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Mohandas Gandhi e Marco Pannella, curiosi parallelismi
Per un leader internazionalmente riconosciuto come "apostolo della pace e della non-violenza" simili atteggiamenti risultano alquanto contraddittori e la loro conoscenza dovrebbe portare ad una rivisitazione della figura di un uomo che è stato frettolosamente divinizzato con la concessione del titolo di Grande Anima ovvero di "Mahatma".
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Mohandas Gandhi santificato nell'iconografia corrente |
Forse potrebbe aiutare molte persone ad assumere una mentalità aperta nei confronti del mito di Gandhi la presa di coscienza del divario tra realtà e propaganda mediatica nel caso di Marco Pannella, personaggio nostrano che molto spesso ha fatto (come Gandhi) degli scioperi della fame .
Il bombardamento della Serbia nel 1999 da parte di USA-NATO, e adesso anche quelli della Libia da parte dell'ONU-NATO (col loro corollario della diffusione di uranio impoverito nell'atmosfera di un paese vicino e che quindi avvelena e irradia anche gli italiani) ricevono l'applauso di questi "pacifisti" radicali e di Emma Bonino in particolare.
E se costoro reclamano le maniere forti contro lo stato serbo e quello libico si ritrovano "stranamente" a chiedere un trattamento diametralmente opposto per una nazione che ha occupato militarmente uno stato confinante relegando in una sorta di grande ghetto (la striscia di Gaza) i suoi occupanti, martirizzandoli e opprimendoli quotidianamente.
Sul sito di radio radicale possiamo infatti leggere dell'Intervento tenuto il 18 giugno del 2002 da Marco Pannella al Congresso Sionista di Gerusalemme:

Come leggiamo su biografie on line Marco Pannella fu un "enfant prodige" della politica (come Francesco Rutelli dopo di lui), egli infatti a soli 20 anni vent'anni fu "incaricato nazionale universitario del Partito liberale; a ventidue, Presidente dell'UGI (Unione Goliardica Italiana, associazione delle forze laiche studentesche), a ventitrè, Presidente dell'Unione nazionale degli studenti universitari (UNURI)". In seguito ad appena 25 anni fu cofondatore del partito radicale assieme ad Eugenio Scalfari (direttore di Repubblica). Non vi sorge il sospetto su come si faccia a fare carriera così in fretta?
Dopo avere mostrato simpatie per la sinistra e quindi, con grande coerenza, avere abbracciato la causa di Berlusconi al suo esordio in politica nel 1994, Marco Pannella è al momento parlamentare europeo, e fa parte della Commissione per lo sviluppo e la cooperazione, della Commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa, dell'Assemblea Parlamentare paritetica della convenzione fra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e l'Unione europea (ACP-UE), e della Delegazione per le relazioni con Israele.
Da notare che fra uno sciopero della fame ed una lotta per la legalizzazione del divorzio e dell'aborto Marco Pannella nel 1987 stava provando a candidare Licio Gelli (leader della setta massonica segreta P2). Come ammette egli stesso sul sito di radio radicale:
La stampa ha taciuto l’informazione che i radicali si stessero battendo per permettere a Licio Gelli di tornare in Italia, libero di parlare senza temere conseguenze giudiziarie. Ora che Gelli è di nuovo in Italia, stia attento ai caffé avvelenati. Chiediamo una commissione parlamentare d’inchiesta: su questo vedremo chi voterà.
(IL GIORNALE D’ITALIA, 27 settembre 1987)
Troppo occupati da Cicciolina, scagliata contro il Pr per cercare di occultarne discorsi, obiettivi e altri candidati, settimanali e quotidiani italiani - ad eccezione de »Il Corriere della sera nell’unica intervista che mi fu consentita - ritennero di dover occultare l’informazione del tentativo da me fatto di far tornare in Italia Licio Gelli, libero di parlare senza temere conseguenze giudiziarie, e impegnato personalmente a farlo, con precise garanzie in proposito. Non è che tale informazione la ignorassero. Ma in campagna elettorale, mentre potevamo rispondere ad eventuali speculazioni alla Tv, nei comizi, nelle piazze e nelle radio, si ritiene evidentemente troppo rischioso ed a noi troppo favorevole aprire una polemica sull’argomento.
Infine, per chi si interessa di simbologia, per chi conosce alcuni lavori di indagine di Gabriella Carlizzi sulla rosa rossa, potrebbe essere illuminante notare la presenza di tale rosso fiore nel simbolo sia di radio radicale che del partito radicale (la rosa nel pugno).