L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Saturday, July 3, 2010

Bilderberg 2010: dalla recente riunione di Vienna si evince che la crisi finanziaria sta per peggiorare

http://capitanharlock78.blogspot.com/2010/07/bilderberg-2010-dalla-recente-riunione.html

Bilderberg 2010: dalla recente riunione di Vienna si evince che la crisi finanziaria sta per peggiorare


L'amministratore delegato della Deutsche Bank Josef Ackermann (del gruppo Bilderbergs), il presidente austriaco Heinz Fischer, il cancelliere austriaco Werner Faymann, il ministro delle Finanze greco Georgios Papandreou, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet e il finanziere degli Stati Uniti George Soros si sono incontrati a Vienna per una riunione dell'Institute of International Finance. La riunione si è tenuta a Vienna da mercoledì a venerdì della scorsa settimana.

Secondo i media locali alla riunione hanno presenziato pure: Andreas Treichl, capo di Erste Group; Walter Rothensteiner, capo di RZB; Stephen King (HSBC); Jiang Jianqing (ICB Cina); Urs Rohner (Credit Suisse); Federico Ghizzoni (UniCredit); Thomas Mirow (BERS); Jes Staley (JP Morgan) e Oswald Grübel (UBS).

Durante l'incontro, Soros ha avvertito che la crisi finanziaria sta per peggiorare. Nessuno meglio di lui dovrebbe saperlo, perché Soros è uno degli investitori finanziari che hanno creato la crisi con i loro CDS e altri strumenti di debito che succhiano soldi ai contribuenti, mandano in rovina l'euro, acquistano beni per un'inezia e introducono una nuova valuta mondiale che i banchieri controllano.

Nel 1930, il default di una banca austriaca aveva causato la doppia caduta della Grande Depressione. Poiché il Bilderberg / Globalisti sembrano seguire esattamente lo stesso piano di gioco, una banca qualsiasi o una banca austriaca vicina alla Hypo presto si dichiarerà così duramente colpita dalla crisi del debito di Grecia, Spagna, Ungheria, ecc. che richiederà “X” miliardi di sostegno dai soldi dei contribuenti, quindi il risultato sarà una seconda crisi alla Lehman. Dato che Soros ha molti legami finanziari così con l'Ungheria, il fallimento di una banca austriaca o bavarese causato dal debito ungherese sembra essere l'unica possibile conclusione.

Il miliardario George Soros ha detto Giovedì che siamo nella crisi finanziaria “atto secondo” visto che i problemi economici finanziari dell'Europa peggiorano e i governi sono spinti a tagliare la spesa per ridurre i deficit di bilancio. Una mossa che potrebbe spingere l'economia mondiale a tornare in recessione, Bloomberg report News. “Il crollo del sistema finanziario come sappiamo è reale e la crisi è ben lungi dall'essere finita,” è quanto asserito da Mr. Soros in una conferenza a Vienna. “La realtà è che siamo appena entrati nel secondo atto del dramma.”

Mr. Soros, 79, ha detto che l'attuale situazione dell'economia mondiale è “raccapricciante”, come nel 1930 con i governi sotto pressione per ridurre il loro deficit di bilancio nel momento in cui la ripresa economica è debole. La preoccupazione è che la crisi del debito sovrano dell'Europa possa diffondersi. Quest'anno questa depressione economica ha causato un crollo dell'euro contro il dollaro che il 7 giugno scorso ha spazzato via oltre 4.000 miliardi di dollari dai mercati azionari a livello mondiale.

