L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

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Monday, October 3, 2011

I disinformatori: singolari ed inquietanti connessioni

http://www.tankerenemy.com/2011/10/i-disinformatori-singolari-ed.html


NB: nomi e fotografie personali sono stati oscurati o eliminati in quanto ci dissociamo da tali palesi diffamazioni e violazioni della privacy, che tuttavia per il resto vengono riportate tali e quali per tenerne testimonianza.

I disinformatori: singolari ed inquietanti connessioni


Ab uno disce omnes. (Virgilio)

E’ arcinoto che i disinformatori sono paranoici e psicolabili, ma recenti acquisizioni ci hanno permesso di completare il loro identikit. Non è sufficiente stigmatizzarli come sicari al soldo del governo: non è solo la venalità a muovere i loro bassi impulsi, anche se non sbaglieremo a considerarli dei materialoni, privi di cultura, sensibilità ed intelligenza.

Solo delle profonde tare psichiche possono definire la loro struttura.

In primo luogo i negazionisti sono affetti da una sorta di invasamento scientista. Per mezzo della “scienza” non solo spiegano e razionalizzano tutto, ma giustificano l’esistente, vedendovi il migliore dei sistemi possibili: lo stato è buono, il governo è buono, le istituzioni sono buone. I risvolti nevrotici (sindrome di Stoccolma, regressione a stati infantili, complessi di inferiorità...) connessi a tale interpretazione autoconsolatoria, banalmente compensatrice e puerile della realtà, sono il preludio di situazioni psicotiche? Crediamo di no, ma il loro idioletto, la condotta, l'insieme di disvalori talora si associano a tendenze, per così dire, particolari. Ad esempio, un tale S**** P**** alias stebondage alias ste90, oltre ad essere un cultore della pratica nota come bondage, manifesta pure un’inclinazione per soggetti tutelati (a parole) dalla legge.

Ora, lungi da noi il solo dubbio che tale disdicevole personaggio incarni il mondo “etico” dei disinformatori, tale da assurgere a rappresentante più insigne per inverecondia della turpe schiera: sicuramente colui è un caso isolato, una spaventosa aberrazione in un gruppo di spostati. Nondimeno due aspetti ci inducono a riflettere: in primo luogo Stefano Petrò palesa la medesima fisionomia psicologica di molti suoi sodali, tra cui il famigerato tipografo di Sanremo Wasp-A**** N****, inducendo a sospettare che, dietro parole ed azioni incuranti di qualsiasi senso morale, si nasconda un’anima nera. Questo elemento ha comunque soltanto un valore relativo e bisogna ammettere che è forse una mera coincidenza.

Un insieme di fatti incontrovertibili, però, dichiara la pericolosa contiguità, se non somiglianza tra stebondage ed i suoi compagni di merende. Scoperti i suoi gusti, ci siamo premurati di avvertire, oltre che le autorità preposte, "Facebook" e "Telefono azzurro", ma gli amministratori del noto social network, invece di intervenire per neutralizzare il pericoloso figuro, hanno cancellato le nostre segnalazioni. E’ davvero paradossale oltre che vergognoso. "Telefono azzurro", poi, l’associazione nata per proteggere l’infanzia dagli abusi di alcuni adulti, non si è mossa. Sono stati inutili le esortazioni affinché "Telefono azzurro" si rivolgesse alla Polizia postale.

Anche "YouTube" non scherza: compie una vendetta a sostegno della pedofilia, dichiarando un'inesistente violazione di copyright per un semplice screenshot (fermo immagine). Questa è l'inconsulta ed ignominiosa reazione a seguito della denuncia, per opera di "Tanker Enemy", della presenza di un pervertito fra gli intoccabili disinformatori iscritti al portale di "Mountain View".

Che pensare inoltre della reazione per opera dei soliti noti che, invece di dissociarsi o di nicchiare, almeno di fronte ad un caso così grave, hanno fatto quadrato attorno al loro complice, avallandone il deplorevole contegno? Difeso a spada tratta, protetto da una rete di collusioni e di omertà, Stefano Petrò avrà l'opportunità di continuare nei suoi adescamenti.

