolo hanno volato, ma sbagliando rotta di qualche miglio e finendo così
sulle alture di Poggio Lecci, 417 metri sul livello del mare, decine di metri
sopra la quota tenuta dell'elicottero. Subito e senza attendere i risultati di
tre inchieste, tra cui quella del sostituto procuratore della repubblica di
Grosseto, Paolo Calabria che aveva sequestrato l'area, il colonnello Enzo Venciarelli, comandante del Quarto
stormo, aveva precipitosamente confermato l'ipotesi dell'errore umano. La
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto apriva un'indagine su
tali eventi a carico di ignoti (procedimento
penale numero 6048/01/44 R.G.N.R.). Nell'ambito
dell’inchiesta giudiziaria veniva effettuata una perizia tecnica dal colonnello
Vincenzo Lanza (ufficiale a riposo dell’Aeronautica Militare) su incarico del
Pubblico Ministero, tesa ad accertare le cause e le dinamiche del sinistro
aereo. Nell’interrogazione parlamentare del 13 ottobre 2003 (numero 4-07664), a
tutt’oggi senza risposta dopo alcune legislature, si attestano alcune anomalie.
«Tali accertamenti
evidenziavano alcuni aspetti controversi circa le modalità di svolgimento,
organizzazione, coordinamento e conduzione dell'esercitazione citata, e delle
operazioni di salvataggio e recupero dell'equipaggio vittima del disastro: 1)
l'ordine di operazioni relativo al tragico volo in esame (che indicava
specificatamente la zona di lavoro in mare, con relativo punto di ingresso da
raggiungere dopo il decollo e da lasciare per il rientro) non solo veniva
consegnato al Pilota Esposito appena trenta minuti prima dell'inizio della
missione, ma anche, circa trenta minuti prima del decollo, veniva variato, il
che impose una riprogrammazione della rotta; 2) le informazioni fornite dal 404°
Gruppo Servizi Tecnici Operativi del 4° Stormo indicavano il rischio di
formazione di foschie e nebbie nei bassi strati; 3) l'elicottero coinvolto nel
sinistro non era dotato - sempre secondo quanto accertato dal consulente del
Pubblico Ministero - delle apparecchiature tecniche indispensabili per
effettuare voli notturni, nelle zone indicate e con le condizioni
metereologiche accennate in assoluta sicurezza. L'aereomobile era sfornito di
sistemi di registrazione dei dati di volo (flight data recorder) o delle
comunicazioni fra i piloti (cockpit voice recorder). L'impianto cosiddetto flir
per la visione notturna non era installato, perché la Capitaneria di Porto ne
disponeva in numero limitato, ed il suo impiego non era previsto per le
esercitazioni in oggetto; tra l'altro, il Col. Lanza non riusciva ad appurare
se, ed in caso negativo per quale motivo, fosse attivato il sistema transponder
che permetteva di visualizzare in tempo reale sui radar la rotta
dell'elicottero; 4) nonostante il giudizio più che positivo espresso
sull'addestramento e sulla competenza dell'equipaggio, il consulente del
Pubblico Ministero evidenziava che la conoscenza della zona dell'esercitazione
da parte dell'equipaggio era limitata a soli due voli diurni, peraltro condotti
in zone diverse; passando all'esame degli eventi immediatamente successivi alla
caduta dell'elicottero, si deve sottolineare che, nonostante il mezzo fosse precipitato
in una zona non distante dal teatro delle operazioni e dalle sedi dei reparti
coinvolti nell'esercitazione, i primi soccorsi giunsero solo dopo un'ora e
mezzo dall'accaduto, ad onta della segnalazione immediata del disastro ai
Carabinieri del luogo; l'unico sopravvissuto dichiarava, al momento stesso del
suo salvataggio, di aver udito invocazioni d'aiuto da parte di un altro membro
dell'equipaggio, che però non era riuscito ad identificare (circostanza
confermata dalla relazione medico-legale stilata a seguito dell'esame autoptico
eseguito sulle vittime); infatti, tale relazione, se da un lato esclude che i
componenti dell'equipaggio siano deceduti a seguito dell'incendio sviluppatosi
dopo più di un'ora dalla caduta dell'elicottero sul luogo dell'incidente,
dall'altro non stabilisce con certezza il momento del decesso delle vittime,
potendo questo essersi verificato nell'arco di tempo compreso tra il momento dell'impatto
e quello dell'incendio, e, conseguentemente, potendo ipotizzarsi la
sopravvivenza di uno o più membri dell'equipaggio al momento della caduta».
Motivi elusi - Ben tre Governi (Berlusconi, Prodi
e Monti) non hanno mai fornito uno straccio di spiegazione. Sarebbe
interessante oltreché doveroso se l’attuale ministro della Difesa, l’ammiraglio
Giampaolo Di Paola, fornisse
accurate delucidazioni ai familiari delle vittime e all’opinione
pubblica.