Secondo le stime della Bank of America Corporation, le nazioni europee divorate dal debito sono costrette ad alzare quasi di 3 trilioni di Euro (2.400 miliardi dollari) entro i prossimi tre anni per riprendersi. Quando i mercati finanziari hanno iniziato a perdere la fiducia nella credibilità del debito sovrano, la Grecia e l'euro hanno avuto un ruolo centrale, ma gli effetti rischiano di farsi sentire in tutto il mondo”, ha concluso Soros.
Fonte:ecplanet

Sunday, June 13, 2010

GEOPOLITICA DELLA SPARIZIONE DELL'EURO

http://capitanharlock78.blogspot.com/2010/06/geopolitica-della-sparizione-delleuro.html

GEOPOLITICA DELLA SPARIZIONE DELL'EURO


Nella massa di informazioni che circolano sulla crisi dell’euro non è facile cogliere i fenomeni di fondo che si stanno producendo. Per questo, è importante fare un passo indietro, collocare questa crisi nel corso degli avvenimenti degli ultimi 20 anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica e proiettare uno sguardo geopolitico a medio e lungo termine.
La crisi greca ha confermato, se fosse necessario, che l’Europa come unione politica ormai non esiste. Nelle ultime settimane, l’UE ha rivelato al resto del mondo la sua estrema debolezza. L’euro non ha resistito alle offensive di ogni tipo che ha sofferto negli ultimi mesi, nonostante sia la moneta di una delle regioni più ricche e industrializzate del mondo. Alla prima grande crisi finanziaria mondiale dell’era della globalizzazione, è saltato all’occhio che la moneta europea non poteva sopportare le turbolenza del mercato e gli attacchi degli speculatori, semplicemente perché non aveva il sostegno di un sistema politico solido e coerente.

Gli ideologi ultraliberali che hanno inventato la moneta europea hanno deciso di applicare con rigore il principio del laisser-faire, vietando ai governi di intervenire nelle politiche della BCE. I governi della zona euro si sono auto mutilati quando hanno accettato il dogma dell’indipendenza della BCE, rinunciando a qualsiasi possibilità di assoggettare le politiche finanziarie a condizioni politiche.
Dopo molte discussioni si è presentato come un gran passo in avanti la decisione di costituire un fondo di riscatto di 440 mila milioni di euro. E nessun governo, vedendo il disastro sociale che producono i piani di aggiustamento imposti dalla BCE e dal FMI ha voluto opporre le sue politiche volte a contrastare la "Doxa" ultraliberale.
Quello che non vede l'opinione pubblica europea in generale è che l’intervento del FMI, Stati Uniti da loro il diritto di intervenire nell’economia europea. Tutte le decisioni del FMI richiedono necessariamente l’approvazione del governo statunitense se non sono direttamente ispirate da esso. Nell'ambito della riforma dei diritti di voto del FMI annunciata al summit del G-20, gli Stati Uniti conservano intatta una minoranza di controllo di un 16% dei voti. All’UE è stato chiesto di ridurre la sua parte per poter aumentare la quota dei paesi emergenti.
Il presidente Obama esercita pienamente il potere che gli dà la nuova architettura finanziaria internazionale, chiamata governabilità mondiale, ed esige che la Grecia ed altri paesi europei abbassino gli stipendi dei funzionari, che riformino le pensioni e che diminuiscano la spesa pubblica in generale.