Non è il caso di generalizzare, come si accennava. Non bisogna generalizzare, perché questa legione di “esperti” del C.I.C.A.P. che bazzica sulla Rete, è nella maggioranza dei casi, formata da semplici falliti, da denigratori che, con la monotonia delle loro infide calunnie e diffamazioni, alla fine rafforzano la credibilità dei loro antagonisti. E’ opportuno comunque vigilare, poiché essi sanno di godere della totale impunità. Pertanto, se troveranno l’occasione per compiere qualche misfatto serio, non ci penseranno due volte, sapendo che il regime è sempre dalla loro parte... almeno fino a quando non saranno vaporizzati dallo stesso sistema che li ha sostenuti e tutelati. Allora sì che finalmente vedremo del vapore in atmosfera... e non delle scie tossiche.


Wednesday, April 14, 2010

Plagio

http://straker-61.blogspot.com/2010/04/plagio.html

Plagio

In questi ultimi mesi, i disinformatori dalle armi viepiù spuntate, non sapendo come contrastare la diffusione della verità sulle scie chimiche, hanno concertato, attraverso i media ufficiali, un'altra campagna diffamatoria nei confronti dei ricercatori indipendenti. I sostenitori del regime non usano strumenti molto raffinati, poiché i loro contorti e fiacchi "ragionamenti" si basano solo sulla seguente accusa: coloro che investigano il fenomeno delle chemtrails sono fanatici e paranoici.

Sono accuse che si ritorcono tranquillamente contro codesti gazzettieri le cui affermazioni apodittiche e stereotipate sono uguali a tutte le latitudini, a dimostrazione che esiste un'unica regia e dell'omologazione "culturale". Sono fanatici giacché solo un fanatico potrebbe dedicare tanto tempo e profondere tanto zelo per tentare di confutare i risultati di ricerche che essi stessi ritengono inconsistenti. Sono simili a mosche che sbattono contro il vetro, cercando invano di uscire da una stanza. Sono senza dubbio dei paranoici: soltanto un vero paranoico, infatti, può aver introiettato un'immagine tanto puerile, falsa e distorta della realtà politica, economica e sociale sì da essere persuaso che le istituzioni non sarebbero capaci di agire contro i cittadini, sebbene dissimulando le proprie scelleratezze dietro parvenze di sollecitudine. Si potrebbero citare esempi a iosa di tale scaltro ed infido modus operandi dei governi più o meno occulti che, per isolare gli oppositori, ricorrono spesso alla diffamazione e soprattutto a dipingere i dissidenti come squilibrati mentali. Nell'Unione sovietica le persone non allineate finivano nei gulag.

Lo stesso Mario Tozzi si è cimentato in questa scomposta e dilettantesca crociata contro la verità: anch’egli, nelle sue zoppicanti e sclerotiche prose, usa esclusivamente “argomentazioni” ad personam, ingiuriando i ricercatori, definendoli come affetti da sindromi ossessive. Le ontose affermazioni di Tozzi sono un vero insulto all’intelligenza anche dei numerosi testimoni di un fenomeno incontrovertibile. Questi testimoni non si lasciano abbindolare dagli “esperti” e dai loro maggiordomi che, accampando una presunta autorevolezza "scientifica" e ripetendo ipnotiche insinuazioni, si rivelano dei deboli e degli inetti, incapaci di interiorizzare il principio di realtà e perciò regrediti in modo irreversibile a fasi freudiane tipiche dell’infanzia.

Non merita molta attenzione la genia dei pennivendoli: occorre, però, di quando in quando, mostrare i pur rudimentali congegni grazie ai quali gli automi farfugliano sesquipedali sciocchezze. Inoltre tra le contorsioni e le calunnie dei loro testi si infiltra una volontà di plagio, di manipolazione mentale che rischia in qualche caso di sortire i suoi letiferi effetti, non foss'altro che per l'espediente della ripetizione; come affermò colui: "Una bugia ripetuta diventa verità". Ci dogliamo di dargli ragione: d'altra parte, anche esulando dall'ambito delle chemtrails, abbiamo attestazioni che, quando giornali e reti televisive replicano le solite menzogne, anche se del tutto inverosimili (si pensi allo pseudo-attentatore che avrebbe tentato di causare una strage su un velivolo della Delta Airlines diretto a Detroit, con l'esplosivo nelle brache), l'opinione pubblica, prima o dopo, abbocca.

I disinformatori usano dunque stratagemmi per l'assoggettamento psicologico, provando in ogni modo ad influire sul pubblico più inesperto e sprovveduto. Altri sistemi si rivelano anche più efficaci, ma lo spirito d'osservazione ed il discernimento riducono ipso facto la propaganda ad un borborigmo.




