L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

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Tuesday, June 3, 2014

Apprendimento senza presa

http://zret.blogspot.it/2014/05/apprendimento-senza-presa.html

Apprendimento senza presa


Non ad scholam sed ad vitam discimus. Impariamo non per la scuola ma per la vita. (Seneca)

Che cos’è necessario davvero imparare? Quello che è realmente significativo non può essere insegnato, ci ricorda Oscar Wilde. Tuttavia qualcosa bisognerebbe tentare di apprendere: alcuni filosofi antichi, nella loro saggezza, appuntavano la loro attenzione sul destino dell’uomo in relazione alla morte. Infatti imparare a vivere è soprattutto imparare a morire. E’ palese che è compito arduo, sebbene imprescindibile: i nostri tempi rimuovono tutto ciò che riguarda la meta ultima, offuscandola dietro una cortina di noncuranti eufemismi o con la promessa di un’immortalità transumana.

Apparentemente agli antipodi di questa “scienza della morte” è il saper fare: oggi ambedue queste competenze sono escluse dal mondo dell’istruzione, anzi della distruzione, la scuola. Qui si studiano per lo più cose inutili e talmente vacue che verrebbero in uggia anche a don Ferrante. Quasi sempre si cerca di inculcare negli allievi un atteggiamento razionalista-scientista: questo spiega perché, nei quadri orari, le discipline tecniche e “scientifiche” sopraffanno le humanae litterae. L’arte, la musica, la poesia, il teatro, il mito... hanno poco o punto spazio nel sistema educativo. Nel migliore dei casi, si valorizza l’emisfero sinistro, ma soprattutto si propaganda una mentalità utilitarista, tutta imperniata sui risultati numerici, sui voti, sui crediti, sulle percentuali. I quiz INSULSI sono la scandalosa epifania di codesta impostazione gretta e stolida.

Pietoso è nel complesso l’insegnamento delle materie scientifiche, ridotte a formule dogmatiche, ad aridi elenchi, avulsi da qualsiasi contatto con una visione della realtà in cui il sapere tradizionale è tutt’uno con l’esperienza. La Storia è isterilita nell’erudizione, la Letteratura rovinata da approcci aberranti. I libri di testo sono irti di strafalcioni e di bestialità. Su tutto grava l’ipoteca di una valutazione ossessiva, della mania di quantificare ciò che quantificabile non è: la cultura non è una sbarra di ferro di cui misurare lunghezza e peso.

Sono del tutto bandite dagli istituti le abilità manuali e pratiche: saper costruire o accomodare un utensile vale quanto conoscere la trigonometria, essere in grado di disegnare è formativo quanto la conoscenza di una lingua classica o straniera.

Attualmente un titolo studio non serve neppure più a trovare un impiego, vista la crisi artificiale che destina la maggior parte dei giovani ad un futuro di frustrante disoccupazione. Allora bisognerebbe frequentare il liceo almeno per sviluppare lo spirito critico ed il senso estetico. Disoccupati sì, ma non soggiogati dal sistema e senza talento alcuno.

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Monday, October 28, 2013

Skull school (mavaffan...)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/10/null-school.html

Skull school

Nulla è più storto del diritto.



Sempre più spesso si addita l’esempio della Cina. I Cinesi sono esaltati per la loro efficienza ed alacrità. La "Repubblica popolare" è una superpotenza mondiale ai primi posti in parecchi settori dell’economia. Soprattutto si elogiano gli studenti del Celeste Impero che dimostrano capacità fuori dal comune: sono tenaci, infaticabili, assai versati nelle discipline scientifiche... Molti analisti ritengono che in un futuro non lontano la Cina sarà il vivaio di ricercatori nei campi più avveniristici, ad alto contenuto tecnologico.

Senza misconoscere alcune qualità degli allievi cinesi, bisogna, però, chiedersi che senso abbia un tipo di insegnamento che forma solo dei tecnici, anzi degli automi produttivi. Certo, sono adatti alla nostra società ipertecnologica, prossima ad una mutazione sotto il segno del Transumanesimo. Nondimeno il vero sapere è altra cosa.

Il discorso investe la scuola tout court: restano poche oasi culturali destinate ad essere fagocitate dalla sabbia rovente dell’ignoranza telematica. Il sistema (mai parola fu più idonea) “educativo” sforna dei diligenti esecutori, degli schiavi contenti di esserlo, dei sudditi che si credono liberi, perché hanno partecipato al progetto sulla “legalità” o sulla “cittadinanza attiva”.

Gli istituti scolastici attualmente sono il tempio dell’ipocrisia: quando sopravvive qualche interesse culturale è come un filo d’erba soffocato dal cemento.

Lucio Mastronardi è autore di un racconto ironico ed amaro intitolato “La sigaretta”. Il protagonista è un maestro che cerca in modo ossessivo di ottenere la stima dei superiori. Nei locali dell’istituto – come è ovvio – è vietato fumare, ma il docente è abituato a trasgredire finché un giorno, entrata all’improvviso la preside nell’aula, egli in fretta e furia nasconde il mozzicone in una tasca che si brucia. Il figlio, che è un suo scolaro, racconta con sadico compiacimento l’episodio alla mamma ed alla nonna. Le donne ne traggono motivo per umiliare l’insegnante.

Servilismo, adulazione, insincerità nei rapporti umani sono i disvalori che regnano negli ambienti di lavoro. Mastronardi dipinge un milieu soffocante dove la proibizione di fumare è la testimonianza più luminosa di un’istituzione che è “palestra di virtù”. Demonizziamo il tabagismo, ma che ci avvelenino con mille altre pozioni! “Virtù”... dolciastro termine deamicisiano, quanto mai adatto a rendere quell’atmosfera appiccicosa che si respira nei “licei” di oggi, invasi da slogan, da reboanti ma vuote iniziative sulla tolleranza, il multiculturalismo, la tutela dell’ambiente (sic)... Aria fritta! Fumo per gli allocchi! E’ un paese di tristi balocchi: appena varcata la soglia dell’edificio scolastico si è risucchiati nel mondo dove la tanto glorificata legalità è ridotta ad un diritto storto come un ramo secco.

Gli obiettivi che dovrebbe prefiggersi l’educazione sono la capacità di pensare, l’abitudine ad osservare, specialmente la creatività. Sono tutte mete che trovano poco o punto spazio nelle scuole attuali. Pazienza: ciò che è essenziale – ci ricorda Oscar Wilde - non si apprende quasi mai sui banchi e l”istruzione” è destinata ad essere spazzata via insieme con il ciarpame di questo sistema decrepito e fatiscente.

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