http://freeskies.over-blog.com/article-da-hiroshima-a-fukushima-al-michigan-105294872.html
(Questo post è liberamente tratto dai link al suo termine.)
Nel 1941,
gli Stati Uniti imposero l’embargo alle forniture di petrolio verso il
Giappone. Il
paese del Sol levante si vide così privato della possibilità di
continuare ad evolversi verso una società moderna data la sua notoria
scarsità di fonti di energia fossile.
L’attacco agli Usa fu così una scelta inevitabile anche se suicida,
come le elite giapponesi
sapevano bene. L’epilogo di una logorante battaglia nel pacifico,
epicamente raccontata dalla sollecita macchina dei sogni del cinema
statunitense, fu l’annientamento di due città per mezzo della
più micidiale e crudele arma mai concepita sulla Terra: la bomba
atomica.
Perché gli Usa utilizzarono questa terribile risorsa bellica quando la vittoria era a pochi passi? Perché si
decise ad annientare Dresda e Berlino in Germania e Hiroshima e Nagasaki in Giappone? Chiaramente queste decisioni vennero pianificate molto
tempo prima, ma qual’era il motivo per adoperarsi in simili atti di barbarie? Annichilire due popoli laboriosi ed imprenditoriali, che avevano incarnato le punte di diamante
dell’economia europea ed asiatica, per poi costringerli ad una redenzione lunga e dolorosa?
Oggi abbiamo Fukushima. Una tragedia dalla conseguenze
ancora non ben definibili seppure spaventosamente grandi, ma cosa ne sarà del Giappone senza energia nucleare?
Rischierà di scivolare
indietro di decenni e di non riuscire a contenere la competizione di
altri paesi vicini come la Cina e la Corea. Fatto strano: sono stati
gli Usa ad appoggiare la conversione nucleare del
Giappone nei decenni passati!
Il nucleare è un nodo importante per le politiche strategico militari del pianeta. In Iran si sta giocando una guerra simile:
un paese tenta di evolversi utilizzando l’indispensabile energia
atomica (tanto più se consideriamo che è uno
dei più grandi produttori di petrolio del mondo!) per dare una
svolta alla tecnologia ed alla produzione ma ciò gli viene impedito dal
cartello internazionale dell’energia.
In Italia, paese che era negli anni settanta all’avanguardia
nella tecnologia nucleare nel mondo, accadde una cosa
simile, no? Gli fu impedito di utilizzare la risorsa atomica accampando
risibili scuse di sicurezza. Gli ambigui e sedicenti
ambientalisti ebbero grande parte in questa demonizzazione del
nucleare civile, assieme al fu Bettino Craxi ed alle reti televisive di
Berlusconi che, pochi giorni prima del referendum popolare contro il nucleare, mandarono in onda il film apocalittico ‘Sindrome Cinese’, mentre nel mondo scoppiavano oltre 2000 ordigni atomici devastanti in un silenzio
mediatico assordante.
Evidente è che esistono paesi che possono utilizzare il nucleare e paesi a cui ciò non è consentito.
Permettetemi di fare il campanilista: l’Italia è stata sempre tenuta sotto un giogo pesantissimo dai paesi anglosassoni perché, come la Germania ed
il Giappone, è il paese delle vette intellettuali e produttive,
e rappresenta quindi una seria minaccia per il resto del mondo,
arretrato, gerarchizzato e livellato verso un grigio
orgoglio di mera appartenenza. Non si tratta di una riflessione
frutto di un nazionalismo delirante ma di una lettura attenta della
nostra storia, puntualmente inficiata da interventi esteri
malevoli, proprio come quelli che stiamo subendo oggi. Nessuno si
può emancipare, nessuno può emergere, nessuno può raggiungere
l’indipendenza senza che si siano posate in opera delle
contromisure che parlano di controllo e servilismo. Fukushima appare sempre più come un evento pianificato e realizzato con l’uso di
micidiali armi tettoniche per annichilire una
potenza nascente che avrebbe avuto gran parte positiva in questa ‘crisi
finanziaria’ artificiale a cui stiamo assistendo
attoniti.
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