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Un fattore di rischio per la fertilità femminile e la gravidanza: la celiachia.
Qui di seguito la traduzione del riassunto (abstract) dell'articolo "A risk factor for female fertility and pregnancy: celiac disease", pubblicato sulla rivista Gynecological
Endocrinology [2000 Dec;14(6):454-63]. Gli autori dell'articolo sono
gli italiani Anna Velia Stazi e Alberto Mantovani.
L'abstract dell'articolo è visionabile su pubmed al link seguente:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11228068
Un
altro articolo in italiano sul medesimo argomento (e che risulta
ovviamente più dettagliato di questo riassunto) è l'articolo Fertilità, gravidanza e celiachia
della dottoressa Anna Vitale. altre informazioni sono reperibili in
inglese sul sito Celiac Central e su Arquivos de Gastronterologia, e sul
Word Journal of Gastroenterology:
Che
l'intestino non sia il solo organo bersaglio dell'e reazioni autoimmuni
innescate dal glutine viene precisato nell'introduzione di un altro articolo della dottoressa Anna Velia Stazi.
L'articolo è molto interessante sebbene io preciserei che:
1)
La celiachia ha sicuramente una base genetica nel senso di
predisposizione genetica, ma occorrono secondo l'opinione e l'esperienza
del dottor Haas e della dottoressa Campbell anche fattori scatenanti
che spesso sono identificabili con disbiosi/parassitosi intestinali e/o,
per non parlare del ruolo di alcuni agenti tossici - prodotti chimici,
metalli pesanti)
2)
Il malassorbimento (per quanto detto sopra) è presumibilmente un
effetto della disbiosi/parassitosi intestinale piuttosto che della
celiachia in sè, ovvero celiachia e malassorbimento possono rilevarsi
solo due facce della stessa medaglia, che sono correlati in quanto
effetti della medesima causa.
A seguito della traduzione un breve estratto del libro "Il mal di glutine" di Lorenzo Acerra che riguarda proprio la presente questione.
Un fattore
di rischio per la fertilità femminile e la gravidanza: la celiachia.
La
celiachia è un’intolleranza al glutine su base genetica. Nel passato la
celiachia è stata considerate una rara malattia dell’infanzia
caratterizzata da diarrea cronica e rallentamento della crescita. A
parte l’enteropatia manifesta, ci sono molte altre forme che appaiono
più tardi nel corso della vita; gli organi bersaglio non sono limitati
all’intestino, ma comprendono il fegato, la tiroide, la pelle, e
l’apparato riproduttivo. È adesso riconosciuto che la celiachia è una
condizione relativamente frequente; la prevalenza totale è di almeno 1
su 300 nell’Europa Occidentale. La celiachia può compromettere la vita
riproduttiva delle donne che ne sono affette, causando pubertà
ritardata, infertilità, amenorrea e menopausa precoce. Studi clinici ed
epidemiologici mostrano che le pazienti celiache hanno un rischio più
alto di aborti spontanei, minor peso alla nascita del neonato e ridotta
durata dell’allattamento. Non sono disponibili studi adeguati sul tasso
di difetti congeniti nei figli delle donne celiache; tuttavia, la
celiachia induce malassorbimento e carenza di fattori essenziali per
l’organogenesi, per esempio ferro, acido folico, e vitamina K. Le
evidenze complessive suggeriscono che i pazienti celiaci possono essere
un gruppo particolarmente suscettibile alle sostanze che risultano
tossiche per la riproduzione; tuttavia, la patogenesi dei disturbi
riproduttivi correlati alla celiachia aspetta ancora una
chiarificazione. Al presente, come altre patologie associate con la
celiachia, la possibile prevenzione o il trattamento degli effetti
riproduttivi possono essere ottenuti solo per mezzo di un’adesione alla
dieta senza glutine vita natural durante.
Fertilità femminile e mestruazioni
(tratto dal libro “Il mal di glutine” di Lorenzo Acerra)
Le
donne con problemi di riproduzione costituiscono un gruppo a rischio di
celiachia non diagnosticata [Hin 2002]. Vari autori hanno riportato
un’aumentata incidenza di aborti spontanei singoli o ripetuti in donne
inconsapevoli della loro condizione celiaca e quindi a dieta con
glutine. La successiva diagnosi e quindi l’instaurarsi di una dieta
senza glutine consente il concepimento e la felice conclusione della
gravidanza [Motta 1997].
Martinelli
[2000] riporta 7 casi di aborti spontanei in donne che, successivamente
indirizzate alla diagnosi celiaca e sospeso il glutine per almeno un
anno, riescono nel tentativo seguente a portare a compimento la
gravidanza.