E gli europei obbediscono.
Con la crisi finanziaria europea, si sta facendo un passo in più verso la sottomissione dell'Europa. Con il Trattato di Lisbona, l’Europa ha consegnato la sua difesa all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO): è finito il vecchio sogno di una difesa europea indipendente. E adesso con una politica finanziaria controllata dal FMI, l’UE ha rinunciato ad un pilastro essenziale della sua indipendenza.
Senza la difesa e la moneta, non le resta nulla per affermare la sua indipendenza dentro il blocco occidentale e di fronte al mondo.
In questo contesto, sembra logico che l’euro tenda ad avvicinarsi alla parità con il dollaro. Si parla nei circoli finanziari di una possibile dollarizzazione della zona euro. Tecnicamente conviene ai grandi paesi industrializzati dell’Europa per recuperare la sua competitività economica ,castigata nell’ultimo decennio da un euro forte. Politicamente, conviene agli USA eliminare una moneta rivale del dollaro di fronte alla Cina ed ad altri grandi paesi emergenti. I nuovi membri dell’UE vedono di buon occhio la dolarizzazione dell’Europa, che sarà per loro una garanzia supplementare e di contare sul riparo statunitense, come per la difesa di fronte alla Russia, il suo nemico da sempre.
Il direttore del FMI, Dominique Strauss Kahn, fa spesso riferimento al bisogno di una moneta mondiale, conseguenza logica della globalizzazione economica e finanziaria. A Zurigo, il 12 maggio, ha fatto un crichiamo alla solidarietà a favore della creazione di una Banca Centrale Mondiale con una moneta mondiale. In Francia il segretario di Stato per l’Europa, Pierre Lellouche, instancabile militante atlantista, ha annunciato trionfalmente che nel piano monetario si è arrivati ad un meccanismo di solidarietà automatico identico a quello che prevede l’articolo 5 del Trattato della NATO. Con questo si dà l’ultimo tocco alla costruzione di una filale europeo del territorio statunitense per formare un blocco perfettamente omogeneo sotto la leadership di Washington. Dalla sua elezione, il presidente Barack Obama chiede ai suoi alleati di chiudere le file per affrontare le "nuove minacce mondiali".
Un altro effetto della crisi, i piani di aggiustamento strutturali imposti come cura avranno come conseguenza, a breve termine, la "Tatcherizzazione" dell’Europa continentale, cioè la fine del modello sociale europeo. La Gran Bretagna, alleato incondizionato degli USA, non membro dell’eurozona con la sterlina, sarà il grande vincitore di questa crisi, con l’imposizione del suo modello economico e finanziario per tutta l’Europa, e il rafforzamento della City, come piazza finanziaria impermeabile a tutti gli tentativi di regolamentazione proposti per prevenire nuove catastrofi finanziarie mondiali.
Con la dollarizzazione dell’Europa si chiuderà il capitolo della storia moderna aperto con la caduta del campo socialista. Per la corrente atlantista europea, attualmente maggioritaria, la sparizione dell’Europa come attore politico e finanziario autonomo è il prezzo da pagare perché l’Occidente continui a controllare il mondo di fronte ai paesi emergenti.




