http://www.tankerenemy.com/2013/05/il-particolato-piu-sottile-e-allorigine.html
Il particolato più sottile è all'origine di ictus
Il
particolato più minuto (PM 2,5 ed inferiori) è importante causa di
ictus. Lo dimostra un recente studio medico condotto negli Stati Uniti
d'America. Qual è la principale fonte di inquinamento da polveri? La
geoingegneria assassina: ecco spiegato il motivo per cui gli ictus hanno
purtroppo conosciuto un'impennata in questi ultimi anni, anche tra
giovani e giovanissimi. Si legga "Polveri sottili e guerra climatica", 2013
L’esposizione prolungata alle polveri sottili accelera il processo di ispessimento e di indurimento delle arterie, oltre al fumo, all’obesità, al colesterolo ed all'ipertensione, sul banco degli imputati per lo sviluppo dell’aterosclerosi si trova l’inquinamento atmosferico. A confermarlo è uno studio pubblicato di recente su "Plos Medicine" che ha osservato come l’esposizione alle polveri sottili accentui l’aterosclerosi, aumentando i rischi di infarto o ictus.
Sara Adar della University of Michigan School of Public Health e Joel Kaufman della University of Washington hanno analizzato l’effetto dell’inquinamento sulla carotide, usando questa arteria (che trasporta il sangue al collo, alla testa ed al cervello) come "zona" campione per valutare la situazione degli altri vasi del corpo. È stato analizzato l’ispessimento della carotide di cinquemila persone di età compresa fra i 45 e gli 84 anni, provenienti da sei diverse aree metropolitane degli Stati Uniti e senza problemi di tipo cardiovascolare.
I risultati degli esami agli ultrasuoni eseguiti nell’arco di cinque anni sono stati inequivocabili: se in media lo spessore della carotide aumentava di 14 micrometri all’anno, nelle persone maggiormente esposte ai PM 2,5 l’ingrossamento era maggiore di 5 micrometri. Questi dati, correlati con altri risultati provenienti dalla stessa popolazione, hanno anche evidenziato come coloro che abitano nelle aree più inquinate della città abbiano il 2% di possibilità in più di essere colpiti da un ictus nei confronti di chi risiede nelle zone con livelli inferiori di P M 2,5.
Lo studio non è concluso: le analisi condotte in futuro sullo stesso campione consentiranno di valutare in maniera più approfondita il nesso fra un’esposizione a lungo termine ai PM 2,5 e problemi all’apparato cardiovascolare.
Fonte: ecoblog.it
L’esposizione prolungata alle polveri sottili accelera il processo di ispessimento e di indurimento delle arterie, oltre al fumo, all’obesità, al colesterolo ed all'ipertensione, sul banco degli imputati per lo sviluppo dell’aterosclerosi si trova l’inquinamento atmosferico. A confermarlo è uno studio pubblicato di recente su "Plos Medicine" che ha osservato come l’esposizione alle polveri sottili accentui l’aterosclerosi, aumentando i rischi di infarto o ictus.
Sara Adar della University of Michigan School of Public Health e Joel Kaufman della University of Washington hanno analizzato l’effetto dell’inquinamento sulla carotide, usando questa arteria (che trasporta il sangue al collo, alla testa ed al cervello) come "zona" campione per valutare la situazione degli altri vasi del corpo. È stato analizzato l’ispessimento della carotide di cinquemila persone di età compresa fra i 45 e gli 84 anni, provenienti da sei diverse aree metropolitane degli Stati Uniti e senza problemi di tipo cardiovascolare.
I risultati degli esami agli ultrasuoni eseguiti nell’arco di cinque anni sono stati inequivocabili: se in media lo spessore della carotide aumentava di 14 micrometri all’anno, nelle persone maggiormente esposte ai PM 2,5 l’ingrossamento era maggiore di 5 micrometri. Questi dati, correlati con altri risultati provenienti dalla stessa popolazione, hanno anche evidenziato come coloro che abitano nelle aree più inquinate della città abbiano il 2% di possibilità in più di essere colpiti da un ictus nei confronti di chi risiede nelle zone con livelli inferiori di P M 2,5.
Lo studio non è concluso: le analisi condotte in futuro sullo stesso campione consentiranno di valutare in maniera più approfondita il nesso fra un’esposizione a lungo termine ai PM 2,5 e problemi all’apparato cardiovascolare.
Fonte: ecoblog.it
Questi dati [...] hanno anche evidenziato come coloro che abitano nelle aree più inquinate della città abbiano il 2% di possibilità in più di essere colpiti da un ictus nei confronti di chi risiede nelle zone con livelli inferiori di P M 2,5.
ReplyDeleteBasta questo a dimostrare che zret neanche capisce quello che scrive.
Se l'inquinamento cambia da zona a zona della stessa città non può dipendere dall'ipotetico particolato sparso con le immaginarie scie chimiche. Non sarebbe possibile limitare l'irrorazione ad una zona definita, ma coprire aree molto più vaste essendo la polvere in balìa anche di minime correnti d'aria.
Infatti. La pericolosità delle polveri sottili è ormai notoria e si può calcolare esattamente il numero di morti attesi per ogni aumento della loro concentrazione nell'aria. Ma sono altrettanto note le fonti di emissione di particolato fine. Alcune sono addirittura di origine naturale, come lo spray marino, l'erosione di rocce e gli incendi boschivi. Le sorgenti antropiche sono innumerevoli, tra cui cito l'uso di combustibili fossili, le emissioni di autoveicoli, la combustione di rifiuti. Le quantità di polveri fini generate da queste fonti sono così elevate da spiegare pienamente le concentrazioni di particolato registrate in ambito urbano, senza bisogno di tirare in ballo extra fonti di fantasia, come le scie chimiche.
DeleteAntonio che fine ha fatto il contatore di polveri ?
DeleteTuo fratello l'ha gia rivenduto per intascarsi i soldi donati dai suoi gonzi ?
Eh, gli avvocati costano ...