Friday, January 8, 2010

Plagio

Ve la ricordate questa: "Non rientra nelle nostre priorità occuparci dei fiancheggiatori del sistema, ovvero dei disinformatori attivi sulla Rete, ..." (da qui)
Non rientra nelle loro priorita', pero' ci fanno su un post ogni due giorni...

http://www.tankerenemy.com/2010/01/plagio.html

Plagio

In questi ultimi mesi, i disinformatori dalle armi viepiù spuntate, non sapendo come contrastare la diffusione della verità sulle scie chimiche, hanno concertato, attraverso i media ufficiali, un'altra campagna diffamatoria nei confronti dei ricercatori indipendenti. I sostenitori del regime non usano strumenti molto raffinati, poiché i loro contorti e fiacchi "ragionamenti" si basano solo sulla seguente accusa: coloro che investigano il fenomeno delle chemtrails sono fanatici e paranoici.

Sono accuse che si ritorcono tranquillamente contro codesti gazzettieri le cui affermazioni apodittiche e stereotipate sono uguali a tutte le latitudini, a dimostrazione che esiste un'unica regia e dell'omologazione "culturale". Sono fanatici giacché solo un fanatico potrebbe dedicare tanto tempo e profondere tanto zelo per tentare di confutare i risultati di ricerche che essi stessi ritengono inconsistenti. Sono simili a mosche che sbattono contro il vetro, cercando invano di uscire da una stanza. Sono senza dubbio dei paranoici: soltanto un vero paranoico, infatti, può aver introiettato un'immagine tanto puerile, falsa e distorta della realtà politica, economica e sociale sì da essere persuaso che le istituzioni non sarebbero capaci di agire contro i cittadini, sebbene dissimulando le proprie scelleratezze dietro parvenze di sollecitudine. Si potrebbero citare esempi a iosa di tale scaltro ed infido modus operandi dei governi più o meno occulti che, per isolare gli oppositori, ricorrono spesso alla diffamazione e soprattutto a dipingere i dissidenti come squilibrati mentali. Nell'Unione sovietica le persone non allineate finivano nei gulag.

Lo stesso Mario Tozzi si è cimentato in questa scomposta e dilettantesca crociata contro la verità: anch’egli, nelle sue zoppicanti e sclerotiche prose, usa esclusivamente “argomentazioni” ad personam, ingiuriando i ricercatori, definendoli come affetti da sindromi ossessive. Le ontose affermazioni di Tozzi sono un vero insulto all’intelligenza anche dei numerosi testimoni di un fenomeno incontrovertibile. Questi testimoni non si lasciano abbindolare dagli “esperti” e dai loro maggiordomi che, accampando una presunta autorevolezza "scientifica" e ripetendo ipnotiche insinuazioni, si rivelano dei deboli e degli inetti, incapaci di interiorizzare il principio di realtà e perciò regrediti in modo irreversibile a fasi freudiane tipiche dell’infanzia.

Non merita molta attenzione la genia dei pennivendoli: occorre, però, di quando in quando, mostrare i pur rudimentali congegni grazie ai quali gli automi farfugliano sesquipedali sciocchezze. Inoltre tra le contorsioni e le calunnie dei loro testi si infiltra una volontà di plagio, di manipolazione mentale che rischia in qualche caso di sortire i suoi letiferi effetti, non foss'altro che per l'espediente della ripetizione; come affermò colui: "Una bugia ripetuta diventa verità". Ci dogliamo di dargli ragione: d'altra parte, anche esulando dall'ambito delle chemtrails, abbiamo attestazioni che, quando giornali e reti televisive replicano le solite menzogne, anche se del tutto inverosimili (si pensi allo pseudo-attentatore che avrebbe tentato di causare una strage su un velivolo della Delta Airlines diretto a Detroit, con l'esplosivo nelle brache), l'opinione pubblica, prima o dopo, abbocca.

I disinformatori usano dunque stratagemmi per l'assoggettamento psicologico, provando in ogni modo ad influire sul pubblico più inesperto e sprovveduto. Altri sistemi si rivelano anche più efficaci, ma lo spirito d'osservazione ed il discernimento riducono ipso facto la propaganda ad un borborigmo.