Wednesday, June 9, 2010

NWO: DALLA PADELLA ALLA BRACE

http://capitanharlock78.blogspot.com/2010/06/nwo-dalla-padella-alla-brace.html

NWO: DALLA PADELLA ALLA BRACE

L'attacco finanziario alla Grecia, si è rivelato fin dall’inizio un attacco contro l'Europa, o meglio contro gli europei, portato da tutta una serie di potentati finanziari che aspirano ad ottenere un controllo sempre maggiore sull’intera area, di fatto sostituendosi ai vari governi nazionali, ormai in avanzata fase di smantellamento. Tra le promesse ventilate e regolarmente disattese e l’insieme dei “sacrifici” imposti, tutto lascia pensare che questa crisi non sia un effetto collaterale di politiche economiche sbagliate, ma un mezzo molto ben studiato per il raggiungimento di altri obiettivi.Al di là di quello che vogliono farci credere i leader politici, attraverso i media e le testimonianze di esperti ed economisti compiacenti, la crisi, come evento straordinario o calamità naturale del mondo finanziario non esiste. La situazione di estrema difficoltà in cui oggi tutti ci troviamo, altro non è se non una mistificazione creata con cura, una cospirazione ordita contro i governi nazionali europei, con lo scopo di tenerli a freno, controllarli e far accettare loro un Governo Economico sovranazionale.Anche la rivendicazione del diritto di veto sui bilanci dei paesi membri di cui la Commissione di Bruxelles vuole insistentemente appropriarsi, dimostra ancora una volta come la sovranità dei popoli e delle nazioni sia messa seriamente in discussione e come la strada perseguita sia quella di una politica autoritaria lontana da qualunque concetto di democrazia e libertà.La crisi finanziaria ha permesso a banche ed istituzioni finanziarie di ripianare i loro buchi di bilancio attraverso il denaro pubblico dei contribuenti ed ora queste stesse istituzioni minacciano di distruggere gli Stati che hanno contribuito al loro risanamento.Chi può credere ancora che tutte queste manipolazioni per la destabilizzazione degli stati non obbediscano ad un programma nascosto?Nel mese di marzo, rapidamente ha preso piede l'idea per la creazione di un Fondo Monetario Europeo " finalizzato a sostenere i paesi della zona euro e ad “aiutare” in futuro, stati come la Grecia in gravi difficoltà finanziarie".Dopo soli 2 mesi il "futuro" è già qui, in quanto alla Grecia si sono aggiunti come pedine di un pericoloso domino, anche la Spagna, il Portogallo, l'Italia ed ultima in ordine di tempo l’Ungheria, pur essendo essa al di fuori della “zona euro”.E sappiamo bene che nel linguaggio "tecnocratico" di Bruxelles il verbo "aiutare”, allorquando trattasi di paesi in crisi, come la Grecia, viene declinato in un vero e proprio vortice di misure drastiche, tagli dello stato sociale e del potere di acquisto delle famiglie, che producono come unica risultante la progressiva perdita della sovranità fiscale ed economica da parte dello stato che è oggetto dei soccorsi.Siamo lanciati in una corsa verso un sistema autoritario e antisociale.Il “salvataggio” della Grecia e più in generale degli stati europei, ha come unico scopo quello di unificare i bilanci dei paesi membri dell'UE, per disporre delle loro risorse e di fatto porre fine alla loro sovranità economica. Le disposizioni del trattato di Lisbona, che è entrato in vigore il 1° dicembre, offrono un ampio margine di manovra in questo senso, dimostrando come si sia spento l'ultimo anelito di una qualche forma d’indipendenza e sovranità degli stati europei.L'Europa si è gettata nelle braccia del FMI, un'entità "globalista" che fin'ora si era in prevalenza occupata delle vacillanti economie del Terzo Mondo, e nonostante siano sotto gli occhi di tutti le devastanti conseguenze dei suoi piani di "adeguamento strutturale", i nostri burocrati hanno ritenuto giusto dare carta bianca a siffatta organizzazione.L'indebitamento indotto da questo salvataggio è una falsa soluzione imposta dall'esterno per legarci ancora di più al governo del "Mercato" e alla sua dittatura. Non è difficile leggere i secondi fini che si celano dietro questa operazione, completamente disancorati da qualsiasi aspirazione di benessere per i popoli