Sarebbe utile spiegare i motivi per cui il piano di volo dell'elicottero
della Marina Militare precipitato il 17 ottobre 2001 sia stato fornito
all'equipaggio poco prima dell'inizio della
missione, per essere poi modificato a ridosso del decollo. Oppure
indicare i motivi per cui l'elicottero precipitato non
fosse fornito di tutta la strumentazione atta ad assicurare condizioni
di volo
in perfetta sicurezza, considerato lo svolgimento della missione di
notte, con
condizioni meteo a rischio di peggioramento (come in effetti si
verificò) ed in
una zona caratterizzata dalla presenza di alture a ridosso del mare. In
alternativa si potrebbe chiarire i motivi per cui si affidò una missione
come
quella descritta ad un equipaggio, seppure esperto ed addestrato, che
non aveva
esperienze di volo sulla zona interessata, considerato che l'elicottero
precipitò
a causa dell'impatto con il costone della montagna, verosimilmente a
causa
della scarsa visibilità ostativa al volo a vista. Quali sono stati i
motivi per
cui si giunse sul luogo del disastro solo dopo un'ora e mezza
dall'impatto,
considerata la tempestiva segnalazione dell'incidente da parte dei
cittadini e
dei Carabinieri del luogo? Perché non fu
possibile procedere ad un simultaneo recupero di tutti i membri
dell'equipaggio, atteso che l'unico sopravvissuto, all'atto stesso del
salvataggio, dichiarò di avere udito invocazioni d'aiuto, il che lasciava
supporre la sopravvivenza di altri uomini all'impatto, considerato che la
missione nell'ambito della quale si verificò il tragico episodio era
paradossalmente una missione internazionale di addestramento per il
salvataggio, il che lasciava supporre la presenza in loco di uomini e mezzi
addestrati ed efficienti per un immediato impiego teso alla localizzazione ed
al recupero di dispersi; e considerato inoltre che il velivolo precipitava nei
pressi di un centro abitato, non lontano dal teatro delle operazioni e delle
sedi dei reparti coinvolti nell'esercitazione?
A parte la solita minchiata sull'"autoattentato" dell'11 settembre, che cazzo c'entra con questi incidenti?
ReplyDeleteIl decretino ad hoc reca la firma nientedimeno che del Presidente della Repubblica Ciampi, del primo ministro Berlusconi e dei ministri Martino, Ruggiero, Castelli e Tremonti. Domanda non concordata: quanti di simili personaggi militano nell’illuminato Aspen Institute e hanno calpestato l’articolo 11 della Costituzione italiana?
Allora, ignorante: TUTTI i Decreti sono firmati dal Presidente. Nella fattispecie, dato che le materie "coinvolte" vanno dalla Giustizia agli esteri all'Economia alla Difesa CHI MINCHIA DOVEVA FIRMARLO SE NON I MINISTRI INTERESSATI?
Tralascio il resto, un misto di sciacallaggio e delirio paranoide.
Lannes, hai dimostrato una volta di più perché non ti si fila nessuno, nei giornali.
ilpeyote se c'è un deCRETINO nei dintorni quello sei tu
l'unico mistero in questa CAZZATE è: CHI SPONSORIZZAVA UN COGLIONE COME LANNES? MAFIA? NDRENGHETA?, SACRA CORONA UNITA?
ReplyDeleteinvece una BELLISSIMA NOTIZIA è: chiunque lo sponsorizzasse lo ha MOLLATO, questo è TROPPO idiota anche come ZERBINO LECCACULO.
Lannes ad ogni cazzata di merda che scrivi, spieghi perché NESSUN GIORNALE TI VUOLE
Ma poi non ho capito dove voglia ad andare a parare.
ReplyDeleteOk. L'incidente c'è stato.
Potrà forse (sottolineo il "forse") esserci stata inefficienza nei soccorsi o disorganizzazione nella preparazione delle operazioni, ma perché "conta l'antefatto" ? Cosa c'entra la "portaerei a stelle e strisce piazzata nel Mediterraneo" ?
Se secondo lui le versioni ufficiali [che] addossano la responsabilità al caso e all’errore umano sono di comodo, cosa sa che gli altri non sanno? Sta forse accusando qualcuno di aver abbattuto deliberatamente il velivolo senza avere le palle di dirlo esplicitamente? Oppure sta soltando cercando il plauso dei paranoici che vedono oscure trame e complotti anche dietro un cane che fa pipì contro un albero?
Ma questo idiota ha una vaga idea in quali condizioni estreme (e spesso oltre che estreme) volino i piloti dei mezzi di soccorso?
ReplyDeleteHa una vaga idea di cosa voglia dire portare un elicottero praticamente "dentro" un incendio? OK, non lo so nemmeno io, dato che non piloto un elicottero, ma posso immaginarlo da quel po' che so di aerodinamica e da quello che mi racconta chi, realmente, in quelle situazioni ci si e' trovato.
E poi si stupisce che accada l'errore umano. Io quei piloti che muoiono per cercare di salvare vite umane li dichiarerei EROI subito, senza dubbio alcuno.
E Gianni Lannes va ufficialmente e pubblicamente dichiarato GIORNALISTA FALLITO nonchè LECCHINO di paranoici, psicotici, babbei, fuffari e ciarlatani di ogni risma. Gli unici rimasti, per motivi diversi, a dargli credito ...
Delete