L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Monday, November 29, 2010

Montanari: "Queste scie le vedo."

http://tuttouno.blogspot.com/2010/11/montanari-queste-scie-le-vedo.html

Montanari: "Queste scie le vedo."

Cosa afferma Stefano Montanari alla domanda sulle scie chimiche

Il prof. Stefano Montanari, direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostica - Modena, alla domanda sulle scie chimiche, afferma:
"Quando tiro su gli occhi, queste scie le vedo, eh c’è poco da fare, io a volte vedo il cielo a scacchi, lo vedo un po’ dappertutto. Su questo credo che non ci siano dubbi.
Per dire se questa roba fa bene o fa male - intanto ‘ fa bene’ direi subito di no, ma questo lo dico proprio come preconcetto perché il fumo non fa mai bene, mai, che sia una sigaretta che una scia chimica, non fa bene, tanto che gli animali rifuggono il fumo; siamo solo noi che non lo rifuggiamo.
Io per dire, per dire se questa roba fa bene o fa male.. io devo sapere che cos’è questa roba; non lo so; non lo so. La gente mi dice : "è quella cosa che io ho visto per terra.."; ma io non posso sapere se è vero, se quella roba che hai visto per terra viene dalla scia chimica, viene da una fabbrica, viene da….non lo so.
L’unica cosa che si può fare, e che è tecnicamente possibile, è prelevare un campione di scia chimica; tecnicamente è possibilissimo.
Esistono degli aerei, particolari, che si affittano, si segue quell’aereo e si prende un campione di aria - un campionatore di aria costa 2.000 euro quindi è un apparecchietto semplicissimo - a me basta un campione di quell’aria e allora posso dire qualcosa; senza di questo non posso dire..."

http://it.truveo.com/Montanari-Inceneritori-e-scie-chimiche/id/4170192500.



fonte: http://www.cieliliberi.blogspot.com/

visita il sito del prof. Stefano Montanari: http://www.stefanomontanari.net

Sabrina giocava. E se fosse stato "il gioco del foulard"?

http://tuttouno.blogspot.com/2010/11/sabrina-giocava-e-se-fosse-stato-il.html

Sabrina giocava. E se fosse stato "il gioco del foulard"?

Detto cosi, ci si aspetta alla descrizione della tecnica erotica del "gasping", ma purtroppo, queste due pratiche hanno solo una cosa in comune e detto cosi, ci si aspetta alla descrizione della tecnica erotica del "gasping", ma purtroppo, queste due pratiche hanno solo una cosa in comune e cioé la ricerca di una certa ebbrezza derivata dalla mancanza di ossigeno.
Ogni anno muoiono a causa del "gioco del foulard" dai 10 ai 15 bambini.
La cosa inizia per gioco ed i genitori hanno difficoltà a scoprire in tempo i sintomi di sofferenza di chi è adepto a questa pratica (forti emicranie e dolore alle orecchie, occhi a tratti rossi, ecc).
Poi pero' un giorno accade: il fanciullo, nel volersi procurare questo piacere va "troppo in là", sulla via del non ritorno. E lo trovano impiccato.ioé la ricerca di una certa ebbrezza derivata dalla mancanza di ossigeno.
Ogni anno muoiono a causa del "gioco del foulard" dai 10 ai 15 bambini.
La cosa inizia per gioco ed i genitori hanno difficoltà a scoprire in tempo i sintomi di sofferenza di chi è adepto a questa pratica (forti emicranie e dolore alle orecchie, occhi a tratti rossi, ecc).
Poi pero' un giorno accade: il fanciullo, nel volersi procurare questo piacere va "troppo in là", sulla via del non ritorno. E lo trovano impiccato.


Inventori di malattie e marketing della paura

http://tuttouno.blogspot.com/2010/11/inventori-di-malattie-e-marketing-della.html

Inventori di malattie e marketing della paura








Playlist completa:
http://www.youtube.com/watch?v=J7So3LuLKtE&feature=BF&list=PL5A326E4BC938D109&index=1

Il documentario mette in evidenza come l'industria farmaceutica sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. I danni a carico della collettività mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti. In America più di 5 milioni di bambini vengono trattati con psicofarmaci, semplicemente perché "troppo" vivaci.

In collaborazione con http://www.youtube.com/user/76CellarDoor

Complottisti Vs. Debunker

http://www.anticorpi.info/2010/11/complottisti-vs-debunker.html

Complottisti Vs. Debunker

di Anticorpi

In taluni casi è impossibile dire ciò che si pensa senza apparire paternalistici o snob.

Temo che gli argomenti del presente post rientrino in questa fattispecie, per cui premetto che non è mia intenzione impartire lezioni, ma solo esprimere con franchezza una opinione personale.