europei. Sembra che il rischio di un collasso sistemico sia il cuore del gioco che stanno giocando e occorre iniziare a domandarsi il perché.Il caos monetario e l’integrazione fra entrambe le economie dei paesi che sorgono sulle sponde opposte dell’atlantico, rappresentano un vantaggio per tutti coloro che prosperano nel mondo oscuro del mercato azionario, anticipando il panico e la conseguente euforia per sfruttare in pieno ogni aspetto dell’intera operazione.Giova ricordare che nell'economia di mercato come in natura: l'ordine nasce dal caos. Tutte le disastrose manovre destabilizzanti e non casuali a cui abbiamo assistito negli ultimi 2 anni non portano al disordine, bensì ad un ordine superiore, ed è questa l'interpretazione della crisi più corretta. Possiamo quindi aspettarci dopo il caos europeo di questi mesi, un Nuovo Ordine regionale con una nuova Europa guidata dagli Stati Uniti (o più avanti unificata ad essi), dalla BCE che forse sarà solo una filiale europea della Federal Reserve, sotto il controllo del FMI o con l'istituzione di un nuovo potere mondiale. La situazione attuale, se osservata in prospettiva, si caratterizza per due tratti fondamentali che emergono, sia pure ancora in fase embrionale, in maniera abbastanza adamantina. La volontà di creare un’entità transnazionale, basata su un ristretto numero di soggetti, che sostituisca di fatto i governi nazionali e sia in grado di fare incetta delle risorse economiche e finanziarie esistenti. E l’intenzione di deprivare progressivamente il cittadino dei diritti, dei servizi sociali e delle disponibilità economiche di cui ha goduto negli ultimi decenni.Questa operazione comporterà per forza di cose un mutamento radicale della società così come siamo abituati ad intenderla e determinerà di fatto la fine della visione del cittadino in qualità di consumatore dal quale suggere ricchezza. La popolazione, deprivata delle proprie risorse finanziarie, senza più tutele e ammortizzatori si troverà giocoforza estromessa dal bazar del consumo, avulsa dal contesto in cui era abituata a vivere. I grandi poteri economici e finanziari, consci dell’impossibilità di perpetuare il “mito” della crescita infinita, continuando a produrre sempre maggiori profitti sull’asse produzione/consumo, salteranno a piè pari una parte dell’operazione, raccogliendo la ricchezza direttamente alla fonte, limitandosi ad “usare” il cittadino in qualità di servitore, costretto a “prostituirsi” di fronte a qualsiasi richiesta, a causa delle sue scarse disponibilità finanziarie, dettate dalla quasi assoluta mancanza di opportunità occupazionali.E’ questo il futuro che attende l’Italia e L’Europa intera? E’ possibile eliminare i diritti e la capacità di reddito d’intere popolazioni, senza che chi muove i fili venga travolto dalla rabbia popolare? Sono prevedibili le reazioni di cittadini educati al consumo attraverso oltre mezzo secolo di orientamento del pensiero, posti di fronte all’impossibilità di consumare e vivere la vita così come sono stati abituati a concepirla? Può la repressione militare costituire un baluardo sufficiente a prevenire l’eventuale esplosione del caos e della violenza?Si tratta naturalmente di domande retoriche alle quali oggi nessuno di noi può dare una risposta. Le uniche risposte possibili, sono quelle volte a tentare di evitare di sprofondare nel baratro che si sta aprendo dinanzi ai nostri piedi. Risposte che pongono l’accento su quanto sia necessario e urgente riorientare la costruzione europea. Rimettendo in discussione i trattati finora sottoscritti e soprattutto ripensando in profondità il ruolo della moneta unica e delle istituzioni private come la BCE.Solo con una rinascita sociale e una democratizzazione dell'UE possiamo evitare l'implosione dell'Europa, recuperando ai popoli quel ruolo centrale che li affranca dall’essere tubo digerente della macchina del consumo, senza renderli supini servitori di un’elite di potere finanziario ed economico. Solo la conoscenza e la consapevolezza della realtà possono produrre una reazione apprezzabile che ci permetta di cambiare strada in tempo utile, sempre che di tempo utile ce ne sia ancora.


