Lettera al responsabile della redazione imperiese della testata "giornalistica" "IL SECOLO XIX, in merito all'affaire Enrico Nigrelli, conducente di torpedoni
Egregio Dottor Pin,
in merito all'articolo di cui infra, chiedo che sia pubblicata una mia rettifica, giacché la cronaca contiene sesquipedali ed ignominiose distorsioni dei fatti. Senza entrare nel merito della questione, che è di per sé piuttosto complessa, intendo precisare che, come dimostrato dai dati exif, dalla relazione del nostro tecnico, egregio Dottor Puppo, dalla mia limpida e veridica testimonianza, l'insulto sul pannello elettronico del torpedone, fu scritto dalla controparte e non da mio fratello. Il pezzo lascia intendere ed insinua l'opposto, come se la parte realmente offesa (mio fratello) avesse, non si sa come, contraffacendo i dati exif che non è possibile in alcun modo falsificare, generato la contumelia per calunniare il Signor Enrico Nigrelli. E' vero il contrario!
E' comunque deprecabile che si scrivano articoli del genere, dimostrando sia ignoranza abissale di questioni tecnico-giuridiche sia che si sanno vergare quattro idiozie solo su suggerimento di abominevoli personaggi, quale l'illustre Signor Federico De Massis, noto persecutore e calunniatore, che sulla Rete impazza con il significativo ed eloquente pseudonimo di Task force butler. Se non sa l'inglese, consulti un dizionario per vedere la valenza semantica di tale lessema. Il cronista che ha scritto il pezzo, oltre a violare la deontologia professionale, ha dimostrato totale e deplorevole superficialità nell'assumere come fonte la menzognera e spregevole velina dell'inclito De Massis. Un altro esempio di pessimo giornalismo, come sempre, l'unico ormai sopravvissuto in un Italia dove l'analfabetismo più crasso si sposa con il più becero pettegolezzo: da anni tali nefandezze hanno sostituito qualsiasi capacità di raccontare i fatti ed ancora più di interpretarli. Sono competenze che richiedono competenza, oggi appannaggio di pochissime persone non certo appartenenti al "clero dei giornalisti". (D. Fusaro)
Vivissime cordialità.