Sempre più spesso mi capita di notare articoli e video incentrati sullo aspro confronto dialettico tra 'complottisti' e 'debunker.' Il piglio competitivo con cui alcuni esponenti delle due 'fazioni' agiscono al fine di imporre le rispettive vedute, unito ad un accanimento viscerale nei confronti dei loro 'acerrimi nemici' suscita qualche perplessità.

Chi ha letto qualcosa di questo blog dovrebbe conoscere il deciso possibilismo con cui ci approcciamo a molte tesi alternative e dietrologiche; d'altro canto in più di una occasione abbiamo tenuto a sottolineare come - nel nostro piccolo - ci sforziamo di restare fuori da etichettature, schieramenti ideologici e - soprattutto - risse dialettiche. Proposito che purtroppo non sempre riusciamo ad applicare.

Il che è un errore, in quanto non vi è dubbio che alla base delle posizioni integralistiche dei debunker vi sia una carenza di consapevolezza, riscontrabile in primo luogo nella strana presunzione per cui chiunque ritenga di essere depositario di una verità possa arrogarsi il diritto di aggredire o irridere coloro i quali non la riconoscano come tale; ed in secondo luogo dalla cieca e ingiustificata fiducia che - per convinzione o interesse (poco cambia) - essi nutrono nei confronti del sistema.

Difficile che un simile atteggiamento non sollevi perplessità, prima ancora che dallo svisceramento degli specifici eventi oggetti del dibattito, dal sacro furore con cui molti 'scettici' pretendono di far valere i loro assiomi.

Tale integralismo, retaggio di una mentalità per fortuna sempre meno diffusa, stride oltre che da un punto di vista statistico - essendo assai improbabile che la totalità delle 'teorie alternative' sia infondata, come invece sono disposti a giurare diversi supporter del mondo a due dimensioni - anche formalmente, in quanto in un sistema fondato sul debito risulta molto, ma molto difficile continuare a illudersi che la società sia espressione democratica della volontà del cittadino, che tutte le informazioni 'importanti' siano riportate imparzialmente da istituzioni accademiche e fonti di informazione tradizionali, eccetera eccetera, come si ostinano a ripetere TV e debunker.

Appurato che - da qualsiasi prospettiva lo si esamini, spontanei o prezzolati che siano - quello dei debunker sia un problema di consapevolezza, mi chiedo che senso abbia alimentare un simile antagonismo.

Qualsiasi manifestazione di competitività non può che andare a discapito della controinformazione. E' sconsigliabile dal punto di vista della credibilità, dal momento che sminuisce il suo anticonvenzionalismo e la sua alternatività rispetto alla (dis)informazione partigiana tradizionale, ed è sconsigliabile da un punto di vista etico; tutti noi conosciamo la strategia del 'divide et impera' e le sue devastanti implicazioni.

Sempre più frequentemente - negli ultimi tempi - il 'dibattito' tende a scadere in una sorta di tifo da stadio caratterizzato da lunghi e stucchevoli bisticci tra servi dormienti e dissociati paranoici. Alcuni videomessaggi scambiati tra esponenti di spicco delle due fazioni ricordano le sfide a suon di rime dei rapper americani.

Sono sorti blog e siti totalmente dedicati alla irrisione della informazione alternativa, traboccanti di epiteti molto autocompiaciuti, ma raramente accompagnati da contro-argomentazioni degne di nota.

Per quanto riguarda i debunker, credo che tali atteggiamenti siano giustificabili in quanto espressioni impersonali e reggimentali della cultura dominante. Ma la informazione alternativa a mio parere dovrebbe cercare di restare fuori dalla bagarre.

All'ombra di tale antagonismo stanno fiorendo due irriducibili 'fazioni' fatte di fanti, generali e colonnelli, nel sostegno alle quali molta gente sta ritrovando l'atmosfera di un derby di serie A. Gli osservatori 'neutrali' corrono a schierarsi per l'una o l'altra parte in base a considerazioni estremamente affrettate; il classico 'partito preso', con tutto il bagaglio di superficialità e pregiudizio che ne deriva. Siamo certi che sia la direzione giusta?

Qualcuno obietterà che se le cose hanno finito per assumere una piega così livorosa la responsabilità sia dei debunker e delle loro provocazioni gratuite. Il che in parte è vero. Appartenere alla miope maggioranza rende coraggiosi, e alla lunga può far sentire perfino ironici e guasconi. Questi signori trovano edificante scagliarsi contro la minoranza dei dissidenti culturali e sbandierare come vessilli una serie di 'fonti' prodotte dallo stesso sistema contro cui sono rivolte le denunce che intendono confutare. Già da questi elementi si intuisce la distanza siderale che separa i due approcci alla materia.
Ma la guerra la si fa sempre in due. Non esistono medaglie da conquistare, battaglie da vincere, punti da segnare.