Fonte tratta dal sito .

Saturday, June 5, 2010

RIUNIONE BILDERBERG 2010: LA LISTA!

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RIUNIONE BILDERBERG 2010: LA LISTA!


La lista degli ospiti al meeting Bilderberg 2010, che avviene nella cittadina catalana di Sitges. La riunione si tiene nel lussuosissimo hotel Dolce.

la lista degli eletti:

BEL Davignon, Etienne F. Honorary Chairman, Bilderberg Meetings; Vice Chairman,
Suez Tractebel
DEU Ackermann, Josef Chairman of the Management Board and the Group Executive
Committee, Deutsche Bank AG
USA Alexander, Keith B. Director, National Security Agency
GRC Alogoskoufis, George Member of Parliament
USA Altman, Roger C. Chairman and CEO, Evercore Partners, Inc.
GRC Arapoglou, Takis Chairman and CEO, National Bank of Greece
TUR Babacan, Ali Minister of State and Deputy Prime Minister
GRC Bakoyannis, Dora Minister of Foreign Affairs
NOR Baksaas, Jon Fredrik President and CEO, Telenor Group
PRT Balsemão, Francisco Pinto Chairman and CEO, IMPRESA, S.G.P.S.; Former Prime
Minister
FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP

ITA Bernabè, Franco CEO Telecom Italia SpA

SWE Bildt, Carl Minister of Foreign Affairs
SWE Björklund, Jan Minister for Education; Leader of the Lìberal Party
CHE Blocher, Christoph Former Swiss Counselor; Former Chairman and CEO, EMS Group
FRA Bompard, Alexandre CEO, Europe 1
USA Boot, Max Jeane J. Kirkpatrick Senior Fellow for National Security Studies, Council
on Foreign Relations
AUT Bronner, Oscar Publisher and Editor, Der Standard
FRA Castries, Henri de Chairman of the Management Board and CEO, AXA
ESP Cebrián, Juan Luis CEO, Grupo PRISA
BEL Coene, Luc Vice Governor, National Bank of Belgium
USA Collins, Timothy C. Senior Managing Director and CEO, Ripplewood Holdings, LLC
GRC David, George A. Chairman, Coca-Cola Hellenic Bottling Co. (H.B.C.) S.A.
GRC Diamantopoulou, Anna Member of Parliament

ITA Draghi, Mario Governor, Banca d’Italia

USA Eberstadt, Nicholas N. Henry Wendt Scholar in Political Economy, American
Enterprise Institute for Public Policy Research
DNK Eldrup, Anders President, DONG Energy A/S

ITA Elkann, John Chairman, EXOR S.p.A.; Vice Chairman, Fiat S.p.A.

DEU Enders, Thomas CEO, Airbus SAS
ESP Entrecanales, José Manuel Chairman, Acciona
AUT Faymann, Werner Federal Chancellor
USA Ferguson, Niall Laurence A. Tisch Professor of History, Harvard University
IRL Gleeson, Dermot Chairman, AIB Group
USA Graham, Donald E. Chairman and CEO, The Washington Post Company
NLD Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University; Former
Honorary Secretary General of Bilderberg Meetings
NLD Hirsch Ballin, Ernst M.H. Minister of Justice
USA Holbrooke, Richard C. US Special Representative for Afghanistan and Pakistan
NLD Hommen, Jan H.M. Chairman, ING N.V.
INT Hoop Scheffer, Jaap G. de Secretary General, NATO
USA Johnson, James A. Vice Chairman, Perseus, LLC
USA Jordan, Jr., Vernon E. Senior Managing Director, Lazard Frères & Co. LLC
FIN Katainen, Jyrki Minister of Finance
USA Keane, John M. Senior Partner, SCP Partners; General, US Army, Retired
USA Kent, Muhtar President and CEO, The Coca-Cola Company
GBR Kerr, John Member, House of Lords; Deputy Chairman, Royal Dutch Shell plc
DEU Klaeden, Eckart von Foreign Policy Spokesman, CDU/CSU
USA Kleinfeld, Klaus President and CEO, Alcoa Inc.
TUR Koç, Mustafa V. Chairman, Koç Holding A.S.
DEU Koch, Roland Prime Minister of Hessen
TUR Kohen, Sami Senior Foreign Affairs Columnist, Milliyet
USA Kravis, Henry R. Senior Fellow, Hudson Institute, Inc.
INT Kroes, Neelie Commissioner, European Commission
GRC Kyriacopoulos, Ulysses Chairman and Board member of subsidiary companies
of the S&B Group
FRA Lagarde, Christine Minister for the Economy, Industry and Employment
INT Lamy, Pascal Director General, World Trade Organization
PRT Leite, Manuela Ferreira Leader, PSD
ESP León Gross, Bernardino General Director of the Presidency of the Spanish
Government
DEU Löscher, Peter CEO, Siemens AG
GBR Mandelson, Peter Secretary of State for Business, Enterprise & Regulatory Reform
INT Maystadt, Philippe President, European Investment Bank
CAN McKenna, Frank Former Ambassador to the US
GBR Micklethwait, John Editor-in-Chief, The Economist
FRA Montbrial, Thierry de President, French Institute for International Relations