De
Sandre [1996] riferisce di una donna in cui non c’era stata verso di
prevenire gli aborti in tre consecutive gravidanze; solo con la diagnosi
di celiachia e un periodo senza glutine di due anni è possibile avere
una gravidanza normale portata a termine con successo.
Collin
[1996] e Caramaschi [2000] riportano ciascuno 4 casi di infertilità
secondaria a celiachia e rilanciano entrambi il seguente monito: “Una
migliore diffusione di queste informazioni può portare a diagnosticare
correttamente la celiachia, escludere il glutine e dunque rimuovere la
causa dell’aborto, e questo protocollo dovrebbe essere seguito in tutti
quei casi di aborto che vengono etichettati come di origine ignota”.
Eliakim
[2001] sottolinea che sebbene siano stati ultimati numerosi lavori di
ricerca in merito e sebbene queste informazioni siano da considerarsi un
dato acquisito, molti specialisti in ostetricia e ginecologia non sono
al corrente di una tale correlazione.
Gasbarrini [2000] effettua lo screening ematico della celiachia in 44
donne con aborti spontanei ricorrenti, 39 con ritardo della crescita
intrauterina e 50 donne sane di controllo. Nessuna delle donne sane
risulta celiaca, mentre questa condizione viene trovata nell’8% delle
donne con aborti spontanei ricorrenti e nel 15% di quelle con ritardo
della crescita intrauterina.
Sebbene
il rischio relativo di aborto risulti 9 volte superiore in pazienti
celiache che consumano glutine rispetto alla popolazione generale e a
pazienti celiache che non consumano glutine [Ciacci 1996], è innegabile
che la stragrande maggioranza delle donne celiache a dieta con glutine
riescano ancora a portare a termine la gravidanza. Solo che:
1. tra di esse comunque vengono segnalati tempi medi di attesa della gravidanza maggiori rispetto a quelli in donne non affette;
2. il consumo di glutine in queste pazienti può causare basso peso alla nascita dei piccoli o travaglio anticipato.
Insomma,
riconoscere la celiachia nei casi difficili è fondamentale perché ciò
può fare la differenza tra un esito favorevole del concepimento e della
gravidanza ed uno sfavorevole [Hozyasz 2001].
Un
messaggio molto chiaro è quello indirizzato da Ventura [2001]
all’Istituto Superiore di Sanità: “Se consideriamo da un lato la
morbidità in gravidanza della celiachia non riconosciuta e dall’altro la
elevata prevalenza di questa ultima anche in paragone alla rosolia
(0.01 per mille) e alla toxoplasmosi (0.5 per mille), appare chiaro che
il dosaggio degli anticorpi [celiaci, N.d.A.] anti-transglutaminasi
dovrebbe essere inserito tra gli screening “obbligatori” per ogni donna
almeno alla prima gravidanza”.
La
letteratura medica gli dà pienamente ragione se consideriamo, per
esempio, che il travaglio anomalo in pazienti con celiachia silente che
consumano glutine può portare a difetti congeniti, da dislocazione
dell’anca fino a anomalìe multiple cardiache congenite [Jameson 1976].
Le
madri celiache che seguono il regime senza glutine hanno un ridotto
numero di sintomi loro stesse e concepiscono bimbi con peso maggiore
[Ferguson 1982].
Si deve pensare alla possibilità di celiachia anche in casi di perdita
precoce di latte, che è reversibile se si sospende (con la necessaria
prontezza e lucidità) il consumo di glutine [Meloni 1999].
Nell’ultimo
ventennio sono apparse segnalazioni anche sui possibili effetti della
malattia celiaca sulle mestruazioni (oltre che sulla fertilità e
gravidanza).
La menopausa fisiologica si verifica in epoca più precoce nelle donne
celiache che consumano glutine [Sher 1994].
Un
altro riscontro che un’aumentata incidenza nella donna celiaca in dieta
libera (con glutine) è l’assenza del flusso mestruale (amenorrea) per
periodi superiori ai tre mesi senza un’evidente alterazione endocrina.
Tale condizione si risolve quando si instaura una dieta priva di glutine
sufficientemente prolungata [Motta 1997].
Rujner
[1990] documenta la diagnosi di celiachia in una 18enne che oltre al
ritardo nell’età del primo flusso mestruale non aveva mai avuto
mestruazioni normali. In tutti gli anni precedenti la diagnosi di
celiachia non è mai stata presa in considerazione. L’adozione della
dieta senza glutine determina una normalizzazione delle mestruazioni
oltre che darle sollievo dai dolori, normalizzazione del peso (prima
estremamente ridotto) e uno stato generale di benessere.
Un
esito altrettanto positivo rispetto a menarca ritardato nella celiachia
viene segnalato da Kuhnle [1986] in una paziente in cui precedentemente
erano stati sottovalutati i sintomi di ritardo nella crescita e
dermatite erpetiforme.