Ripeto: da qualsiasi prospettiva lo si voglia analizzare, quello dei debunker è un problema di consapevolezza. E tutti noi sappiamo che la consapevolezza (qui intesa in senso riduttivo, quale presa di coscienza della esistenza di un sistema manipolatorio e ricattatorio deliberatamente progettato al fine di soggiogare le masse) non scaturisce dalla semplice conoscenza (magari fosse così ... ), nè da quante volte e quanto decisamente qualcuno ce la urli nelle orecchie.

Chiunque sia dotato di empatia e filosofia è già perfettamente in grado di riconoscere la disumanità e la infondatezza strutturale e culturale di questo sistema solo guardandosi intorno, a prescindere dalle quotidiane conferme fornite dalla controinformazione. Quando invece esiste una carenza di consapevolezza, difficilmente la opera di denuncia può suscitare un tangibile cambiamento nella sfera individuale. Parafrasando un vecchio spot della Pirelli: la conoscenza è nulla, senza consapevolezza. E purtroppo, la consapevolezza è il risultato di un percorso intimo e personale. Qualcuno può anche indicarti la soglia, ma poi spetta a te varcarla.

Un giorno la molla scatterà anche per i 'cacciatori di bufale', i quali comprenderanno di avere sempre guardato il dito piuttosto che la luna.

Fino ad allora alcuni assertori delle teorie 'alternative' a mio umile modo di vedere dovrebbero svestire la corazza e sforzarsi di abbinare allo impegno divulgativo una serenità che sia in grado di suggerire loro quando sia il caso di porsi su 'frequenze' differenti rispetto a coloro i quali si adoperano affinché il dibattito sfoci in rissa.

In questo modo si eviterebbero molti bruciori di stomaco e si fornirebbe l'unico possibile supporto 'esogeno' alla presa di coscienza delle persone, attraverso un modo di porsi pacifico, inedito ed esemplare che - in ultima analisi - arrecherebbe anche un profondo dispiacere al sistema.

Israeliani a Decimomannu

http://nonvotarechitiavvelena.blogspot.com/2010/11/israeliani-decimomannu.html

Israeliani a Decimomannu


Articolo tratto dal sito Il Manifesto Sardo

I caccia israeliani sfrecciano a bassa quota, lanciando bombe e missili sugli obiettivi. Non è una scena dell’operazione «Piombo fuso» contro Gaza, ma dell’esercitazione Vega 2010 in corso nella base aerea di Decimomannu (Cagliari) dal 16 al 26 novembre. Vi partecipano 30 aerei da guerra e oltre 500 militari italiani e israeliani. L’esercitazione, spiega un comunicato stampa, si inserisce «nel più ampio contesto di cooperazione internazionale allo scopo di confrontare differenti tecniche di impiego e garantire l’addestramento avanzato unitamente allo scambio di esperienze fra equipaggi delle aeronautiche militari italiana e israeliana». Sicuramente, nello scambio di esperienze, i piloti israeliani hanno molto da insegnare a quelli italiani. L’aviazione israeliana continua infatti i raid contro la popolazione di Gaza, uno dei quali è stato effettuato il 19 novembre. I piloti israeliani hanno però anche da imparare. La base di Decimomannu, sede del Reparto sperimentale e di standardizzazione al tiro aereo (Rssta), è dotata delle più moderne tecnologie. Tra queste un sistema elettronico che, attraverso sensori agganciati ai velivoli, permette di seguire, in diretta su ampi schermi, lo svolgimento del volo come se ci si trovasse a bordo di ogni singolo velivolo. Dopo i dieci giorni di esercitazione, i piloti israeliani saranno quindi in grado di condurre attacchi ancora più micidiali. Perfezionando allo stesso tempo le tecniche per l’attacco nucleare. L’esercitazione di Decimomannu rientra nella cooperazione militare Italia-Israele, stabilita dalla Legge 17 maggio 2005, che prevede anche attività congiunte di formazione e addestramento. Rientra allo stesso tempo nel «Programma di cooperazione individuale» con Israele, ratificato dalla Nato il 2 dicembre 2008, circa tre settimane prima dell’attacco israeliano a Gaza. Esso comprende una vasta gamma di settori in cui «Nato e Israele cooperano pienamente»: aumento delle esercitazioni militari congiunte; connessione di Israele al sistema elettronico Nato; cooperazione nel settore degli armamenti; allargamento della «cooperazione contro la proliferazione nucleare». Ignorando che Israele, unica potenza nucleare della regione, rifiuta di firmare il Trattato di non-proliferazione ed ha respinto la proposta Onu di una conferenza per la denuclearizzazione del Medio Oriente.