ITA Monti, Mario President, Universita Commerciale Luigi Bocconi

ESP Moratinos Cuyaubé, Miguel A. Minister of Foreign Affairs
USA Mundie, Craig J. Chief Research and Strategy Officer, Microsoft Corporation
CAN Munroe-Blum, Heather Principal and Vice Chancellor, McGill University
NOR Myklebust, Egil Former Chairman of the Board of Directors SAS, Norsk Hydro ASA
DEU Nass, Matthias Deputy Editor, Die Zeit
NLD Beatrix, H.M. the Queen of the Netherlands
ESP Nin Génova, Juan Maria President and CEO, La Caixa
FRA Olivennes, Denis CEO and Editor in Chief, Le Nouvel Observateur

FIN Ollila, Jorma Chairman, Royal Dutch Shell plc
GBR Osborne, George Shadow Chancellor of the Exchequer
FRA Oudéa, Frédéric CEO, Société Générale

ITA Padoa-Schioppa, Tommaso Former Minister of Finance; President of Notre Europe

GRC Papahelas, Alexis Journalist, Kathimerini
GRC Papalexopoulos, Dimitris Managing Director, Titan Cement Co. S.A.
GRC Papathanasiou, Yannis Minister of Economy and Finance
USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute for Public
Policy Research
BEL Philippe, H.R.H. Prince
PRT Pinho, Manuel Minister of Economy and Innovation
INT Pisani-Ferry, Jean Director, Bruegel
CAN Prichard, J. Robert S. President and CEO, Metrolinx

ITA Prodi, Romano Chairman, Foundation for Worldwide Cooperation

FIN Rajalahti, Hanna Managing Editor, Talouselämä
CAN Reisman, Heather M. Chair and CEO, Indigo Books & Music Inc.
NOR Reiten, Eivind President and CEO, Norsk Hydro ASA
CHE Ringier, Michael Chairman, Ringier AG
USA Rockefeller, David Former Chairman, Chase Manhattan Bank
USA Rubin, Barnett R. Director of Studies and Senior Fellow, Center for International Cooperation, New York University
TUR Sabanci Dinçer, Suzan Chairman, Akbank
CAN Samarasekera, Indira V. President and Vice-Chancellor, University of Alberta
AUT Scholten, Rudolf Member of the Board of Executive Directors, Oesterreichische
Kontrollbank AG
USA Sheeran, Josette Executive Director, UN World Food Programme