Zajadacz [2000] riporta il caso di una 15enne che inizia ad avere
mestruazioni regolari all’età di 15 anni solo quando adotta un regime
senza glutine. Introdotta quasi subito di nuovo la dieta con il glutine
iniziano sanguinamenti mestruali ogni 10 giorni. All’età di 17 anni la
biopsia intestinale conferma la diagnosi di celiachia e il regime senza
glutine viene iniziato di nuovo, il che porta alla completa
normalizzazione delle mestruazioni.
Porpora
[2002] riporta la risoluzione della dismenorrea in una paziente 43enne
con l’adozione del regime senza glutine. Gli altri sintomi celiaci erano
inspiegabile perdita di 5 chili in 6 mesi, dolori addominali e pelvici
cronici, diarrea. La biopsia intestinale mostra l’atrofia dei villi e
sospendendo il consumo di glutine la paziente può liberarsi di tutti i
problemi precedenti.
Kotze
[2004] riporta che adolescenti con celiachia ancora non diagnosticata
avevano avuto ritardo nell’età di presentazione del primo flusso
(menarca) seguito da maggiore incidenza di mestruazioni irregolari.
Smecuol
[1996] raccoglie i dati su 130 donne celiache e ribadisce che tutti
questi disturbi, menarca ritardata, menopausa precoce, amenorrea,
dismenorrea, aborti spontanei, sono presenti con un’incidenza maggiore
solo nelle pazienti con celiachia non diagnosticata o in quelle che
nonostante la diagnosi di celiachia continuano a consumare il glutine,
ma non nelle pazienti celiache che sospendono il glutine. Un tale
fenomeno viene segnalato già nel 1969 da Wagner e (per chi vuole
approfondire le letture) viene ribadito da Gent [1973], Ogborn [1975],
McCann [1988], Sher [1994 e 1996], Pellicano [2000], Stazi [2000],
Haslam [2001], Rostami [2001], Bona [2002], Foschi [2002],
Sandberg-Bennich [2002], Machac [2003].
Diamo
una voce anche sui disturbi pre-mestruali. A partire da qualche giorno
prima delle mestruazioni le donne presentano un’aumentata permeabilità
intestinale [Hoggan 1998]. Per cui, durante questo periodo di
permeabilità maggiore, il sangue e il benessere psico-fisico possono
sicuramente accusare effetti transitori della situazione di peptidìa in
corso nel tratto digestivo. In particolare è stato dimostrato che
l’aumentato livello di peptidi oppioidi può alterare i livelli e le
funzioni della serotonina.
La
serotonina è un neuro-trasmettitore altamente multi-funzionale di cui
sappiamo, tra le altre cose, che nel momento in cui la sua presenza si
accresca nei neuroni del rafi nucleo del tronco encefalico, determina
uno stato di eccitazione nervosa e può essere coinvolto nel sonno, nelle
sensazioni sensoriali, nella regolazione della temperatura e nel
controllo dell’umore [Tortora 1990, “Principles of Anatomy and
Physiology”, 6th Ed., Harper & Row].
corrado CANNAIOLO penna che cazzo c'entra la celiachia (CHE ESISTE) con le scie chimiche (CHE NON ESISTONO)?
ReplyDeleteva bene che NON CAPISCI UN CAZZO dei NESSUNO degli argomenti di cui parli e NEMMENO DI QUELLI CHE INSEGNI, ma qui è troppo
LAUREA COMPRATA corrado CANNAIOLO penna, ogni volta che affronti un argomento DIMOSTRI di non capire un cazzo, infatti:
NON CAPISCI UN CAZZO DI AERONAUTICA
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corrado CANNAIOLO cialtrone
1) Dove sono le deportazioni di massa?
2) Dove sono le vaccinazioni forzate?
3) Dove sono le fosse comuni e i milioni di morti causati dal vaccino ah1n1?
4) Dove sono le bombe atomiche usate per arrestare la perdita del pozzo BP?
5) Dove sono i 40 milioni di americani deportati e i relativi campi di concentramento?
6) Dove sono i milioni di bare?
7) Dove sono le prove che l'incidente di Smolensk è stato un attentato?
8) Dove sono le prove che l'incidente di Nigel Farage è stato un attentato?
9) Dove sono le prove che lo squalene (tra l'altro prodotto anche dal nostro corpo) fa ciò che dici?
10) Quanto hai pagato la laurea?
Questo proverbio calza a pennello e ti descrive al 10.000% MONA:
L'ignorante SA TANTO
L'intelligente SA POCO
Il saggio SA NIENTE
EL MONA EL SA TUTO
rosario FALSARIO marcianò: IN GALERA SUBITO
corrado CANNAIOLO penna: IN GALERA SUBITO DOPO