L’oleodotto della N.A.T.O. a cui si approvvigionano le compagnie civili
Esiste
un’efficace espressione usata dagli economisti, ossia “complesso
militare-industriale” (in inglese military-industrial complex): tale
dicitura denota non solo la stretta connessione tra strutture belliche
ed industrie civili, ma lascia intendere che sovente il confine fra le
due sfere d’interesse è labile. Gli interessi in gioco sono molteplici, i
profitti astronomici: anche nel caso delle attività di geoingegneria
clandestina, in parte occultate dietro l’andirivieni di voli più o meno
regolari (all’apparenza), il nesso di cui sopra è evidente. Ne dà conto
un articolo non recente ma fondamentale. Ne pubblichiamo un estratto in
cui è descritto un oleodotto costruito dalla N.A.T.O.: a questa pipeline
si riforniscono i vettori civili di mezza Europa. Tra l’altro i
carburanti avio, a base di metalli neurotossici, sono esenti da imposte,
pur essendo mille volte più nocivi della benzina per autoveicoli e
nonostante un velivolo normale inquini quanto 500 autoveicoli non catalizzati
[1], con buona pace degli “ecologisti” e della loro isterica crociata
contro i cosiddetti “gas serra”. Inoltre non sono soggetti a controlli.
“Non era un segreto di Stato, ma quasi ed ora il Ministero della difesa, per la prima volta, conferma l’esistenza di un titanico oleodotto militare”. Lo scrisse Francesco Grignetti il 5 febbraio 2007, introducendo il suo articolo “Un oleodotto segreto attraversa l'Italia. Grande Vecchio?” Il pezzo fu pubblicato sul quotidiano "La Stampa".
Ogni giorno migliaia di viaggiatori si imbarcano in uno degli aeroporti europei. I passeggeri non sanno, però, che molte compagnie di bandiera si approvvigionano di carburante dalla N.A.T.O
Gli scali civili serviti dall’oleodotto della N.A.T.O. sono i seguenti:
- Aeroporto di Bruxelles (Belgio)
- Bierset Airport a Liege (Belgio)
- Scalo di Koln-Bonn (Germania)
- Aeroporto di Frankfurt am Main (Germania)
- Schiphol Airport di Amsterdam (Paesi bassi)
- Findel Airport (Granducato del Lussemburgo)
A questa lista vanno aggiunti gli aeroporti militari aperti al traffico civile. L’apertura degli aeroporti militari al traffico civile è avvenuta nel 2002 ed ha conosciuto una crescita strepitosa dei voli low-cost, anche grazie a condizioni fiscali particolarmente favorevoli: questo settore è, infatti, esentato da tasse e da controlli sulle emissioni inquinanti. Come se non bastasse, il traffico aereo low-cost usufruisce di finanziamenti pubblici.
Una rete di distribuzione di carburante di tale complessità ed importanza non può certamente restare segreta. Le persone coinvolte nella costruzione e nella gestione degli impianti sono molte e informate. Nonostante ciò, pochi conoscono questra realtà. Solo qualche fonte giornalistica, ad esempio un servizio di Euronews, si sofferma sul N.A.T.O.- P.O.L. (acronimo che sta per Petroleum Oil Lubrificant), descrivendo uno strumento logistico che si snoda in dieci stati aderenti al Patto atlantico (in Italia assume la sigla di N.I.P.S.).
Fonte: nogeoingegneria
[1] Una stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aereo a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, ad esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto.
“Non era un segreto di Stato, ma quasi ed ora il Ministero della difesa, per la prima volta, conferma l’esistenza di un titanico oleodotto militare”. Lo scrisse Francesco Grignetti il 5 febbraio 2007, introducendo il suo articolo “Un oleodotto segreto attraversa l'Italia. Grande Vecchio?” Il pezzo fu pubblicato sul quotidiano "La Stampa".
Ogni giorno migliaia di viaggiatori si imbarcano in uno degli aeroporti europei. I passeggeri non sanno, però, che molte compagnie di bandiera si approvvigionano di carburante dalla N.A.T.O
Gli scali civili serviti dall’oleodotto della N.A.T.O. sono i seguenti:
- Aeroporto di Bruxelles (Belgio)
- Bierset Airport a Liege (Belgio)
- Scalo di Koln-Bonn (Germania)
- Aeroporto di Frankfurt am Main (Germania)
- Schiphol Airport di Amsterdam (Paesi bassi)
- Findel Airport (Granducato del Lussemburgo)
A questa lista vanno aggiunti gli aeroporti militari aperti al traffico civile. L’apertura degli aeroporti militari al traffico civile è avvenuta nel 2002 ed ha conosciuto una crescita strepitosa dei voli low-cost, anche grazie a condizioni fiscali particolarmente favorevoli: questo settore è, infatti, esentato da tasse e da controlli sulle emissioni inquinanti. Come se non bastasse, il traffico aereo low-cost usufruisce di finanziamenti pubblici.
Una rete di distribuzione di carburante di tale complessità ed importanza non può certamente restare segreta. Le persone coinvolte nella costruzione e nella gestione degli impianti sono molte e informate. Nonostante ciò, pochi conoscono questra realtà. Solo qualche fonte giornalistica, ad esempio un servizio di Euronews, si sofferma sul N.A.T.O.- P.O.L. (acronimo che sta per Petroleum Oil Lubrificant), descrivendo uno strumento logistico che si snoda in dieci stati aderenti al Patto atlantico (in Italia assume la sigla di N.I.P.S.).
Fonte: nogeoingegneria
[1] Una stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aereo a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, ad esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto.
"i carburanti avio, a base di metalli neurotossici"
ReplyDeleteovvio, è noto che il cherosene è composto principalmente di metalli neurotossici con una piccola aggiunta di idrocarburi, giusto per non dare nell'occhio
buffoni, che cavolo di notizia sarebbe
ReplyDeleteè una rete usata alla luce del sole dagli aeroporti civili fin dal 1959
la stessa nato lo spiega sul proprio sito
http://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_56600.htm
http://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_49151.htm
segreta eh?
Tra l'altro, se proprio vogliamo dirla tutta, le basi Nato, TUTTE, sono rifornite da oleodotti "proprietari".
ReplyDeleteChe a volte si rompono.
E provocano disastri vari (non sto qui a sindacare e/o criticare), il punto è che le perdite vengono CAMPIONATE dagli enti preposti e, volendo, anche da privati cittadini.
Non mi risulta che NESSUNO abbia urlato all'avvelenamento da metalli pesanti, composti depopulanti, nanosupercazzole.
Notizie faclmente reperibili in Rete:
http://it.wikipedia.org/wiki/Oleodotto_NATO_Petroleum,_Oil_and_Lubricant#Incidenti_dell.27oleodotto_in_Italia