ITA Siniscalco, Domenico Vice Chairman, Morgan Stanley International

ESP Solbes, Pedro Vice-President of Spanish Government; Minister of Economy and Finance
ESP Sophia, H.M. the Queen of Spain
USA Steinberg, James B. Deputy Secretary of State
INT Stigson, Bjorn President, World Business Council for Sustainable Development
GRC Stournaras, Yannis Research Director, Foundation for Economic and Industrial Research (IOBE)
IRL Sutherland, Peter D. Chairman, BP plc and Chairman, Goldman Sachs International
INT Tanaka, Nobuo Executive Director, IEA
GBR Taylor, J. Martin Chairman, Syngenta International AG
USA Thiel, Peter A. President, Clarium Capital Management, LLC
DNK Thorning-Schmidt, Helle Leader ofThe Social Democratic Party
DNK Thune Andersen, Thomas Partner and CEO, Maersk Oil
AUT Treichl, Andreas Chairman and CEO, Erste Group Bank AG
INT Trichet, Jean-Claude President, European Central Bank
GRC Tsoukalis, Loukas President of the Hellenic Foundation for European and Foreign Policy (ELlAMEP)
TUR Ugur, Agah CEO, Borusan Holding
FIN Vanhanen, Matti Prime Minister
CHE Vasella, Daniel L. Chairman and CEO, Novartis AG
NLD Veer, Jeroen van der Chief Executive, Royal Dutch Shell plc
USA Volcker, Paul A. Chairman, Economic Recovery Advisory Board
SWE Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB
SWE Wallenberg, Marcus Chairman, SEB
NLD Wellink, Nout President, De Nederlandsche Bank
NLD Wijers, Hans Chairman, AkzoNobel NV
GBR Wolf, Martin H. Associate Editor & Chief Economics Commentator, The Financial Times
USA Wolfensohn, James D. Chairman, Wolfensohn & Company, LLC
USA Wolfowitz, Paul Visiting Scholar, American Enterprise Institute for Public Policy Research
INT Zoellick, Robert B. President, The World Bank Group
GBR Bredow, Vendeline von Business Correspondent, The Economist (Rapporteur)
GBR McBride, Edward Business Editor, The Economist (Rapporteur)
* AUT Austria
* BEL Belgio
* CHE Svizzera
* CAN Canada
* DEU Germania
* DNK Danimarca
* ESP Spagna
* FRA Francia
* FIN Finlandia
* GBR Gran Bretagna
* GRC Grecia
* IRL Irlanda
* INT International
* ITA Italia
* NOR Norvegia
* NLD Paesi Bassi
* PRT Portogallo
* SWE Svezia
* TUR Turchia
* USA Stati Uniti d'America

Fonte: somethingmustbreak.net-

Saturday, May 22, 2010

DANIEL ESTULIN AL PARLAMENTO EUROPEO!

http://capitanharlock78.blogspot.com/2010/05/daniel-estulin-al-parlamento-europeo.html

DANIEL ESTULIN AL PARLAMENTO EUROPEO!


Daniel Estulin farà un discorso, evento senza precedenti, al Parlamento Europeo il 1° giugno 2010, ai quartier generali di Bruxelles.Daniel Estulin, l'autore del CLUB BILDERBERG, è stato invitato a parlare al Parlamento Europeo da Mario Borghezio, "il parlamentare più anziano del Parlamento Europeo Italiano". Mai prima d'ora il tema "Bilderberg" ha visto la luce del giorno di fronte a tale ampia "rispettabile" platea: i senatori eletti delle nazioni europee.Estulin sarà parte di una presentazione intitolata "Il Bilderberg Group: verso la creazione di una Spa di un Unico Mondo" che sarà tenuta sia da Estlin che da Borghezio, Nigel Farage (Membro del Parlamento Europeo per il Sud est dell'Inghilterra) e Gerard Batten (Membro del Parlamento Europeo per Londra).Estulin è l'autorità massima mondiale sul tema Bilderberg Group. A seguito della risposta mondiale del libro dell'autore (oltre 3,5 milioni di copie vendute e tradotte in quasi 50 lingue) questa organizzazione incredibilmente potente e altamente segreta ora è un "forum privato" di minore statura. Chi sa in cosa ora questo gruppo si trasformerà?Questa è un'opportunità per portare questo Gruppo nei mezzi di comunicazione convenzionali, ha detto Estulin. “Un argomento che un tempo era considerato essere di dominio di teorie cospirazioniste, ora è preso invece molto in consederazione".Il Bilderberg Group è una conferenza annuale, solo su invito, con oltre 100 di quelli che pòiù contano e manovrano il globo, inclusi capi di stato, magnati dell'industria ed altri. E' chiuso al pubblico e alla stampa. Quest'anno la conferenza sarà tenuta a Sitges, Spagna dal 3 al 6 giugno.



Traduzione Cristina Bassi