http://www.anticorpi.info/2010/11/complottisti-vs-debunker.html
di Anticorpi
In taluni casi è impossibile dire ciò che si pensa senza apparire paternalistici o snob.
Temo che gli argomenti del presente post rientrino in questa fattispecie, per cui premetto che non è mia intenzione impartire lezioni, ma solo esprimere con franchezza una opinione personale.
Sempre più spesso mi capita di notare articoli e video incentrati sullo
aspro confronto dialettico tra 'complottisti' e 'debunker.' Il piglio competitivo con cui alcuni esponenti delle due 'fazioni' agiscono al fine di imporre le rispettive vedute, unito ad un accanimento viscerale nei confronti dei loro 'acerrimi nemici' suscita qualche perplessità.
Chi ha letto qualcosa di questo blog dovrebbe conoscere il deciso
possibilismo con cui ci approcciamo a molte tesi alternative e dietrologiche; d'altro canto in più di una occasione abbiamo tenuto a sottolineare come - nel nostro piccolo - ci sforziamo di restare fuori da etichettature, schieramenti ideologici e - soprattutto - risse dialettiche.
Proposito che purtroppo non sempre riusciamo ad applicare.Il che è un errore, in quanto non vi è dubbio che
alla base delle posizioni integralistiche dei debunker vi sia una carenza di consapevolezza, riscontrabile in primo luogo nella strana presunzione per cui chiunque ritenga di essere depositario di una verità possa arrogarsi il diritto di aggredire o irridere coloro i quali non la riconoscano come tale; ed in secondo luogo dalla
cieca e ingiustificata fiducia che - per convinzione o interesse (poco cambia) - essi nutrono nei confronti del sistema.Difficile che un simile atteggiamento non sollevi perplessità, prima ancora che dallo svisceramento degli specifici eventi oggetti del dibattito,
dal sacro furore con cui molti 'scettici' pretendono di far valere i loro assiomi.Tale integralismo,
retaggio di una mentalità per fortuna sempre meno diffusa, stride oltre che da un punto di vista
statistico - essendo assai improbabile che la totalità delle 'teorie alternative' sia infondata, come invece sono disposti a giurare diversi supporter del mondo a
due dimensioni - anche
formalmente, in quanto in un sistema fondato sul debito risulta molto, ma molto difficile continuare a illudersi che la società sia espressione democratica della volontà del cittadino, che tutte le informazioni 'importanti' siano riportate imparzialmente da istituzioni accademiche e fonti di informazione tradizionali, eccetera eccetera, come si ostinano a ripetere TV e debunker.
Appurato che - da qualsiasi prospettiva lo si esamini, spontanei o
prezzolati che siano - quello dei debunker sia un problema di consapevolezza, mi chiedo
che senso abbia alimentare un simile antagonismo.Qualsiasi manifestazione di competitività non può che andare a discapito della controinformazione. E' sconsigliabile dal punto di vista della
credibilità, dal momento che sminuisce il suo
anticonvenzionalismo e la sua alternatività rispetto alla (dis)informazione
partigiana tradizionale, ed è sconsigliabile da un punto di vista
etico; tutti noi conosciamo la strategia del
'divide et impera' e le sue devastanti implicazioni.
Sempre più frequentemente - negli ultimi tempi -
il 'dibattito' tende a scadere in una sorta di tifo da stadio caratterizzato da lunghi e stucchevoli bisticci tra
servi dormienti e
dissociati paranoici. Alcuni videomessaggi scambiati tra esponenti di spicco delle due fazioni ricordano le sfide a suon di rime dei rapper americani.
Sono sorti
blog e siti totalmente dedicati alla irrisione della informazione alternativa, traboccanti di epiteti molto autocompiaciuti, ma raramente accompagnati da contro-argomentazioni degne di nota.
Per quanto riguarda i debunker, credo che tali atteggiamenti siano giustificabili in quanto espressioni impersonali e reggimentali della cultura dominante.
Ma la informazione alternativa a mio parere dovrebbe cercare di restare fuori dalla bagarre.All'ombra di tale antagonismo stanno fiorendo due irriducibili 'fazioni' fatte di fanti, generali e colonnelli, nel sostegno alle quali molta gente sta ritrovando l'atmosfera di un derby di serie A. Gli osservatori 'neutrali' corrono a schierarsi per l'una o l'altra parte in base a considerazioni estremamente affrettate;
il classico 'partito preso', con tutto il bagaglio di superficialità e pregiudizio che ne deriva. Siamo certi che sia la direzione giusta?
Qualcuno obietterà che se le cose hanno finito per assumere una piega così livorosa la responsabilità sia dei debunker e delle loro provocazioni gratuite. Il che in parte è vero. Appartenere alla miope maggioranza rende coraggiosi, e alla lunga può far sentire perfino ironici e guasconi. Questi signori trovano edificante scagliarsi contro la minoranza dei dissidenti culturali e
sbandierare come vessilli una serie di 'fonti' prodotte dallo stesso sistema contro cui sono rivolte le denunce che intendono confutare. Già da questi elementi si intuisce la distanza siderale che separa i due approcci alla materia.
Ma la guerra la si fa sempre in due. Non esistono medaglie da conquistare, battaglie da vincere, punti da segnare.Ripeto: da qualsiasi prospettiva lo si voglia analizzare, quello dei debunker è un problema di consapevolezza.
E tutti noi sappiamo che la consapevolezza (qui intesa in senso riduttivo, quale presa di coscienza della esistenza di un sistema manipolatorio e ricattatorio deliberatamente progettato al fine di soggiogare le masse) non scaturisce dalla semplice conoscenza (magari fosse così ... ), nè da quante volte e quanto decisamente qualcuno ce la urli nelle orecchie. Chiunque sia dotato di empatia e filosofia è già perfettamente in grado di riconoscere la disumanità e la infondatezza strutturale e culturale di questo sistema solo guardandosi intorno, a prescindere dalle quotidiane conferme fornite dalla controinformazione. Quando invece esiste una carenza di consapevolezza, difficilmente la opera di denuncia può suscitare un tangibile cambiamento nella sfera individuale.
Parafrasando un vecchio spot della Pirelli: la conoscenza è nulla, senza consapevolezza. E purtroppo,
la consapevolezza è il risultato di un percorso intimo e personale. Qualcuno può anche indicarti la soglia, ma poi spetta a te varcarla.
Un giorno la molla scatterà anche per i 'cacciatori di bufale', i quali comprenderanno di avere sempre guardato il dito piuttosto che la luna.
Fino ad allora alcuni assertori delle teorie 'alternative' a mio umile modo di vedere dovrebbero svestire la corazza e sforzarsi di abbinare allo impegno divulgativo
una serenità che sia in grado di suggerire loro quando sia il caso di porsi su 'frequenze' differenti rispetto a coloro i quali si adoperano affinché il dibattito sfoci in rissa.In questo modo si eviterebbero molti bruciori di stomaco
e si fornirebbe l'unico possibile supporto 'esogeno' alla presa di coscienza delle persone, attraverso un modo di porsi pacifico, inedito ed esemplare che - in ultima analisi - arrecherebbe anche un profondo dispiacere al sistema.